Anteprima The Dark Eye Demonicon

L’RPG di Kalypso Media si mostra alla GDC

Anteprima The Dark Eye Demonicon
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • The Dark Eye Demonicon non è una nuova IP che nasce dal nulla. La fonte d’ispirazione, nonché proprietà intellettuale genitrice, è The Dark Eye: uno dei giochi di ruolo da tavolo più apprezzati dal pubblico europeo. Nato in Germania, dove è addirittura preferito al più blasonato Dunegons & Dragons, come il nome lascia intuire vanta un’ambientazione fantasy e cinque diverse edizioni che lo hanno progressivamente ingrandito e complicato.
    Kalypso Media, nome piuttosto noto tra gli appassionati di giochi per PC, ha deciso di trarne un videogioco che dovrebbe esordire nei negozi nostrani verso la fine del corrente anno. Ciò che ci ha lasciato immediatamente di sasso sono state due decisioni. La prima è il genere di riferimento: non uno strategico, né un RPG di stampo classico, quanto un gioco di ruolo action. L’altra è relativa alla scelta dello studio a cui è stato affidato lo sviluppo del titolo: l’esordiente e sconosciuta Noumena Studios Berlin.
    Se il primo impatto valesse mezzo giudizio sul prodotto finale, The Dark Eye Demonicon partirebbe con un handicap piuttosto pesante. Quanto mostrato alla GCD infatti, non ci ha né convinti, né rassicurati sull’andamento dei lavori.

    Una licenza sprecata

    Demonicon è un gioco di ruolo con combattimenti in tempo reale, ambientato in uno dei tanti continenti presenti in The Dark Eye.
    La trama, a detta degli addetti ai lavori, ricoprirà un ruolo tutt’altro che secondario e, nonostante i tanti cliché facilmente ravvisabili, non mancano spunti effettivamente intriganti già desumibili nelle poche informazioni fin’ora rilasciate. Dopo un apocalittico scontro tra bene e male, il mondo, ancora visibilmente sconvolto dagli orrori della guerra, sta per vivere una nuova epoca oscura. Un demone è tornato in vita incarnandosi nel corpo di un bambino. Alla testa di un esercito di mostruosità varie, distrugge città, schiavizza popoli, deturpa i paesaggi. All’inizio dell’avventura non sarete che uno dei tanti sfollati, scappati per tempo alla distruzione e disperatamente alla ricerca di un posto pacifico in cui, se non proprio vivere, sopravvivere.
    Giunti nella città di Wlarunk questo desiderio sembra momentaneamente esaudito. Il vostro avatar, insieme alla sua famiglia, trova il modo per allontanare i fantasmi della morte, inserendosi in una comunità in grado di fronteggiare l’esercito del demone e del tutto determinata a contrattaccare l’avanzata del male.
    Se l’intreccio narrativo non spiccherà per originalità, lasciando praticamente immutato il normale decorso degli eventi rappresentato dalla lotta e vittoria dell’eroe di turno, gli sceneggiatori si sono preoccupati di infondere un retrogusto atipico al plot, curando elementi solitamente marginali in produzioni simili. In particolar modo verrà trattato il rapporto del protagonista con la sorella e il padre: un veterano di guerra ormai anziano su cui sono ben visibili gli effetti devastanti delle battaglie intraprese. Non avrete quindi a che fare con il classico eroe senza legami, né passato e in preda a una sospetta amnesia: al contrario dovrete vestire i panni di un personaggio con un carattere definito e inserito in un determinato contesto sociale.
    Se la trama sembra capace di proporre qualcosa di nuovo e valido, purtroppo, quanto visto nella demo presentata alla GDC, non ci fa pensare altrettanto per il gameplay.
    Il livello mostrato si apriva con il nostro alla ricerca della sorella. Questa, già promessa sposa a un nobile della città, è infatti dispersa all’interno di una grotta. Desiderosa di eliminare un cannibale che starebbe decimando la popolazione del borgo, armata di tutto punto e confidando nelle sue doti da spadaccina apprese dal padre, si sarebbe introdotta nella caverna senza più riuscire a trovare l’uscita.

    Sguainata la spada, il premuroso fratello deve subito fronteggiare le prime mostruosità, rivelando immediatamente la pochezza del combat system. Per quanto gli sviluppatori abbiano immediatamente precisato che trattandosi delle prime fasi dell’avventura tutte le tecniche migliori erano ancora bloccate, la lentezza e farraginosità delle movenze sfoderate dall’avatar hanno rivelato un che di patetico ed insieme comico. Complice anche il motore grafico e fisico non all’altezza degli standard odierni, siamo stati testimoni di uno spettacolo difficilmente descrivibile senza risultare offensivi nei confronti di un videogioco che, vogliamo sottolinearlo per dovere di cronaca, è stato mostrato nella sua fase alfa. La mancanza del lock-on, unitamente alla già citata mancanza di reattività dello spadaccino, oltre a regalarci uno scontro assolutamente privo di adrenalina, ha messo in mostra la costante imprecisione di fondo contro cui dovrà combattere l’utente di turno.
    Anche giunti al cospetto del vile cannibale, boss di fine livello, le cose non sono di certo migliorate: il tutto si è risolto nell’esecuzione di un incantesimo, utile a dissipare la barriera magica del nemico, e in ripetuti brevi attacchi seguiti da ritirate strategiche. Forse dieci anni fa ci saremmo esaltati per qualcosa del genere, ma non certo oggi, dopo aver giocato a capolavori del calibro di The Witcher e relativo seguito.
    Le cose non sembrano migliorare quando si considera il comparto ruolistico di The Dark Eye Demonicon che non sembra presentare alcuna novità: non mancherà un ricco skill tree e sarà data molta importanza all’equipaggiamento, con tanto di crafting di armi e pozioni, ma il tutto si limita a questo.
    L’unica emozione viene dall’ormai immancabile sistema di scelte, che vi costringerà a prendere determinate decisioni al completamento delle quest o nei dialoghi con i vari personaggi. Sconfitto il cannibale, ad esempio, si è rivelato necessario scegliere se lasciarlo scappare, salvando i prigionieri, oppure se assicurarsi la cessazione delle sue malefatte, uccidendolo a scapito della vita degli ostaggi. Gli sviluppatori, forti della grande attenzione che verrà rivolta all’aspetto narrativo, ci hanno rassicurato che (almeno) quest’ambito del gameplay sarà realmente in grado di caratterizzare il loro prodotto, con effettive ripercussioni sulla trama che restituiranno continuamente il peso delle scelte effettuate.
    Anche sull’aspetto tecnico sarebbe il caso di non entrare troppo nel dettaglio per evitare di risultare ironici. Purtroppo allo stato attuale dei lavori The Dark Eye Demonicon non è un gioco del 2013. Le animazioni sono abbozzate, gli effetti speciali dozzinali, le espressioni facciali quasi inesistenti, modelli poligonali e texture non sembrano appartenere a questa generazione di console. Per tagliare corto: non si salva assolutamente nulla.

    Demonicon The Dark Eye Demonicon è un prodotto assolutamente incomprensibile ora come ora. Sebbene trama e sistema di scelte lascino intravedere qualche potenzialità, la mancanza di vere novità, un combat system lento e macchinoso e l’indecoroso comparto grafico azzoppano in partenza un GDR che tanto avrebbe beneficiato di una licenza come quella di The Dark Eye. La demo vista alla GDC, vogliamo specificarlo nuovamente, era relativa a una versione alfa del gioco, ma perché presentare un lavoro così indecoroso se il prodotto finale se ne distaccherebbe così nettamente? Pur con estremo scetticismo, vogliamo sperare che Noumena Studios Berlin, magari pagando l’inesperienza, abbia solo voluto farci un brutto (e involontario) scherzo e che a fine anno, quando il titolo verrà pubblicato, metteremo le mani sulla bella copia di The Dark Eye Demonicon.

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