The Elder Scrolls Online: prime informazioni sull'MMO di Bethesda

Prime informazioni per il nuovo capitolo della saga di Bethesda

The Elder Scrolls Online: prime informazioni sull'MMO di Bethesda
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  • PS4 Pro
  • Una sorpresa poco sorpresa

    Di tutte le sorprese che il mondo videoludico è capace di regalare agli appassionati o ai semplici giocatori occasionali, questa era assolutamente tra le più pronosticabili, attese e scontate di ogni epoca. Ciò naturalmente non toglie un grammo al piacere e giubilo che ha regalato l’annuncio ufficiale, ma il salto di The Elder Scrolls verso il genere degli MMO era solamente una questione di tempo e risorse. Se già qualcuno dopo Oblivion lo richiedeva a gran voce, Zenimax ha fatto bene ad aspettare l’uscita di un successivo capitolo della saga regolare, quello Skyrim che è stato accolto come un vero e proprio fenomeno culturale e videoludico. La decisione, col classico senno di poi, non sembra così insensata visto che fino a qualche anno fa si soffriva fin troppo lo strapotere inattaccabile di World Of Warcraft e le possibilità tecnologiche erano indubbiamente più contenute rispetto a quelle di oggi.
    Ora che i tempi sono maturi e il publisher ha avuto modo di fare tutte le valutazioni del caso, finalmente ci siamo: è venuto il momento di scoprire i primi dettagli su The Elder Scrolls Online.

    Tutti vogliono fare l’Imperatore

    Nonostante questa prima infornata di informazioni sia piuttosto corposa, al di là dell’ovvia omissione di numerosi aspetti (anche di primaria importanza), gli sviluppatori sono ben lungi dall’aver delineato in via definiva la maggior parte delle caratteristiche del gioco. In altri termini, ci tiene Zenimax a precisare, ciò che troverete scritto in seguito potrebbe risultare del tutto superato tra qualche mese. Se questa consapevolezza può gettare il lettore in uno stato di totale incertezza, rivela anche una qualità nient’affatto disprezzabile nel metodo di lavoro impostato da Zenimax Online Studios: la flessibilità. Desiderosi di sperimentare, senza per questo allontanarsi troppo dal feeling del brand, gli addetti ai lavori stanno ancora cercando di far quadrare il cerchio, desiderosi, al contempo, di offrire qualcosa di veramente diverso dal solito World Of Warcraft, con il quale questo capitolo si trova già costretto a condividere l’ambientazione fantasy.
    Proprio a proposito di setting, il titolo intende ampliare a dismisura gli orizzonti immaginifici di The Elder Scrolls, utilizzando tuttavia un espediente già visto all’opera in altri MMO legati a rinomati brand: collocare le vicende narrate in un lontano passato. Qui, infatti, vi ritroverete scaraventati mille anni prima di Skyrim, durante la Seconda Era. Lontana è l’ascesa della Dinastia Septim che, durante la Terza Era, riuscì ad unificare Tamriel sotto un unico governo. Privo di un impero centrale, il regno verte in una situazione di generale caos, lacerato da lotte interne per il controllo di Cyrodiil, la provincia principale e sede della splendida Imperial City.
    E’ all’interno di questo scenario che si delineerà il PvP, costretto nelle battaglie tra tre distinte fazioni per il controllo di ogni singola regione di Tamriel. Da una parte ci sarà l’Ebonheart Pact, alleanza formata da Nord, Elfi Oscuri e Argoniani. Dall’altra l’Aldmeri Dominion, composta da Elfi Alti, Elfi dei Boschi e Khajit. Infine la Daggerfall Covenant vede tra le sue fila Bretoni, Guardie Rosse e Orchi. La scelta della razza del vostro avatar sarà quindi costretta e delineata anche dalla fazione che deciderete di sostenere. Il sistema potrebbe apparire limitante, ma va considerato nell’ambito dell’intenzione di mantenere la coerenza geopolitica e narrativa che sottende all’intero brand.
    A questa lotta intestina ne va poi aggiunta un’altra, che introduce e giustifica il PvE. Gli Imperiali infatti, desiderosi di mantenere il controllo su Imperial City e di estenderlo a tutto il continente, riconoscono la massima autorità nella figura di Mannimarco, Re dei Worm e discendente della famiglia Tharn, di cui i fan hanno già incontrato un rappresentante: quel Jagar, antagonista in The Elder Scrolls: Arena. Questi, per garantirsi l’egemonia fondata su un esercito di mostri e soldati non-morti, ha stretto un’alleanza con il Principe deadico Molag Bal che, a sua volta, complotta per assoggettare Tamriel al piano dimensionale di Coldharbour.

    "Gli sviluppatori sono ben lungi dall’aver delineato in via definiva la maggior parte delle caratteristiche del gioco. Questo delinea una lodevole flessibilità del processo di sviluppo."

    Questo espediente narrativo non solo introduce al PvE, che vedrà le tre fazioni impegnate nella lotta contro il Principe draedico e gli Imperiali, ma rimanda ad altre due caratteristiche del gioco. La prima riguarda l’eroe che impersonerete: Mannimarco infatti, nel tentativo di rendervi l’ennesimo soldato dell’esercito degli Imperiali, vi ruberà l’anima. Ciò da una parte intende "giustificare" dal punto di vista narrativo la rinascita dopo ogni morte, perché senza spirito non c’è veramente fine. D'altro canto costituirà uno dei temi portanti del main plot: recuperare ciò che vi è stato sottratto.
    La seconda caratteristica focale concerne invece la vittoria di una fazione rispetto ad un’altra. Nel corso del PvP, infatti, i vari schieramenti si contenderanno tutta una serie di possedimenti e luoghi d’interesse. Si va da intere regioni a miniere, passando per fortezze e fattorie. Ognuna di queste location, oltre a fornire determinati bonus ai propri possessori, determina il livello di predominio su Tamriel di un’alleanza sulle altre la quale, soddisfatti determinati requisiti, avrà la possibilità di tentare la conquista di Cyrodiil e Imperial City, assurgendo ad egemonia suprema del Regno e determinando l’endgame. Non solo, ma durante questo assalto finale il giocatore che avrà contribuito più di tutti alla vittoria finale sarà nominato nuovo Imperatore. Sebbene non sia ancora chiaro quali parametri verranno tenuti in considerazione nella scelta dell’eroe più determinante, questo titolo regale non conferirà particolari poteri, quanto un ambitissimo riconoscimento che solo pochi riusciranno ad ottenere.
    La sovrastruttura di The Elder Scrolls Online promette insomma di essere estremamente ricca, complessa e intrigante. A fianco al PvP e PvE inoltre, non bisogna dimenticarsi l’esistenza del main plot, legata al recupero della propria anima, e numerose sotto-trame. Queste non si consumeranno in un'unica quest, ma ne coinvolgeranno diverse non forzatamente in ordine cronologico.

    Dimensioni titaniche

    A proposito di quest è importante sottolineare come gli sviluppatori hanno voluto creare un sistema molto fluido e malleabile. Se nella maggior parte dei MMO bisogna parlare con i vari NPC nelle città per ottenere i vari incarichi, in The Elder Scrolls Online a questa meccanica classica se ne affiancherà una più libera e a completa discrezione del giocatore. Tradotto significa che solo esplorando, e quindi raggiungendo particolari location o recuperando determinati oggetti, attiverete alcune missioni. Questa feature renderà molto più personale l’esperienza di ciascun giocatore e darà un senso al continuo peregrinare per le lande di Tamriel.
    A proposito di peregrinare: le dimensioni della mappa si preannunciano colossali, tali da umiliare l’estensione di qualsiasi altro capitolo della saga. La cosa, per quanto scontata, non può che far piacere, tanto più se si scorre la lunga lista di regioni che potrete esplorare: Skyrim, Morrowind, Altmer, Summerset Isle e molte altre. Non mancheranno future espansioni che introdurranno altri continenti o che amplieranno quelli già presenti sin dal giorno del lancio.
    L’idea degli sviluppatori è di rendere virtualmente esplorabile ogni anfratto di Tamriel sin da subito: sarà il livello di forza dei nemici che incontrerete a limitarvi in una zona piuttosto che in un’altra.

    A rendere ancor più particolare The Elder Scrolls Online ci pensano poi altre due feature. La prima, per quanto inflazionata, sarà rappresentata dal sistema di scelte. Alcune quest infatti vi porranno di fronte a bivi narrativi, le cui decisioni intraprese avranno ovvie ripercussioni sul proseguo della storia. Per quanto non sarà chiaro come queste si concateneranno con quelle effettuate dagli altri membri del party, sembra chiaro che in pochi, ma importanti punti dell’avventura, avrete la capacità di modificare pesantemente il corso degli eventi. Ciò avverrà spesso nell’ambito di veri e propri flashback: il dialogo con un personaggio, ad esempio, vi introdurrà a un dungeon che si concluderà per l’appunto con una scelta da compiere. In base a quanto deciso, tornati nel presente, vi ritroverete di fronte a una situazione piuttosto che ad un’altra. L’efficacia del sistema è tutta da comprovare, ovviamente, ma rientra perfettamente nello stile della saga.
    L’altra importante feature riguarda la presenza di dungeon pubblici, caratteristica non molto in voga negli MMORPG contemporanei. Zenimax Online Studios, desiderosa di porre l’incontro con altri utenti più di una formalità per superare indenni una manciata di livelli, punta forte su questa caratteristica. Al di là delle momentanee alleanze che si verranno a creare nel momento del bisogno, l’intenzione degli sviluppatori è quella di sfruttare e mettere in risalto altre due particolarità della loro creatura. Da una parte ci sono le ambiziose dimensioni alle quali ogni conflitto ambisce. Le cifre, per quanto concerne il PvP, parlano di 100 VS 100, il che significa che nel PvE sarà possibile coinvolgere un numero stratosferico di combattenti. Dall’altra c’è invece l’I.A. che gestirà le varie mostruosità con cui dovrete vedervela: malleabile, focalizzata sul gioco di squadra e capace di sfruttare a proprio favore le conformità della mappa e le abilità di ogni singola unità. L’intento è quello di incalzare continuamente ogni utente, in modo che anche il semplice grinding si riveli stimolante e utile per imparare nuove strategie da riutilizzare a propria volta.

    Gli angoli bui di Tamriel

    Entriamo così nel merito del combat system, meccanica che più di tutte è ancora avvolta dall’incertezza degli sviluppatori stessi, che stanno tutt'oggi progettando la conformazione finale e definitiva. Non per questo mancano già alcuni cardini fissi. Innanzi tutto verranno abbandonati i due capisaldi che hanno concorso a fare la fortuna di The Elder Scroll, vale a dire la prima persona e gli scontri in tempo reale. La decisione, ne siamo certi, farà storcere il naso a più di un fan, ma ha la doppia funzionalità di offrire un prodotto più canonico, optando per la terza persona, ed evitare al contempo il pericolo di lag, affidandosi a un sistema che fa della barra della stamina il suo fulcro principale.
    Come facilmente ipotizzabile, la stamina rappresenterà il parametro utile per attivare alcune azioni fondamentali come scattare, bloccare o parare gli attacchi nemici. Sarà attorno allo svuotamento della barra avversaria e la preservazione della propria che si fonderanno le tattiche offensive e difensive di ogni giocatore. Immaginate, ad esempio, di dover affrontare un esercito di maghi. Affrontarli a viso aperto potrebbe rivelarsi fallimentare, vista la loro capacità di lanciare potenti sfere di fuoco. Al contrario, se costretti a innalzare muri difensivi per proteggersi dalle frecce nemiche, rimarrebbero a corto di stamina per bloccare gli attacchi fisici dei guerrieri che, intanto a piccoli passi, si avvicinavano minacciosi. Va da sé, quindi, che il gioco di squadra non verrà solo premiato: molto spesso sarà l’unica via percorribile per garantirsi la vittoria.
    Altra caratteristica del combat system è quella di non ingolfare le tastiere dei videogiocatori con numerose hotkey, ognuna legata a una particolare abilità. Zenimax Online Studios ha infatti preferito un approccio diverso: poche tecniche, ma ognuna profondamente utile, potenziabile e personalizzabile nel corso dell’avventura. Così facendo vi ritroverete, fondamentalmente, con quattro diversi tipi di attacchi: due, uno pesante e uno leggero, che varieranno in base all’arma equipaggiata, uno determinato dalla classe di appartenenza del personaggio e uno, infine, legato al riempimento della così detta barra della finesse. Come la parola lascia intendere questa si rimpinzerà ogni qual volta eliminerete un nemico con particolare agilità ed eleganza. Ad esempio tornerà utile in questo senso bloccare gli attacchi nemici, cosa che fra l’altro vi preserverà anche dagli effetti secondari come lentezza o avvelenamento. Oppure, altra via per guadagnare finesse con facilità, è quella di sfruttare gli attacchi combinati con i propri alleati. Questi saranno un altro cavallo di battaglia di The Elder Scrolls Online e promettono di risultare piuttosto utili e originali. Potrete creare un muro di fuoco a partire dalla palla di fuoco di un mago e dell’olio lasciato cadere da un altro personaggio, oppure, più semplicemente, concatenare tra loro diversi attacchi fisici.

    Giungiamo così alla parte oscura di questa ampia anteprima: quella legata agli ambiti sul quale verte il riserbo più assoluto e a quelli che invece si sa già che non saranno implementati in questo MMORPG.
    Al primo gruppo fanno riferimento le classi presenti, il sistema di crafting e quello delle Gilde. Al momento, di quest’ultimo, si sa solo che saranno esse dominate da un sistema di reputazione legato al completamento di alcune sub-quest attivabili tramite il ritrovamento di particolari oggetti.
    Del secondo gruppo, purtroppo, fanno invece parte alcune cose che negli hanno decretato la fortuna del brand. Sarà impossibile, ad esempio, costruire la propria casa e prendere in moglie o marito un NPC particolarmente affascinante. Spariti del tutto i Draghi, che in Skyrim ci hanno letteralmente conquistato. Presenti Vampiri e Lupi Mannari, ma sarà impossibile ottenere i loro poteri visto che, a detta degli sviluppatori, avrebbero completamente stravolto l’equilibrio tra le varie classi di personaggi.
    Prima di concludere una piccola analisi su quello che sarà il comparto grafico-sonoro di The Elder Scroll Online. Sebbene tecnicamente il titolo non sembri sfigurare eccessivamente con altre produzioni simili contemporanee, va lievemente biasimato lo stile adottato: così lontano dal tono realistico e cruento di Skyrim e quasi forzatamente più fantasioso e colorato del dovuto. Questo capitolo, almeno fino a quanto mostrato fino ad ora, sembra poco un The Elder Scroll e tanto, troppo, un World Of Warcraft meno cartonesco.
    Sul sonoro, l’unica cosa che si sa per certo è che tutti gli NPC godranno di un doppiaggio: se poi questo sarà solo in inglese o sarà contemplato anche l’italiano, lo scopriremo solo tra qualche mese.

    The Elder Scrolls Online I primi dettagli rilasciati di The Elder Scrolls Online ci hanno restituito sensazioni ambivalenti. Le dimensioni della mappa, la strutturazione del PvP e PvE, le promesse di un’I.A. estremamente malleabile e la presenza di dungeon pubblici sono motivo di grande felicità e speranza. Di contro l’abbandono della prima persona e l’adozione di uno stile grafico fin troppo simile a World Of Warcraft sono scelte che ci hanno lasciato perplessi. Tuttavia, come detto in apertura di articolo, gli stessi sviluppatori sono ben lontani dall’aver deciso definitivamente tutte le caratteristiche della loro creatura. La speranza è che proseguano nel bene e ritornino parzialmente sui propri passi in ciò che non ci ha convinti completamente. Certamente torneremo preso a parlare di questo ambizioso progetto. L’appuntamento, chissà, potrebbe già essere fissato al prossimo E3.

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