The Evil Within: analisi del video gameplay dell'horror di Tango Gameworks

Una dettagliata analisi del video gameplay che mostra il nuovo titolo di Tango Gameworks.

The Evil Within: analisi del video gameplay dell'horror di Tango Gameworks
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Dopo un periodo di transizione durante il quale ha partecipato a svariati progetti (dove ha sempre rivestito un ruolo primario), Shinji Mikami torna a lavorare al genere videoludico che ha scandito il successo della sua carriera: il survival-horror. Con The Evil Within, il nuovo progetto di Tango Gameworks che uscirà nel 2014 per console di vecchia e nuova generazione, Mikami svela l'intenzione di riportare in auge il vecchio e apprezzato concetto di survival-horror, che negli ultimi anni è stato via via abbandonato in favore di prodotti con una componente shooter molto più marcata. All'EuroGamer Expo di Londra, Bethesda ha presentato un lungo filmato di gameplay, che comprende due footage differenti: nel "Prologue" Sebastien Castellanos, il detective protagonista del gioco, dovrà liberarsi e fuggire da un pericoloso mostro assassino, mentre in "Perth House" viene mostrato il lato action del titolo, grazie ad alcuni rocamboleschi scontri a fuoco contro demoniache creature.

    Intrappolati all'inferno

    Il prologo si apre in modo decisamente angosciante: Castellanos è legato a testa in giù, con le mani sporche del sangue che scende copioso dalla ferita alla testa ancora fresca. L'atipica visuale in prima persona ci fa scorgere i cadaveri martoriati appesi tutt'intorno e un massiccio e brutale figuro che armato di ascia sventra a metà un uomo ancora vivo legato proprio al nostro fianco, le cui urla disperate coprono la leggiadra sonorità dell'Aria sulla quarta corda di Bach in sottofondo. Non ci vuole molto per capire che se indugiamo, faremo la stessa orrida fine. Gli ambienti oscuri e malsani sono riprodotti con estrema cura, tant'è che capita quasi di sentire l'odore del putridume che infetta gli angoli bui dello scantinato, ricordando alla lontana la dimensione demoniaca in cui erano intrappolati i protagonisti di Silent Hill. Fortunatamente l'astuto detective adocchia un coltello infilato nelle carni morte di uno sventurato e, aiutato dal movimento della levetta analogica sinistra, riesce ad oscillare quel tanto da permettersi di afferrare la lama e tagliare le corde. Una volta libero ruba un mazzo di chiavi necessarie ad aprire la via d'uscita; purtroppo però la fuga è presto interrotta da un trappola di sorveglianza che mette in allarme il nostro carnefice. Armato di sega elettrica e con tanta voglia di uccidere, questi dà il via ad un lunga e angosciante sessione di gioco che alternerà fasi stealth piuttosto ben riuscite ad inseguimenti al cardiopalma. Durante il faccia a faccia con l'inseguitore, appare chiaro che lo script del prologo obblighi il giocatore a nascondersi in determinati momenti e a correre a perdifiato in altri; nonostante una libertà d'azione in apparenza poco marcata, speriamo che queste fasi stealth siano ricorrenti nella versione completa, magari sfruttando la complessa struttura architettonica dell'ambiente di gioco per nascondersi dai nemici ed uscire illesi da situazioni potenzialmente pericolose. D'altronde lo stesso Mikami ha assicurato che nel gioco non saranno presenti molte munizioni ed il giocatore dovrà quindi utilizzare metodi alternativi per avere la meglio sulle forze ostili.
    Dopo essere stati a un passo dall'essere braccato, il detective Castellanos riesce nella difficile impresa di sfuggire al proprio carceriere, rintanandosi in un ascensore che lo porta al piano terra del Beacon Mental Institute, dove si era recato solo poche ore prima per indagare su un misterioso omicidio di massa. Mentre percorre ansimando il lungo corridoio che porta all'uscita, delle violente scosse di terremoto colpiscono l'edificio. Ma sono niente in confronto all'orrore che si staglia davanti all'incredulo protagonista una volta all'aperto: palazzi crollati e strade spaccate fanno da triste contorno ad una metropoli completamente devastata, dove si erge solitario l'ospedale psichiatrico, segno ineluttabile che l'orrore è appena cominciato.

    Resident Evil-Within

    La forte determinazione nell'implementare in The Evil Within tutti quei classici canoni cari agli appassionati dei survival-horror, ha fatto sì che nell'ultima fatica di Tango Gameworks il protagonista si senta più una preda debole e braccata che un eroe agile e iper-tecnologico. La sessione demo chiamata Perth House ci mostra infatti Castellanos ispezionare una casupola apparentemente abbandonata, dove riesce a recuperare preziose siringhe mediche e alcune munizioni per il proprio revolver. Proprio come accade nel recente The Last Of Us, il poliziotto potrà ispezionare cassetti, armadi e quant'altro alla ricerca di oggetti utili per la propria sopravvivenza, ma il numero delle scorte sarà sempre esiguo per non lasciare il giocatore in preda ad una sicurezza nociva ai fini dell'esperienza generale. Mentre con una mano tiene una fragile lampada ad olio, con l'altra afferra ciò che gli può servire, utilizzandolo se vuole grazie ad un comodo menù a comparsa circolare. L'effetto dejavù rispetto ai primi Resident Evil è fortissimo: il modo in cui Castellanos si trascina quand'è ferito, l'opprimente silenzio che preannuncia quasi sempre qualcosa di brutto, la disperazione del protagonista, forzato ad affrontare a viso aperto una minaccia chiaramente al di sopra delle sue possibilità, tutto coincide con la visione "mikamiana" dell'orrore videoludico. Ben presto Sebastien scopre che la casa è popolata da mostri che lentamente spuntano affamati dalla cantina: grazie a qualche colpo ben assestato riesce ad eliminarli per poi bruciarne i resti, forse per evitare una probabile trasformazione in qualcosa di ancora più orripilante. Determinato ad uscire da quelle quattro mura infestate scorge però un nutrito numero di non-morti che si avvicina alla casa con il chiaro intento di ucciderne l'ospite; si prepara quindi a barricarsi e resistere all'attacco. Una scena familiare, soprattutto per chi ha giocato al quarto episodio della serie Resident Evil; forse un omaggio che manifesta ancora una volta l'attaccamento di Mikami alle sue opere precedenti di maggior successo. Sfortunatamente Sebastien non possiede l'arsenale di Leon Kennedy e neanche le superiori doti fisiche di Chris Redfield. Non gli resta che cercare di piazzare delle trappole esplosive sotto le finestre ed attendere il nemico. Il gameplay abbastanza classico trova conferma anche negli scontri, durante i quali il giocatore potrà muoversi e sparare contemporaneamente, utilizzando i grilletti posteriori per la mira ed il fuoco. Il rinculo dell'arma ora si fa sentire e non sarà facile puntare alla testa, tenendo anche conto dei sussulti involontari di Castellanos, che purtroppo manca buona parte dei bersagli riempiendo di piombo il legno marcio della casa. Si nota ancora un'interattività ambientale sottono (per una produzione del 2013) ed alcune animazioni non proprio convincenti che legano il protagonista ad alcuni gesti fastidiosamente macchinosi.

    La demo prosegue con il personaggio principale che scappando nei sotterranei dell'abitazione si ritrova improvvisamente in un corridoio che sembra ripetersi all'infinito non appena varcata la porta in fondo. Al terzo tentativo la porta si apre e litri e litri di sangue inondano il corridoio come un fiume in piena, in perfetto stile "Shining"; ma Castellanos è asciutto e non è in una casa abbandonata chissà dove, ma nei sotterranei dell'istituto psichiatrico, giusto in tempo per veder nascere da una pozza di carne e sangue l'ennesimo aborto infernale, una creatura immonda con quattro braccia e lunghi capelli neri che le oscurano il volto. Troppo tardi per scappare, troppo vicini per sparare, il nostro eroe viene afferrato dal mostro mentre il buio dello schermo ci anticipa la fine del video. Castellanos soccomberà alle orrende mostruosità del Beacon Institute o riuscirà a dominare quelli che sembrano sempre più essere sintomi di un malato mentale, un folle alle prese con un incubo senza via d'uscita? Manca ancora molto per mettere le mani sul nuovo titolo del talentuoso team di sviluppo nipponico, ma le premesse per un grande ritorno sulle scene sembrano esserci tutte.

    The Evil Within The Evil Within punta ad essere la risposta definitiva alle continue lamentele dei videogiocatori sulla prolungata assenza di survival-horror dal mondo videoludico. Grazie alla sua esperienza pluriennale, Shinji Mikami ha dato vita ad un titolo ambizioso, che ha tutte le carte in regola per definire un nuovo filone di successo, perseguendo la strada ormai smarrita da Resident Evil e affini. Manca però ancora qualcosa: l’intelligenza artificiale mostra purtroppo delle lacune e la scarsa interattività con l’ambiente circostante fa storcere il naso. Sono scomparsi anche i classici enigmi a cui i survival-horror ci hanno sempre abituati, ma non è chiaro se non siano stati mostrati nella demo o non siano proprio presenti nel gioco. Siamo infine curiosi di scoprire se il titolo seguirà dei binari ben precisi o se ci saranno delle scelte morali da compiere; sarebbe interessante porre il giocare dinnanzi a quesiti spinosi, dove la scelta giusta o sbagliata fa la vera differenza, anche a livello narrativo. La data d’uscita è lontana, il prodotto può ancora migliorare, ma la sensazione è che la strada imboccata sia quella giusta.

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