The Last Guardian Anteprima: il punto di situazione prima della prova diretta

The Last Guardian torna a far parlare di sé: tra speranze e conferme, cresce l'attesa per il primo contatto che avverrà all'E3 di Los Angeles.

The Last Guardian Anteprima: il punto di situazione prima della prova diretta
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  • PS4
  • In origine era noto come "Project Trico". Il nome, composto dal prefisso "tri-" (trino, terzo, triplice) unito alla radice "-ico" (che richiama ovviamente l'incantevole capolavoro di Fumito Ueda datato 2001), lasciava intuire che fosse il capitolo finale di una trilogia, iniziata proprio con ICO e proseguita con Shadow of the Colossus. Nel corso degli anni il nuovo progetto del famoso game designer ha però cambiato titolo, tramutatosi nel ben più evocativo The Last Guardian. Eppure il nome "Trico" non è andato del tutto perduto. Così si chiama, infatti, la bestia che ci accompagnerà durante l'avventura, una maestosa chimera docile solo in apparenza, dall'aspetto familiare e feroce allo stesso tempo. The Last Guardian racconta, ancora una volta, di un rapporto che lega due personaggi: il "ragazzo" e Trico; proprio come nel caso di Ico e Yorda, o di Wander e del suo cavallo Agro. Stavolta, però, il legame tra i protagonisti si basa non sull'affidamento reciproco: Trico è un animale capriccioso, che non segue fedelmente gli ordini del "ragazzo". La fiducia non sarà più il punto di partenza dell'esperienza quanto, presumibilmente, il suo punto d'arrivo.
    E anche Ueda, dovrà, dal canto suo, conquistare di nuovo la fiducia dell'utenza. Presentato la prima volta nel 2009, The Last Guardian è difatti divenuto ben preso un evanescente vaporware. Annunciato, rimandato, e infine svanito in una nuvola di hype, il gioco dello studio Gen Design (nato dalle ceneri del team ICO) è ora ricomparso sulle scene videoludiche: questa volta sembra giunto finalmente il momento per The Last Guardian di risvegliarsi dal torpore di una gestazione infinita. Con la conferma della release prevista nel corso dell'anno su PlayStation 4, arrivano anche alcune inedite informazioni sul progetto, diffuse da Ueda in persona, pronto a reclamare per sé le luci della ribalta sul palcoscenico dell'imminente E3 2016, dove annuncerà con ogni probabilità la tanto agognata data d'uscita ufficiale del suo nuovo gioiello.

    RE DELLA TERRA SELVAGGIA

    Quando incontriamo Trico per la prima volta, lo troviamo disteso a terra, debole e ferito, mentre delle farfalle azzurre e gialle gli danzano intorno. E' un attimo di quelli poetici, ammantati da una strana magia, a cui il game designer ci ha abituati. Dinanzi al "ragazzo", apparentemente senza nome e senza identità, Trico si staglia solenne e fragile: una bestia indomabile domata dal dolore. Come ogni animale sofferente, anche questa belva ha bisogno di cure: il "ragazzo" tenta per questo di estrargli dal corpo grosse travi di legno che gli hanno trafitto le carni. Altro che spina sotto la zampa. Molte relazioni uomo/animale iniziano in questo modo, con un gesto d'altruismo che mira a instaurare un rapporto d'amicizia reciproca. La differenza sostanziale, in The Last Guardian, è che Trico non è un cucciolo qualsiasi: a scapito del suo aspetto tutt'altro che spaventoso, questa chimera, ibrido tra un rapace e un cane, è un essere estremamente pericoloso e diffidente. Nell'indole, Trico ha un che di felino: distante, altezzoso, disobbediente. È chiaro sin da subito che non siamo noi i padroni della bestia, ma che è lei a decidere, generosamente, di venirci incontro, di porgerci la zampa. Instaurare un legame con Trico sarà probabilmente la colonna portante dell'esperienza di The Last Guardian. Ueda ha lavorato molto per dare alla gargantuesca creatura una personalità e un'intelligenza inusuali nel panorama videoludico. Trico non risponde agli stimoli del ragazzo seguendo script prestabiliti, ma reagisce in modo arbitrario secondo una propria volontà. Ai nostri richiami vocali (un po' come avveniva con Yorda), Trico sarà spesso indifferente, volgerà lo sguardo altrove, e non risponderà sempre alle nostre richieste d'aiuto, decidendo in base al proprio umore, al pari d'un enorme gatto un po' troppo viziato.

    È una feature, quest'ultima, per la quale Ueda teme legittimamente le reazioni del pubblico, che potrebbe presto spazientirsi dinanzi ad un comprimario che non vuole subito obbedire ai nostri comandi: eppure si tratta di una soluzione di game design coraggiosa e incredibile, che potrebbe portare il grado d'immedesimazione ad un livello superiore. Immaginate di dover saltare oltre un baratro (come nella clip di gameplay mostrata all'E3 dello scorso anno) senza avere l'assoluta certezza che Trico possa acciuffarvi al volo col suo bel musetto da carnivoro mangia-uomini. La consapevolezza di avere a che fare con una bestia dall'emotività assai realistica ci indurrebbe a riflettere su come cementare la nostra relazione. È questo un punto cardine del gameplay di The Last Guardian, che si evolve in simbiosi con la crescita dei protagonisti. Dalle informazioni divulgate in questi giorni, sembra che il temperamento di Trico possa essere, almeno in parte, condizionato in qualche modo da uno strumento che recupereremo poco dopo l'inizio del gioco: uno specchio, all'occorrenza utilizzabile come scudo, il cui riflesso fa sì che Trico emetta un raggio luminescente dalla coda, esattamente nella direzione verso la quale punteremo la nostra arma. Questo potere, che palesa tutta la pericolosità della bestia, potrà essere sfruttato sia per fronteggiare gli avversari in cui ci imbatteremo, sia per risolvere alcuni enigmi ed aprire sentieri nascosti, distruggendo mura o elementi dello scenario.

    La fisica del gioco, a tal proposito, è stata completamente riscritta rispetto ai capitoli precedenti, complice anche la potenza dell'hardware PlayStation 4, che ha permesso di perfezionare non solo le reazioni delle singole componenti ambientali alle sollecitazioni del giocatore, ma anche i movimenti di Trico, ora molto più realistici e naturali. L'attenzione riposta nelle animazioni della creatura ha del maniacale: saremo infatti in grado di comprendere le sue emozioni sin dai minimi cenni della testa, dalla rapidità con cui muove lo sguardo verso un oggetto che ha attirato la sua attenzione, dai latrati che emette e, soprattutto, dall'immensa profondità dei suoi occhi. Le pupille e le sclere sono di un nero abissale, intenso e magnetico, ma possono d'improvviso mutare colore dipendentemente dalle emozioni provate dalla creatura, e accendersi, per esempio, di un rosso sanguigno, nel caso Trico s'infuriasse. È in questi momenti che la natura aggressiva del nostro compagno si manifesta appieno, e acuisce in noi quel senso d'inquietudine che si mescola alla solitudine ed alla quiete di un mondo arcano e mistico, lacerato e corroso dal tempo. Il feeling estetico, il design degli ambienti diroccati e un po' barocchi, la vastità silenziosa e vacua ricordano le inconfondibili atmosfere dl castello di ICO. Non è tanto la qualità tecnica a meravigliare (benché le animazioni di Trico siano sopraffine) quanto un'ispirazione artistica che in ogni scorcio scenico, in ogni piuma del folto manto della creatura e in ogni suo piccolo, vezzoso capriccio, declama una poesia che solo Ueda sa comporre.

    The Last Guardian Sono trascorsi sette anni dall’annuncio di The Last Guardian, erede e forse ultimo custode di una precisa idea di gaming nata, nel lontano 2001, con l’irraggiungibile ICO. Ora l’attesa sembra giunta al termine e la nube di hype, in cui molti credevano che la nuova opera di Fumito Ueda fosse svanita, sta assumendo la forma di un gioco davvero magnifico. Non è soltanto il ritorno ad una delicatezza, ad una poetica dimenticata dai tempi di Shadow of the Colossus, ma anche la promessa di un’esperienza nuova, potente ed emotiva, che ruota tutta intorno al rapporto tra un uomo ed un’antica, bellissima creatura. Trico è un essere ambiguo, pericoloso ed amabile, dotato di una personalità unica ed imprevedibile: sarà lui il solo compagno di un’avventura immaginifica, ambientata in un regno tanto glorioso quanto solitario, intristito da un ignoto ed oscuro mistero. Le ultime informazioni su The Last Guardian rilasciate prima dell’E3 hanno riacceso la scintilla dei fan più indefessi, e hanno portato con sé uno sproporzionato carico di aspettative. Ueda ne è senza dubbio consapevole: «Sono un po’ preoccupato, ma anche molto eccitato» - confessa - «È un mix di sentimenti». Nei suoi confronti non possiamo che provare una certa empatia, perché in fondo le sue paure e le sue speranze sono anche le nostre.

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