The Last Guardian, nuova anteprima dal Tokyo Game Show 2016

L'attesissimo titolo firmato Fumito Ueda torna a mostrarsi in occasione del Tokyo Game Show 2016 con alcune sequenze di gameplay inedite.

The Last Guardian, nuova anteprima dal Tokyo Game Show 2016
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  • PS4
  • Trico e il bambino senza nome erano lì, ad un passo da noi. Dopo un cammino lungo ben otto anni sembravano finalmente pronti a percorrere in nostra compagnia i corridoi abbandonati di antichi templi divorati dall'avanzare incessante della natura; ad un passo dal toccare con mano virtuale il folto pelo di un'affascinante creatura le cui origini rimangono tutt'oggi sconosciute. Eppure, ancora una volta, qualcosa è andato storto: come il crollo improvviso di una delle cadenti strutture del gioco, Sony spiazza tutti annunciando un nuovo rinvio, con il titolo ora atteso per il 7 dicembre 2016. Lacrime e frustrazione si inseguono sul web, con una community divisa tra chi accoglie favorevolmente il ritardo se necessario a risolvere bug e perfezionare il lancio, e chi non riesce proprio ad accettare quanto sta accadendo. Colui che scrive si rivede (con le dovute proporzioni) nella seconda categoria citata, profondamente scontento nel dover attendere un ulteriore mese e mezzo, che va ad unirsi agli otto, infiniti anni trascorsi. Eppure, a mente fredda, non posso fare a meno di apprezzare la volontà di voler lanciare sul mercato un titolo che risulti il più curato possibile visti i biblici tempi di sviluppo vissuti, e che non dipenda quindi da patch al day one cariche di gigabyte di dati. Ma sopratutto sarei contento se un prodotto che rimane comunque una produzione di nicchia in termini prettamente commerciali (per quanto atteso dallo "zoccolo duro" dei fan di Sony e dello stesso Ueda) riuscisse a ritagliarsi il giusto spazio sul mercato, presentandosi sugli scaffali in un periodo relativamente più tranquillo come quello di inizio dicembre, così da poter essere valorizzato il più possibile. Ad ogni modo inutile continuare a piangere sul latte versato: l'hype per The Last Guardian comincia a mordere prepotentemente, e per lenire l'attesa Sony ha mostrato una nuova sequenza di gameplay in occasione del Tokyo Game Show 2016 ricca di fascino e non priva di interessanti novità.

    Simbiosi in solitudine

    The Last Guardian, ne siamo certi, non si rivelerà un'esperienza adatta a tutti. La nostra non può definirsi di certo una scoperta inedita, per un titolo che fa del suo incedere lento e ragionato un punto fermo, marchio di fabbrica recuperato dalle precedenti opere senza tempo firmate Fumito Ueda. La sequenza inedita mostrata a Tokyo recupera esattamente quel tipo di sensibilità ludica, collocandosi in una fase più avanzata rispetto a quanto provato in occasione dell'E3 2016: i due protagonisti sembrano essersi conosciuti un po' meglio, anche se il gigantesco Trico continua a ragionare di testa sua e a non obbedire agli ordini diretti del protagonista. Per questo motivo il ragazzino senza nome dovrà trovare nuovi espedienti per tirarsi d'impaccio e fuggire dall'enorme struttura nella quale è intrappolato, invitando la docile bestia a compiere determinate azioni con qualche trucchetto psicologico e "di stomaco". Trico sembra infatti essere attratto da alcuni elementi dello scenario, come ad esempio fiaccole in pietra costruite a grandi altezze: arrampicandoci su di una catena potremo raggiungere leve con le quali attivare le fonti di luce, per poi appigliarci al nostro compagno a quattro zampe lasciandoci trasportare in aree altrimenti irraggiungibili. Ma non è solo il fuoco ad attrarre l'attenzione dell'insolita creatura, la quale va ghiotta per una misteriosa sostanza bluastra racchiusa in botti di legno ed anfore d'acciaio. Raggiunta la stanza limitrofa a quella da cui siam partiti, recuperiamo uno di questi contenitori con non poca fatica: i movimenti del protagonista sono lenti e dinoccolati, proprio come quelli di Ico. L'incedere goffo e insicuro del ragazzo viene scandito da ottime animazioni, che spesso tradiscono una cura certosina per il dettaglio: scivolare rapidamente lungo una catena d'acciaio è un'azione che siamo abituati a compiere da anni durante le nostre scampagnate videoludiche, eppure il giovane alter ego di The Last Guardian non rinuncerà a tradire la difficoltà del gesto atletico, scuotendo alla prima occasione utile le mani per farle raffreddare e trovare un po' di sollievo. Dopo aver portato l'anfora nella prima stanza visitata per fissarla alla catena sulla quale ci eravamo inizialmente arrampicati, Trico comincerà a mordere il contenitore cercando di trangugiarne il contenuto, strattonando la corda metallica e attivando così un meccanismo che solleva un pesante portone d'acciaio, consentendoci di proseguire. É chiaro che il gameplay alla base di The Last Guardian ruoterà proprio intorno alla simbiosi tra i due protagonisti, richiedendoci di affrontare enigmi ambientali di vario genere e complessità. Non a caso ci tocca poi trovare un modo per far avanzare anche il nostro peloso compagno, ancora intento a succhiar via la sostanza blu. Blocchiamo il portone spostando un pesante ingranaggio in metallo, ed esploriamo l'ambiente circostante per scovare altri barili ripieni di quel che sembra a tutti gli effetti "succo di puffo" fluorescente.

    Avanzando nella struttura incontriamo improvvisamente sul nostro cammino delle strane costruzioni in vetro, sulle quali vi è raffigurata la forma di un occhio. Trico è profondamente spaventato da queste apparentemente innocue reliquie, per cui dovremo recuperare macigni o mattoni coi quali distruggerle, calmandolo e consentendogli di proseguire al nostro fianco. La sequenza finale ci porta nuovamente a visitare quella location che abbiamo imparato a conoscere oramai da anni a questa parte: una vasta ambientazione all'aperto, caratterizzata da alcuni ponti instabili in legno e pietra sospesi nel vuoto più profondo. Trico non può volare: le sue fattezze ricordano infatti quelle di un cucciolo, qualsiasi cosa esso sia in realtà, e le sue ali sono ancora troppo piccole per risultare utili. Eppure l'agilità non gli manca di certo, e grazie alle sue potenti leve potremo convincerlo a superare vasti burroni, per poi lanciarci nel vuoto con un vero e proprio "leap of faith", sperando che il testardo amico ci afferri al volo col suo becco. Gli ultimi minuti di gameplay si concludono con un riuscito climax: nello spostare alcune strutture metalliche sulla cui cima troviamo altri specchi maledetti, il pavimento sotto i nostri piedi comincia improvvisamente a cedere. Non c'è via di scampo per il bambino, se non quella di affidarsi nuovamente al compagno: la distanza tra i due è però troppa questa volta, e Trico manca la presa. Mentre andiamo incontro a morte certa, la creatura allunga improvvisamente la coda, permettendoci di trovare un appiglio sicuro. Ma non è ancora finita, perché la struttura continua a crollare: tenendoci ben saldi al pelo del colossale quadrupede ci lanciamo in una corsa disperata, saltando verso una piattaforma collegata ad un'altra ala del tempio. Trico riesce a malapena ad aggrapparsi al legno marcio, ma non è in grado di issarsi, per cui saremo noi a dover intervenire in suo soccorso trasformando i resti di un'impalcatura distrutta in un sostegno più o meno stabile. In questi drammatici momenti il sistema di controllo del titolo sembra mostrare qualche imperfezione, richiedendo di inclinare la levetta sinistra e di premere il tasto azione contemporaneamente per spostare i vari oggetti.

    Tale manovra però si traduce talvolta in un'interazione a tratti imprecisa, con il protagonista poco reattivo o non sempre pronto a rivolgere la propria attenzione verso il giusto elemento ambientale. Ad ogni modo, superato tale ostacolo Trico riesce ad arrampicarsi sul muro di pietra e a trarsi in salvo; pericolo scampato e sequenza di gameplay che volge al termine.

    The Last Guardian Il materiale inedito mostrato da Sony ci ha piacevolmente colpiti: il titolo sembra recuperare in pieno i tratti stilistici e ludici che hanno reso immortali i suoi predecessori spirituali, senza scendere a compromessi con le mode contemporanee; un'eventualità non così improbabile dopo otto anni di sviluppo e di investimenti economici da parte di Sony. Anche il profilo tecnico presenta convincenti miglioramenti, per un frame rate più stabile ed un'immagine generalmente più pulita: la genesi old gen del progetto si vede, eppure l'incredibile direzione artistica riesce a compensare alla grande una mole poligonale non sempre eccellente e una qualità dei modelli non proprio al top. Ovviamente è ancora troppo presto per rilassarsi e parlare di capolavoro, con numerosi aspetti della produzione ancora da valutare con puntualità: se The Last Guardian riuscirà ad offrire una buona longevità, una progressione sostenuta da enigmi sempre più complessi e ben concepiti, ma sopratutto se riuscirà davvero a rendere l'interazione tra i due protagonisti tratto caratterizzante dell'intera esperienza, allora l'obiettivo potrà dirsi centrato in pieno. Anche dopo aver preso la mira per 8, interminabili anni.

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