È una strana sensazione. Se si osservano tutti e tre i trailer di The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom pubblicati sino ad ora, sembra quasi che Nintendo sia tormentata da un contrasto interiore: mostrare le - potenzialmente dirompenti - novità in arrivo nel sequel di The Legend of Zelda: Breath of the Wild o conservare il mistero sulle - altrettanto potenzialmente dirompenti - coordinate della trama del gioco? Un dilemma che il colosso di Kyoto ha per ora risolto con filmati brevi ma ricchi di indizi, che se uniti vanno a comporre un mosaico davvero molto suggestivo.
Dopo aver trascorso ore ad osservare i vecchi e il nuovo trailer di The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom da ogni possibile angolazione, siamo pronti ad accompagnarvi in una nostra riflessione su quelle che potrebbero essere le caratteristiche della nuova epopea ambientata ad Hyrule. Tra certezze e teorie, siete invitati ad accompagnarci in un viaggio attraverso il reame del possibile, in attesa dell'esordio dell'opera della Grande N sui lidi di Nintendo Switch, il prossimo 12 maggio 2023.
I frammenti e le lacrime di Hyrule
Per cercare di unire i tasselli del mosaico tratteggiato da Nintendo, è necessario fare un rapido salto nel passato, al reveal trailer di The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, conosciuto nel 2019 solamente come il "sequel di The Legend of Zelda: Breath of the Wild".

Il filmato rivelava infatti un'informazione in grado di riscrivere la cornice degli eventi vissuti nell'ultima avventura di Link. Sconfiggere la Calamità Ganon non sembra essere stato sufficiente a mettere al sicuro il regno di Hyrule, che a distanza di qualche tempo - ipotizziamo alcuni anni, almeno stando alle sembianze di Link e Zelda - si ritrova già a dover fare i conti con una nuova minaccia di distruzione.
Nelle profondità di una misteriosa caverna, i due protagonisti si trovano di fronte a quello che sembra essere a tutti gli effetti Ganondorf, la forma umana dell'entità bestiale affrontata in Breath of the Wild.
Gli indizi in tal senso sono numerosi: l'estetica della mummia, la caratteristica chioma rossa, la presenza di caratteri in lingua Gerudo (che stando alle prime traduzioni reciterebbero "sigilla Ganon" ) nel misterioso vortice di luce verde che si sviluppa a spirale. Tali spoglie mortali sembrano costrette ad una prigionia grazie all'azione di una misteriosa mano fluorescente, dalla quale si irradia l'energia spirituale appena citata.
In seguito a quello che pare un terremoto, tuttavia, tutto cambia in pochi secondi: una voragine si apre nel terreno ed inghiotte Zelda, che vediamo precipitare nell'oscurità nel trailer E3 2021 di Tears of the Kingdom, mentre Link viene salvato dal nostro misterioso arto luminescente. Libero dalla stretta magica, il corpo mummificato si risveglia dal suo lungo sonno, scatenando il caos sull'intera Hyrule.

L'energia mortifera emanata da Ganondorf si libera in superficie, devastando il terreno circostante il castello del regno, che si ritrova ben presto a fluttuare nel cielo, sospeso su di un'isola fluttuante. L'ultimo Nintendo Direct ci ha confermato che questo non è l'unico cambiamento: dal Monte Morte della mappa di Breath of the Wild, vediamo infatti sprigionarsi un'eruzione di inquietante energia scarlatta. In un attimo, anche il braccio di Link è corrotto dalla sostanza. Ma quali saranno le conseguenze di questi eventi?
Un sequel che parla del passato
Il materiale promozionale legato a The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom sembra essere stato confezionato appositamente con l'intento di celarne la trama principale. A confondere le idee e a stuzzicare la curiosità è persino il titolo del gioco, che Nintendo aveva inizialmente esitato a rivelare per timore di offrire troppe anticipazioni agli appassionati. Ora che è stata resa pubblica, la scelta di "Tears of the Kingdom" pare celare molteplici significati.
Da un lato, l'espressione potrebbe riferirsi alla materiale frammentazione che ha colpito Hyrule, sia in terra sia in cielo, ma non dobbiamo scordare la traduzione di "tears" in "lacrime".

Il regno potrebbe metaforicamente piangere la scomparsa della principessa Zelda, il cui destino appare quanto mai incerto dopo gli eventi occorsi durante il risveglio di Ganondorf. Un interessante avvistamento, inoltre, riporta alla memoria le Lacrime di Luce viste in The Legend of Zelda: Twilight Princess. Alla cintura del Link di Tears of the Kingdom, troviamo infatti un oggetto incredibilmente simile al Goccioliere, uno strumento chiave per l'avventura esordita su Nintendo Wii.
Al suo interno, sembra essere raccolta la medesima energia azzurra impiegata per sigillare l'inquietante corpo mummificato celato nelle profondità di Hyrule. Il simbolo presente sul già citato Goccioliere è inoltre incredibilmente simile a quanto mostrato nelle incisioni rupestri incluse nell'ultimo trailer dell'esclusiva Nintendo Switch.
Attorno ad una figura misteriosa, - la cui posa fa però immediatamente pensare ad una divinità che risiede su una delle isole nel cielo - troviamo infatti sette di queste icone. Forse il numero dei dungeon del nuovo The Legend of Zelda? O magari un riferimento ai Sette Saggi più volte apparsi nella saga videoludica?

Impossibile infine non citare le misteriose gocce d'acqua tramite le quali Link sembra poter teletrasportarsi nei cieli di Hyrule, attraversando persino imponenti ostacoli materiali, quasi il suo essere si fosse fatto incorporeo.
Ma perché la nuova minaccia scatenatasi su Hyrule ha reso necessario raggiungere le sommità dei cieli del regno? Tale circostanza non può non riportare alla mente l'immaginario dipinto in The Legend of Zelda: Skyward Sword, tornato - forse non così casualmente - su Nintendo Switch nell'estate 2021.
Il mito di Oltrenuvola e della Dea Hylia potrebbe facilmente tornare a presentarsi all'interno di The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, con effetti potenzialmente dirompenti per la timeline dell'intera saga. Del resto, il tema del viaggio nel tempo sembra rivestire un ruolo centrale all'interno dell'avventura, come testimoniato dai nuovi poteri di Link e dal logo stesso del gioco, che raffigura un Oroboro, simbolo per eccellenza della natura ciclica dell'esistenza. Dai trailer mostrati sino ad ora, il prossimo The Legend of Zelda sembra inoltre avere l'intenzione di alzare il sipario sui misteri legati agli Zonai, l'antica e misteriosa civiltà che popolava l'Hyrule di Breath of the Wild in un remoto passato. In Tears of the Kingdom sembrano essere presenti numerosi riferimenti al popolo preistorico, tra rovine e rimandi iconografici. Dettaglio interessante, nell'ultimo trailer possiamo osservare Link dirigersi proprio verso una rovina Zonai: se la osserviamo al contrario, ecco che otteniamo una rappresentazione della misteriosa divinità immortalata nel bassorilievo che abbiamo citato poco fa.
In definitiva, presentato come sequel di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, Tears of the Kingdom potrebbe in verità rappresentare anche l'occasione giusta per esplorare un passato più o meno remoto, che potrebbe riscrivere le tre grandi timeline della saga Nintendo.
Un gameplay ancora più ambizioso
In attesa di eventuali conferme alle nostre intuizioni narrative, è tempo di volgere lo sguardo a quello che sarà il gameplay della produzione. Nonostante il poco materiale mostrato sino ad ora, la Grande N ci ha concesso alcuni intriganti indizi anche su questo fronte.
Come già ipotizzato in una precedente anteprima di The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, pare ormai essere ampiamente confermata la vocazione alla verticalità del level design.
Nelle sequenze che vedono Link gettarsi nel vuoto da una delle tante isole fluttuanti, possiamo osservare l'eroe precipitare in direzione del suolo senza alcun tipo di transizione in-game. Un approccio che pare confermato anche da una delle applicazioni del nuovo potere di riavvolgimento del tempo conquistato da Link. Utilizzando l'abilità, il protagonista è in grado di sfruttare una roccia caduta da una delle isole come un ascensore incantato, in grado di collegare suolo e cieli in maniera perfettamente fluida. Circostanze che ci scatenano un'incredibile curiosità, tanto più che le isole nel cielo di Hyrule sembrano essere incredibilmente numerose, oltre che collocate ad altitudini profondamente variabili.
Il già citato potere che sembra sfruttare misteriose gocce di energia per attraversare le piattaforme fluttuanti e raggiungerne la superficie giocherà sicuramente un ruolo centrale nell'esplorazione in The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, tanto più che uno dei brevetti depositati da Nintendo nel 2021 sembra suggerire la possibilità di sfruttare l'abilità in maniera molto libera. Dai medesimi documenti emerge inoltre la possibilità che le fasi di volo libero possano vedere Link impegnato anche in scenografici combattimenti aerei, con frecce da scoccare a mezz'aria.
Per calcare i cieli di Hyrule, il nostro eroe tornerà inoltre ad avere a disposizione il suo fidato deltaplano, al quale si affiancherà però anche un futuristico velivolo. Da segnalare anche l'ambivalenza del nuovo potere di riavvolgimento del tempo, che oltre ad essere funzionale al level design vanta applicazioni in termini di combat system.
In un precedente trailer di The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, Link lo aveva infatti sfruttato per indirizzare un masso contro un gruppo di nemici. Sembra inoltre che in questo sequel Nintendo abbia deciso di recuperare un'idea scartata durante la realizzazione di Breath of the Wild. In seguito alla corruzione che ha colpito il braccio dell'eroe, il personaggio sembra pronto a impiegare l'arto con una strana selezione di tecnologie compatibili, tra le quali spicca persino una testa di drago sputafuoco. Quest'ultima, peraltro, richiama ancora una volta alla mente l'iconografia degli Zonai. Un'ultima curiosità? Tra le idee scartate dal team Nintendo per The Legend of Zelda: Breath of the Wild, c'era anche una misteriosa isola nel cielo, sulla cui cima svettava in bella mostra un piccolo dettaglio: la minacciosa figura di Ganondorf.