True Crime New York City: anteprima dell'open world ambientato nella Grande Mela

New crime new city: nessuno scrupolo per contrastare la malavita di New York!

True Crime New York City: anteprima dell'open world ambientato nella Grande Mela
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  • PS2
  • Xbox
  • NGC
  • Pc
  • Di ritorno dai vicoli di Los Angeles...

    Il sorprendente e atteso titolo Activision, True Crime: Streets of L.A., ambientato nella città degli Angeli e uscito due anni fa, ha cercato di inaugurare una serie di giochi innovativi innestandosi in parte sul successo di Grand Theft Auto (questo va ricercato in molte analogie evidenti che Streets of L.A. aveva con gli episodi della Rockstar Games).
    Ma True Crime si è rivelato un gioco completamente diverso, anche piuttosto ambiguo: radunava più generi in sé, come la simulazione di guida di molte vetture ben curate, la lotta e le arti marziali migliorabili presso i Dojo della città e le sezioni di sparatoria. Protagonista era Nick Kang, ex-poliziotto cacciato dalla Federazione in quanto i suoi metodi erano ritenuti eccessivamente severi e che entrerà a far parte di un’azienda privata sulla protezione di Los Angeles.
    Inizialmente il gioco si basa su una violenza oscura e piuttosto drammatica, che mette in luce il titolo True Crime, ma rappresenta parecchie contraddizioni quando si sconfina nel sovrannaturale e nel fantastico, costituendo un titolo parecchio contraddittorio. Il nostro personaggio, a seconda delle sue azioni nella città degli Angeli, poteva guadagnare o perdere punti in un parametro che, superficialmente, possiamo dire segni il distacco tra “essere positivo” e “essere negativo” e agisce profondamente sulla prosecuzione della storia e delle missioni: infatti l’uno e l’altro tipo hanno destini e storyboards diversi.
    La riproduzione che lo sviluppatore Luxoflux ha operato di Los Angeles è molto ben curata, ma perde in confronto ad altri giochi, specie rispetto all’illustre concorrente Grand Theft Auto per numerosi difetti, tra cui la scarsa popolazione (non dimentichiamoci che ci troviamo in una grandissima metropoli), le scarse possibilità di interazione coi luoghi e le pochissime missioni secondarie. Quel che meritava soprattutto erano le missioni (se ignoriamo l’ambiguità del passaggio al sovrannaturale) e le sezioni di lotta e sparatutto. All’inaugurazione del titolo, gli sviluppatori avevano già accennato a un nuovo titolo, stavolta indirizzato verso la costa orientale...

    New crime, new city

    Quest’anno Activision ha presentato il primo materiale sul secondo episodio della sua recente serie. Inizialmente il titolo si celava dietro un misterioso True Crime 2005 e l’ambientazione è rimasta un segreto a lungo mantenuto: sono stati diffusi tre video, ognuno ambientato in un luogo diverso: Detroit, Città del Messico e Hong Kong; finché Activision non ha svelato l’itinerario del nuovo episodio: la città leggendaria, New York.
    Protagonista di questa vicenda sarà Marcus Reed, personaggio a lungo discusso su cui erano corsi rumours di essere un ex rapper hip-hop. In realtà Marcus Reed è un investigatore molto esperto dei vicoli di New York e la nostra avventura comincerà proprio con la sua assegnazione del distintivo. Figlio del carcerato Kingpin ed ex-gangster, Marcus Reed si baserà soprattutto sulla sua esperienza trascorsa nella malavita per combattere il crimine in una città intensa e popolosa come New York. E’ arrivato alla polizia grazie all’aiuto di Terrence Higgins, vecchio amico del padre con cui, una volta carcerato, aveva scambiato la promessa di prendersi cura del figlio. Terrence, che a lungo aveva rischiato di entrare a far parte di bande di spaccio illegali e si era procurato amici e nemici sia dalla parte della giustizia sia da quella della malavita, ha poi scelto di entrare nella polizia per riportare l’ordine in una città molto caotica. Trasformatosi nel tutore di Marcus, è stato lui ad averlo consigliato alla polizia celando il suo passato oscuro. Terrence morirà poco più tardi, mentre porterà alla Federazione la prova di una corruzione dipartimentale. E’ forse questo un punto di sblocco del gioco, in cui Marcus potrebbe trovarsi a investigare sugli affari e l’assassinio di Terrence. Il gioco s’innesta sul precedente di cui mantiene molte caratteristiche: prima fra tutte il parametro di punteggio positivo/negativo. Questo sarà influenzato dalla continua possibilità di decisione: se affrontare un pericolo chiamando i rinforzi (ma perdendo tempo) o usando armi illegali, se acciuffare un criminale e arrestarlo o eliminarlo per restituirgli un torto “occhio per occhio, dente per dente”, e così via. E’ lecito pensare che anche in questo caso il punteggio segnerà la piega presa dalla storia. Activision ha assicurato un numero maggiore di missioni, anche secondarie, il che è un bene visto che Streets of L.A. dava il meglio di sé proprio nelle missioni e che una riproduzione di New York ha bisogno di submissions e possibilità d’interazione per essere utile e soprattutto risaltata. Come nell’episodio precedente, anche questa volta riceverete le varie segnalazioni di crimini e pericoli che si stanno svolgendo in tempo reale mentre vi trovate all’aria aperta e in cui potrete decidere se intervenire o meno. Qui il vostro metodo segnerà molto: ad esempio potrete arrestare, seppur ciò sia difficile, i criminali e guadagnare dei punti positivi, oppure ucciderli o rischiare di uccidere un ostaggio e ricevere punti di negatività. L’ambientazione è come al solito ben curata: giochi di luce e fattori atmosferici azzeccati, palazzi e grattacieli che fanno da palcoscenico allo stage, e molti dettagli anche simpatici e ironici: ad esempio su un negozio di hardware c’è scritto “Luxosonic”. La grafica gode ancora di una discreta fattura che non lascia a desiderare: le textures paiono molto curate, i veicoli e le vetture di trasporto sono sempre tra le creazioni high-definition e i luoghi non mancano di dettagli e caratteristiche proprie. Ancora dai trailers e le immagini distribuite pare che Luxoflux non abbia trovato rimedio per compensare le poche persone presenti contemporaneamente in una scena del gioco, seppur ci troviamo in una delle più grandi metropoli del globo, ma forse questo potrebbe essere una lacuna che necessita delle potenzialità della next-generation per essere colmata. Già infatti gli eccessivi dettagli nell’episodio precedente potevano causare degli scatti e dei lunghi periodi di caricamento.
    Le soundtracks sono probabilmente rimaste sullo stesso stile del precedente: rappers, hip-hop, Snoop Dogg, Westside Connection e via dicendo. I singoli rumori di ogni azione sono tra le cose più caratterizzanti dello scorso titolo, che superavano anche i rumori maggiori come i clacson e le frenate. Il gameplay è probabilmente la cosa più cruda da osservare... gode infatti di ottime basi, come Streets of L.A. sapeva appassionare con le sue sessioni di lotta che potevano interagire con l’ambiente circostante e le sue sparatorie strategiche, con i rallenty in stile Matrix. Tuttavia, tanto la scarsa interazione al di fuori delle missioni quanto la stessa scarsa longevità della storia e nelle missioni stesse (le missioni erano suddivise in capitoli, e una sola missione poteva consistere nel raggiungere una meta o arrivare in un luogo entro un limite di tempo), ne costituiscono una forte limitazione. Non ci è chiaro se True Crime voglia affiancarsi alla serie Rockstar, ma alcune analogie ce l’hanno sempre fatto pensare, e ora pare che l’episodio sia ancora più tendente ad avvicinarsi ai Gran Theft Auto, con una città che pare molto più viva della precedente (Los Angeles, nel primo episodio, sembrava essere una comune cittadina per i pochi abitanti che si vedano in giro) e con la possibilità di personalizzazioni nelle auto, per esempio.

    True Crime: New York City True Crime: New York City premette di voler rilanciare con un nuovo episodio un progetto ambizioso dell’accoppiata Activision/Luxoflux, tentando di colmare alcune delle lacune precedenti. In particolare, sarebbero da migliore la longevità e l’interazione con la città stessa all’esterno delle missioni, che possa ispirare a far giocare anche con una storyboard non gradita.

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