Uncharted 2 Anteprima: nuovamente a caccia di tesori su PS3

Su Playstation 3 torna la caccia al tesoro

Uncharted 2 Anteprima: nuovamente a caccia di tesori su PS3
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  • I "cagnacci" colpiscono ancora

    Che Naughty Dog fosse una delle software house più creative ed originali della scena ludica contemporanea era ormai cosa nota, ma che fosse anche perfettamente in grado di confezionare un ottimo action-adventure dopo anni e anni di titoli platform non ce lo saremmo mai aspettato. Con Uncharted: Drake's Fortune, l'estroso team americano (papà di Crash Bandicoot e Jak & Daxter) ha dimostrato un'autentica vocazione per le avventure in terza persona, tanto che il prodotto si è guadagnato un posto d'onore tra i must buy di Playstation 3 ed è distribuito, in breve tempo, anche in versione platinum. Il segreto di tanto successo, per quanto strano possa sembrare, si basa su una formula semplicissima: un protagonista carismatico con la tendenza a ficcarsi nei guai, una storia non troppo originale ma costellata da un buon numero di scene memorabili ed un gameplay immediato che sappia garantire una buona soddisfazione del giocatore senza sacrificare il giusto grado di sfida. Non stupisce quindi che, a distanza di due anni dal primo episodio, i ragazzi di Naughty Dog siano già pronti a scrivere un nuovo capitolo delle avventure di Nathan Drake con Uncharted 2: Among Thieves, altra esclusiva Sony che arriverà negli scaffali alla fine dell'anno.

    Una nuova avventura per Nathan

    Stavolta le vicende del beffardo cacciatore di tesori affondano le loro radici nella storia, pescando a piene mani in quei dettagliatissimi resoconti di viaggio che il celebre Marco Polo, esploratore veneziano vissuto nel XIII secolo, ha lasciato ai posteri. Nel 1292, Polo faceva rotta verso Venezia dopo aver lasciato la corte di Kublai Khan a bordo di 14 navi cariche di tesori e con più di 600 marinai al suo servizio, ma solamente un'imbarcazione e una manciata di uomini riuscirono effettivamente a raggiungere le coste europee.

    Quello che successe durante la traversata non fu mai rivelato e proprio sulla base di questo mistero storico il team di sviluppo, dopo un encomiabile ed accuratissimo lavoro di ricerca, ha pensato bene di impostare la trama di questo sequel: i fatti poc'anzi narrati sembrano infatti collegati al nuovo obiettivo di Nathan, la pietra Cintomani, custodita nella leggendaria città tibetana di Shambhala (o Shangri-La), e dotata dello straordinario potere di esaudire i desideri di chi la possiede.

    Se da un lato si tratta di un preludio ricco di fascino e dagli infiniti sviluppi, dall'altro costituisce un ottimo espediente narrativo per superare le limitazioni sceniche del primo episodio, interamente ambientato, per mere esigenze di copione, nella giungla. E proprio per dimostrare che Uncharted non è solamente un "jungle game", il team di sviluppo ha fermamente voluto per questo secondo episodio una maggiore varietà delle ambientazioni di gioco, traducendo questa volontà nella realizzazione di nuovi scenari ispirati a location contemporanee: da quanto si è potuto apprendere, le lussureggianti foreste amazzoniche verranno rimpiazzate dall'aspra realtà urbana di un Nepal lacerato dalla guerra e dalle tetre distese di ghiaccio del Sud-Est Asiatico, ma la possibilità che vengano inclusi anche un paio di livelli più selvaggi è, per stessa ammissione di Naughty Dog, tutt'altro che remota. La scelta di aumentare la quantità di location da esplorare (al momento le uniche confermate sono un desolato monastero nepalese arroccato su una collina, i resti di uno sfarzoso treno sporco di sangue e dalle luci penzolanti, degli interni dai colori sgargianti, caverne ghiacciate e paesaggi montuosi), trova un valido alleato negli enormi passi da gigante compiuti dal punto di vista tecnico.

    Il passaggio alla versione 2.0 del motore grafico utilizzato per il primo capitolo, sembra aver permesso agli sviluppatori di sfruttare al meglio la CPU di Playstation 3, ottenendo risultati davvero notevoli dal punto di vista qualitativo. In primo luogo l'upgrade tecnico ha portato ad una maggiore fluidità delle animazioni, inoltre ha messo a disposizione degli sviluppatori una quantità di espressioni facciali di gran lunga superiore.

    La notevole riduzione di alcuni difetti visivi che affliggevano il suo predecessore (lo sgradevole effetto "pop-in" delle texture, che comparivano all'improvviso sugli oggetti di gioco, è ormai solo un lontano ricordo) resta ben poca cosa rispetto all''impressionante quantità di dettagli visualizzati su schermo. Incredibile la straordinaria fattura delle texture, interamente strutturate a mano, che rendono il mondo di Nathan eccezionalmente vivido e realistico. Stando alle dichiarazioni del team di sviluppo, tanta accuratezza persegue uno scopo ben preciso che è quello di creare una "vera esperienza cinematografica giocabile" in cui tutto sia vivo, dinamico e credibile.

    A confermare la teoria che tutto sia improntato al realismo, alla autenticità dei personaggi e alla loro capacità di trasmettere emozioni al giocatore, sono le stesse dichiarazioni degli sviluppatori, i quali hanno affermato di aver registrato dialoghi e motion capture simultaneamente (nel primo Uncharted questo processo avveniva separatamente, anche se gli attori utili che prestavano il proprio "corpo" erano gli stessi a doppiare il personaggio) per raggiungere un livello di genuinità e spontaneità ancora maggiore: non è un caso che la nuova tecnica utilizzata per registrare il suono, basata su un sistema di ostruzione e occlusione che filtra e disperde l'audio a seconda degli oggetti presenti a video, è quanto di più promettente per garantire una qualità sonora degna di una produzione next-gen.

    Bello fuori, bellissimo dentro

    Alle migliorie estetiche di cui si parlava sopra, fortunatamente, corrispondono dei significativi cambiamenti nelle meccaniche di gioco. Uncharted: Drake's Fortune si presentava sostanzialmente come uno sparatutto in terza persona con una buona dose di esplorazione ed una gran quantità di sessioni platform. E se in passato Nathan si era trovato a fronteggiare orde di mercenari solamente dopo aver finito un'arrampicata o aver risolto uno dei tanti enigmi ambientali, in Among Thieves, ferme restando le stesse caratteristiche di base, i combattimenti non saranno più un mero intermezzo tra una scalata e l'altra, ma risulteranno perfettamente integrati ad ogni altro singolo elemento del gameplay.

    La nuova formula studiata dagli sviluppatori per rendere questo secondo episodio più flessibile rispetto al primo, comprende difatti una serie di accorgimenti strutturali che vanno dalla vera e propria fusione di ogni singolo elemento del gameplay all'inclusione di nuove meccaniche di gioco (tra cui l'inedita componente stealth), che faranno di questo nuovo titolo un mix tra "free-climbing mechanics" e "multilevel fighting". Se da un lato la parte platform verrà resa meno prevedibile grazie ad una minore ovvietà di sporgenze e appigli, meno facili da individuare e da riconoscere all'interno degli scenari, dall'altro si fa sempre più insistente la voce secondo cui le sessioni stealth rivestiranno un ruolo fondamentale nell'economia di gioco. L'implementazione dell'intelligenza artificiale, l'introduzione di un sistema di classi che regola il comportamento dei nemici e l'abbandono del vecchio sistema di copertura (ora i ripari saranno di gran lunga più verosimili, in quanto perfettamente integrati con l'ambiente circostante) sembrano avvalorare questa tesi. Naughty Dog ha però affermato di aver leggermente reinterpretato il genere rendendolo meno meticoloso e difensivo rispetto agli standard a cui siamo abituati: pare infatti che il fine ultimo sia quello di offrire un approccio offensivo che possa proporre una pluralità di opzioni utili al superamento del livello.

    Abbracciando questa nuova filosofia, si cerca probabilmente di ovviare alla mancanza di autonomia decisionale riscontrata nel precedente episodio, in cui la libertà di azione del giocatore veniva pesantemente limitata da un gameplay sostanzialmente vincolato da scelte obbligate e passaggi ineludibili. Sebbene quanto detto fin'ora delinei un profilo sufficientemente esaustivo di Uncharted 2: Among thieves, restano ancora alcuni interrogativi ai quali non è ancora possibile dare risposta: non è ancora stata confermata la presenza di sessioni a bordo di veicoli né tantomeno il riutilizzo del sensore di movimento del pad Sixaxis come alternativa ai tradizionali pulsanti di azione. Speriamo di saperne di più nei prossimi mesi.

    Uncharted 2: Il Covo dei Ladri A metà strada tra Indiana Jones e Tomb Raider, Uncharted 2: Among Thieves appare un autentico gioiello di nuova generazione, una delle poche esclusive in grado di provocare invidia a chiunque non sia in possesso di una Playstation 3. Questa volta Naughty Dog ha svolto un lavoro talmente accurato che difficilmente questo sequel, per come si presenta adesso, potrà deludere le aspettative. L’imponente mole di dettagli, l’affinamento della parte tecnica e la revisione delle meccaniche di gioco fanno seriamente pensare che le vecchie imperfezioni siano state definitivamente superate. E se così fosse, non avremmo il minimo dubbio di trovarci di fronte ad uno dei titoli più belli di questo 2009.

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