Wolfenstein Anteprima: i nazisti son tornati

Il Nazismo paranormale secondo Activision

Wolfenstein Anteprima: i nazisti son tornati
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Il ritorno del ritorno

    Anche quando tutto cambia ed il mondo (dei videogiochi) va inesorabilmente avanti resistono immutate delle incrollabili certezze, che un po' ci rassicurano. 1) Gli sparatutto in prima persona non passano mai di moda; 2) alcune serie proseguono per decenni; 3) i nazisti sono tutti brutti e cattivi. Fatta questa doverosa premessa, vediamo le conseguenze tangibili di questi tre punti concretizzate in un solo nome: “Wolfenstein”.
    Nel 2001, quando gli archeologi avventurieri con la frusta ed il cappello ancora non erano troppo invecchiatip per risultare patetici, il clichè del misticismo occulto perseguito dalle brigate del Führer imperversava soprattutto grazie ad un titolo di grande qualità uscito per PC: "Return to Castle Wolfenstein". Figlio dello storico "Wolfenstein 3D" del '92 (che fu prima ancora di "Doom" il vero capostipite degli sparatutto in soggettiva), RTCW mostrò ad un meravigliato pubblico di videogiocatori cosa volesse dire unire grafica all'avanguardia, storia affascinante e giocabilità stellare in un unico prodotto. Ora che siamo nel pieno di una successiva "era" videoludica, Raven Software, Id e Endrant Studios, pubblicati da Activision, provano a riproporre la stessa formula nel seguito "ufficiale", attesissimo dai tanti nostalgici della serie. L’uscita è stata annunciata per l'estate 2009 per Pc, PS3 e Xbox 360.

    Nazisti: io la odio questa gente

    Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare, e William Joseph "BJ" Blazkowicz è talmente duro che non gli piace nemmeno giocare; lui fa proprio sul serio. E' un soldato, è americano e come tale è un suo diritto prima sparare a tutto ciò che si muove e poi chiedere se per caso c'è qualche problema: di solito non ottiene risposta e -soddisfatto- se ne va. D'altronde quando sei da solo contro un intero esercito ed inizi le tue avventure solo con un coltellino, non c'è da andare tanto per il sottile. Ai tempi di RTCW, che l'esercito nazista fosse una pratica da risolvere era cosa nota: ma di quello che accadeva nei loro laboratori scientifici sotterranei e dei risultati abominevoli di tali esperimenti, ormai soltanto il nostro portagonista può dare testimonianza, dato che non ne è rimasto più niente, solo ceneri fumanti. C'era sì un problema, ed aveva la forma di un esercito di zombi e super soldati mostruosamente grandi. Niente che non potesse essere archiviato con qualche tonnellata di munizioni da svuotare. Wolfenstein riprende la narrazione lì dove il precedente finiva: sventato con una cospicua dose di piombo americano il piano di Himmler di resuscitare il demoniaco re Heinrich I nel castello di Wolfenstein, BJ affronterà nuove mostruosità resuscitate dall'arte occulta Nazista. Il Reich è infatti alle prese con una misteriosa fonte di energia chiamata "Sole nero", e visto che stiamo parlando di nazisti non importa tanto sapere bene cosa ci faranno: sarà qualcosa di oscuro e malvagio. E si va lì a spazzarli via, senza tante storie. Ad aiutare il nostro loquace amico, oltre ad un arsenale notevole di armi realmente esistenti ed altre futuribili (come il cannone particellare che disintegra letteralmente i nemici) ci penserà l'aiuto di un medaglione magico che permetterà di accedere al "Velo", una dimensione parallela alla nostra, in un modo molto simile a quanto visto originariamente in "Soul Reaver". Questa dimensione alternativa, accessibile per un breve lasso di tempo, avrà per noi effetti collaterali utilissimi. Alcune conseguenze le subiranno in prima persona i nemici: potranno essere avvolti da una luminescente aura (che permetterà al protagonista di bersagliarli al meglio), ed essere rallentati dal più classico "bullet time" (per far sentire a proprio agio il giocatore, come un “Max Payne” qualunque che gioca a “Fear”). Altre variazioni riguarderanno l'ambiente: entrando nel velo vicino ai simboli del "Sole nero" sparsi per i quadri avremo la possibilità di accedere ad utili scorciatoie, fisicamente "solide" ed inaccessibili nella dimensione normale (passare attraverso un muro per improvvisare un agguato sarà operazione frequentissima). Ci saranno anche degli spiriti vaganti chiamati "Gheist", il cui ruolo non è ancora ben chiaro; si sa solo che l'interazione con tali presenze avrà un ruolo chiave nell'economia del gioco: ad esempio, sparandogli, potremo farli esplodere per ottenere reazioni sugli elementi del mondo reale. L'unica location nota ad oggi è la versione digitale della cittadina austriaca di Eisenstadt (non sappiamo quanto fedele all’originale), dove un gruppo di resistenza locale chiamato "circolo Kreisau" ci aiuterà nella nostra opera distruttrice. A detta dei programmatori stavolta l'interazione coi NPG darà vita a vere e proprie missioni secondarie, che spezzeranno così utilmente la linearità della progressione.

    Brutti e cattivi

    Se sulla storia e sull’ambientazione non possiamo dire proprio nulla (la si pensi come vuole, ma i nazi cattivi che giocano con l’occultismo non passeranno mai di moda), quello che sembra tuttoggi il tallone d’achille di questa produzione sembra essere il motore grafico del gioco: esso è una versione potenziata dell' Id Tech 4 di Doom e Quake 4, ed anche se gli effetti d’illuminazione sembrano buoni ed il rag-doll convincente, la qualità delle texture e delle animazioni in generale sembrano solo di media qualità (per usare un pallido eufemismo). E' insomma remoto lo stupore che i giocatori di RTCW provarono per la qualità degli effetti di allora, come ad esempio lo straordinario fuoco del lanciafiamme. Ora, da quel poco che si è visto, capiamo che probabilmente gli sviluppatori punteranno per il successo su altri fattori, quali la trama, la giocabilità e la caratterizzazione adulta ed horror, con sangue in grande quantità e momenti di puro “terrore”.
    Un ultimo commento sulla caratterizzazione dei personaggi visti: anche se non brillano certo per originalità, risultano piacevoli ed, al di là dei classici soldatini in uniforme, piace lo stile futuristico-retrò delle armi e delle armature, nonché di alcuni classi di nemici (come quelli con gli artigli), che ricalcano quello stile fumettoso alla “Hell Boy” (pronto ad accontentare un po' tutti i palati).

    Wolfenstein La responsabilità di un seguito ufficiale di “Return to Castle Wolfenstein” è grande, come lo è l’aspettativa dei fan che vorrebbero riproposte le emozioni provate originariamente. Nazisti ed occultismo, armature futuribili e disintegratori, la possibilità di accedere ad una dimensione oscura e parallela per attivare poteri e capacità soprannaturali, sono il lato buono di una medaglia che nasconde però anche una faccia oscura. Il comparto tecnico innanzitutto non sembra adeguato ai tempi e, tra texture altalenanti e animazioni scarse, il risultato finale sa un po' di “superato”. Inoltre anche l’originalità sembrerebbe latitare. Se sette anni fa il connubio guerra mondiale-horror era di certo vincente, ora tra la concorrenza agguerritissima nel genere più combattuto su PC e console, proprio la capacità di distinguersi nettamente giocherà di certo un ruolo fondamentale. Il buon design delle armature ed armi varie, od una eventuale buona trama, potrebbero forse non bastare ad accontentare i gusti degli affezionati al genere, che dovrebbero comunque sempre chiudere un occhio sull'ispirazione-plagio attinta da “Soul Reaver” e dal solito “Max Payne”. Ma è in fondo la somma che fa il totale, ed aspettando il prodotto completo, l’estate 2009 sarà comunque segnata da un grande ritorno ad un lontano passato della memoria "fantastica", nel senso di mai esistita nella realtà: quella in cui i soldati americani erano tutti bonaccioni un po' burberi, i nazisti crudeli e spietati, e la distinzione tra i due sembrava sempre ben definita.

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