World of Warcraft Burning Crusade Classic: un ritorno dal passato di WoW

Dobbiamo dirlo, ritornare su World of Warcraft The Burning Crusade scatena sensazioni che non possono essere ignorate.

World of Warcraft Burning Crusade Classic: un ritorno dal passato di WoW
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  • Il 16 gennaio del 2007 veniva pubblicata Burning Crusade, prima espansione di World of Warcraft e l'inizio di un percorso che continua fino a oggi: il 2 giugno prossimo vedrà infatti la pubblicazione Burning Crusade Classic, un contenuto che si ripropone di simulare un salto indietro nel tempo, trasportando giocatori vecchi e nuovi in un 2007 alternativo. Ovviamente il mondo nel frattempo è cambiato ed è davvero impossibile riprodurre il contesto storico e sociale che vivevano i giocatori di MMORPG nel 2007, ma Blizzard ha comunque sentito la necessità di riaprirsi al passato (come ha fatto recentemente con le riproposizioni di StarCraft, Warcraft III e in futuro farà con Diablo II) e stimolare la nostalgia per i tempi andati. Del gioco ci hanno parlato il lead software engeneer Brian Birmingham e il produttore esecutivo John Hight durante un'intervista con la stampa. Vi riportiamo alcune loro dichiarazioni.

    Accessibilità e differenze col passato

    La storia di World of Warcraft ha abbracciato diverse generazioni: c'è chi si è avvicinato al gioco dall'inizio, chi proprio con Burnig Crusade o, più di recente, con Mists of Pandaria. Anche il team di sviluppo ha una storia variegata: Brian Birmingham lavora sul gioco dal 2006, dunque dopo che era uscito da due anni, ma John Hight "solo" dal 2011. Ogni giocatore di un MMO ha le sue esperienze, le sue storie da raccontare. Proviamo allora a immaginare che una persona voglia iniziare a giocare proprio da Burning Crusade Classic, come dovrebbe muoversi per non sentirsi sommersa dai contenuti o inadeguata di fronte ai giocatori più esperti?

    "Gli direi di provare a farsi nuovi amici. Perché World of Warcraft è un grande gioco specialmente quando si è in compagnia di altre persone", ha consigliato Birmingham che poi ha aggiunto: "Il gioco è molto accessibile se si inizia dal livello uno e si sceglie una delle due nuove razze, gli Elfi del Sangue o i Draenei. Le loro zone di partenza spiegano molto bene le basi delle meccaniche". "Abbiamo aggiunto un Boost all'esperienza per permettere ai nuovi giocatori o a quelli che non hanno raggiunto il level cap in World of Warcraft Classic di passare attraverso il Portale Oscuro insieme a tutti gli altri", ha detto Hight. "Poi è una buona idea entrare in una gilda, perché la Penisola del Fuoco Infernale sa essere un luogo molto pericoloso, ed è meglio avere qualche compagno al proprio fianco per completare attività e dungeon di gruppo".

    "Sì, ai nuovi giocatori consiglierei di attraversare il Portale Oscuro al livello 58 oppure cominciare da una delle nuove zone iniziali" ha concluso Birmingham. Giocare a Buning Crusade Classic, tuttavia, non sarà come riprendere in mano il gioco del 2007.

    Ci sono state modifiche al bilanciamento e aggiustamenti di sorta. "Originariamente c'erano dei perk legati alle professioni avrebbero dovuto smettere di funzionare una volta che il giocatore avrebbe abbandonato quella professione", racconta Birmingham, "ma ai tempi non avevamo la tecnologia per farlo, adesso ce l'abbiamo". L'esempio più importante di cui ci ha parlato Birmingham riguarda la revisione dei Sigilli destinati alla classe Paladino dell'Orda e dell'Alleanza.

    "Originariamente il team aveva intenzione di bilanciare le due classi in modo che potessero combattere alla pari, si è però scoperto che il Sigillo del Sangue a disposizione dei Paladini dell'Orda era molto più potente del Sigillo della Vendetta di quelli dell'Alleanza. In Burning Crusade Classic abbiamo deciso di mettere a disposizione entrambi i Sigilli a tutte e due le classi: al livello 70 l'Orda sblocca il Sigillo della Corruzione, che è la loro versione del Sigillo della Vendetta, e l'Alleanza sblocca il Sigillo del Martire, che è invece un altro nome per il Sigillo del Sangue". Anche l'hardware e l'infrastruttura dei server è cambiata: Hight ha rivelato che le capacità dei server sono tre o quattro volte superiori a quelle di una volta, dunque in teoria il lancio di Burning Crusade Classic dovrebbe essere più stabile e con tempi d'attesa più brevi rispetto al passato.

    In continuo cambiamento

    Anche Burning Crusade Classic beneficia insomma di alcuni passi avanti tecnologici compiuti da Blizzard nel corso degli anni. Eppure la sua struttura diversa e più essenziale stimola negli utenti comportamenti diversi rispetto a quelli della versione "standard": "C'è una chat specifica per cercare gruppi presente fin dagli esordi, che però viene utilizzata raramente nel World of Warcraft moderno", ha detto Birmingham. "In Classic abbiamo notato che questa chat è molto più utilizzata e ciò ci fa molto piacere: il modo principale per trovare un gruppo è parlare con altre persone". Ci sono anche degli aspetti del vecchio World of Warcraft che però non sono più compatibili con le vite impegnate di molti. Birmingham ci racconta che per lui era un'esperienza incredibile viaggiare assieme ad altri compagni per affrontare dei dungeon assieme, ma ora non ha più tempo per sessioni così lunghe. In un certo senso l'immediatezza del nuovo World of Warcraft gli ha permesso di continuare a giocare con piacere.

    Hight è invece nostalgico dei tempi in cui per affrontare imprese di gruppo dovevi dialogare con le persone e conoscerle: apprezzava quelle dinamiche sociali che l'introduzione di gruppi randomici ha un po' indebolito ("nonostante fosse una funzione che i giocatori chiedevano fin da allora", aggiunge). Fortunatamente World of Warcraft Classic ha ripristinato queste caratteristiche.

    Guardare indietro fino al 2004 permette di percepire la portata generazionale di un gioco come questo: alcuni membri del team hanno dei figli che impegnano le loro giornate in World of Warcraft, proprio come loro facevano quand'erano più giovani. "Ai tempi sviluppavano il gioco per me" ricorda Height, quando nel 2004 lui era un semplice giocatore e solo anni dopo si sarebbe unito a Blizzard. "L'odierno team di sviluppo è composto per la maggior parte da giocatori veterani e appassionati. E poi c'è la vecchia guardia che lavora sul gioco da quasi vent'anni e ci ricorda sempre il perché ai tempi avessero preso quel tipo di decisione". Per Height è importante preservare i valori del passato, ma bisogna continuare anche a far sì che il gioco sia sempre divertente e al passo con i tempi.

    "Siamo i custodi di quest'universo incredibile. Dobbiamo essere molto attenti a come lo preserviamo e lo facciamo crescere, e sono genuinamente convinto che se lavoriamo bene World of Warcraft andrà avanti per altri vent'anni, forse di più. E apparirà diverso rispetto a ora, come dovrebbe. Le persone cambiano, dopotutto. Ora abbiamo gli strumenti per far evolvere il moderno World of Warcraft e preservare l'esperienza originale per persone che la vogliono provare per la prima volta. Nessun altro media lo fa. Un film è quel che è, è preservato in quella maniera e puoi guardarlo. Ma per i media interattivi, specialmente gli MMO, si può tornare indietro. Siamo molto affezionati a World of Warcraft e vogliamo essere sicuri di avere a disposizione l'esperienza originale mentre il gioco si evolve e si prepara al futuro".

    Per approfondire le recenti uscite legate all'MMO di Blizzard vi rimandiamo alla recensione di World of Warcraft Classic, su Everyeye.it trovate anche la recensione di World of Warcraft Battle for Azeroth.

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