Dossier Nintendo - Conferenza E3 2008

Le impressioni sulla conferenza Nintendo

Dossier Nintendo - Conferenza E3 2008
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Un inizio da brivido

Il logo Nintendo, avvolto da una fastidiosa musica ritmata e ipnotica, ci tiene compagnia per qualche minuto in attesa dell'inizio della conferenza.
Il collegamento parte, si apre la vista sul palco del Kodak Theatre. Il pubblico non è ancora sistemato, un brusio di sottofondo ci accompagna nei nostri primi passi.
All'improvviso il megaschermo prende vita, e immagini di giocatori di tutte le età, sesso e razze appaiono su uno sfondo bianco, ormai il colore della casa di Kyoto.
La linea pare sin da subito quella di riprendere con forza la filosofia che fino a questo momento tanto successo ha riscosso con DS e Wii, insistendo sulla trasversalità dei nuovi prodotti studiati dalla casa di sviluppo.
Una delle nuove responsabili della divisione americana arriva sul palco, semisconosciuta ai più. Prende parola, informandoci di non essere Reggie Fils-Aime (con grande rammarico di tutti). Dopo una breve introduzione sulla capacità mostrata dall'azienda di coinvolgere un variegato pubblico con i suoi titoli, che fa sperare di essersi presto lasciati alle spalle le disquisizioni sui dati di vendita, passa ad illustrarci questo concetto di accessibilità duettando con uno snowboarder professionista in Shaun White Snowboard, salendo entrambi sulla Bilance Board. Una scelta che lascia sgomenti, quella di aprire la conferenza con il gioco di una delle software house simbolo dei problemi di lineup del Wii, Ubisoft, ma che, al tempo stesso, rende chiaro fin dal principio il target di Big N: Nintendo is for everyone. Con gli hardcore raccolti in un angolo, aggrappati, ancora una volta, alle velate allusioni dei marpionissimi exec di Nintendo.

Hardcore gamer, quanto mi piace stuzzicarvi

Si teme per il peggio, ma per fortuna lo sketch termina presto, per lasciare il passo a Iwata. Il presidente Nintendo riesce, nonostante il suo inglese zoppicante, a catturare l'attenzione della fascia di pubblico professionista, con una seria e ponderata analisi di mercato, che trasuda la sicurezza e la solidità delle basi sulle quali la società di Kyoto si sta muovendo negli ultimi anni. Una filosofia ben precisa, fatta di un ancoraggio ai vecchi fan dei brand storici, ma capace di allargarsi a target trasversali, senza imitare in maniera insicura e balbettante altre case (Microsoft Anyone?), ma credendo nei propri progetti. Un discorso che, però, non perde occasione di stuzzicare per l'ennesima volta gli hardcore gamer, accennando alla creazione, da parte dei migliori team interni, di una serie di giochi dedicati agli appassionati più veri, senza però entrare nel dettaglio di tali progetti. Ennesima dimostrazione della ventennale abitudine di Nintendo di tirare la corda con i propri adepti, con la sicurezza che tale meccanismo, dalla tenuta pluridecennale, difficilmente si romperà.
Un modus operandi che sa di sadismo bello e buono, al quale viene improvvisamente concessa un'eccezione, con l'annuncio di Animal Crossing City Folk, nuova versione che pare avere nell'offerta della periferica We Speak il suo fiore all'occhiello. Chat vocale, anche di gruppo, resa improvvisamente possibile e reale su Wii, nonostante il rifiuto assoluto paventato nei mesi precedenti. Una gradita sorpresa, capace di presentare uno dei brand più importanti dell'azienda, che purtroppo si rivelerà il punto più alto dell'offerta per giocatori duri e puri su Wii. La nuova periferica incanta con un device che fin da subito si propone come un ottimo punto d'incontro fra design e funzionalità ludiche, così lontano dall'estetica geek e nerd degli headset che abbiamo conosciuto fin'ora. La chiacchiera da salotto invade il mondo dei videogiochi?

Terze parti alle prime armi?

La conferenza sale di tono con l'arrivo del mattatore Reggie Fils-Aime, sempre capace di riempire il palco con la sua presenza. Piccola, ennesima stoccata all'ormai debole cuore degli hardcore gamer ("Abbiamo in sviluppo tanti titoli proprio per loro!"), per poi passare ad una nuova carrellata di dati di vendita, noiosa, ma senza dubbio motivata e sincera, ben poco mistificata o trasfigurata da strane interpretazioni ed estrapolazioni numeriche. Il passo successivo è quello di lasciare spazio ai tentativi delle terze parti di prendere confidenza con i sistemi di controllo del Wii (o almeno questa è la sensazione che si ricava), con Star Wars The Clone Wars (basato sui sensori di movimento), con Rayman Raving Rabbids 3 (incentrato sulla Bilance Board e sui minigiochi controllati via natiche) e con Call of Duty World at War (incentrato sullo sfruttamento del puntatore e sul guscio-zapper). Prodotti di discreta qualità, differenti tra loro e capaci di offrire divertimento a un vasto pubblico, perfettamente emblematici sui vari, differenti modi di approccio al free hand gaming.
Spadate, bordate e sederate. La via del gioco free, non sembra conoscere barriere di sorta.

DS superstar

Terminato il (sottotono) intervento di Reggie, l'attenzione si sposta sulla console portatile.
Il tono degli annunci e il peso dei prodotti previsti appare subito di ben altra caratura, e le poche occasioni di applauso dalla platea accompagnano, giustamente, l'ennesima dimostrazione di forza di questo piccolo oggetto a due schermi. Nintendo si defila, accennando quasi controvoglia alle funzionalità di collegamento gratuito agli hot spot dei ristoranti e degli aeroporti americani e all'uscita prevista per l'autunno dei due episodi spin off dei Pokemon.
La scena, dopo aver traghettato la console verso successi quasi storici, è lasciata alle terze parti. E queste, dopo una iniziale fase di approccio titubante (che tanto ricorda l'atteggiamento verso il Wii, con la speranza per ora lontana che la strada possa ripetersi) sembrano aver deciso di puntare in maniera decisa su questo cavallo ormai più che vincente, anche nelle terre occidentali.
In rapida successione, sul palco del Kodak Theatre appaiono tre titoli dall'enorme potenziale ludico e commerciale: Spore, Guitar Hero Decades e Gran Theft Chinatown, un trittico di titoli inediti, di cui due a sopresa, che spingono il DS verso il podio più alto della manifestazione tutta. Senza considerare l'importanza del creature editor del geniale Will Wright che vede Wii come unica home console di destinazione.
Applausi.

Ritorno al passato?

Quando si ritorna a parlare del Wii, Nintendo svela il suo accessorio per telecomando, il Motion Plus, in grado di approfondire le capacità di riconoscimento dei movimenti nello spazio, raggiungendo la replica dei movimenti 1:1 tra giocatore e avatar. Un accessorio che sa un po' di ammissione di colpa, per non essere riusciti a progettare sin da subito una periferica in grado di soddisfare pienamente tale obiettivo. Una periferica che, però, sembra verrà venduta in bundle (ammortizzando così i costi di acquisto) con un software probabilmente destinato a bissare il successo del precedente capitolo: Wii Sport Resort. Una raccolta di minigiochi sportivi che pare promettere lo stesso grado di accessibilità, ma una profondità di gioco maggiore rispetto al precedente, con nuove attività legate alla spiaggia e al mare. Interessante, anche se lontano dal pubblico di appassionati vecchio stampo. Incoerente per i problemi di aggiornamento del pad, ma intrigante.

Un crescendo in Do Maggiore.

Ovviamente un E3 di Nintendo non può concludersi senza l'arrivo di Miyamoto. Ed ecco che, all'improvviso, si spengono le luci. Parte un assolo di batteria. Un fascio illumina un angolo del palco, dove si scopre esserci un musicista intento a dimenare le mani nell'aria impugnando le periferiche del Wii, e a calpestare con i piedi la bilance board.
Si accende lo schermo, e vediamo Wii Music in tutto il suo splendore.
Una batteria composta da vari tamburi, da grancassa e piatti viene battuta a ritmo dai movimenti del giocatore. Effetto sorprendente di corrispondenza e complessità.
All'improvviso, un suono di flauto si aggiunge alla melodia e Shigeru fa il suo ingresso, in grande stile.
Certo, forse lo avremmo preferito vestito da elfo, con in mano una spada (con movimenti 1:1?), ma la dimostrazione, che prosegue con altri invitati e altri strumenti virtuali, è davvero notevole, e candida Wii Music come nuova avanguardia dei giochi musicali e della filosofia Nintendo di abbattimento delle barriere tra casual e hardcore gamer.


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Nintendo Wii Una conferenza contraddittoria, quella di Nintendo all’E3. Sicura di sé e delle sue politiche, per nulla costretta o interessata a scimmiottare quelle altrui (e la cosa sembra un’ulteriore affermazione della supremazia riconquistata), la casa di Kyoto ha saputo mettere in piedi uno show professionalmente ineccepibile, ben distribuito, privo di punti morti o di fasi di stanca, passando da DS a Wii con maestria, destreggiandosi tra tabulati di vendita veritieri e prodotti inediti. Allo stesso tempo, però, sembra che alla fine la sua politica di comunicazione indirizzata al pubblico di massa abbia finito per lasciare a bocca asciutta gli appassionati di vecchia data. Anzi, ad onor del vero con la bocca schiumante di rabbia mista a acquolina. Il sentimento predominante non è tanto la paura che tali prodotti non esistano, quanto il fastidio per aver capito che sono in sviluppo, ma che non verranno mostrati fino a data da definirsi. Concentrando invece la conferenza su quei prodotti che, pur potendo dialogare con gli hardcore gamers, sembrano volersi rivolgere quantomeno anche a un pubblico più casual. Il DS dal canto suo merita una considerazione a parte, essendo stato capace ancora una volta di riaffermare il suo predominio non solo sul settore portatile, ma sul mercato videoludico tutto. Il mercato dei videogiochi è definitivamente cambiato e chi fino a ieri prendeva con sufficienza le strampalate scelte di Iwata e soci, ora ostenta sorrisi di circostanza e idee che sanno di già visto. Questo E3 è stato sfruttato da Nintendo per mostrare e ribadire che è capace di accontentare tutti, tanto le ragazze e i nonni quanto gli hardcore gamer che, nonostante le velate allusioni e la rabbia che ne consegue, saranno pronti a perdere la testa davanti al primo, enigmatico screenshot che mostrerà, prima o poi, il bolide di Cpt. Falcon o la silouette di un ragazzo con le ali armato di arco. C’è da scommettere che quando succederà, quella frasetta retorica mostrata all’inizio della conferenza (“promettiamo di continuare a farvi sorridere") diventerà realtà.