First look Spy Hunter: Nowhere to Run

Primi test per il nuovo "Interceptor"

First look Spy Hunter: Nowhere to Run
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Disponibile per
  • PS2
  • Xbox
  • Il ritorno dell'Interceptor

    Dopo tre anni di attesa La Midway è quasi pronta a tornare sul mercato con il nuovo titolo dedicato alle evoluzioni automobilistiche dell’ Interceptor. Sviluppato dalla Terminal Reality, il nuovo episodio promette di spingere le spericolate gesta di questo veicolo verso nuovi limiti, espandendo la varietà del gameplay con interessanti novità. Spy Hunter: Nowhere to Run affiancherà per la prima volta ai classici stermini su quattro ruote anche sessioni di sparatutto in terza persona, con il diretto controllo sul campo anche del “super segreto” agente Alex Decker. Il nostro alter-ego sarà la versione digitale dell’attore ex wrestler Dwayne “The Rock “Johnson, ingaggiato oltre che per la realizzazione del videogioco anche come attore principale per l’omonimo e futuro film targato Universal Pictures. Everyeye ha avuto modo di provare la preview per PS2 e sebbene l’acerbo codice contenesse comprensibili e generali imperfezioni, ha mostrato, nei cinque livelli disponibili, un potenziale ancora rozzo ma comunque promettente.

    Un gameplay fin troppo conosciuto

    In Nowhere to Run dovremo contrastare nuovamente l’organizzazione criminale Nostra, impegnata questa volta in due piani separati: rubare la nuova segretissima tecnologia governativa di turno e allo stesso tempo privare dell’Interceptor l’agente Decker. Da queste premesse è facile immaginare cosa dovremo affrontare: con Decker, mandare all’aria i pericolosi piani della Nostra annientando tutti i suoi agenti, alla guida dell’Interceptor, evitare che ci catturino, facendo ugualmente piazza pulita dei male intenzionati. Nella preview code è stato possibile avere un assaggio di entrambe queste modalità di gioco e lo spirito che le permeava era quello dell’azione continua ed ininterrotta, che non lascia mai un attimo di tregua e spinge il giocatore ad andare avanti attraverso fin troppo esagerate maree di proiettili. Nelle sessioni di guida ogni possibile categoria di mezzo corazzato ci è venuto addosso, sparandoci e speronandoci, in un continuo turbinio di scintille e testacoda. L’Interceptor si è comunque sempre dimostrato all’altezza della situazione, sovrastando gli avversari in velocità e potenza balistica. Le armi messe a disposizione coprono infatti ogni possibile raggio d’azione: tecnologici missili autocercanti per le lunghe distanze, mitragliatori anteriori per il medio raggio e devastanti punte rotanti per coloro che si avvicinano troppo. Con Decker il discorso cambia, in peggio. Se l’Interceptor è una macchina che dona distruzione, Decker è uno spargitore di morte talmente assurdo da far impallidire il più spietato dei killer. La trasposizione di un’ attore action del calibro di The Rock si vede, e forse anche troppo. Questo “agente segreto” attinge dal suo repertorio di ex wrestler con estrema facilità, sollevando persone come se fossero sacchi di patate e finendoli con terribili supplex e piledriver ben al di sopra delle possibilità umane. Era possibile ovviamente anche far impugnare a Decker armi da fuoco automatiche, come mp5 e m16, ma si sono dimostrate sfortunatamente ancora troppo poco implementate vista la loro inefficacia ed imprecisione.

    Comparto video

    L’Interceptor lungo le sue corse di sopravvivenza sembra essere sostenuto da un dignitoso motore grafico che svolge i suoi compiti ma che non esalta; buoni comunque i colori, la visibilità e il dettaglio degli sfondi. La carena del bolide brilla e gode di discreti effetti di riflessione. Al contrario abbiamo notato nei nostri nemici scarsa varietà di tonalità, decisamente opache che lasciano poco spazio al dettaglio delle eventuali rifiniture dei mezzi. Le fonti di luci e gli effetti partecillari sono ancora ad uno stato embrionale, ma le esplosioni godono di un buon impatto visivo con tanto di slow-motion e veloci avanzamenti di camera che enfatizzano discretamente il senso generale di distruzione. Bisogna ora introdurre invece il lavoro nascosto dietro la realizzazione dell’agente Decker, la Realscan 3D leader nel settore delle produzioni digitali professionali si è occupata della creazione del modello, scannerizzando e importando tramite motion capture corpo e movenze di Dwayne Johnson. Il risultato è ancora sicuramente da ottimizzare, abbiamo notato che alcuni poligoni fanno spesso capricci, i movimenti comunque risultano essere molto realistici ed efficaci, specialmente durante le letali mosse di combattimento.

    Spy Hunter: Nowhere to Run Spy Hunter: Nowhere to Run è incompleto, questo è certo. Quello che abbiamo provato era una preview sicuramente interessante ma troppo contraddittoria per poter esprimere su di essa un commento finale esaustivo. Il gioco promette di intrattenere con azioni veloci e pura devastazione ma c’è molto a nostro parere su cui lavorare ancora; la nuova figura dell’agente Decker per esempio, è troppo in mostra, esageratamente visibile, uno stereotipo di super uomo troppo holliwoodiano che sinceramente rischia di nuocere alla qualità generale del gioco. Come abbiamo detto questo titolo ha del potenziale, e non sfruttarlo saggiamente sarebbe un vero peccato, non ci resta però che aspettare, e augurarci che lo sforzo fatto per produrlo non venga sottomesso alle assurde e fuori luogo leggi delle majors cinematografiche.

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