First look Turok

Una nuova alba per Turok, tra feroci dinosauri e spietati guerrigileri

First look Turok
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Echi dal passato

    Nel lontano 1997, i possessori dell'allora ammiraglia Nintendo (N64) ebbero il piacere di giocare ad uno degli shooter di maggior successo nella recente storia videoludica: Turok: Dinosaur Hunter.
    Il successo di Turok derivò principalmente dal non mettersi in competizione con una pietra miliare quale 007 Goldeneye ma nell'offrire, a modo suo, qualcosa di nuovo: si trattava infatti di uno sparatutto atipico nel quale il giocatore si trovava ad affrontare orde di ferocissimi dinosauri, potendo contare su un discreto arsenale composto, oltre alle armi da fuoco, da archi, coltelli e quant'altro.
    Oltre a questi elementi Dinosaur Hunter poteva contare su un'ottima giocabilità, su un preciso ed affidabile sistema di controlli -sulla falsariga di Goldeneye- ed anche su una longevità di tutto rispetto per uno shooter dell'epoca.
    In 10 anni i seguiti di questo amato brand si sono susseguiti a ruota libera, senza distinguersi con altrettanto carisma ma anzi presentando via via una qualità sempre più scadente che ha portato all'inevitable calo di popolarità del marchio.
    Quest'anno il fresco e giovane team Propaganda Games è sul punto di dare una svolta alla saga, tentando, con un nuovo capitolo Next Gen, di riportare il concept indietro nel tempo, ai fasti del primo ed unico capolavoro.
    Proprio per non dare l'idea di un seguito ma di un ritorno alle origini il prodotto si chiamerà Turok, sarà chiaramente un FPS ed uscirà, in tardo periodo estivo, su Sony Playstation 3 e Microsoft Xbox360.
    Vediamo se l'indole creativa tipica dei team di sviluppo particolarmente giovani e vogliosi di mettersi in luce saprà ridare vita ad un brand perso da troppo tempo nei meandri della mediocrità videoludica.

    Forse non tutti sanno che...

    Il videogioco che tutti conosciamo come “Turok” prende spunto da un fumetto americano scritto e disegnato da Gaylord DuBois (responsabile, tra l'altro, della versione cartacea di Tarzan), pubblicato su varie testate a partire dal 1954.
    Ambientato principalmente nell'America Latina, Turok: Son Of Stone tratta le vicende di due fratelli (Nativi Americani) che si ritrovano dispersi e consecutivamente intrappolati in una misteriosa valle popolata da dinosauri.
    I due, Turok ed Andar, si trovano a dover fronteggiare le preistoriche creature nel tentativo di trovare una via d'uscita ed è proprio attraverso questi cruenti scontri che si snoda l'intera narrazione.

    L'incipit narrativo di questo nuovo capitolo, seppur altrettanto banale, ha in comune con la trama del fumetto solo i dinosauri: nei panni di Joseph Turok, comandante di una speciale task force, siamo chiamati all'inseguimento di Roland Caine, nostro istruttore “convertitosi” al terrorismo ed amenità affini.
    Quando finalmente siamo in fase d'atterraggio sul pianeta che ospita Caine e la sua banda veniamo colpiti, l'astronave si guasta irreparabilmente e siamo costretti a fermarci; presto scopriremo che la stella, caratterizzata da una fitta giungla a tratti impenetrabile, non è solo il rifugio della pericolosa cricca di cui siamo alla caccia, ma anche di affamatissimi dinosauri.

    Molteplici situazioni

    Il gameplay di Turok è votato principalmente all'azione, con interessanti spruzzate di stealth e tatticismo quà e là che ne impreziosiscono il valore ludico.
    Nel corso della caccia all'uomo di cui saremo protagonisti avremo a disposizione un nutrito arsenale di fuoco che spazierà dalle doppiette ai gatling gun, passando per pistole e granate d'ogni tipo.
    Quello che Turok ha in più rispetto ad un FPS classico è l'implementazione di arco e coltello: quando equipaggeremo una di queste due armi l'azione passerà automaticamente in modalità stealth ed avremo l'occasione di cogliere il nemico alle spalle ed ucciderlo con un unico colpo.
    Naturalmente verrà lasciata totale libertà a coloro che si volessero cimentare in corpo a corpo con il coltello o intervallare raffiche d'arma da fuoco a frecce che, se scagliate alla massima potenza nella giusta situazione, potranno immobilizzare o uccidere il nemico, letteralmente inchiodandolo alla vegetazione (ad un albero ad esempio).
    Oltretutto, in fase di combattimento e non, potremo impartire dei semplici comandi (raggrupparsi, concentrarsi sullo stesso bersaglio) ai nostri compagni di squadra tramite il D-Pad, assicurando così anche quel tocco strategico che negli FPS di ultima generazione non fa mai male.
    Il vero cavallo di battaglia non sono tanto queste interessanti caratteristiche quanto l'influsso decisivo che la presenza dei rettili primordiali avrà sull'avventura; i dinosauri infatti avranno il pregio e contemporaneamente il difetto di non essere schierati da nessuna delle due parti e di rispondere unicamente al primo degli istinti animali, comunemente chiamato fame.
    Durante qualsiasi battaglia o sessione puramente esplorativa potremo imbatterci in alcuni di questi predatori che spazieranno dal Velociraptor (grande quanto un uomo) al temibile T-Rex (grande... 14 metri di lunghezza per 6 d'altezza rendono l'idea); in questi casi potremo scegliere se combattere, scappare oppure se sfruttare la bestia per eliminare i nemici riparandoci opportunamente.
    Specifichiamo, anche se non crediamo necessario, che nel bilancio del gioco i dinosauri saranno, come giusto, enormemente più forti degli avversari umani. Basti un esempio: durante lo scorso E3, luogo ideale per la presentazione “behind closed doors” del titolo, è stata mostrata una sessione in-game nella quale Turok, uscito vittorioso da una battaglia con un gruppo di soldati di Caine, vede arrivare dalla vegetazione un Velociraptor: vedendo attorno solo cadaveri il rettile conclude che la caccia a ciò che ancora si muove è più appagante e punta Joseph.
    La situazione è quasi sotto controllo: armato fino ai denti l'indomito eroe affronta la belva, conscio di essere all'altezza della situazione ma, ad un tratto, prima che l'epico scontro abbia inizio, spunta il T-Rex che, fiero della sua posizione nella catena almientare, fa del Raptor un primo spuntino per poi dedicarsi al protagonista.
    In questo caso, anche fossimo armati di bazooka, la soluzione più intelligente è darsela a gambe levate, nella speranza di trovare un riparo che non possa distruggere o che venga attratto da altre succulente prede prima di divorarci.
    Questa è solo una delle tante situazioni che un gameplay vario come quello di Turok ci potrà offrire; gli esempi, molto più chiari di mille parole, in realtà potrebbero andare avanti per molto ma ci limiteremo a proporvene un ultimo che più di tutti ha stuzzicato la nostra curiosità.
    Ci troviamo nei pressi di una radura e ci accorgiamo che poco più avanti una truppa sta battendo la zona a tappeto con il chiaro intento di stanarci; i “ragazzacci” non si sono accorti che poco più a destra anche un Raptor è in fase di caccia.
    Con un occhio alla tessara del WWF che gelosamente custodiamo nel portafoglio pensiamo che anche gli animali abbiano diritto a pasti completi e regolari, così, dopo aver ordinato l'ALT ai compagni, nel più assoluto silenzio scocchiamo una freccia in direzione del rettile; il verso della creatura spaventa la pattuglia, che si mette a sparare all'impazzata attirando, oltre al primo dinosauro, altri 3 o 4 amichetti et voilà, il pranzo è servito.
    Capirete quindi come tutta questa serie di scelte effettuabili per affrontare l'avventura, unita alla promesse di una cospicua modalità multiplayer online (senza, per ora, ulteriori dettagli) potranno elevare a livelli inediti la longevità ma soprattutto rendere il prodotto enormemente rigiocabile, cosa davvero rara di questi tempi.

    Tecnicamente spaventoso

    Seppur ancora in piena fase di sviluppo, il materiale mostrato ha fatto strabuzzare gli occhi alla stampa specializzata.
    Se i personaggi umani si possono dire notevolmente curati in aspetto fisico e movimenti i dinosauri sono di tutt'altro pianeta: ogni lucertolone è caratterizzato da un'incredibile mole di poligoni che si muovono in maniera estremamente realistica (scordate pure i dinosauri robotici di Dino Crisis); le texture e gli shader di superfice, inoltre, rendono perfettamente ogni singolo muscolo di queste enormi creature che appaiono davvero come i migliori “mostri” mai realizzati in un videogioco.
    Alla cura per gli esseri viventi si aggiunge una realizzazione discreta anche dell'intera ambientazione di gioco, capace di distruggersi nella quasi totalità: nella scena con il T-Rex descritta poco sopra, infatti, il bestione compare aprendo letteralmente in due la vegetazione, abbattendo alberi e tutto ciò che gli si para davanti.
    Questa moltitudine di elementi interattivi sarà sfruttabile dal giocatore a proprio vantaggio per creare ripari, distruggerli (meraviglioso vedere i pezzi di corteccia che saltano sotto le scariche di un M-60) e creare ostacoli al passaggio dei nemici, dando così spessore ad un gameplay che già sembra piuttosto solido.
    Il comparto sonoro, per quel poco che è stato mostrato, pur non godendo delle migliori campionature partorita in ambito videoludico, risulta di discreta qualità promettendo un buon livello di coinvolgimento per l'utente finale, specialmente se dotato di sistema a codifica digitale.

    Turok Turok è senza ombra di dubbio uno dei prodotti più interessanti del 2007 (prevista per settembre l'uscita americana, per fine novembre quella Europea): la varietà di situazioni scaturita da un gameplay dalle trovate frizzanti, una realizzazione tecnica ai massimi livelli dell'attuale generazione e l'immancabile multiplayer online sono una garanzia di successo per uno dei tanti brand dimenticati tra le sabbie del tempo. Se pensiamo che il materiale analizzato è solo il preludio al prodotto finale ed è in una fase ancora non definitiva di sviluppo possiamo affermare, senza paura di sbilanciarci troppo, che Turok diventerà uno dei must buy per ogni appassionato di shooter in prima persona, facendo dimenticare in fretta sia i suoi inguardabili predecessori sia i concorrenti ad un podio ancora incompleto.

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