Provato Assassin's Creed 4 Black Flag: provata la nuova avventura piratesca di Ubisoft

Una nuova e succulenta prova del free roaming Ubisoft

Provato Assassin's Creed 4 Black Flag: provata la nuova avventura piratesca di Ubisoft
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Wii U
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Ci sono giochi ai quali è sempre richiesto quel qualcosa in più, quel 'guizzo del campione' in grado di fare la differenza, ed Assassin's Creed è sicuramente uno di essi. Conquistatosi un posto d'onore tra le saghe videoludiche più importanti dell'intera industria grazie ad un susseguirsi di capitoli dalla qualità sempre in crescendo, l'eterna lotta tra Assassini e Templari giungerà questo Novembre al suo quarto capitolo principale, ad un solo anno di distanza dal suo predecessore. Proprio la scadenza annuale che sembra contraddistingue la serie da qualche episodio a questa parte, è stato uno degli argomenti di maggiore discussione all'interno della fanbase del titolo Ubisoft, tra chi la considera una vera e propria manna che permette di godere di un nuovo episodio senza attendere le lunghe pause tipiche di altre saghe blasonate, e chi invece la addita come causa della mancanza di novità e innovazione all'interno degli ultimi capitoli della serie. E' quindi con una discreta dose di curiosità ed aspettative che Everyeye ha partecipato lo scorso 18 Settembre ad un evento a porte chiuse organizzato da Ubisoft per mostrare sezioni di gameplay ancora inedite e tutte le novità che ci attenderanno in questa inconsueta escursione piratesca del franchise.

    VERSO NUOVI MARI

    Per l'occasione, prima di poterci tuffare a capofitto nelle acque di Black Flag, l'associate producer del gioco Karl Von Der Luhe ed il producer Arnaud Vaudour ci introducono all'interno della nuova ambientazione 'marinara' della saga. Edward Kenway, l'ormai noto protagonista di Assassin's Creed IV, è lontano anni luce dalla figura di glaciale assassino al quale i vari Altair ed Ezio ci hanno abituati durante il passare degli anni: il nostro eroe è infatti un accanito bevitore e dongiovanni, dalla rissa estremamente facile e dal temperamento burrascoso; un pirata a tutti gli effetti.
    Proprio la sua natura di ex-corsaro passato al 'lato oscuro' della marina, sarà la protagonista di una delle prime novità alle quali gli sviluppatori ci introducono: la companion-app ufficiale del gioco. Prima che iniziate a storcere il naso, lasciateci fare un piccolo plauso al team che ne ha curato lo sviluppo, perchè per quanto componente marginale all'interno dell'esperienza, questa volta l'applicazione per iOS ed Android sembra poter contare su una caratteristica solitamente assente in prodotti di questo tipo: l'utilità. Previo log-in al vostro account Uplay, potrete infatti sfruttare il vostro dispositivo mobile preferito per sfogliare il database Animus, evitando di addentrarvi in ulteriori sottomenù sul vostro televisore, o semplicemente per tenere comodamente sotto mano la mappa di gioco, completamente interattiva e aggiornata in tempo reale. La funzione più interessante dell'intera app è però sicuramente quella che permette di inviare le navi della propria flotta a svolgere missioni che garantiranno un flusso di materiali preziosi aggiuntivo, utile per acquistare miglioramenti alla propria nave, all'equipaggiamento e persino al vestiario di Edward: questa modalità ricorda molto da vicino quella già vista in Brotherhood per la gestione delle missioni dei propri adepti, ma riesce comunque a completare un pacchetto che, pur rimanendo opzionale, è riuscito a convincerci della sua validità come complemento al gioco principale.
    Esauriti i convenevoli e le dimostrazioni accessorie, è arrivato il momento di gettarsi a capofitto in una sequenza inedita (la terza all'interno del gioco), che gli sviluppatori ci assicurano essere vicinissima, a livello qualitativo, a quanto potremo trovare nella versione finale del gioco. Giusto il tempo di impugnare il joypad del devkit di PS4, e la sequenza introduttiva in tempo reale alla quale assistiamo ci rivela già qualche primo dettaglio: oltre a farci conoscere Adewale, uno dei personaggi chiave dell'intera storia nonché fidato braccio destro di Kenway, il dialogo tra i due fa luce su alcuni aspetti del loro rapporto, permettendoci di osservare come lo sviluppo narrativo sembra essere tornato su livelli ai quali la serie ci aveva già abituato durante i suoi primi capitoli, con dialoghi efficaci, espressioni facciali convincenti ed una recitazione di buonissimo livello, complice anche l'ottimo doppiaggio in italiano.

    Archiviati gli obblighi narrativi, i comandi di Edward e del timone della sua nave, la Jackdaw, passano direttamente nelle nostre mani: a livello tecnico, il lavoro effettuato dal team di sviluppo dimostra come la nuova generazione di console sia quella sulla quale Black Flag si sente veramente a suo agio. Nonostante qualche lieve calo di frame-rate, quello che ci ha colpito maggiormente durante la nostra prova sono stati l'altissimo livello di dettaglio e la superba realizzazione dell'acqua e della fisica che ne governa il comportamento. Se il numero di particolari rintracciabili tanto sui personaggi quanto all'interno degli ambienti è ormai diventato un marchio di fabbrica della saga, quello che più stupisce è il movimento naturale ed assolutamente plausibile che contraddistingue il Mare dei Caraibi intorno a noi: le sue onde sinuose si muovono in un infinito saliscendi che influenza in modo realistico il comportamento della nostra nave, fino a ricoprirne, durante le manovre più azzardate, il ponte di schizzi d'acqua e pozzanghere, subito riassorbite dalla distesa d'acqua che ci circonda. Il primo obiettivo che ci viene assegnato è quello di raggiungere al più presto una vicina isola in cerca del materiale necessario per costruirci delle nuove fondine per aumentare la nostra potenza di fuoco. Dato l'ordine di spiegare le vele ai nostri uomini per raggiungere la massima velocità, durante il tragitto ci accorgiamo di come la riproduzione virtuale del Mar dei Caraibi sia costellata di punti di interesse quali piccole isole deserte, sulle quali sbarcare per appropriarsi dei tesori che custodiscono; per lo più materiali di vario genere da utilizzare nelle fasi di upgrade del proprio personaggio o della Jackdaw, ma con la possibilità di reperirvi anche mappe che portano a tesori ben più corposi.
    Raggiunta la nostra prima destinazione, il nostro obiettivo sarà quello di procurarci le pelli necessarie per fabbricare le nostre fondine, e la fauna di iguane e ocelotti che vive sull'isola sembra fatta apposta per aiutarci nell'impresa; la fase di caccia sulla terraferma non si rivela particolarmente ostica ne rivoluzionaria: la taglia delle nostre prede, ed un'IA animale non proprio brillante, ci permette di recuperare i materiali necessari semplicemente utilizzando la nostra pistola da debita distanza e senza incorrere in alcun pericolo. Una comoda scialuppa (presente su quasi tutte le spiagge del gioco) ci permette quindi di usufruire di un fast travel che ci riporta direttamente sulla Jackdaw, dove tramite l'apposito menù, simile a quello già visto per gli upgrade del proprio personaggio nei precedenti capitoli, ci consente di creare l'equipaggiamento necessario ad intraprendere la parte successiva del nostro viaggio.
    Questa prevede di recarci nella vicina città di Nassau per rimpolpare le fila del nostro equipaggio, ancora numericamente insufficiente per affrontare battaglie navali degne di questo nome; spiegate di nuovo le vele e lasciata ogni incombenza di guida alla comoda opzione di fast travel, raggiungiamo il porto di Nassau in men che non si dica (attraccando in modo automatico grazie alla pressione di un tasto e senza caricamenti tra le diverse fasi), incontrando nella taverna della città un'altro dei personaggi chiave di Black Flag: Barbanera.

    Seguendo i suoi consigli, ci lanciamo alla ricerca di nuove reclute per la nostra ciurma, ed il gameplay, d'un tratto, ritorna molto familiare. Il nuovo equipaggio può essere assoldato tramite tre modalità: il semplice pagamento di denaro per assicurarci le loro prestazioni, togliendoli da situazioni spiacevoli che coinvolgono le truppe spagnole che governano la città o salvandoli da una pubblica esecuzione, sempre per mano dei conquistadores iberici. In questa sezione ritroviamo tutta la componente free-roaming che ha contribuito a rendere il franchise tra i più apprezzati del genere: Edward si muove infatti tra tetti, cornicioni e palazzi con l'incredibile agilità ed eleganza che ha sempre contraddistinto gli appartenenti alla setta degli Assassini, dando sfoggio delle sue abilità di parkour tramite la ben nota pressione del tasto dorsale dedicato. Per superficie ed estensione verticale, Nassau non raggiunge le vette toccate da alcune ambientazioni passate ma, tanto il setting caraibico quanto la presenza di scalate degna di nota, offrono comunque la possibilità di godere di scorci assolutamente mozzafiato verso un orizzonte che sembra estendersi all'infinito. Gli scontri con le guardie spagnole non rivelano particolari novità nel sistema di combattimento (altro aspetto controverso per molti fan), che più che rivoluzionare sembra voler aggiungere nuove opzioni alla ormai nota formula che prevede veloci sequenze di attacchi, contrattacchi e guard breaker. Una delle novità, garantita dalle nostre due fondine nuove di zecca, è per esempio la possibilità di puntare quattro avversari diversi e sbarazzarsene con due rapidi cambi di pistole. Per chi preferisse un approccio più stealth, torneranno le immancabili lame celate con le quali piombare dall'alto sui propri avversari, o avvicinarcisi di soppiatto alle spalle finendoli con un veloce movimento verso la giugulare. Qualunque sia il vostro metodo di eliminazione preferito, chi si aspettava una totale rivisitazione del combat system dovrà presumibilmente aspettare uno dei prossimi capitoli, perché Black Flag, sotto questo punto di vista, ci ha riproposto -seppur in grande spolvero- le dinamiche tipiche della serie, comprese le fasi di disarmo e indebolimento della guardia previste per le unità nemiche rinforzate.

    ALL'ARREMBAGGIO!

    Assicuratici una maggior forza lavoro sulla nostra nave, è stata quindi la volta di spiegare le vele per procurarci una dose di metallo sufficiente ad effettuare i primi lavori di potenziamento della Jackdaw. Lasciamo quindi la terraferma per lanciarci in una delle novità più attese di questo capitolo: le battaglie navali. In questa fase, al giocatore è data estrema libertà nella scelta dei suoi obiettivi, ma buttarsi nella mischia contro corazzate ben più potenti di noi equivarrebbe ad una morte certa. Tramite il nuovo tasto 'Options' del controller PS4 apriamo quindi l'immensa mappa a disposizione del giocatore, scoprendo come sia possibile navigarla utilizzando il touchpad integrato (con tanto di 'pinch' a controllane lo zoom), per controllare quali siano i vascelli più vicini alla nostra posizione. Una volta partiti è quindi la volta di uno dei nuovi, e fondamentali, strumenti di Kenway: il suo cannocchiale. Tramite la pressione di un tasto, la visuale si sposta dalla terza alla prima persona e una volta posizionata una nave all'interno delle lenti del nostro binocolo, possiamo conoscerne il livello di pericolosità così come i materiali trasportati.

    "Come da previsione la vera protagonista della nostra prova è stata l'infinita distesa d'acqua che gli sviluppatori sembrano aver ricreato per Black Flag in ogni suo minimo dettaglio"

    Scelti i nostri obiettivi, siamo pronti all'ingaggio e alla successiva battaglia. Aspetto fondamentale degli scontri per mare sembra essere quello di tenere sotto controllo la manovrabilità della propria nave, direttamente influenzata dalla velocità alla quale la stiamo spingendo, per effettuare in modo rapido e preciso le necessarie manovre di aggiramento e puntamento. In questa fase del gioco, la Jackdaw è armata di una batteria di cannoni laterali, di un cannone frontale (i cui proiettili sono incatenati come letali bolas, adatti per la distruzione degli alberi delle navi avversarie) e di un sistema di sganciamento di barili esplosivi sul lato posteriore. L'utilizzo dell'arsenale della Jackdaw sfrutta un sistema intuitivo ed immediato: spostando infatti la visuale per seguire i movimenti delle navi nemiche, il gioco attiverà in automatico l'arma verso la quale il vostro sguardo è rivolto. Se, ad esempio, state puntando il vostro avversario frontalmente, premendo il tasto di attacco scaricherete su di esso due colpi del vostro cannone frontale, mentre una volta che l'avrete affiancato vi basterà spostare la visuale lateralmente per riversare sui malcapitati una pioggia di cannonate, e così via. L'utilizzo dei barili esplosivi posteriori, in particolare, permette vari approcci e possibilità di manovra, in quanto oltre a fungere da mine galleggianti potranno essere fatte esplodere al momento che riterrete più opportuno tramite i vostri cannoni. Una volta ridotti i vascelli nemici a poco più che un colabrodo, potremo scegliere se affondarli senza pietà o catturarli insieme al suo equipaggio ed utilizzarne il legno rimasto per aggiustare i danni subiti dalla Jackdaw. La seconda opzione ci introduce ad un'altra delle novità di Black Flag: l'abbordaggio. Una volta affiancata la nave nemica, premendo il tasto cerchio, la nostra ciurma comincerà automaticamente le manovre di 'agganciamento', durante le quali sarà possibile abbandonare in qualsiasi momento i comandi del timone per cannoneggiare ulteriormente le fila nemiche, a loro volta impegnate a rispondere all'attacco. Scegliere come raggiungere il ponte nemico, sarà poi a totale discrezione del giocatore: oltrepassare i cavi e le assi posizionate dal nostro equipaggio o lanciarsi direttamente dal nostro albero maestro sono solo due delle opzioni disponibili per raggiungere il nostro obiettivo. La successiva battaglia che si scatena per il controllo del vascello avversario, è uno scontro senza esclusione di colpi provenienti da ogni direzione, ma sempre piuttosto in linea con gli standard della serie; una volta eliminato il capitano nemico, anche tutto il resto della ciurma si arrenderà al vostro volere, e sarete liberi di spiegare le vostre vele verso lo scontro successivo.
    L'aspetto sicuramente più interessante che le battaglie navali ci hanno mostrato in questa prova in anteprima è la generale solidità di tutte gli elementi, oltre che una buona dose di sano divertimento: il bilanciamento tra libertà manuale ed automatismi ludici è ottimo, e permette di godere appieno delle dinamiche belliche, a loro volta garanti di quella varietà sufficiente a garantire scontri diversi tra loro. Il salvataggio automatico dei progressi tra una battaglia e l'altra è un'altro degli elementi che abbiamo potuto apprezzare durante la nostra ricerca di materiale per rinforzare la Jackdaw: qualche nostra sconfitta di troppo, infatti, non ci è costata il dover ripetere l'intera sezione come in alcune missioni dei capitoli precedenti. Resta da vedere quanto il mix di questi elementi potrà rimanere fresco e stimolante anche dopo decine di ore di gioco, ma le possibilità di personalizzazione della Jackdaw, gli upgrade del suo arsenale e nemici già ostici in questa sezione iniziale del gioco, ci consentono uno slancio di ottimismo decisamente maggiore rispetto a quanto l'esperimento del terzo capitolo facesse supporre.


    La successive sezioni di gameplay prevedono una versione riveduta e corretta delle dinamiche di 'pedinamento' conosciute già sulla terraferma e qui proposte in salsa navale: in queste fasi dovremo avere il massimo controllo sulla velocità e sulle manovre della Jackdaw per insinuarci in distese di mare pattugliate da navi inglesi senza entrare nel loro raggio visivo, stando attenti a non perdere di vista ne allontanarci troppo dal nostro obiettivo. Raggiunta la nostra destinazione, una fase stealth in solitaria ci permette di osservare l'eccezionale resa della vegetazione durante le dinamiche di 'toccata e fuga': l'elevato numero delle guardie presenti sul posto non ci permette infatti un approccio diretto, costringendoci a spostamenti repentini tra terreni coltivati, erba alta e cespugli posizionati ed animati con estrema cura. Nascosti tra la vegetazione della piantagione inglese in cui ci troviamo, individuiamo tramite l'onnipresente Occhio dell'Aquila il possessore delle chiavi di un magazzino. Saccheggiato il saccheggiabile, gli eventi successivi ci portano alla ricerca di un enorme galeone spagnolo: in questa fase possiamo notare come il cambiamento dinamico delle condizioni meteo influenzi, oltre che alla manovrabilità e stabilità della Jackdaw, anche la possibilità di spostamenti rapidi, impossibili durante le tempeste marine. Un'altro aspetto che notiamo una volta al cospetto del gigantesco vascello spagnolo è l'incredibile potenza di fuoco delle armi che presumibilmente potremo sfruttare nelle fasi più avanzate del gioco: il cannoneggiamento a colpi di mortaio del nemico proietta infatti grosse aree circolari sulla superficie del mare (rappresentanti la zona d'impatto ed esplosione dei proiettili), che ci costringono a manovre evasive che ci allontanano dal nostro obiettivo, fino a perderlo momentaneamente.
    La successiva, ed ultima, fase della lunghissima sezione di gioco, ci mette alla prova nell'avvicinamento al porto presso il quale la nave ed il suo più illustre passeggero (nostro bersaglio) sono attraccati. Anche questo segmento ci mette di nuovo di fronte ad elementi ormai distintivi dell'intera serie: una scalata attraverso delle antiche rovine ci permette di raggiungere una giungla costellata di piccoli accampamenti nemici, attraversabili senza lasciare traccia del vostro passaggio oppure eliminando ogni unità nemica al loro interno. Raggiunta l'uscita dalla folta vegetazione ed entrati nell'area del molo, inizia la caccia all'uomo: la distanza che divide noi dal nostro obiettivo è disseminata di guardie di ogni tipologia ed armamento, il che rende necessaria un'ottima pianificazione delle proprie mosse per evitare scontri ed allarmi che potrebbero compromettere l'intera missione. Questa fase, in particolare il dialogo tra Kenway e la propria vittima dopo il colpo fatale, ci ha riportato alla mente alcune tra le più riuscite sezioni di assassinio presenti nei precedenti capitoli, il che ci fa ben sperare sul ritorno in grande spolvero anche di queste sezioni, dopo le critiche mosse al precedente capitolo.

    PASSATEMPI PIRATESCHI

    La prova con mano organizzata da Ubisoft ci ha permesso anche di mettere gli occhi sulle attività collaterali con le quali potremo distrarci durante le nostre scorribande lungo il Mar dei Caraibi, rivelando la consueta quantità industriale di extra; ritornano le classiche missioni di assassinio di particolari bersagli, così come l'inseguimento di misteriosi corrieri, utili a riempire le proprie tasche per future visite agli empori disseminati per le città. Un'aggiunta di colore è fornita dalla possibilità di reperire fino a 36 diverse canzoni da far cantare al proprio equipaggio durante gli spostamenti in mare: per farlo dovrete inseguire lo spartito musicale, mosso dal vento tra palazzi ed ambientazioni, fino a catturarlo ed inserirlo nella vostra personale collezione.
    Ben più laborioso, invece, sarà l'attacco ai fortini sparsi sulle varie isole, che vi costringerà ad un lavoro di indebolimento delle loro difese tramite l'arsenale della Jackdaw, prima di prenderne possesso con le maniere forti in modo più diretto.
    La novità più interessante alla quale ci è dato modo di partecipare è sicuramente la discesa negli abissi tramite uno speciale tipo di campana subacquea che ci permetterà di perlustrare i fondali marini in cerca di oggetti e tesori nascosti di grande valore. In queste fasi particolare attenzione andrà posta nei confronti della fauna marina, estremamente letale, e della propria riserva di ossigeno, ricaricabile tramite speciali botti piene d'aria rilasciate qua e la dal nostro equipaggio oppure rientrando nella stessa campana. La brevità della fase subacquea testata non ci permette di sbilanciarci sulla reale qualità di queste sezioni, che sembrano in ogni caso in grado di spezzare il normale flusso di gioco in modo apprezzabile e sicuramente entusiasmante per gli appassionati del completamento estremo.

    Assassin's Creed 4: Black Flag Come da previsione, quindi, la vera protagonista della nostra prova è stata proprio l'infinita distesa d'acqua che gli sviluppatori sembrano aver ricreato per Black Flag in ogni suo minimo dettaglio. Ancor più del ritrovato carisma dei suoi personaggi in carne ed ossa, è infatti l'immenso mare di fronte a noi la vera novità, ed il vero game changer, sul quale questo quarto capitolo punta per risollevare gli animi dei fan più delusi dalle ultime declinazioni del franchise. La sensazione, in alcune fasi, di trovarsi di fronte ad un classico esempio di more of the same è accompagnata da una serie di novità che potrebbero ridare finalmente alla serie quel vigore che nei suoi ultimi episodi è a tratti mancato: prima fra tutte, una sezione di esplorazione e combattimento navale candidata ad entrare tra le migliori rappresentazioni videoludiche, in ambito action, di questa tipologia di scontri. Allargando gli orizzonti, Assassin's Creed IV: Black Flag potrebbe diventare tutto ciò che gli appassionati di avventure e leggende piratesche potrebbero mai chiedere ad un videogame, portando nel frattempo quella ventata di freschezza che molti fan chiedono a gran voce dopo il controverso terzo capitolo.

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