Provato Battleforge

RTS & Card game in un solo titolo

Provato Battleforge
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  • Pc
  • RTS golden age

    Halo Wars, Empire: Total Wars, Warhammer Dawn of War II, Demigod, Starcraft 2...il 2009 è un anno d’oro per gli RTS, sia su PC sia su console, che sta proponendo titoli capaci di fornire diverse interpretazioni dello stesso genere di base, la strategia in tempo reale: pura coincidenza l’uscita di produzioni cosi importanti in un periodo tanto ravvicinato oppure segno di una certa maturità ed appetibilità accresciuta per questo filone ludico da parte del mercato? Forse entrambe le cose. Certo, quello degli RTS non è mai stato un genere di nicchia, diversi titoli sono divenuti successi commerciali clamorosi, ma vedere tanta vitalità produttiva in questo settore e la diversità delle proposte fa riflettere su come la strategia in tempo reale sia ora diversamente percepita dalle case produttrici a livello creativo, dopo la stasi vissuta per alcuni anni.
    BattleForge è un RTS che combina elementi di strategia in tempo reale con quelli dei giochi di carte collezionabili, il tutto condito da una spiccata predilezione per il gioco online: in questo senso la nuova proposta di EA si ascrive in pieno alla nuova onda di cui parlavamo, e pur non avendo predecessori illustri o brand di richiamo a supporto, grazie ad i suoi elementi di originalità non passerà certo inosservato.

    Giocare bene le proprie carte

    Ambientato in un universo fantasy, dove gli umani combattono per il loro diritto ad esistere minacciato da potenti creature, in BattleForge tutto è legato ai quattro elementi che dominano nel gioco: Fuoco, Gelo, Natura e Ombra. Le quattro tipologie di elementi danno vita a poteri ed eserciti con inclinazioni diverse, il Fuoco, ad esempio, è un potere sicuramente aggressivo mentre il Gelo difensivo. Il giocatore avrà a disposizione delle carte da un deck creato in precedenza ed un punto di partenza iniziale sulla mappa con delle risorse già a disposizione: a differenza di altri titoli simili non c’è nulla da costruire o popolazioni da aumentare, tutto quello che serve è a disposizione sul deck o sulla mappa, sia che si tratti di unità da mandare in battaglia sia che si tratti di piazzare torri di guardia in posizioni vantaggiose o compiere incantesimi. Tramite le carte tutto è immediatamente realizzabile anche se non per questo privo di costi: le carte possono essere riutilizzate infinite volte nel corso della battaglia, quello che fornisce una limitazione al loro uso sono le risorse necessarie per giocarle, sia in termini di potere che di monumenti controllati. Disseminati sulla mappa si trovano le fonti del potere e questi monumenti, ed il controllo di entrambi è strategicamente essenziale per poter giocare le proprie carte al meglio (e in questo caso non è un modo di dire): i monumenti, una volta conquistati, vanno votati ad uno dei quattro poteri, e per poter accedere a carte di qualità superiore si deve controllare un numero maggiore di monumenti. Non sempre le carte richiedono un altare sacrificato al proprio elemento, molte, infatti, permettono di combinare monumenti votati a poteri diversi per essere utilizzate: come facilmente si può evincere da tutto questo, la strategia in BattleForge non è limitata alla battaglia, ma inizia già in fase di costruzione del mazzo di gioco e nella ricerca delle carte stesse, alcune delle quali talmente potenti da poter rovesciare il corso di uno scontro ma molto rare. Vari sono i modi con cui è possibile reperire le carte, dall’acquisto di pacchetti (sempre virtuale) alla vittoria contro avversari, alle tradizionali aste tipiche dei giochi online; i ragazzi di EA Phenomic hanno cercato di creare un ambiente di gioco fruibile da ogni tipologia di giocatore, almeno nelle intenzioni. La buona conoscenza delle carte è senza dubbio vitale nell’economia di gioco, e rispetto a questo, si può già affermare che la profondità strategica di BattleForge appare maggiore di molti altri titoli in commercio.
    Per quanto concerne la battaglia vera e propria, il gioco si inserisce nei canoni classici del genere, dal cerca & distruggi alla difesa di avamposti, con mappe ben bilanciate e discretamente articolate, la cui conoscenza approfondita, anche in questo caso, risulta essere una discriminante decisiva tra vittoria e sconfitta. L’interfaccia di gioco è abbastanza intuitiva per chi ha già familiarità con il genere, l’unica pecca in questa fase riguarda la creazione di gruppi di unità, che non funziona sempre correttamente in automatico quando si invoca una nuova forza vicino ad un gruppo già esistente, creando qualche piccolo problema nelle fasi più concitate con scontri in diversi punti della mappa in contemporanea.
    L’IA per quanto ci è stato possibile testare non si dimostra particolarmente acuta in alcune fasi, perlomeno ai primi livelli di difficoltà, limitandosi a cercare di compiere il suo task principale disinteressandosi della possibilità di tagliare le possibili fonti di potere dell’avversario: anche se nel fare questo, mostra una buona capacità di compiere anche non ci sbilanciamo ulteriormente su questo elemento, consci che la versione beta e i primi livelli di gioco possono offrire solo uno sguardo molto parziale.

    Pay for win?

    BattleForge ha una doppia vocazione, online ed offline, che permette al giocatore di poter optare tra varie soluzioni, il duello contro altri giocatori e team, missioni in cooperativa fino a 12 giocatori, la classica modalità campagna. Se la modalità storia sembra inserita negli stilemi più tradizionali di un RTS fantasy, facendo già intuire una certa ampiezza, la modalità multiplayer sia per il PvE che per il PvP sembrano decisamente interessanti: nulla che non sia stato già visto in altri RTS, ma soprattutto dalle missioni in cooperativa potrebbero arrivare sorprese in quanto a divertimento ed interazione tra giocatori.
    La possibilità di collezionare carte dà agli scontri tra giocatori una motivazione riscontrabile solo in un MMORPG, e l’esistenza di due diversi tipi di mazzi (Tome deck e Collection Deck) permette di creare partite livellate tra novizi ed esperti, per quanto possibile: a proposito del Tome Deck, il mazzo limitato in cui è possibile solo utilizzare carte di base o acquistate che viene azzerato ogni mese, intorno a questo si addensano i dubbi maggiori. La speranza è che EA non voglia privilegiare eccessivamente coloro che comprano le carte a discapito degli altri: fino ad ora gli sviluppatori hanno affermato che con le carte di base del gioco sarà possibile battere qualunque mazzo, ma il dubbio al momento permane.

    Deja vu

    Il comparto tecnico di BattleForge sembra già abbastanza solido, anche in questa fase, pur non distanziandosi qualitativamente dalla media delle produzioni attuali. Capacità di muovere tantissime unità a schermo senza incertezze, effetti vari e ben realizzati, unità ben distinguibili e animate in maniera convincente, soprattutto per quanto riguarda quelle over-size: meno convincenti risultano invece le unità più piccole di dimensioni, soprattutto per quanto riguarda il dettaglio, dando una sensazione di approssimazione che stride un po’ con tutto il resto. Complice in questa carenza, è lo zoom abbastanza limitato che non permette come in altri titoli di “entrare nella battaglia”.
    Stilisticamente il titolo non è capace di impressionare, limitandosi a riproporre un approccio forse già troppo abusato in altri RTS fantasy: osare un po’ di più in questo senso non avrebbe guastato all’appeal generale del titolo.
    Anche per l’audio si può fare questo discorso, ossia un lavoro ben svolto senza però nessuna innovazione o elemento di particolare rilievo: queste considerazioni naturalmente rimangono sospese fino ad una prova definitiva e completa del titolo.

    Battleforge BattleForge rimane anche dopo questa prova, un titolo molto interessante per gli amanti della strategia e che mostra di avere già la capacità di divertire e motivare i propri giocatori. La sostituzione di alcune delle meccaniche classiche degli RTS con quelle dei giochi di carte collezionabili aggiunge una nuova dimensione tattica andando a rinfrescare il genere in elementi solitamente meno avvincenti, e questa considerazione può essere allargata anche all’esperienza multiplayer, come detto nell’articolo. Aspettiamo, quindi, con un buon grado di fiducia la prova definitiva, per verificare se il bilanciamento generale del titolo sia capace di reggere nel tempo e soprattutto per valutare meglio anche l’IA nelle modalità PvE e campagna.

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