Provato Contagion

Un altro sparatutto cooperativo a tema Zombie. Ma nel 'Contagio' di Monochrome LLC, forse, c'è qualcosa in più

Provato Contagion
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  • Il fenomeno zombie è esploso nel mercato dei videogiochi in maniera improvvisa e fragorosa. Merito indubbiamente dei tanti titoli di successo che hanno contribuito a rendere il tema dei non-morti la nuova moda del settore: non si può non pensare alla splendida cooperativa multiplayer di Left 4 Dead, alla storie strappalacrime narrate da The Last of Us e The Walking Dead, allo stile totalmente frenetico e "ignorante" di produzioni come Dead Rising 3 e Dead Island, o alle modalità che hanno inserito i non morti anche nei giochi più improbabili, come Call of Duty e Borderlands 2. E il futuro, tra Dying Light e Yaiba: Ninja Gaiden Z su tutti, continua a puntare deciso in questa direzione.
    Prova ad approfittare della situazione anche il team indipendente Monochrome LLC (fondato dal creatore della nota mod di Half-Life 2, Zombie Panic: Source), da tempo al lavoro sull'ambizioso Contagion, un sparatutto cooperativo multiplayer in prima persona con elementi survival. Dopo aver passato la delicata fase di raccolta fondi su Kickstarter -superando soltanto la soglia minima-, il gioco è approdato su Steam e da qualche settimana è già in vendita garantendo l'accesso anticipato alla versione beta del titolo. Abbiamo avuto dunque modo di giocare qualche ora cercando di capire le caratteristiche con cui Contagion cercherà di contraddistinguersi nell'immensa marea di prodotti a tema zombie.

    Tutto lasciato al caso

    Consapevoli del fatto che si tratta di un gioco ancora lontanissimo dal completamento, ci siamo immediatamente abituati all'idea di avere a che fare con diversi bug e difetti di rifinitura che è quasi certo saranno risolti in tempo per la release definitiva: Complessivamente l'esperienza di gioco non ne risente troppo (come invece succede nel ben più famoso Day Z di Bohemia Interactive): si tratta, quindi, di dettagli a cui non daremo tanto peso nella valutazione di Contagion in questo hands-on. Detto questo, partendo dalla base il gioco non propone niente di veramente innovativo: selezionato il server a cui unirsi e il personaggio di cui vestire i panni, si viene subito catapultati nell'azione e chi ha anche solo un minimo di familiarità con gli shooter si troverà immediatamente a proprio agio.
    Contagion è essenzialmente uno sparatutto in prima persona, ma la componente survival è fortissima e la si riscontra in una serie di importanti limitazioni che richiedono al giocatore grande accortezza in fase di gioco. Innanzitutto, è possibile portare fino a un massimo di quattro oggetti tra armi e piccoli elementi che possono essere da aiuto per la risoluzione di elementari enigmi ambientali (ad esempio un mazzo di chiavi per aprire una porta bloccata). Non è facile trovare munizioni in giro per le mappe, anzi lo si può considerare praticamente più un colpo di fortuna che un episodio regolare: di conseguenza, quel poco che si ha bisogna saperlo usare con cura parsimoniosa. Soprattutto è assolutamente sconsigliato assumere atteggiamenti alla "Rambo", visto che non solo è impossibile trovare medkit con cui ripristinare la salute, ma anche perché l'aggressività degli zombie è sorprendente e letale. Una minima distrazione e il player sarà circondato senza avere la possibilità di uscirne vivo.

    Anche per questa ragione è fondamentale saper giocare di squadra: Contagion è uno sparatutto cooperativo fino alle ossa, e la collaborazione tra i giocatori è indispensabile per portare a casa la pelle e completare gli obiettivi assegnati tramite un apposito smartphone consultabile in qualsiasi momento. Ovviamente è possibile anche avviare una partita offline e giocare in solitaria, ma sarebbe appunto come decidere di affrontare le orde di Left 4 Dead senza la compagnia di tre amici: il modo migliore per snaturare un prodotto evidentemente sviluppato con in mente altre finalità.
    C'è infine un altro aspetto da considerare, e di fatto rappresenta l'elemento più ambizioso di Contagion: si tratta in pratica di un sistema di riposizionamento casuale di oggetti e obiettivi, che rende ogni partita diversa dalla precedente. Sebbene oggi le mappe disponibili siano appena quattro, è proprio la modifica procedurale degli stage a garantire ore di divertimento anche se ci ritrova in fin dei conti a combattere sempre nelle stesse location. Ma lo sviluppatore è stato abile a studiare un modo per rendere variabili e completamente diverse tra loro anche dieci partite consecutive giocate all'interno della stessa mappa. Al termine di ogni partita, o alla morte di tutti i partecipanti che di fatto costringe a ricominciare la missione, il sistema stravolge completamente le carte in tavola: avevate memorizzato il posto in cui era possibile trovare un'arma incredibilmente efficace? Scordatevelo, adesso sarà da tutt'altra parte. Sapete con certezza come fare a sbloccare una porta altrimenti bloccata? Dimenticate anche questa, ora dovrete risolvere un'altra situazione. In precedenza vi era richiesto di barricare un'entrata? Adesso gli obiettivi sono ben altri. Insomma, cambia veramente tutto: non la struttura di base dei livelli, ma tutte le altre variabili della partita. Una trovata che di fatto costringe i giocatori a studiare strategie sempre nuove e affrontare situazioni diverse dalle precedenti.

    A cambiare sono anche gli stessi zombie. Partita dopo partita, le orde di non-morti apprendono lentamente il modo di giocare da parte degli utenti, diventando sempre più cinici, spietati e sorprendentemente furbi. Anche perché - sorpresa! - i giocatori sconfitti si trasformeranno a loro volta in zombie, e conoscendo in precedenza tutti gli obiettivi degli ormai ex-compagni, diverranno inevitabilmente un pericolo importante, considerato che i mostri controllati dalla CPU sono abituati a viaggiare in gruppo nel caso la situazione lo richiedesse. Il giocatore trasformato potrebbe dunque condurli lì dove sono diretti gli umani rimasti in vita, con effetti per la missione potenzialmente devastanti. Contagion, insomma, non vuole dimenticarsi nemmeno della competitività. In questo caso non abbiamo due squadre di umani pronte a spararsi fino all'ultimo proiettile per ottenere la supremazia della mappa, ma un lento e graduale ribaltamento della situazione. I giocatori prima impegnati a uccidere non-morti e completare obiettivi, se sconfitti, si ritrovano dall'altra parte della barricata. In quel momento diventano loro il nemico e la minaccia da debellare, e ciò crea un interessante senso di sfida anche in un prodotto di stampo cooperativo come questo: gli utenti “trasformati” possono allearsi per rendere vani i piani degli ex-compagni. È un concept sicuramente interessante e siamo curiosi di vedere come lo studio svilupperà questa idea con le versioni future del gioco.

    Contagion Ci siamo avvicinati a Contagion con molta curiosità ma altrettanti dubbi. Le perplessità dipendono sostanzialmente dal fatto che in fondo si tratta dell'ennesimo gioco a tema zombie, mentre l'interesse è alimentato invece da una sistema di generazione casuale degli obiettivi, che in buona sostanza ha il merito di rendere le partite varie e coinvolgenti. Senza dimenticare i giocatori sconfitti che si trasformano immediatamente nel nemico da debellare, con un gioco che da cooperativo si trasforma lentamente in competitivo. È ancora presto per stilare un giudizio definitivo sulla produzione, visto che si trova al momento solo in fase beta, e per questo non ci siamo soffermati più di tanto a elencare i tanti difetti che riguardano sia l'ottimizzazione che il comparto tecnico del titolo, spinto dall'ultima versione del Source Engine di Valve. Sicuramente Contagion ha avuto il merito di catturare il nostro interesse e ha le potenzialità per rivendicare una propria identità in un mercato che abbonda di congeneri, e dove è davvero difficile trovare quella “scintilla”, quel piccolo colpo di genio in grado di distinguerti dagli altri. Il team indipendente Monochrome LCC ha indubbiamente talento, e seguiremo quindi l'evolversi di Contagion, aggiornato praticamente quasi ogni giorno, con sincero interesse.

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