All'annuncio da parte di Koch Media di uno spin-off su base MOBA targato Dead Island diverse sopracciglia si sono alzate, e non a sproposito. Il genere è già piuttosto inflazionato, soprattutto ora che anche Blizzard sta per scendere sul campo con il suo Heroes of the Storm, e il momento non sembra il più adatto per una tale deriva applicata ad un franchise dai toni molto differenti. Per chi non lo conoscesse, Dead Island è un free roaming in prima persona, all'occorrenza cooperativo online, che impone al giocatore la sopravvivenza all'interno di un paradiso vacanziero tropicale trasformato in un inferno dalla più classica delle invasioni zombie. Se è vero che il conflitto tra sopravvissuti e non-morti sembrerebbe potersi adattare efficacemente al genere, l'assenza di personaggi davvero riconoscibili nella trama del gioco originale rappresenta sicuramente un fonte di preoccupazione per l'incisività di tutto il prodotto. Proprio per questo, pur mantenendo ferme alcune caratteristiche del genere MOBA, gli sviluppatori di Stunlock Studios hanno deciso di prendere una strada comunque diversa da quella tradizionale, adattando il gameplay alle loro esigenze. Il risultato è un esperimento che ancora ha molto da dimostrare, ma in grado comunque di riservare qualche spunto interessante.
Stessa spiaggia, stesso mare
Durante il breve prologo, peraltro ben fatto, Dead Island Epidemic propone un sistema di combattimento diverso da quello dei MOBA tradizionali, e forse, almeno in limitata parte, più vicino a quello offerto da SMITE. Sebbene qui la telecamera rimanga sempre lontana e alle spalle del personaggio, lo stile è decisamente hack'n'slash alla Diablo, senza possibilità di agganciare i nemici e dirigendo i fendenti (o i colpi d'arma da fuoco) con il puntatore del mouse. Anche il movimento, conseguentemente, non propone il consueto sistema punta-e-clicca, bensì sfrutta i classici tasti WSAD. I tasti dedicati alle skill sono stati naturalmente riconfigurati di conseguenza, e utilizzano le posizioni QERF sulla tastiera. Per tutti coloro abituati a spendere molte ore sui MOBA tradizionali tutto questo richiederà, naturalmente, qualche minuto di adattamento, oppure una riconfigurazione personalizzata. Nel complesso, il sistema di controllo funziona, ma presenta un limite molto evidente dal punto di vista competitivo. Con la necessità di mantenere la mano sinistra costantemente appoggiata sui tasti di movimento, l'accesso alle abilità è chiaramente meno immediato rispetto a quanto accade con un tipico MOBA, ma va anche considerata la natura decisamente più casual della competizione offerta da Epidemic.
Le modalità di gioco offerte, prologo a parte, sono per il momento due. La prima è solamente cooperativa PVE, e funziona come una classica Orda, con continue ondate di zombie da eliminare in una mappa strutturata a checkpoint, con la possibilità di rianimare i compagni di squadra nel caso rimangano incapacitati. Si potrebbe lamentare la mancanza d'originalità, ma il cuore dell'offerta di Dead Island Epidemic è rappresentato dalla modalità Scavenger, che pone tre squadre da quattro sopravvissuti ciascuna in una mappa di forma circolare. Qui lo scopo sarà conquistare dei punti di controllo sparsi sul territorio, e raccogliere delle risorse, da portare poi al proprio punto di respawn, con il rischio di rimanere uccisi nel tragitto e perdere tutto. La squadra che riesce per prima ad accumulare il numero limite di risorse, si porta a casa la partita. Naturalmente, il tutto è reso più complesso dall'intervento degli zombie, che sotto forma di NPC si aggirano per la mappa, e soprattutto attaccano in massa ogniqualvolta una squadra si appresta a conquistare un punto di controllo, con diversi mini-boss al seguito. La dinamica che scaturisce da queste premesse è piuttosto interessante, dato che, oltre a dover competere tra loro per il dominio della mappa, le tre squadre contrapposte dovranno anche tenere a bada la minaccia zombie. Occasionalmente, durante il match compariranno boss non morti di maggiori dimensioni, preannunciati da un avviso e da un'icona sulla minimappa, i quali se sconfitti restituiranno ulteriori risorse da aggiungere alla scorta della propria squadra.
Purtroppo, uno dei principali difetti di Dead Island Epidemic è, almeno per il momento, la grande confusione che si crea negli scontri più concitati, a causa del comportamento "disordinato" degli NPC e dell'assenza del lock sul bersaglio. Questi due elementi rendono molto caotiche le schermaglie, creando un problema sia dal punto di vista del gameplay, sia nell'ottica degli eventuali spettatori. I MOBA infatti godono di grande fama anche grazie ai servizi di streaming come Twitch, dove ogni giorno milioni di persone ne osservano altre impegnate a giocare. In questo senso, Epidemic non sembra prestarsi molto bene ad una fruizione di tale genere, e questo, per una Multiplayer Battle Arena, rappresenta un impedimento non da poco.
Sopravvissuti
Non esiste MOBA ben riuscito senza una collezione interessante di eroi, i quali rappresentano l'unica variabile a poter rendere interessante e ogni volta "nuova" una modalità di gioco altrimenti sempre uguale a se stessa. In questo campo, i ragazzi di StunLock sembrano aver imboccato una strada interessante dal punto di vista della differenziazione e delle abilità, ma il problema citato in apertura, ossia la riconoscibilità degli eroi, rimane. La caratterizzazione è quella tipica di Dead Island, volutamente plasticosa e quasi caricaturale, ma non riesce a colpire per originalità, sopratutto in contesto MOBA. Tralasciando il look, i personaggi al momento disponibili sono quantomeno piuttosto interessanti dal punto di vista delle abilità, ma di certo non troppo originali.
Tra skill-shot, danno ad area, abilità di cura e qualche attacco dalla distanza, un navigato giocatore di MOBA non troverà qui nulla di cui stupirsi, mentre i nuovi arrivati potranno quantomeno considerarla una palestra per esperienze più competitive.
Molto interessante è invece l'aspetto del crafting, che permette di assemblare le materie prime ottenute come ricompensa dopo ogni match, e creare armi improvvisate sempre più efficaci, ricalcando quanto avveniva nell'originale Dead Island. Per pronunciarsi sull'effettiva importanza di questo aspetto è ancora presto, ma rimane quantomeno un'idea davvero originale nel contesto. Relativamente al modello commerciale, sappiamo di per certo che il gioco sarà un free to play, ma in che modo le microtransazioni verranno implementate lo potremo scoprire solo in futuro.
Non è la prima volta che un team di sviluppo tenta di rileggere il MOBA con tratti più casual rispetto a quelli altamente competitivi solitamente proposti dal genere. Per quanto rimanga un grosso dubbio di fondo sul senso di queste operazioni, dato che il genere è comunque appannaggio di giocatori molto tendenti alla sfera hardcore, Dead Island Epidemic mostra alcune interessanti qualità. Sebbene porti a scontri ancora troppo caotici, la rilettura in chiave action del sistema di combattimento è ben supportata, e anche l'idea di coinvolgere tre team e un maggiore numero di NPC funziona, mentre l'impatto del crafting è ancora tutto da verificare, ma nondimeno interessante. Se basterà questo a portare l'esperimento di StunLock al successo è ancora molto presto per dirlo, ma certo è che la produzione merita quantomeno una prova, sia dagli appassionati del genere, sia da parte di chi non vi sia mai avvicinato per paura di una curva d'apprendimento troppo ripida, qui nettamente ammorbidita.