From Dust: provati i primi di livelli del nuovo gioco del creatore di Another World

Provati i primi livelli del nuovo gioco del creatore di Another world

From Dust: provati i primi di livelli del nuovo gioco del creatore di Another World
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • From Dust è la cronaca di un viaggio. Un viaggio mitico, compiuto dai primi uomini alla ricerca della civiltà, in comunione con le divinità che permeano la Madre Terra e in contrasto con le terribili manifestazioni geologiche.
    Nella terra d'Africa, migliaia di anni fa, la migrazione di un popolo è guidata dallo sciamano, colui che ha un contatto diretto con gli dei: Luce e Ombra lo guidano e lo insidiano. Ma l'unico di cui di cui si può fidare è l'Anelito.
    L'ultimo lavoro del creatore di Another World, Eric Chahi, è sì uno strategico a la Populous, ma vibra nel restituire l'ancestrale magia di quei luoghi antichi e lontani.
    L'uscita è attualmente fissata per l'Estate ed è indirizzata alle piattaforme Xbox 360, Playstation 3 e PC. Abbiamo avuto modo di testare i primi livelli della versione Sony di From Dust, un videogioco che si preannuncia come uno dei picchi "qualitativi" della line up Ubisoft di quest'anno.

    Uomo e divinità

    Appollaiati sulla cima di una rupe scalfita a più riprese dalla violenza dell'oceano in burrasca stanno in circolo un gruppetto di persone di colore: indossano maschere rituali dalla bizzarra effige (ricordano forse i servbots di Megaman Legend), hanno ricavato strumenti dalle corna degli animali. Tamburi, flauti: iniziano a suonarli, lo sciamano gli dice che anzitutto devono "imparare a parlare con il mondo". L'Anelito di deve risvegliare.
    L'Anelito siamo noi, cioè è l'alter ego del giocatore. Nel gergo RTS lo chiameremmo cursore: un'astratta entità nera, che svolazza in lungo e in largo attraverso la mappa, inquadra gli obiettivi sensibili e invita a raggiungere i punti selezionati. In From Dust non avremo il controllo della popolazione, non saremo noi a suggerirgli di edificare le case, né spedirli a raccogliere risorse, nemmeno mandarli in guerra secondo il nostro capriccio. Certo, esporli ai pericoli che li circondano con meschinità equivale a condannarli a morte certa e questo significa Game Over. Così importanti eppure così distanti dalle nostre preoccupazioni: gli attributi che da millenni si convengono ad una divinità.
    Scopo del gioco è aprire i varchi tra un livello e l'altro, quindi condurre i mortali dall'altra parte, verso la nuova regione da colonizzare.
    Nel tutorial ad esempio partiremo dalla summenzionata rupe per poi attraversare un assolato deserto: al comparire improvviso di un corso d'acqua tale da ostruire il passaggio ecco svelato il maggior potere di cui si dispone ovverosia l'abilità di assorbire ampie porzioni di materia, addensarle in una enorme sferica e rigettarle a qualche chilometro di distanza.
    Dunque, con il fiumiciattolo da guadare come ci comportiamo? Spostiamo l'attenzione di qualche metro più in là, raduniamo un mucchio di sabbia all'interno di una palla e la scarichiamo sul rivolo d'acqua per coprirlo e concedere un approdo sicuro oltre ad esso. Missione compiuta e il primo varco è spalancato.
    Ovviamente la sabbia non sarà l'unico materiale del quale potremmo disporre, dal momento che già nel secondo livello ci verrà data l'opportunità di trasferire qualche litro d'acqua da un bacino all'altro e nel terzo avremmo a che fare addirittura con la lava di un vulcano, la quale solidificandosi crea delle rocce ben più resistenti dei granellini che coprono la lettiera del vostro gatto.
    Il sistema di controllo in questo caso si appoggia ai dorsali R2 ed L2, con il primo a raccogliere e il secondo a depositare. Il gamelay è cucito interamente attorno a questa opportunità, all'interazione con uno scenario modificabile a piacimento in antagonismo con la forza dirompente della natura: in men che non si dica vi ritroverete a escogitare fragili dighe e deviare il corso dei torrenti, prosciugare ingenti masse d'acqua per raggiungere il simulacro semi affondato e infine opporre a tsunami di oltre 50 metri un possente muro di roccia, sono possibilità già esplorabili a piacimento sin dai primi livelli.
    Se c'è una cosa che appare affascinante di From Dust è proprio l'estrema versatilità della mappa con obiettivi molto semplici da comprendere e (potenzialmente) altrettanto da conseguire, ma i modi per farlo sono più di uno come è risultato dai nostri test. Di contro l'assenza di una struttura predefinita porta spesso il giocatore a insistere su una strategia senza che questa apporti i risultati sperati, ma anzi talvolta conduce a complicanze ambientali riprovevoli, come ad esempio la costruzione nel punto sbagliato di una diga induce l'acqua a traboccare e rovinare qualche altra opera d'ingegneria civile edificata precedentemente a fondo valle. Una soluzione di gameplay capace di innalzare il tasso di sfida, anche se l'assenza di un tutorial più completo spalmato lungo i primi livelli che introduca volta per volta le novità può spaventare i giocatori più giovani, magari già preoccupati da un sistema di controllo via joypad non sempre impeccabile specie quando si tratta di modulare la visuale.

    Arrivare a te

    Una volta passati aldilà di un varco e, con fare circospetto, aperti gli occhi sulla nuova regione da esplorare la prima cosa da fare è occupare il totem più vicino. Occorrono cinque uomini per dare avvio al rituale rigenerativo dell'antico simbolo, attorno al quale la comunità può prosperare e la natura sbocciare. Ogni mappa contempla più totem da raggiungere tutti con lo scopo ultimo di approdare al varco verso la terra successiva.
    Questo non vuol dire, però, che un totem conquistato è un totem sano e salvo per tutto il resto della partita. I pericoli possono arrivare dall'oceano (tsunami), dal cielo (lapilli vulcanici) e così via. Esistono, però, dei poteri disseminati qua e là capaci di controllare le minacce naturali, arginarle o far sì che queste non colpiscano le comunità appena sorte: il Potere Respingiacqua ad esempio racchiude il villaggio attorno a una bolla su cui scivola la forza bruta dello tsunami, mentre il Potere Addesacqua placa la furia delle cascate ghiacciandone la superficie.
    From Dust inoltre consentirà un complesso backtracking tornando sui propri passi ed esplorando mappe già superate con lo scopo di raccogliere ulteriori elementi collezionabili per la modalità Memoria della tribù. All'interno del menù trova posto anche una modalità Sfida, della quale non conosciamo ulteriori dettagli.

    Risorse tecniche

    La versione da noi testata era ben lungi dal completamento, cosa che non ci permette di valutare attentamente le performance tecnologiche. Teniamo in ogni caso conto che l'uscita di From Dust è fissata per l'Estate e che il titolo si rivolge al solo mercato digital delivery. Ad ogni modo l'impronta artistica è ben marcata e gli scorci proposti dal gioco sono assai evocativi, come dimostrato anche dalle innumerevoli concept art visualizzabili in gallery. La potenza dei fotogrammi comunque impatta con una resa poligonale non esaltante e una bassa texturizzazione. Inoltre le animazioni sono piuttosto scarsine visto il basso numero di frame con cui sono intrecciate: ciò si nota in particolare quando si osserva a distanza ravvicinata il singolo uomo, una opzione della telecamera piuttosto originale e dichiaratamente inutile ai fini del gameplay.
    Fino a che punto tali difetti saranno corretti con il completamento dei lavori sul gioco è difficile da stabilire, tuttavia ciò che conta è la fisica degli elementi, che sia il più realistica ed affinata possibile, e ad una prima occhiata sembra sia così.
    Il sonoro prende spunto dai ritmi tribali africani e li coniuga con brani orchestrati di preziosa atmosfera. Il gioco è interamente in italiano, ad esclusione del doppiaggio che sembra derivare da un ancestrale idioma del continente a sud dell'Europa.

    From Dust Nonostante manchino ancora diversi mesi all'uscita, From Dust si dimostra essere uno strategico interessante. Le meccaniche a prima vista troppo simili a Populous, in realtà poco hanno a che vedere con le esigenze dei nostri sudditi. Piuttosto sarà l'interazione con lo scenario, la manipolazione degli elementi a dominare un gameplay che prende in prestito dai puzzle game. Valuteremo in sede di recensione quanto la fisica del gioco sia valida e coerente, nonché il modo con cui le diverse possibilità ludiche si amalgamino tra loro.

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