Provato Ghost Recon: Future Soldier

I Ghost di nuovo in azione

Provato Ghost Recon: Future Soldier
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Dopo aver fatto recentemente parlare di se grazie alla Beta Multiplayer (potete trovarne qui l'hands on), Ghost Recon: Future Soldier torna ad essere al centro dell'attenzione - questa volta per merito della campagna single player. Everyeye.it ha infatti recentemente ricevuto un codice ancora non completo, che ha permesso di provare alcune delle missioni che comporranno l'offerta in singolo della produzione Ubisoft. La prova, come avremo modo di constatare, ha diradato gran parte dello scetticismo che albergava nelle nostre menti e che riportava ai fasti non proprio maestosi di Advance Warfighter ed Advance Warfighter 2. Imparando dai propri errori e dando una maggiore importanza al realismo, il dev team sembra aver confezionato una delle produzioni belliche più interessanti di quest'ormai avviato 2012. Andiamo dunque ad assaggiare quel che ci aspetta, a partire dal 25 Maggio, su Xbox 360, Playstation 3 e PC.

    Guerriglia senza quartiere

    Come ogni shooter bellico che si rispetti anche in Ghost Recon: Future Soldier troveremo l'intreccio che da anni caratterizza, chi più chi meno, tutti i prodotti del genere. Ci troveremo dunque di fronte ad un cocktail piuttosto canonico, fatto di terroristi indipendentisi, spietati dittatori africani, membri dell'esercito sovietico in cerca di riscatto, agenti segreti da ogni dove ed il solito -sempre dalla parte della giustizia- esercito americano. Nulla di veramente nuovo sotto il sole, anche se l'intreccio, appurato solo a sprazi in questa sede, potrebbe riservare ancora qualche sorpresa. Per il momento vi basti sapere che in Future Soldier ci sentiremo subito a nostro agio - tra briefing, spedizioni nei luoghi più reconditi ed inospitali del Globo Terrestre, e l'immancabile "battuta facile" delle truppe a stelle e striscie.

    "Per quanti aggeggi Ghost Recon: Future Soldier metta a disposizione, la struttura ludica rimarrà sempre quella classica"

    Venendo al clou ogni missione si apre con un breve filmato non interattivo, durante il quale verremo messi -in linea di massima- al corrente della situazione, e grazie al quale l'intreccio potrà continuare a svilupparsi tra una fase bellica e l'altra. Qualche minuto di relativo relax prima di accedere all'ottima fase di briefing tattico, nel corso della quale sarà in primis possibile visionare (e ri-visionare) a piacimento il video-messaggio del quartier generale che, entrando più ne dettaglio, ci illustrerà gli obiettivi della missione e l'approccio da adottare sul campo (con tanto di mappa tattica a seguito). Osservato e sviscerato in ogni suo frame avremo accesso alla cartografia stessa, nonché ad una comoda sezione dove preparare al meglio il nostro Ghost per la missione, equipaggiandolo di tutto punto. Ed è proprio in questo particolare frangente che spuntano le prime caratteristiche atte a variare in maniera convincente l'offerta di Future Soldier. Con un'occhio ai consigli della base operativa potremo decidere di cambiare a piacimento l'armamentario, dotandoci di fucile da cecchino piuttosto che di mitragliatore M249, e di granate a frammentazione piuttosto che fumogene. A seconda dell'obiettivo insomma saremo in grado di decidere a priori l'approccio da seguire, ottenendo gradito supporto dalla sezione Gunsmith, nella quale (in seguito a progressi e "sbloccaggi" vari) personalizzare ogni bocca da fuoco dalla A alla Z. Ottiche, impugnature, caricatori, intelaiatura, canna e sottocanna - ogni millimetro di qualsiasi arma da fuoco presente potrà essere modificato strutturalmente ed esteticamente per ottenere l'esperienza più adatta alle proprie esigenze.
    Per quanto molte delle scelte risultino a discrezione del giocatore, gli incarichi prevederanno comunque obiettivi predefiniti, da portare a compimento spesso con approccio completamente libero e solo alle volte seguendo le direttive del comando centrale - mantenendo ad esempio un basso profilo senza far scattare alcun allarme oppure mettendo a ferro e fuoco il quadro, compiendo una vera e propria carneficina. La varietà di situazioni, aldilà di quanto già sottolineato, sarà garantita anche dalle apparecchiature iper-tecnologiche che ci verranno fornite a seconda del compito da svolgere. Ad inizio campagna, ad esempio, saremo dotati dell'oramai famosissima tuta mimetica che, riflettendo l'ambiente circostante, ci permetterà di rimanere pressoché invisibili.

    "Missione dopo missione possiamo poi dire di aver osservato una buona intelligenza artificiale (nemica), capace di entrare in allarme e scovarci alla prima disattenzione, ingaggiando scontri a fuoco per nulla banali."

    Muoversi con circospezione (accovacciati o strisciando) sarà comunque di vitale importanza, soprattutto per evitare di incrociare gli sguardi delle guardie con la distorsione ottica inevitabilmente causata dal camouflage in nostro possesso. Così facendo saremo in grado di effettuare stealth kill più o meno ravvicinate (a seconda dell'esigenza potremo decidere di spezzare il collo o sparare un colpo alla nuca) oppure di coordinarci con la squadra per un'esecuzione in grande stile. Tra le tante è proprio questa una delle meccaniche ad averci impressionato più favorevolmente: non tutto, infatti, è comodo ed automatico come poteva sembrare dai video rilasciati da Ubisoft. Grazie alla facoltà di "taggare" i nemici sull'HUD tattico saremo sì in grado di dare il via ad una quadrupla stealth kill corale, a patto però di stare attenti all'eventuale presenza di altri soldati nelle vicinanze ed alla linea di tiro di tutti gli invitati alla festa. Tornando alla grande varietà nella dotazione non possiamo non evidenziare anche il Drone, già visto in molte presentazioni, ed il Warhound, vera e propria novità in questa prova. Se il primo ci consentirà d'incrementare al massimo il livello di circospezione - permettendoci di osservare l'azione dall'alto (con tanto di visori termici e magnetici) e taggare i nemici con rinnovata scioltezza, il secondo andrà a coadiuvare le azioni più dirette. Analogamente a quanto sperimentato in Advanced Warfighter, in questi casi ci troveremo a seguire (o essere seguiti da) una sorta di corazzato automatizzato, dotato di "gambe" snodabili per muoversi su qualunque superfice ed in qualunque condizione, ed un armamentario di tutto rispetto. Coordinandosi perfettamente con la squadra il mezzo ci permetterà di sfruttarne la robustezza per ripararci e, più frequentemente, la dotazione bellica per mettere a ferro e fuoco la zona. Con una semplice pressione del D-pad per selezionarlo e del dorsale dedicato ai gadget per attivarlo, avremo infatti a disposizione un potente mortaio ed una serie di missili a guida remota, da controllare in prima persona grazie ad un sofisticato sistema di telecamere. Grazie al fuoco pesante del Warhound saremo in grado di abbattere i mezzi nemici, liberarci della fanteria in un sol colpo e distruggere le strutture sensibili solitamente indicate come obiettivi delle varie missioni.

    Missione dopo missione possiamo poi dire di aver osservato una buona intelligenza artificiale (nemica), capace di entrare in allarme e scovarci alla prima disattenzione, ingaggiando scontri a fuoco per nulla banali. Dalla nostra però, oltre alle facoltà già descritte e ai molti gadget, una squadra che finalmente agirà con cognizione di causa, reagendo in maniera molto convincente alle situazioni, nonché alle nostre richieste. Esattamente, "richieste", poiché per la prima volta non saremo noi in prima persona lo squad leader (non sempre quantomeno) ma impersoneremo un "semplice" Ghost. Viene in questa maniera alleggerita la struttura ludica, che non chiederà più al giocatore di coordinare l'intero team ma, viceversa, di coordinarsi col team, seguendo spesso le indicazioni del leader (ad esempio nei movimenti furtivi) ed agendo in simultanea come già descritto poco sopra. Il sistema funziona davvero bene, coinvolgendo il giocatore, proiettandolo in situazioni dallo spettro d'azione ben variegato e mantenendo -nonostante tutto- un'accessibilità alla portata di tutti. Per quanti aggeggi Ghost Recon: Future Soldier metta a disposizione, infatti, la struttura ludica rimarrà sempre quella classica, con i front button equamente suddivisi tra cambiamento di stance, scatto, ricarica ed inserimento in copertura; grilletti per mirare e sparare e dorsali dedicati allo sfruttamento di gadget e bombe, da selezionare con comodità grazie al D-pad. Controller alla mano, anche in questo caso, tutto funziona molto bene, con pochissime riserve. Il sistema di copertura non appare inattaccabile come quello di Gears of War ma promette, a sua discolpa, interessanti variabili come la facoltà di muoversi rapidamente da un riparo all'altro semplicemente indicandolo e mantenendo premuto il tasto per lo scatto. Il feeling con le armi da fuoco risulta ottimo, con tanto di rinculi coerentemente diversificati tra loro e credibile sensazione di "pesantezza" nell'imbracciare ogni pezzo della dotazione. Qualche chicca garantisce infine un elevato tasso di coinvolgimento: parliamo del sangue che imbratterà parte dello schermo quando verremo feriti o delle sensazioni di stordimento ovattate di quando ci troveremo a terra, nell'attesa di un compagno per la rianimazione. Si chiude in bellezza con il cambio d'inquadratura quando ci troveremo sotto fuoco di soppressione; un alternarsi di prospettive che renderà l'azione fortemente ansiolitica, dandoci la sensazione di perdita di controllo.

    Engine altalenante

    La parte meno convincente (almeno per ora) di Ghost Recon: Future Soldier è certamente il comparto tecnico, seppur solo in alcuni frangenti. Al contrario di quanto accade con molte delle produzioni di questo tipo a non soddisfare pienamente è la modellazione dei protagonisti, in particolare per quanto riguarda i volti. La gran quantità di particolari riservati alle pur non vastissime ambientazioni e la buona texturizzazione generale vanno infatti a cozzare con l'estrema semplicità nella caratterizzazione espressiva dei soldati, realizzati -sembrerebbe- con estrema superficialità. Si tratta, fortunatamente, dell'unico difetto apprezzabile al momento. Animazioni, shader, mappe superficiali ed una gestione certosina degli effetti particellari, contribuiscono infatti ad abbellire scene sempre piuttosto convincenti, che vi porteranno ai quattro angoli del mondo facendovi sperimentare -a volte- persino la potenza della natura. In un paio d'incarichi ci siamo infatti trovati a fronteggiare tempeste di sabbia sahariane e tormente di neve nelle regioni intestine alla Siberia. Lo stupore di fronte ad una realizzazione visiva così spettacolare ha preceduto le grandi difficoltà alle quali le suddette intemperie ci hanno messo di fronte, costringendoci spesso a sfruttare il visore magnetico (capace di rilevare la strumentazione) e gli importantissimi sensori, da lanciare per espandere il raggio di rilevamento nemici di visori sempre piuttosto limitati.

    Non dimentichiamo, infine, l'ottima componente sonora. In questo senso la versione in nostro possesso ha addirittura installato delle componenti aggiuntive sull'hard disk per miglorare l'acustica globale - interessante possibilità probabilmente resa "di default" nella versione retail. Il risultato ci ha soddisfatti pienamente, grazie ad una commistione di campionature ambientali di tutto rispetto ed un panning molto convincente. Tonalità acute e gravi sono risultate accuratamente bilanciate per un'esperienza che anela (pur mantenendosi ancora a distanza) alle vette raggiunte -in questo senso- da Battlefield. Citiamo solo per dovere di cronaca un buon doppiaggio inglese, sostituito molto probabilmente già in fase review da quello italiano che tutti auspichiamo.

    Ghost Recon: Future Soldier A dispetto di tutti gli scettici questa “prima prova” della campagna single player di Ghost Recon: Future Soldier si è dimostrata assolutamente soddisfacente. La varietà di situazioni mostrata, le ottime routine comportamentali di alleati e nemici ed un grado d’immersitività del tutto nuovo per la serie ci portano ad alimentare le migliori speranze per questa produzione. Gli inciampi di Warfighter, insomma, paiono aver fatto benissimo al brand, che si propone in una nuova evoluzione sempre lontana dai fasti di Island Thunder & Co., ma capace (forse) finalmente d’incarnare il vero Ghost Recon moderno. Fiduciosi di un buon connubio tra single e multiplayer (con l’aggiunta della coop -sempre gradita- per tutte le missioni della campagna e non solo) non ci resta dunque che attendere la versione finale per avere ogni risposta.

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