Provato Grand Slam Tennis 2

La simulazione tennistica EA alle prese con Playstation Move

Provato Grand Slam Tennis 2
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • PARIGI - Potendo contare su tre sicuri investimenti come FIFA, Madden e Tiger Woods PGA Tour (manca giusto un gioco di basket!), la EA Sport di Peter Moore è in cerca di altre dinastie da perpetuare di anno in anno. La prossima Primavera è tutta improntata a questo obiettivo: SSX ritorna sulla neve forte di nuove modalità e ingenti investimenti che non possono esaurirsi con un solo capitolo; FIFA Street abbraccia un ancora fumoso reboot e infine Grand Slam Tennis abbandona il carattere sperimentale dell'esordio su Wii per introdursi sull'arena next gen sfidando apertamente Top Spin 4.
    Il primo tennistico della compagnia canadese nel 2009 destò parecchio interesse essendo anche il primo titolo a supportare la periferica Wii Motion Plus: a livello di contenuti su licenza era abbastanza scarso, ma seppe valorizzare il gameplay grazie all'online mode e alla rilevazione 1:1 dei movimenti.
    La software house si dimostrò sin da subito interessata ad un porting diretto a Xbox 360 e Playstation 3, salvo poi ripensarci in vista di una situazione più favorevole. La tattica attendista si è rivelata saggia, saltando a pié pari lo scontro tra Top Spin 4 e Virtua Tennis 4 dell'anno passato, vinto assolutamente dal primo, e proponendo quindi la sua variante ibrido tra simulazione e arcade.
    Grand Slam Tennis 2 uscirà nei negozi il 9 Febbraio per Xbox 360 e Playstation3. Quest'ultima versione è particolarmente interessante perchè offre la compatibilità con Move in maniera sensibilmente divergente da quanto proposto da Sega dodici mesi fa. Durante l'evento parigino in cui abbiamo provato diffusamente SSX, ci è stata data l'opportunità di sperimentare i sistemi di controllo della simulazione tennistica.

    Tra arcade e simulazione

    Settimana scorsa Electronic Arts ha pubblicato una versione di prova su Xbox Marketplace e PSN onde permettere a tutti gli utenti di testare la simulazione tennistica prima della release. La demo pesa un giga e passa, ma offre il solo campo di Wimbledon e Djokovic o Nadal come tennisti selezionabili: a partire da questa proposta abbiamo dedicato un articolo che sviscera il sistema di gioco confrontando la simulazione virtuale con la tecnica dello sport reale.
    Il fulcro di Grand Slam Tennis 2 è il Total Racquet Control, un sistema di input molto fluido che sfrutta tanto una combinazione di tasti frontali (più immediato) quanto l'analogico destro per colpire e direzionare insieme la pallina (più performante). A questo si aggiunge un numero di contenuti decisamente elevato con ben quattro tornei licenziati ufficialmente (Open d'Australia, Roland-Garros, U.S. Open e Wimbledon in esclusiva) e una rosa di personaggi molto completa tra campioni di oggi e glorie del passato (20 in tutto tra cui Djokovic, Federer, Nadal, Borg, Tsonga, Sharapova, le sorelle Williams; De Borg, McEnrone).
    Graficamente l'impatto è pulito ma non da spaccamascella: Electronic Arts si è comunque spesa nel dettagliare ogni singolo aspetto, dagli stili caratteristici dei tennisti alla differenti reazioni dei terreni di gioco. Il tutto è coadiuvato da una regia e un commento certificato ESPN.

    La prova con Playstation Move

    Nella scorsa anteprima non avevamo parlato della compatibilità Move, mancanza cui rimediamo ampiamente in questa sede dopo attente prove e match motion controller vs dualshock.
    Virtua Tennis 4 di Sega la scorsa Primavera scelse di implementare in tutte le versioni del gioco i controller di movimento, optando peraltro per una visuale molto ravvicinata (quasi in prima persona) così da controllare con precisione il momento in cui si colpisce la pallina. Sega fu alquanto arguta accoppiando la stereoscopia per distinguere più nitidamente la propria metà del campo e il punto di rimbalzo della palla da tennis.
    EA Sport non è convinta da una simile prospettiva: l'errore della casa nipponica all'epoca fu una separazione netta tra modalità destinate al controller e altre al Move, scelta interpretabile come una semplificazione degli aspetti pensati per il motion controller. Grand Slam Tennis 2 equipara tutti i sistemi di controllo, senza proporre distinte visuali (la telecamera inquadra il tennista sempre dall'alto) o negare questa o quell'altra modalità, ma non è tutto rose e fiori. Di fatto la semplificazione del controllo via Move è palese, si avvicina pericolosamente alle gesture di Wii Sports senza un miglior riscontro in termini di fedeltà della direzione impartita.
    Laddove il gameplay è piuttosto attento al tempismo dell'esecuzione, all'effetto ben piazzato, lo schema via Move tende a considerare la sola potenza d'esecuzione. Né l'inclinazione della periferica e nemmeno la direzione impartita sembrano influire considerevolmente sullo scambio, come ci si aspetterebbe impugnando una racchetta.
    Senza dubbio un aspetto positivo è rappresentato dalla minore intrusività di indicatori e statistiche: ad esempio il servizio via controller è modulato da una gaussiana, mentre impugnando il Move questo scompare guadagnandone in intuitività.
    Infine le difficoltà maggiori si notano nel caso in cui durante un match multiplayer (supportati i 4 giocatori in locale, solo 2 online) tra chi predilige un sistema di controllo e uno l'altro. Vi è un discreto bilanciamento, tant'è che né il motion controller né il pad tradizionale staccano significativamente il "rivale", eppure si avverte su entrambi i fronti la disparità dello scontro. Certi movimenti sono più adatti all'analogico e altri alla spazialità tridimensionale del Move, ma non vi è una reale supremazia.

    EA Sports Grand Slam Tennis 2 Il primo approccio con il Move in Grand Slam Tennis 2 è straniante. Il confronto è tanto con il precedente episodio per Wii quanto le modalità “motion” di Virtua Tennis, ma sopratutto con il sistema di controllo tradizionale. Se quest'ultimo è molto attento al tempismo del colpo e alla maniera di ribattere la pallina, la periferica Sony reagisce con maggior sollecitudine alla potenza dell'esecuzione traducendo con maggiore enfasi quei dritti o rovesci del raggio più ampio. Sono giudizi provvisori derivanti da una prova di circa mezz'ora, ma bastevoli per sottolineare la sempre maggiore difficoltà nell'equiparare adeguatamente i controller tradizionali con i più intuitivi e potenzialmente più interessanti motion controller.

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