Valore aggiunto. Rockstar bracca da vicino il titolo di DLC definitivo illuminando un percorso che ben pochi publisher potranno permettersi di ignorare. Di certo, è tutto fuorché una scorciatoia. Non si arriva primi al traguardo barando, bensì riscrivendo regole e convenzioni.
E, soprattutto, dando un senso al non indifferente esborso di Microsoft Points.
Calma piatta a ore 17.02. Come ricorderete, l’intelaiatura del single player (già apprezzato nel nostro recente HANDS ON) è solida come una roccia. Nuove soluzioni stilistiche, meccaniche e narrative costituiscono la nervatura d’adamantio di un’opera che apre nuovi sbocchi al digital delivery.
Vuoi vedere che il valore aggiunto preconizzato in apertura è proprio il multiplayer? Se fossimo in voi, piccoli Gerry Scotti col pad in mano, l’accenderemmo. Perché dopo averne soppesate qualità e modalità in quel di Londra, negli studi di Rockstar North, la risposta da dare è davvero semplice ed univoca. Non c’è dubbio, perplessità o aporia che tenga. Se avete amato GTA IV, Lost and Damned è semplicemente indispensabile.
Il gioco, lo ricordiamo per i più distratti, è un’esclusiva Xbox 360. Uscirà il 17/02 solo su Live ad un prezzo di 1600MP. Il corretto funzionamento del prodotto necessita del possesso di GTA IV.
Saranno nove le modalità multiplayer che campeggeranno nel pacchetto finale. Sedici, ovviamente, i giocatori in campo.
Si spazia dal classicismo imperituro (deathmatch, team deathmatch e free mode), per atterrare tra le maglie di novità meno accademiche, perfettamente integrate nella dinamica e nel contesto visivo/scenografico a cui fanno capo e, quel che più conta, dannatamente divertenti.
Cinque sono state oggetto del nostro hands on: vediamole nel dettaglio.
Witness Protection
Si parte subito con il botto. La conferma che quando si ha a disposizione un giocattolo vivo come Liberty City, anche le idee più semplici possono risultare potenzialmente esplosive.
Due squadre: poliziotti contro il peggio del motociclismo coatto locale, i Lost. Nel mezzo, un pullman carico carico di testimoni, da scorazzare tra distretti di polizia, carceri e tribunali.
L’apoteosi del caos strategico. Perché se è vero che le moto dei Lost sono sì più maneggevoli rispetto alle corrispettive presenti in GTA IV, e la potenza di fuoco del nuovo shogun d’assalto è di assoluto rispetto, il pullman in questione è però corazzato all’inverosimile, senza contare che la disparità di peso dei mezzi canonici in campo (auto contro moto).
Se si gioca impersonando i Lost, servono un pizzico d’arguzia e capacità di coordinarsi con il team.
Distrarre le pattuglie, approntare posti di blocco, magari scendendo dalla moto per rubare un paio di autobus di linea con cui occupare la strada, o per soffiare l’auto di pattuglia ad un giocatore poco attento, e seminare il panico all’interno del team nemico, sono pratiche da cui non si può prescindere.
La sagra dell’inganno, il festival delle bassezze. Tutto racchiuso in una semplice modalità. Perché privarsi del piacere di rispondere alle chiamate d’aiuto del giocatore alla guida del pullman, sopraggiungendo con le sirene strillanti di una volante appena rubata? Tranquillo, ti copro io. Sono in squadra con te. Forse.
Own the City
Parola chiave? Il predominio. Due team, più un terzo deputato alla cpu. Si parte da un territorio base per arrivare alla conquista di quelli avversari. Ovviamente con la forza, considerata la scarsa propensione alla diplomazia dei Lost e degli Angel of Death.
Interessante la presenza di bot controllati dalla cpu, che naturalmente faciliteranno il compito di presiedere, proteggendole, le zone conquistate a suon di proiettili. Il volume di fuoco che riescono a sprigionare, però, è di fatto poco più accessorio. E’ necessario quindi rifornirli di ferraglia da combattimento, “prendendo in prestito” uno dei Gun Van stipati di armi presenti nei distretti, parcheggiandolo vicino al punto in cui sostano gli avatar amici. Ovviamente, il focus è sempre rivolto ai sedici giocatori: l’intraprendenza della cpu è ferma ai blocchi di partenza. Dunque utile, in qualche circostanza, ma mai invadente.
Races
Sedici giocatori, sedici moto, un solo obiettivo: vincere. Non importa a quali sotterfugi bisognerà ricorrere, l’importante è passare il traguardo per primi.
Le corse in moto, tra le strade di Liberty, ricordano ancora una volta il lavoro di cesello fatto dai Rockstar North per rendere il controllo dei mostri su due ruote più preciso e galvanizzante. E soprattutto maggiormente differenziato a seconda della tipologia di moto scelta.
Ma il tocco GTA? Eccolo che arriva. Rockstar non perde il gusto per il citazionismo, attingendo questa volta da un passato tinteggiato da pennelli a 16 Bit. Alzi la mano chi si ricorda Road Rush, e il suo spiccato senso civico e sportivo. Premendo i tasti B e X, partono mazzate rispettivamente a sinistra e a destra, all’indirizzo dei malcapitati avversari. Un simpatico omaggio offerto dalla casa, valevole soprattutto nelle concitatissime fasi che seguono la partenza, ma che con un po’ di pratica possono servire per scoraggiare anche qualche sorpasso di troppo.
Il cuore rimane sempre la corsa forsennata, checkpoint dopo checkpoint. Ma, come al solito, le aggiunte Rockstar forniscono pepe ad una portata già abbondantemente speziata, senza snaturarla.
Infine, premendo il tasto Y dopo una rovinosa caduta, si riparte automaticamente -e in sella- dall’ultimo checkpoint attraversato.
Lone Wolf Biker
Semplice, immediato. E quindi, un vero inferno di lamiere e pallettoni. Tutti contro uno. Il classico lupo solitario che scappa dagli altri quindici cacciatori. In moto, in macchina, a piedi. Basta che fugga. Lontano, possibilmente. Una volta braccato, chi lo uccide prende il suo posto. E la battuta di caccia ricomincia tra le strade mai deserte di Liberty City.
Il tutto, ovviamente, è ben lungi dall’essere scontato. Soprattutto per via del divertimento che ne deriva.
Chopper Vs Chopper
Amanti degli eccessi e delle sfide al limite dell’improponibile, questa è ciò che fa per voi.
Elicottero contro moto. Niente di più, niente di meno. Velocità contro potenza di fuoco. Agilità contro ferro pesante. Insomma, uno contro uno. Un duello che sulla carta può apparire quanto mai impari, e che invece confessa una dinamica ingegnosa e soprattutto latrice di una buona dose di grasso divertimento.
L’elicottero giocoforza si avvantaggia della facoltà di coprire distanze enormi in pochi istanti, e di una volume di fuoco che ci piace definire raccapricciante. Pilotarlo però, è tutta un’altra faccenda. Calcolarne peso e velocità, evitando manovre eccessivamente violente per scongiurare eventuali stalli è sì appagante, ma se il vero obiettivo è silurare un motociclista scatenato, che non perde occasione di infilarsi tra gli anfratti di una megalopoli che pullula di vicoli, di ponti, di tunnel, allora il discorso si fa dannatamente più complicato. Arrestarne la corsa verso il checkpoint più vicino non è quindi cosa da poco. Impalato il centauro, i ruoli si invertono.
Sfrecciando (o correndo, se appiedati) tra quelle strade che sanno di piombo, cercando di inanellare quanti più checkpoint possibili prima di rimetterci le penne, la tensione non può che crescere a dismisura. Il rombo del mezzo volante è eccessivo e sopra le righe, al pari del chiasso infernale gridato dalle mitragliatrici. Vedere l’ombra dell’elicottero che si disegna sull’asfalto, sui palazzi, sulle auto parcheggiate si tramuta in brividi di paura scivolanti sulla schiena.
Assolutamente apprezzabili alcune situazioni al limite del grottesco: perdita di controllo, i fili di sostegno di un ponte fanno precipitare il mezzo nel boschetto sottostante, tra due dolci avvallamenti che racchiudono un piccolo stagno. Quanta poesia. Ma il dannatissimo elicottero non ne vuole sapere di rialzarsi. E’ incastrato, il pezzo di ferro! Il motociclista, vola verso il prossimo checkpoint. Poi si ferma. E torna sui suoi passi. Si avvicina. Armato. Ehi, non vale, non ti avvicinare, non posso muovermi! Trivella il finestrino di colpi, sorriso sadico d’ordinanza e fine dei giochi.
Anche questo, è GTA IV: Lost and Damned.
Da segnalare, infine, l’indistruttibilità del velivolo. Nel caso sprofondasse tra le acque che lambiscono la città, la partita semplicemente ricomincerà.
In linea conclusiva, rimane da menzionare la modalità Club Business, esclusa dal press tour cui abbiamo partecipato. Il focus dovrebbe concentrarsi sulla propria crescita all’interno del Lost Club, di cui è possibile divenire il leader portando a termine un numero di missioni superiore rispetto a quanto fatto registrare dagli avversari (doppia natura: tutti contro tutti e team play).
Tanta, tantissima carne al fuoco. Anche il multiplayer di Lost and Damned denuncia una completezza raramente osservata in un DLC. Le modalità implementate sono estremamente divertenti e ben bilanciate, e collidono con la visione “da gang” del gioco in single. E in più, la maggior possibilità di custom degli avatar, le nuove armi, moto, macchine, musiche, rendono l’esperienza assolutamente fresca e per nulla stantia. 1600 MP ben spesi? Senz’ombra di dubbio.