Provato Guardians of Middle-Earth

Un MOBA nella Terra di Mezzo

Provato Guardians of Middle-Earth
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Nell'anno di uscita de Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato al cinema è inevitabile che fiorissero anche i videogiochi tratti dall'opera di Tolkien. I tie-in hanno tranquillamente proliferato anche in anni in cui mancava il traino cinematografico o letterario (vedi La Guerra del Nord di nemmeno dodici mesi fa), quindi non desta particolare stupore vedere alla Gamescom ben tre titoli ambientati nella Terra di Mezzo.
    Il problema risiede semmai nel livello qualitativo di tali produzioni: se Lego Il Signore degli Anelli rilegge la trilogia cinematografica con un pizzico di comicità e una discreta dose epica rispetto ai passati videogiochi a marchio Lego, Riders of Rohan appare come un meschino tentativo di rilanciare un MMORPG palesemente in caduta libera. E Guardians of Middle Earth? L'ultima fatica di Monolith Production (Condemned, FEAR) di sicuro non pecca per originalità e ambizione. L'idea di traghettare il genere popolarissimo su PC dei MOBA (Multiplayer Online Battle Arena), ma praticamente assente su console, è un esperimento che esercita su di noi un certo fascino. A sostegno di tale scelta radicale sta anche l'intento di non rilasciare Guardians of Middle Earth su PC dove avrebbe avuto facile successo, ma solo sugli store digitali di Xbox 360 e Playstation 3 complice un'ottimizzazione attorno ai rispettivi controller tale da rendere impraticabile una successiva traduzione verso mouse e tastiera.
    La data di uscita non è ancora stata annunciata, ma i nostri 5 cent puntano sul mese di Dicembre quando il giorno 14 arriverà nelle sale Lo Hobbit di Peter Jackson.

    Le due(cento) Torri

    Chi scrive deve ammettere di non avere grossa dimestichezza con il genere dei MOBA; tuttavia per una volta l'inesperienza anzichè essere l'anticamera di un articolo sommario e impreciso, rappresenta la condizione perfetta per approcciarsi all'esperienza sbandierata da Monolith Production. Il pubblico console è a digiuno di tale genere e l'appeal irresistibile dei personaggi della Terra di Mezzo è l'occasione ideale per sdoganarlo sulle piattaforme di gioco che dimorano nel nostro salotto. Sebbene Guardians of Middle Earth non contempli minimamente uno story mode da affrontare in single player, nel gioco saranno presenti personaggi ormai arcinoti come Gandalf, Sauron, Gollum, Thráin, Galadriel, così come ambientazioni celebri con un occhio anche ai paesaggi della pellicola de Lo Hobbit. A livello artistico il videogioco non impressiona più di tanto: la mappa da noi testata non solo era immersa completamente nell'oscurità, ma sopratutto era talmente anonima da non comprendere minimamente in quale remoto angolo dell'universo tolkeniano ci si trovava. Speriamo che la versione finale sia in grado di ricreare con maggior vividezza quelle location assaporate nei libri e nei film...
    Il cuore di Guardians of Middle Earth in ogni caso è altrove. Per la precisione nel suo gameplay, di una certa complessità e di una curva di apprendimento alquanto ripida. I giocatori sono suddivisi in due squadre formate da un massimo di cinque persone; una volta iniziata la partita (la cui durata è fissata dall'host oppure assente come nella modalità Elite Battleground) le due squadre iniziano ad avanzare verso la porzione di scenario posseduta dagli avversari. Scopo del gioco è conquistare quante più basi nemiche possibili prima che scada il tempo oppure distruggere in maniera definitiva la torre principale e dichiarare in maniera inequivocabile la propria vittoria.
    I due team rivali sono interamente composti da giocatori umani, ma in mancanza di cinque giocatori per lato si può fare ricorso alla CPU; inoltre la modalità Skirmish prevede scontri tra una squadra di esseri umani e una guidata dall'IA, richiamando a grandi linee un'impostazione cooperativa.

    Dopo l'infornata di informazioni preliminari su Guardians of Middle Earth siamo passati a giocare in prima persona, disputando due partite contro altri giornalisti. Sebbene sia chiaro l'obiettivo assegnato, l'HUD dello schermo è talmente complesso da invocare un costante supporto da parte del team di sviluppo letteralmente subissato di domande da parte dei neofiti giocatori. Il primo monito è gridato a pieni polmoni: "quelli di colore blu sono vostri alleati, quelli di colore giallo i nemici". Già, e quelli di colore rosso? Nemici all'interno del raggio d'azione del giocatore e quindi passibili di una qualche magia o evocazione. Ciascun Guardiano sezionabile possiede quattro abilità uniche, ciascuna assegnata ad un front button differente. Nel nostro hands on ci è capitata l'elfa Galadriel la quale possiede attacchi a medio raggio come un'edera in grado di intrappolare i nemici, uno degli Anelli del Potere capace di stordire quanti si trovano nel suo raggio e un potere che incrementa l'angolo del raggio d'attacco da un parallelepipedo bombato ad un cono di circa 90 %. L'ultimo potere lo si sblocca salendo di livello: si tratta di una mossa curativa la quale ristora un po' di energia dei propri alleati in cambio di un minimo quantitativo della propria. Salendo ulteriormente di livello si possono inoltre potenziare esponenzialmente anche gli altri attacchi, migliorando così la propria potenza magica che comunque si riazzera al termine del match. Il giocatore, infatti, può divertirsi nel menù di customizzazione adoperandosi per selezionare il Guardiano a lui più congeniale, ma all'inizio di ciascun match si ritrova con i propri potere al livello minimo e deve sempre migliorarli sul campo.
    La morte del giocatore non coincide con il suo personale Game Over. Poichè i MOBA privilegiano la cooperazione e il gioco di squadra, ad ogni morte è associato semplicemente un respawn nelle vicinanze della propria torre principale; la sconfitta (del gruppo), come detto poc'anzi, subentra solamente una volta che i nemici hanno messo a ferro e fuoco tutte le nostre basi. C'è da dire comunque che il tempo di respawn in Guardians of Middle Earth aumenta in maniera direttamente proporzionale al tempo trascorso dall'inizio della partita, motivo sufficiente per vendere cara la propria pelle nelle fasi conclusive.
    Con il nostro hands-on abbiamo solo grattato la superficie strategica del videogioco Monolith Production e senz'altro ci sono sfuggiti alcuni dettagli nel corso del nostro playtest. Dopo averlo testato alla Gamescom, però, possiamo affermare che Guardians of Middle Earth è un titolo tanto profondo quanto poco immediato. Le variabili da considerare mentre si gioca sono innumerevoli; l'azione talvolta è stilizzata e determinate informazioni vitali sono diffuse tramite menù piuttosto che rappresentate direttamente in-game; il feeling è piuttosto arido e puntivo nei confronti del giocatore sprovveduto. Se l'impasto ludico risulterà digeribile o meno lo decideremo in fase di recensione...

    Guardians of Middle Earth Guardians of Middle Earth è il videogioco basato sul Signore degli Anelli che non t'aspetti. Non è un action, non è un RTS e nemmeno un gioco di ruolo, ma un MOBA che sta per multiplayer online battle arena. Genere assai popolare su PC, che i ragazzi di Monolith Production vogliono trasportare su console. Il carisma della licenza tolkeniana funge da amo fino a un certo punto, sia perchè le ambientazioni sono ricreate un po' approssimativamente sia perchè il gameplay concede pochi spazi alla contemplazione di location e personaggi (Guardiani). Provato con mano il gioco dimostra sulle prime tutta la sua complessità, ma al trascorrere del tempo di gioco e spronati dagli imprescindibili consigli degli sviluppatori siamo riusciti a padroneggiare le meccaniche di base e abbozzare una strategia di vittoria. Ci occorrono, però, un numero elevato di partite multigiocatore per approfondire interamente le meccaniche e quindi non possiamo far altro che attendere la versione completa per esprimere un giudizio definitivo.

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