Provato Invizimals: The Lost Kingdom

I temibili animaletti di Sony fanno il grande salto e arrivano su PlayStation 3

Provato Invizimals: The Lost Kingdom
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  • PS3
  • Questo è un anno molto importante per Invizimals, il brand di Sony dedicato ai più piccoli che ha esordito nel 2009 su PSP. A fine mese, infatti, gli animaletti anti-Pokémon di PlayStation faranno il grande passo e arriveranno su PsVita, costretti a confrontarsi con una base installata sicuramente meno interessante rispetto a quella del vecchio portatile, ma certi di far bene presso le fasce di giocatori meno smaliziati.
    La notizia bomba per i fan di queste strane creature è però che oltre a "L'Alleanza", capitolo tutto sommato regolare e conservativo, il 31 Ottobre arriverà su PlayStation 3 "Il Regno Scomparso", titolo che scardina le dinamiche classiche della serie per trasformarsi in un action/platform di stampo tradizionale. Si perde la realtà aumentata, quindi, ma si guadagna un mondo tridimensionale completamente esplorabile, ed un gameplay in linea con i classici del genere. In attesa della versione finale, abbiamo messo le mani su uno stralcio giocabile dell'avventura.

    Un piccolo assaggio

    La demo che abbiamo provato era ancora molto acerba, tanto che non includeva neppure i dialoghi a schermo. Nulla sappiamo, dunque, su questo "Regno Scomparso" e su quali siano gli eventi che ci hanno trascinato Hiro, giovane protagonista delle vicende.
    Poco male: non pensiamo che il plot di questo capitolo di Invizimals sia un aspetto fondamentale, e siamo pronti a scommettere che il titolo punterà tutto sul gameplay, che si ispira chiaramente ai platform tridimensionali di una volta. L'attenzione, più che sulle sezioni di salto, è spostata integralmente sul combattimento e sull'esplorazione: entrambe queste fasi vanno affrontate grazie al potere di Hiro, che può assorbire lo spirito degli Invizimals e poi trasformarsi in uno di essi.
    Sono 16 i bestioni in cui potremo tramutarci, ognuno con delle abilità speciali che permettono di esplorare il livello e interagire con gli elementi dello scenario.
    La chiave per proseguire nell'avventura, insomma, è saper scegliere la creatura giusta al momento giusto, così da attivare i meccanismi che costellano l'ambientazione di gioco o superare i molti ostacoli. Trasformandosi in Xiong Mao, un corpulento panda con zanche acuminate, è possibile mettere in moto degli strani ingranaggi che richiedono la sua forza eccezionale. Minotaur, Invizimal taurino, può invece effettuare degli scatti a testa bassa che gli permettono di rompere delle pareti fragili, ma anche di sfuggire facilmente alle trappole ad innesco.
    E poi c'è Ocelot, un felino che riesce ad arrampicarsi sulle pareti rocciose, e l'improbabile Chupacabra (che sembra più una mantide religiosa), in grado di planare e coprire lunghe distanze.
    Nella sezione che abbiamo testato le soluzioni di level design non ci sono sembrate particolarmente articolate: Il Regno Scomparso dimostra di voler "agguantare" un'utenza molto allargata, proponendo una progressione abbastanza lineare e inquadrata. Grazie alla presenza di qualche stanza segreta non mancano gli stimoli, che tuttavia vengono messi in discussione quando si raggiungono le fasi action. Il sistema di combattimento di Invizimals è davvero troppo elementare e ripetitivo: basta un tasto per gestire le combo di base, con cui massacrare i robotici avversari attendendo magari il riempimento della barra della special: un colpo speciale con cui infierire sui nemici. Il vero problema è che in questi momenti il gioco sembra quasi trasformarsi: a dispetto del colpo d'occhio comunque piacevole le animazioni si fanno legnose e scattose, e persino il salto viene disabilitato, costringendo i giovani giocatori a spigiacchiare senza troppa cognizione di causa.
    Sappiamo benissimo quale sia il target di riferimento del titolo, ma confrontando le produzioni dedicate ai più piccoli troviamo l'eccezionale Skylanders che, oltre ad abbracciare la stessa filosofia di fondo di Invizimals, ci sembra molto meglio costruito e ben più divertente.

    La fortuna di questo capitolo del brand Sony (strappato dalle mani di Novarama e consegnato a Magenta Software) dipenderà tutta dalla struttura degli stage e dalla capacità che "Il Regno Scomparso" avrà di mantenere alta la curiosità del giocatore. Speriamo di vedere stage più estesi e magari qualche boss fight in cui combinare i poteri dei 16 bestioni che potremo impersonare.
    Le monete e le gemme da raccogliere fanno pensare infine ad un sistema di potenziamento: forse anche i combattimenti potrebbero diventare più vivaci, una volta sbloccate nuove mosse e abilità. Se così non dovesse essere, Invizimals potrebbe risultare un po' troppo semplicistico, lineare e ripetitivo, adatto solamente ai piccoli fan del brand, magari attirati dalla possibilità di far comunicare la versione Ps3 del gioco con quella PsVita. Anche se non è chiaro il sistema con cui interfacciare i due titoli, sembra che i possessori di PsVita possano usare le proprie bestioline per combattere in battaglie senza quartiere, dove 4 giocatori si confronteranno per determinare chi è il migliore. Le funzionalità Cross-Play includono anche la possibilità di allargare il "parco mostri" di entrambe le versioni semplicemente mettendole in comunicazione. Si tratta di opzioni che andranno provate sul campo: chissà se basteranno per celare, agli occhi dei piccoli fan, alcune delle falle emerse in questo primo contatto con l'edizione Ps3.

    Invizimals: The Lost Kingdom ll Regno Scomparso è il tentativo di sdoganare anche su Home Console un brand da sempre legato all'esperienza portatile ed alla realtà aumentata. Persi questi due “pilastri” della filosofia di Invizimals, il gioco si traveste da action/platform, sfruttando 16 strane bestiole in una progressione che si divide fra combattimenti e sequenze esplorative. Il risultato, al momento, è un'avventura un po' troppo lineare e per certi versi monotona, che nonostante il look colorato e accattivante della grafica non riesce a brillare, soprattutto se confrontata con altri colleghi, ben più divertenti anche agli occhi dei ragazzini.

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