Provato Motorstorm Pacific Rift

Il racing game targato Sony stupisce e diverte

Provato Motorstorm Pacific Rift
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  • PS3
  • Un gameplay che convince

    Sony ci ha gentilmente inviato una nuova demo di Pacific Rift, e nonostante la percentuale di avanzamento sia ancora al 70% le migliore al gioco sono notevoli, inoltre è presente una nuova pista giocabile: Hellfire.
    La demo presenta solo 3 classi di vetture, delle 8 previste nel gioco finale: moto, auto e big foot. La differenza dei modelli di guida di queste tre classi è totale, ed è come avere tre giochi di guida differenti. Il modello è in generale di tipo arcade, ma è impreziosito da una punta di realismo che caratterizza tutti i titoli del genere da una generazione a questa parte. Il peso, le sospensioni e la dinamica dei mezzi non è del tutto irreale, ma segue delle leggi fisiche semplificate atte a far divertire il giocatore senza annoiarlo con un comportamento assolutamente imprevedibile o troppo difficile da gestire.
    Ciascuna delle 8 classi dei mezzi disponibili ha una differente dinamica e guidabilità (sono evidenti le differenze in termini di accelerazione, frenata, manovrabilità e peso) anche se ad essere determinante è la quantità di turbo disponibile. Il boost permette un'ulteriore accelerazione che è opportuno utilizzare al momento giusto, e soprattutto da parzializzare durante la gara.
    Poiché il turbo tende a surriscaldare il motore fino a farlo esplodere, non è possibile guidare “a manetta” per tutta la pista: l'utente sarà quindi costretto a rallentare in alcuni momenti della gara e cercare un modo per raffreddare il motore. Guidare puliti non basta: gli avversari vi raggiungeranno e supereranno. E' fondamentale dunque sfruttare la struttura delle piste cercando i laghetti, i fiumi, le cascate, o gli spruzzatori d'acqua nel tentativo di raffreddare il mezzo e recuperare tutta o parte della barra del turbo: è ovvio che per fare questo dovrete scegliere percorsi alternativi che allungheranno la strada verso il traguardo, o che semplicemente saranno molto più complessi da affrontare. Le moto sono decisamente i nostri mezzi preferiti: leggere, con un'accelerazione fulminante e capaci di spiccare dei salti folli. Hanno anche una dinamica più complessa da gestire, ad esempio dovrete spostare il peso e la posizione del pilota per affrontare correttamente gli atterraggi, pena rovinose cadute. Dovrete anche evitare di frenare di colpo, perchè la moto tenderà ad alzarsi sulla ruota davanti; infinte, attenti anche alle impennate rischierete di cadere di schiena per terra. Essendo un mezzo privo di qualsiasi difesa, sarà necessario evitare l'impatto con quasi tutti gli elementi del fondale: dai pali della luce ai copertoni, dagli alberi ai pezzi di lamiera delle auto incidentate. Ovviamente dovrete stare alla larga il più possibile dai mezzi pesanti, capaci di buttarvi fuori pista o addirittura di schiacciarvi. In più di un occasione finirete per tamponare un big foot, con l'unico risultato di finire gambe all'aria.


    Più classica la guida a bordo delle auto: la quantità di turbo disponibile è ovviamente superiore alle moto, così come la stabilità sul terreno, e i mezzi su 4 ruote avranno la capacità di investire alcuni elementi del fondale distruggendoli, senza interrompere la corsa. Ovviamente le auto risultano meno veloci e poco prestanti in in accelerazione. Sarà più facile atterrare dopo un lungo salto, ma evidentemente minore sarà l'agilità sui terreni fangosi. Sarà possibile però speronare i nemici sui quad o le moto, stando attenti a non farsi massacrare da un big foot. Ancora diversa la guidabilità di questi ultimi, veri e propri giganti: la quantità di turbo sembra quasi illimitata, ma l'accelerazione e la stabilità su quelle enormi 4 ruote è il fattore penalizzante. Investire i quad, le moto e le auto più piccole, facendo i gradassi sulla strada, è il punto di forza di questo mezzo, capace di salti folli seguiti da cadute rovinose, dovute alla difficoltà di gestire così tanto peso. Già dalle sole 3 classi disponibili nella demo, è evidente come Evolution Studios abbia messo tantissima carne al fuoco, e che sia la longevità che la capacità di attrarre i gusti più diversi in termini di stile di guida sembrano fin da ora confermate.

    L'intelligenza artificiale degli avversari appare abbastanza evoluta: essi gareggerano contro di voi, ma anche tra di loro. Non saranno pochi gli incidenti, così come gli errori, compiuti dagli altri piloti. Incidenti che in più di un occasione finiranno per coinvolgere anche il giocatore e rallentare la sua folle corsa. C'è una sola nota dolente: il gioco sembra indulgere un po' troppo nel cosiddetto “effetto elastico”. Anche se rallenterete vistosamente, i piloti avversari vi aspeterrano, sarà così fin troppo facile recuperare terreno, raggiungerli e superarli. Correre a folle velocità, di contro, senza fare un solo errore, non porterà troppi benefici: avrete sempre gli avversari alle calcagna, che tenteranno di superarvi. In un gioco come questo, il design e la varietà delle piste è fondamentale, perchè, insieme alla dinamica dei mezzi, i circuiti sono i protagonisti del gameplay. Sarà fondamentale, per il giudizio finale sul gioco, che Evolution Studios fornisca un buon numero di piste di qualità (ne sono previste 16 in totale) e che alcune di queste siano mediamente più lunghe delle tre piste da noi provate. Del tris proposto nelle demo - composto da Cascade Falls, Hellfire e Raingod Spire (giocabile esclusivamente in split screen per due giocatori)- promuoviamo a pieni voti le prime due. Queste mostrano una struttura ingegnosa, con almeno 4 bivi ed incroci che rendono ogni gara una storia a se. La terza appare invece meno ispirata, con una struttura piuttosto piatta che costringe il giocatore ad una serie continua di lunghi salti e brusche frenate per non cadere nei burroni.

    Motorstorm pacific rift è una gioia per gli occhi

    Grazie alle numerose demo che Sony ha rilasciato in questi mesi, abbiamo potuto apprezzare l'evoluzione tecnica del seguito ufficiale di Motorstorm: Pacific Rift. Ad ogni release il nuovo racing game è migliorato costantemente: dalla fluidità alla quantità di oggetti a schermo, dalla qualità delle texture al sistema particellare. Anche il sistema di ombre dinamiche, il punto più debole della precedenti demo, è stato corretto, ed ora queste sono quasi perfette, seppur un leggero tremolio permanga soprattutto sulle ombre degli oggetti più lontani.
    L'impatto con Motorstorm 2, quindi, colpisce soprattutto dal punto di vista visivo. I modelli poligonali dei mezzi sono dettagliati e resi in modo realistico, grazie all'uso di buone texture, e di ottimi shader per la carrozzeria. I mezzi tenderanno a sporcarsi e danneggiarsi durante la gara, ma l'effetto non è particolarmente rilevante, soprattutto perchè, in seguito ad uno schianto disastroso, il mezzo verrà “resettato” e sia i danni che lo sporco spariranno. A proposito degli incidenti: il motore fisico che gestisce la deformazione della scocca compie un ottimo lavoro, peccato che sia limitato generalmente alla sola parte anteriore del mezzo. Per spettacolarizzare gli impatti, infatti, gli sviluppatori hanno puntato soprattutto sull'esplosione in “mille pezzi” dei nostri mostri da gara, unito al classico effetto “slow motion” tanto caro agli amanti di Burnout. Peccato che questi pezzi non siano molto numerosi e che l'effetto appaia un po' artificioso: come se fosse un modellino, e non auto vera, quella che si distrugge. Gli incidenti non sono esclusivamente una questione coreografica: guidando con la moto o con gli altri mezzi leggeri, dovrete stare attenti ad evitare i pezzi più grossi di lamiera sparsi sul terreno in seguito ad un impatto, perchè potrebbero modificare la vostra traiettoria e mandarvi in fondo ad un burrone. Per quanto potrebbe sembrare un elemento di scarsa importanza, le animazioni dei personaggi (soprattutto dei piloti di motociclette) sono di ottima fattura. Durante la guida il nostro folle alter ego digitale sarà in continuo movimento, cercando l'equilibrio, spostando il corpo per gestire con il peso la dinamica del mezzo in modo fluido e realistico. Questo trasmette un incredibile senso di immedesimazione con il pilota, quando ad esempio lo vedrete sfrecciare a testa bassa, con il corpo schiacciato sul serbatoio, per passare a filo tra due mezzi pesanti, o subito dopo un salto da altezza indicibile, attutire il colpo mettendosi in piedi, per poi ripartire controllando la classica sgasata in accelerazione. A questo si aggiunge un'ottima implementazione del ragdoll (il sistema che gestisce il comportamento di un corpo umano soggetto alle forze della fisica), che restituisce animazioni molto credibili, anche in contesti al limite della fisica. Quando i piloti delle moto si schiantano contro le altre auto o il fondale, le braccia e le gambe non subiscono deformazioni o rotazioni delle giunture innaturali, ed è ottimamente gestito il peso del corpo, il rimbalzo contro gli ostacoli, e l'attrito con il terreno.


    Tutta la fisica di gioco è un inno al realismo votato però alla spettacolarità: la gestione delle sospensioni, gli effetti delle frenate e dell'accelerazione, i contraccolpi in base agli atterraggi sono gestiti perfettamente: il tutto contribuisce a creare una scena viva, con la pista invasa da 15 mezzi, che corrono a folle velocità tra discese mozzafiato e curve ai bordi di un dirupo. Le auto e le moto saltano, frenano di colpo per evitare un impatto o si scontrano clamorosamente nel tentativo di effettuare un sorpasso azzardato, coinvolgendo gli altri mezzi in spettacolari incidenti a catena.

    L'illuminazione è resa ottimamente, così come il passaggio dalle zone d'ombra a quelle di luce; l'engine di gioco si mostra assai versatile e sia in Cascade Falls (ambientata in pieno giorno) che su Hellfire (dove gareggerete all'alba in condizioni di controluce) riesce a restituire un'atmosfera realistica e coinvolgente. La vegetazione è modellata e texturizzata perfettamente e ricopre in modo efficace la geometria delle piste: in particolare su Cascade Falls, ambientata in una forestra tropicale, stupisce la quantità spropositata di alberi, arbusti, erba: in certi punti sfreccerete a mille in una giungla intricata, ed il numero di elementi a schermo vi impedirà di vedere oltre una decina di metri da voi, salvo poi aprirsi su un immensa distesa con in lontananza una splendida cascata.
    Su Hellfire, di contro, non è la vegetazione protagonista, ma gli effetti delle rocce e lava incandescente. L'illuminazione, un controluce accecante, è resa ottimamente, ed unita alla qualità degli shader della lava, riproduce un panorama unico nel mondo delle piste videoludiche. Il terreno è reso splendidamente grazie all'uso sapiente di normal map e texture in alta definizione. Eccellente anche la draw distance: l'engine del gioco è capace di disegnare paesaggi incredibilmente estesi, ricchi di dettagli e, durante i replay, dal realismo mozzafiato.
    Gli sviluppatori, infine, hanno completamente riscritto l'algoritmo del motion blur. Il risultato è nettamente superiore a qualsiasi altro gioco di guida presente sul mercato: il senso di velocità e la spettacolarità del quadro generale sono di altissimo livello.

    I difetti tecnici ancora presenti nella demo (che riporta un 70% di completamento) sono pochi. Si nota un leggero pop in di alcuni elementi del fondale (cespugli che compaiono improvvisamente, oppure le versioni ad alta definizione di alcuni alberi che sostituiscono all'improvviso quelle in bassa definzione). Anche la risoluzione di alcune delle normal map non è altissima, e alcuni elementi del fondale restano spigolosi. Infine, poco convincente il moto creato dalle auto quando attraversano le superfici d'acqua: funziona bene quando si passa a tutta velocità, mostra tutti i suoi limiti quando si passa lentamente, o quando, precipitando da un burrone, si finisce nel mare.

    Motorstorm Pacific Rift Questa ennesima demo rilasciata dagli sviluppatori corregge molti dei difetti grafici che affliggevano il gioco in precedenza, portandolo su livelli tecnici artistici di eccellenza pura, e mostrando la potenza e la versatilità dell'hardare Sony. Più importante di tutto, Pacifc Rift si conferma divertente, appassionate ed adrenalinico. Gli unici dubbi riguardano la longevità, legata soprattutto alla qualità dei circuiti. Due su tre sono assolutamente fenomenali, mentre uno, Raingod Spire, ci ha lasciati un po' interdetti: non resta dunque che aspettare il gioco completo, anche se, la speranza di avere un piccolo capolavoro arcade tra le mani, c'è tutta.

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