Red Dead Redemption: la prova del multiplayer

Provato il multiplayer negli studi Rockstar London

Red Dead Redemption: la prova del multiplayer
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • PS4
  • Switch
  • PS4 Pro
  • Red Dead Redemption e il multiplayer. Dopo i fasti della modalità multigiocatore di GTA IV (e relative espansioni) non potevamo che attenderci da Rockstar qualcosa di altrettanto speciale. Qualcosa che si inserisse, senza forzature, costrizioni o contraddizioni tematiche, all'interno del climax da frontiera che si respira in ogni angolo del single player. Qualcosa che si crogiolasse nello spirito di un claudicante West, senza perderne di vista l'immensa superficie calpestabile. Quello sconfinato spazio senza tempo, parcheggiato fra il nulla e l'addio, e schiantato, crepato, corrotto dalle piaghe di un sole implacabile. Eppure vivo, coi suoi animali a due e quattro zampe. Fra questi, i sopravvissuti di un'epoca sfiancata e stanca, quelli che ci credono ancora, nel caro vecchio West. Quelli col ferro sempre caldo e fumante. Dannati pistoleri.
    Torniamo dalla sede londinese di Rockstar con la consapevolezza che la casa degli Houser non ha proprio in scaletta di disattendere le aspettative. Mai.
    Torniamo con una manciata di informazioni: fino a sedici giocatori contemporaneamente (con la possibilità di creare e "coordinare" mini gang da otto giocatori), modalità di gioco storiche perfettamente sviluppate ed inserire nel contesto di gioco (deathmatch, capture the flag), e tanto, tanto divertimento stampato sul volto.
    Torniamo sapendo soprattutto che l'autentica perla del versante multiplayer, l'inatteso Free Roam, vale da solo l'intero prezzo del biglietto. Un biglietto da conservare gelosamente fino al prossimo 21 Maggio. Manca poco, rinfoderate pure la pistola.

    Il cavaliere pallido? Avrà pochi punti EXP

    Come ricordato nell'articolo, qualsiasi sia la nostra condotta di gioco, e qualsivoglia siano le sfide che intraprendiamo, il livello di esperienza aumenta. I benefici di una tale crescita sono ravvisabili -e spendibili- solamente entro i confini del Free Roam. Una scelta democratica che condiviamo appieno.

    Il Dead Eye è ovviamente parte integrante del gameplay, e quindi anche del multiplayer. Non rallenta il tempo, com'era logico attendersi, ma permette comunque di infilare nel corpo del macalpitato avversario fino a sei confetti di piombo rovente.

    Free Roam

    Free Roam incarna lo spirito stesso di Red Dead Redemption, declinandolo in chiave multigiocatore. In sostanza Rockstar mette a disposizione degl'avventurieri dell'online il substrato ambientale ammirato nel single player, defraudandolo solo della storia di Marston e soci. Tutto il resto, c'è. Un ambiente sconfinato, punteggiato di vita animale, di sobborghi da visitare, di cose da fare. Ma questa volta in compagnia. Rivivendo per esempio in prima persona lo spirito delle bande che imperversavano a quei tempi. O, perché no, quell'inestricabile misantropia che faceva di Eastwood un modello irresistibile di cavaliere solitario.
    Come detto, sedici i giocatori previsti contemporaneamente, con la succosa possibilità di creare team composti da otto compari. Lo spettro delle soluzioni ludiche, delle possibilità di gioco si amplia di pari passo con l'aumento del livello di esperienza (cinquanta i livelli previsti). Un processo di upgrade che interessa in primis le armi così come il proprio cavallo, ma che sconfina anche nella varietà delle sfide e modalità di gioco proposte. O nello sblocco di nuovi personaggi.
    Coordinarsi, magari per un assalto mirato ad un fortino, o all'accampamento di un gruppo di nemici -guidati dalla cpu- particolarmente danarosi (come è successo ad Everyeye.it durante l'hands on), è sicuramente utile, ma di certo non fondamentale. Tutto contribuisce ad aumentare il livello di esperienza: scontri a fuoco con gli agenti "federali", con le milizie messicane, assalti a diligenze, villaggi, rapine; ma anche azioni meno indecorose, magari come cacciatori di taglie, o al servizio dei vari sceriffi; senza contare le sfide create ad hoc, come la caccia grossa, la corse coi cavalli, il recupero di erbe preziose -magari nei pressi delle tane di animali feroci- o di tesori nascosti chissà dove. Centinaia di attività disseminate via via sulla mappa di gioco, il cui tasso di sfida o di articolazione aumenta con l'incremento del proprio livello personale. Esattamente come nel single player, non mancano poi gli eventi procedurali, che stemperano il ritmo di gioco, rendendo ogni partita diversa dalle altre.
    In un certo senso, quindi, l'introduzione di una opzione tanto vasta come il Free Roam rende accessibile l'offerta multigiocatore anche ai poco avvezzi ai classici Deathmatch, Team Deathmatch e Capture the flag (in questo caso, Bag), che come dicevamo in apertura saranno comunque presenti, per nostra fortuna.
    Gli scontri che affrontiamo nelle cittadine di Chuparosa e Armadillo ricalcano i dettami del genere, e si beano del sistema di interazione che permette di sfruttare a dovere ogni punto della mappa. Dai tetti, ai muri di cinta, fin dentro le più piccole coperture di fortuna con cui bisogna arrabattarsi per non lasciarci la pelle. Come ricordato dagli sviluppatori, la scelta delle armi -intercambiabili al volo, ovviamente- è di primaria importanza, soprattutto perché ognuna è figlia dell'approccio con cui si vuole affrontare il gioco. Ancor più che altrove, leggere bene la differenza fra un'arma e l'altra si rivela basilare, soprattutto contando i tempi di ricarica piuttosto dilatati, così come la scarsa precisione di fondo (sono armi di cent'anni fa, alla fin fine).
    Altro giro, altra modalità. Gold Rush. Recuperare dei sacchetti zeppi d'oro -massimo due per volta- e portarli al sicuro in apposite casse poste ai margini delle varie mappe. In sintesi, una modalità devastante sotto il profilo ricreativo. Perché freddare un compagno, alle spalle, poiché rallentato dal peso del bottino non ha davvero prezzo. La disposizione dei sacchetti è congeniale agli scontri: allocati solitamente nei posti più sgombri, imbeccano a volontà viscide azioni di sciacallaggio.
    Gang Match è la modalità che preferiamo. Due basi contrapposte, uno spazio immane in mezzo. Colline e pareti rocciose a delineare lo sfondo. Si parte, si recupera una borsa che vale una vita all'interno della roccaforte avversaria, e si torna di filata tra le mura amiche. Sulla carta, tutto piuttosto convenzionale. Non fosse per la presenza, in un punto strategico, di un cannone devastante e dalla gittata enorme, e delle torrette con tanto di gatling disseminate lungo la possibile via, sarebbe quasi una passeggiata di salute sotto il cielo arido del buon vecchio West.
    Infine, poteva mancare il tocco Rockstar? Assolutamente no. Ecco quindi un classico dell'iconografia western: il duello. Prima di ogni sfida. Vince e acchiappa il malloppo -solitamente un bonus da rispendere nel corso di una partita multigiocatore- chi rimane in piedi. Un must per ogni amante del gioco sporco come chi vi scrive.

    Red Dead Redemption Anche il versante multiplayer di Red Dead Redemption conferma in pieno le potenzialità di un'opera che davvero si candida a divenire IL capolavoro per antonomasia di casa Rockstar. Il fronte cosmetico, inoltre, non pare risentirne, conservando in pieno la freschezza che il motore Rage garantisce nel single player. Ora, altro non resta da fare se non attenderne la recensione. Quanto manca al 21 Maggio?

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