Resident Evil 6: il sesto incubo di Capcom provato con mano

Provata la nuova avventura di Leon Kennedy

Resident Evil 6: il sesto incubo di Capcom provato con mano
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Resident Evil 6 è sicuramente uno dei titoli più attesi dal grande pubblico videoludico. La recente anticipazione della data d'uscita (dal 20 novembre al 2 ottobre 2012) fa ben sperare per uno sviluppo rapido e senza intralci, grazie anche alle costanti news e video pubblicati da Capcom, che tengono acceso l'interesse dei giocatori e degli appassionati. La software house nipponica ha tenuto una dimostrazione a porte chiuse per spiegare una delle principali novità della campagna: il multiplayer cooperativo fino a 4 giocatori. Everyeye non poteva mancare ad un appuntamento così importante.

    Brevemente, l'executive producer del gioco, Hiroyuki Kobayashi, spiega che l'avventura principale è divisa in tre campagne, giocabili tutte in coppia. In alcuni precisi momenti però, due delle storie si incroceranno, permettendo ai protagonisti di entrare in crossover e iniziare una partita cooperativa fino a 4 giocatori in contemporanea. Una volta raggiunto il momento del crossover, sarà possibile scegliere se collegarsi o meno alla rete per affrontare insieme ad un massimo di altre due persone una parte dell'avventura.

    Evil Co-op

    La demo infatti si apre con Leon e Helena che cercano di scappare dalla devastane epidemia di zombi che ha colpito la cittadina di Tall Oaks e casualmente incontrano Sherry e Jake Muller, che si stanno allontanando dalla direzione opposta. Dopo uno scambio di battute poco ispirate entra in scena Ustanak, il terribile mostro mutante che non lascia scampo al figlio di Albert Wesker, ricordando nell'atteggiamento Nemesis di Resident Evil 3. Con un attacco improvviso imprigiona proprio lo sfortunato Jake all'interno di una bara metallica impiantatagli dietro la schiena, mentre Leon, Helena e Sherry si preparano a combattere insieme per non soccombere.

    L'intera area per fortuna è disseminata di casse e barili contenenti preziose munizioni ed erbe mediche, selezionabili all'istante grazie ad un comodo menù interattivo nella parte inferiore destra dello schermo. In questo modo, se si è a corto di proiettili o salute, è sempre possibile recuperarne una piccola quantità. Se anche dovesse sopraggiungere la morte di uno o più giocatori, comunque, l'ultimo in vita avrà il dono di resuscitare i compagni caduti.
    Ustanak è spietato e brutale: il suo braccio metallico è velocissimo e infligge danni consistenti. Poche sono le occasioni che permettono al team di attaccare massivamente, ma quando Jake riesce finalmente a liberarsi dalla mortale trappola che lo costringeva inerme sulla schiena del mostro, le carte in tavola cambiano drasticamente. Adesso il mostro è costretto a difendersi da quattro attacchi contemporanei e lo fa caricando a testa bassa. Come nelle più classiche boss-fight alla Resident Evil, anche in questo sesto capitolo è possibile sfruttare l'ambiente circostante quel tanto che basta per danneggiare il proprio avversario, riducendolo in fin di vita. Dopo l'esplosione di un barile pieno di liquido infiammabile, infatti, Ustanak decide di scappare, rimandando lo scontro decisivo.
    La cooperativa online funziona ed ogni giocatore può fare la sua parte per risultare determinante durante i combattimenti. Data la natura action survival-horror del titolo, Kobayashi assicura che non ci sarà necessità di matchmaking e qualsiasi persona potrà ospitare chi preferisce, con la possibilità di attivare la chat vocale in-game. La fluidità generale dell'azione lascia ben sperare, anche se purtroppo il dettaglio grafico generale non raggiunge i livelli sperati. Molte superfici ambientali sono povere di textures e i modelli poligonali mostrano qualche piccola lacuna. Permane in ogni caso una latente sensazione di dubbio, sull’utilità generale della nuova modalità: era proprio necessario aggiungere la co-op a 4 giocatori? L'idea dei crossover tra le trame principali è senza dubbio intrigante, ma non rischia di diminuire (ancora di più) l'immagine di survival-horror che Capcom vuole così disperatamente rilanciare? Solo il tempo potrà darci una risposta.

    Racoon City 2 (hands-on Xbox 360)

    Una volta usciti dalla sala privata abbiamo avuto il piacere di provare con mano una demo dell'avventura di Leon Kennedy, durante la quale il protagonista di RE2 sembra ripercorrere gli incubi di Racoon City che aveva così difficilmente cercato di dimenticare. Everyeye ci teneva moltissimo a provare con mano il nuovo capitolo della saga, per fugare le paure dei comandi non altezza o un sistema di mira inadeguato rispetto ai più canonici TPS. Per fortuna tutti i nostri dubbi sono stati diradati: pad alla mano Leon risponde precisamente ad ogni comando impartitogli, abbandonando quella fastidiosa sensazione di "legnosità" che affliggeva Chris Redfield nel quinto episodio. I movimenti sono rapidi e fluidi e la corsa sarà finalmente automatica (anche se in alcuni momenti si potrà solo camminare). Nella demo testata Leon aveva un piccolo auricolare munito di torcia, che aiutava il già eccellente sistema di mira, illuminando i bersagli e aumentando così la precisione di fuoco. Anche il sistema di collisioni funziona, soprattutto durante il combattimento ravvicinato. Peccato che quest'ultimo sia ancora molto scriptato e spesso sembra quasi rendere troppo semplice l'eliminazione dei nemici più vicini con un calcio ben assestato o una gomitata. L'idea di far impugnare due pistole al protagonista è ottima se si pensa alla quantità di zombi famelici che incontreremo durante alcune fasi di gioco; certo alcuni potrebbero pensare ad un ulteriore snaturamento del prodotto (Leon con due pistole ricorda in effetti un Max Payne d'altri tempi), ma a questo punto dello sviluppo, soprattutto quando i progetti di Capcom sono così lampanti, ci sembra del tutto irrilevante portare avanti una critica del genere. Ciò che colpisce è la drammaticità (almeno nella storyline di Leon Kennedy) costante e perfettamente ricreata che pervade Tall Oaks e i suoi pochi sopravvissuti. Si percepisce l'abbandono frettoloso, la disperazione e l'incredulo spavento ovunque si posino gli occhi. Gli schizzi di sangue su una torta di compleanno, cadaveri nelle strade, edifici in fiamme, tutto accaduto in poche ore. "No hope Left" è lo slogan perfetto per un gioco che ha come obiettivo proprio questo: far comprendere a chi gioca che la civiltà come la conosciamo è piombata in un incubo senza apparente via d'uscita.

    Resident Evil 6 Ciò che Capcom ha presentato a porte chiuse ci ha convinto, ma solo in parte. La cooperativa a 4 giocatori è tecnicamente solida, non presentando cali di frame-rate o rallentamenti durante l'azione di gioco: ma non è quella la novità che aspettavamo. Il single-player di Leon Kennedy rassicura i fan più disillusi, riconsiderando le atmosfere horror che hanno fatto la storia del brand, ma portandole ad un livello più alto, dove l'infezione su scala mondiale gioca un ruolo fondamentale sull'emotività del giocatore. Chiaramente Resident Evil 6 è un titolo ancora in fase di lavorazione, con alcune lacune tecniche minori che -speriamo- siano risolte in tempo per la data di uscita ufficiale. Permangono alcuni dubbi sulla trama principale, sulla durata dell'avventura e su un possibile multiplayer competitivo, ma gli sviluppatori non hanno fornito alcuna informazione al riguardo.

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