Provato Shank

Un Beat'em Up a scorrimento pensato per il mercato del Digital Delivery

Provato Shank
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Il mercato del digital delivery è (forse) destinato a sostituire negli anni quello tradizionale. Ne sono consapevoli ormai le grandi case di produzione, che hanno già cominciato a guardare con più di un occhio di riguardo ai floridi cataloghi digitali, quelli rappresentati, adesso su console, da Xbox Live Arcade, PlayStation Network e WiiWare. Electronic Arts, sempre più in espansione in questa industria, non poteva certo mancare all’appello e lo fa con uno stilosissimo prodotto, realizzato dallo studio di Vancouver di Klei Entertainment già padre di N+ e Eets: Chowdown su XBLA, che non si proporrà magari come l’innovazione dell’epoca, ma di certo accenderà una fiammella piuttosto ardita nei cuori dei vecchi gamer nostalgici.

    Violenza, violenza e ancora...violenza!

    Shank è infatti un normalissimo beat'em up bidimensionale a scorrimento orizzontale che ricorda moltissimo, per fisionomia ludica, lo storico Double Dragon, anch’esso peraltro già disponibile sul catalogo elettronico di Xbox Live Arcade. Il giocatore viene messo nei panni di un protagonista dall’aspetto poco raccomandabile e armato tutto d’un pezzo. Prerogativa di questa piccola produzione sarà quella di immergere l’utente in una struttura ludica tutto sommato semplice, che faccia prevalere l’immediatezza in primis, accompagnandola poi da quella profondità, come nel celebre capolavoro Taito, che i più avvezzi al genere sapranno certamente cogliere in pieno.

    È chiaro come una impostazione evidentemente omaggiante al famoso videogioco giapponese rischi di essere un’arma a doppio taglio, considerato che le angherie del tempo si fanno sentire anche per i migliori e presentarsi nel 2010 come un titolo vecchio più di vent’anni è un rischio che non andrebbe corso. E che gli sviluppatori canadesi non vogliono effettivamente correre. Quindi, non temete di riscontrare animazioni legnose o uno schema di controlli fin troppo complicato. Tutto quello che fa Shank è ereditare dal passato solo lo stile che fece la fortuna delle produzioni dei primi anni ’90, arricchendolo però delle meraviglie donate dalle tecnologie attuali. Ed ecco allora che fanno la loro comparsa animazioni curate al millimetro, mai legnose e talmente fluide da risultare un piacere agli occhi sugli schermi in alta definizione. Il gameplay mira invece a rendere l’azione veloce, mai interrotta da tentennamenti vari tipici di videogiochi d’epoca. L’arsenale del protagonista è il perfetto esempio di questa filosofia. Il vostro alter-ego sarà infatti equipaggiato da diverse tipologie di armi, ognuna totalmente indipendente dall’altra, in maniera tale da dare al giocatore la completa libertà su come combattere il nemico di turno; potrete scegliere se utilizzare il corpo a corpo o una coppia di pistole, una motosega o le care vecchie "prese". Un intelligente utilizzo dei pulsanti del pad assegna ad ogni front button una tipologia di attacco, ed utilizza un paio di dorsali per le tecniche di lotta ed il lancio di granate. Combinando tutte le mosse a disposizione del protagonista è possibile esibirsi in una serie di combinazioni totalmente personalizzate. Sperimentare uccisioni creative è abbastanza divertente, ed in alcuni casi le possibilità riescono a stupire. Se proprio volete fare le cose in grande potrete anche sfruttare l’ambiente (nei limiti concessi, però) per l’uccisione degli avversari. Oltre ai classici combattimenti, il giocatore sarà comunque impegnato nei “compiti” sempre assegnati dai giochi del. Gli stage saranno quindi arricchiti da fasi di platforming puro, anche se mai particolarmente approfondito, con scalate e salti nel vuoto chiamati a sottolinearela bontà del level design. Notevoli gli scontri con i boss, che godono per altro di un'ottima caratterizzazione. Sfruttando le doti acrobatiche del protagonista o gli spunti offerti dal setting, è necessario analizzare bene le routine comportamentali degli avversari, per avere la meglio su questi grossi bestioni decisamente aggressivi.

    A far da sfondo a queste violente sezioni di gioco interviene naturalmente un background allineato alla direzione artistica, con tanto di sceneggiatura scritta da Marianne Krawczyk, creatrice originale del Kratos protagonista della nota serie d’azione Sony di God of War. L’obiettivo, spiegano gli sviluppatori, non è solo quello di realizzare un piccolo tributo ai giochi di un tempo, ma accompagnarlo anche con una storia viva, interessante e che tenga incollato il giocatore allo schermo fino alle battute finali. In sostanza, si può considerare questo Shank come una sorta di graphic novel in movimento, come testimoniato dallo stile visivo utilizzato, che ricorda appunto quello sfruttato praticamente da sempre dal mercato fumettistico. A completare il cerchio, una sana dose di violenza come non si vedeva da tempo, piuttosto simile, artisticamente, al Fat Princess di Sony, pubblicato sul PS Store sul finire della scorsa estate con sangue sgorgante a litri dai corpi delle malcapitate vittime.

    Shank Previsto per la prossima estate sulle piattaforme digitali di PC, PlayStation 3 e Xbox 360, Shank promette di essere un piccolo prodotto davvero molto interessante. Si pone come un tributo ben fatto ai platform 2D a scorrimento orizzontale di un tempo (omaggia in particolare il Double Dragon di Taito) estraendo da questi le migliori caratteristiche da combinare poi con le giuste possibilità offerte dalle tecniche moderne. Il risultato è quindi un videogioco puro nel senso del termine, con tanto di sceneggiatura scritta dalla mamma originale di un certo Kratos e uno stile visivo che farà impazzire di gioia le vostre pupille. Se gli sviluppatori non perderanno quanto di buono fatto fino ad ora, è probabile che Shank diventi uno dei migliori titoli in DD dell'ultimo periodo.

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