Provato The Legend of Zelda: A Link to the Past 2

Provato con mano un dungeon del seguito di A Link to the Past

Provato The Legend of Zelda: A Link to the Past 2
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Disponibile per
  • 3DS
  • Ai fan Nintendo é richiesta un'enorme pazienza. Non si spiega altrimenti come possano continuare a sostenere una compagnia che aspetta decenni per mettersi al lavoro su un seguito tanto richiesto come Punch Out Wii o New Super Mario Bros per Nintendo DS, oppure diversi lustri rielaborare un concept ludico profondamente apprezzato.
    Con il pensionamento del Game Boy Advance sembravano in procinto di andare in pensione anche gli Zelda bidimensionali: nessun terzo Oracle, nessuna ulteriore collaborazione Capcom-Nintendo, nessuna speranza di rivivere le atmosfere di A Link to the Past.
    Ecco appunto...con una mossa a sorpresa da software house navigata, in coda all'ultimo Nintendo Direct é stato proprio annunciato un nuovo episodio dell'action RPG dal nome in codice inequivocabile The Legend of Zelda: A Link to the Past 2.
    Non é affatto un caso, ma una precisa volontá dello staff di Eiji Aonuma. La demo da noi recentemente testata lo ha confermato pienamente...

    Nuovo e vecchio

    Durante il Nintendo Direct Satoru Shibata, Presidente di Nintendo of Europe, ha parlato di The Legend of Zelda: A Link to the Past 2 come un titolo ambientato nel mondo dell' (unico) episodio zeldiano visto su Super Nintendo e molti anni dopo sotto forma di remake su Game Boy Advance. Cosa significa questo? E' difficile dirlo con esattezza: l'avventura per il portatile a due schermi vanterà una una linea narrativa inedita, anche se siamo sicuri che tutto comincerà con il rapimento di Zelda e avrà fine solo dopo aver raccolto i tre frammenti della Triforza.
    Piuttosto avrà un numero imprecisato di dungeon costruiti per l'occasione, ma anche qui il labirinto a 13 piani protagonista della demo da noi provata aveva un'aria familiare. Una veloce ricerchina su internet e i ricordi d'inizio anni '90 ritornano prepotentemente: è pressapoco la Torre di Hera versione 2013, ziggurat sul cucuzzolo della montagna, dominatrice guarda caso dell'ultima parte di A Link to the Past.
    E chi troviamo sulla sua sommità? Molgrom, vermone giallagnolo già signore del dungeon su SNES, del quale si può esigere la morte solo punzecchiando a più riprese l'estremità della sua coda, avendo estrema cura a non avvicinarsi troppo al bordo del teatro di scontro pena la caduta al piano di sotto. Tutto proprio come sul 16 bit Nintendo...
    La casa di Kyoto dimostra ancora una volta la propria arguzia e furbizia: citando a più riprese i classici della compagnia e aggiornando i concept alle richieste dei giocatori odierni, ottengono un titolo capace di entusiasmare l'intera gamma di appassionati. A Link to the Past 2 non sfugge a questa regola e promette un nostalgico tuffo nel passato specie per i videogiocatori di vecchia data...

    Kotaku confronta i dintorni delle case di Link: A Link to the Past 2 (3DS, 2013) a sinistra e A Link to the Past (SNES, 1991) a destra. Gradevole citazione o uguaglianza spiccicata?

    Un gameplay insospettabilmente fresco...

    La demo confezionata da Nintendo per presentare il gioco alla stampa specializzata è alquanto grezza. Nessuna schermata di avvio, nessun tutorial, nessun logo successivo alla sconfitta del boss. In effetti ancora abbiamo dei dubbi sul nome definitivo del gioco e su chi lo stia materialmente sviluppando, ma conosciamo l'abitudine della casa di Mario a fare la vaga e la misteriosa specie ad annuncio ancora caldo!
    Avviamo la demo e ci troviamo al piano zero dell'austera torre. Ripassiamo per prima cosa i controlli: Link mena fendenti con la spada attraverso B (sword beam incluso), si difende con lo scudo tenendo premuto il dorsale L, scocca frecce con X e percuote il suolo attraverso il martello via Y. L'azione di gioco è visualizzata esclusivamente sullo schermo superiore: scordatevi l'interazione totale via pennino come in Phantom Hourglass, salutate un uso più discreto dei due schermi in cui ci si può appellare allo schermo inferiore per consultare la mappa, trafficare nell'Inventario oppure modificare al volo il set di comandi. Soluzione scarsamente innovativa, ma in fin dei conti funzionale.

    Già nella prima stanza abbiamo l'opportunità di sperimentare le annunciate novità al gameplay: l'uso estensivo del martello per interagire con simpatici trampolini e la possibilità di rendere Link sottile come un foglio di carta e muoversi sui muri del dungeon. Il primo utensile al momento torna utile per schiacciare a terra alcune molle, che una volta sprigionata la loro energia cinetica sopperiscono all'inabilità dell'elfetto verde in materia di salto; in questo modo si possono raggiungere tanto dislivelli nella stanza, quanto macinare piani su piani del dungeon. Più in là nel dungeon il martello tornerà utile per frantumare il pavimento sottostante e interagire tra piani diversi.
    Tuttavia è l'inedita abilità di appiattirsi come un foglio di carta e camminare sui muri ad averci strappato un sincero applauso. Ancora una volta i game designer di Nintendo se ne sono usciti con un idea semplice ma efficace: Link in versione dipinto dell'Antico Egitto è in grado di raggiungere punti della stanza altrimenti inaccessibili, appiattirsi per evitare ostacoli mortali, sfruttare piattaforme semoventi su e giù per salire al piano superiore e chissà cos'altro si saranno inventati in quel di Kyoto.
    In parole povere, se sulle prime A Link to the Past 2 sembra destinato solamente a rinverdire i fasti innegabilmente datati del The Legend of Zelda uscito su SNES, alla prova con mano notiamo la ferrea volontà di introdurre meccaniche originali e coraggiose.

    Piatto o profondo?

    Non tutti sembrano aver apprezzato il comparto grafico di The Legend of Zelda: A Link to the Past 2. I più recenti episodi su Wii e Nintendo DS avevano adottato uno stile cartoonesco sì, ma anche ricco di dettagli e qualche accenno realistico; per questo ritrovare una visuale a volo d'uccello, in cui di Link si intravede appena il cappuccio verde, può far storcere il naso a molti.
    Eppure la grafica stilizzata di A Link to the Past 2 troverà validi sostenitori in chi saprà riconoscere le tinte cromatiche e il design dei nemici dell'originale per SNES, ricreato con amorevole cura nonostante la scelta dell'engine tridimensionale. Solo chi avrà giocato l'RPG 16 bit saprà riconoscere le raffinate citazioni nell'animazione di Link che cade da un piano verso quello inferiore e il modo in cui il suo corpo ruota su sé stesso come manipolato dal Mode-7.
    La stereoscopia è debole come in molti titoli per Nintendo 3DS: gli effetti tridimensionali sono sì gradevoli, ma non aggiungono sostanza all'azione di gioco.
    Dopo aver affrontato appena un dungeon non possiamo certo sbilanciarci sul sonoro. Per il momento è sufficiente dire che i jingle zeldiani sono già implementati e i fan della serie si ritroveranno immediatamente a casa!

    The Legend of Zelda: A Link Between Worlds Stimiamo Nintendo da sempre per la maniera con cui sa stupirci reinventando i propri classici videoludici. E' notizia di questa settimana il ritorno degli Zelda a volo d'uccello con The Legend of Zelda: A Link to the Past 2. Anche se il nome in codice non è ancora definitivo, la sostanza è quella: un seguito del capolavoro a 16 bit, al quale guarda con rispetto, ammirazione e una corposa dose di citazionismo. Mentre tutto tace in merito alla storyline, alla probabile interazione con il tempo di gioco come avveniva nel prequel, abbiamo saggiato le meccaniche inedite quali il martello, ma sopratutto la facoltà di Link di appiattirsi come un foglio di carta e muoversi lungo i muri dei dungeon. Il mix di vecchio e nuovo che va creandosi è il cuore del primo Zelda per Nintendo 3DS, un videogioco del quale non vediamo l'ora di saperne di più...

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