Trials Evolution: provate le spericolate acrobazie di RedLynx

Motocross e fisica

Trials Evolution: provate le spericolate acrobazie di RedLynx
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • Pc
  • In una generazione sempre meno avezza all'esplorare la creatività dei team di sviluppo meno blasonati si sente spesso il bisogno di ricorrere ai Digital Delivery per veicolare prodotti nuovi, freschi ed in grado d'intrattenere genuinamente il videoplayer. Ne è esempio lampante Trials HD, Live Arcade dedicato alla parte freestyle del Motocross che per mezzo di un'accurato impianto di gestione della fisica (di motocicletta e collisioni) ha letteralmente incantato mezzo mondo.
    Ma RedLynx non sembra aver esaurito le sorprese con il primo capitolo: questo 18 Aprile è infatti in arrivo un "seguito", battezzato Trials Evolution. Come il nome stesso suggerisce si tratta di un'evoluzione vera e propria, che dovrebbe essere in grado di limare tutte quelle asperità sottolineate soprattutto dal lungo stuolo di fan che la produzione ha saputo conquistare al suo debutto. Everyeye.it, grazie ad un codice ancora non completo giunto in redazione, ha provato a dare un'occhiata da vicino alle game modes principali ed al gameplay, per vedere se in effetti ogni promessa è stata rispettata.

    Virtuosismi esagerati

    Chi non conosce Trials HD corra immediatamente ai ripari: spulciando il catalogo del Marketplace o di Steam è possibile recuperare ad un prezzo interessante uno dei più assuefacenti arcade degli ultimi anni. Compito del giocatore è sempre quello di affrontare improbabili percorsi a bordo di una moto da Trial, arrampicandosi su strutture intricatissime fra salti, rampe e pericoli di ogni tipo. Il gioco è interamente basato sulla gestione delle routine fisiche: oltre all'acceleratore ed al freno, la leva analogica serve per inclinare il pilota, e cercare così di controllare gli impatti col terreno. Aprendo a manetta la leva del gas si deve anche cercare di gestire la trazione posteriore, che spesso produce pericolosissime impennate, dannose più che mai per l'integrità del pilota. Pochi percorsi bastano per metabolizzare il gameplay minimale, tutto giocato su rapidi tocchi dello stick, abilità millimetrica nell'interpretare le collisioni, ed una meticolosa parzializzazione del gas. Da qui, comincia però una costante lotta con se stessi, che ci porta a giocare e rigiocare gli stessi tracciati, per esibirci in un rarissimo perfect run e ottenere tempi quantomeno dignitosi.

    "Trials Evolution ha l'aria di un “tutto quello che Trials HD doveva essere” condensato nell’ennesimo Live Arcade di successo."

    Trials HD è insomma un titolo avvolgente come pochi, adattissimo a partite rapide e sempre stimolante, ed il futuro Evolution recupera con successo questa formula già rodata. Quello che la nuova iterazione del brand si prefigge di risolvere è la sensazione di ripetitività che nasceva dopo aver affrontato un cospicuo numero di piste. La varietà non era certo il fiore all'occhiello del prodotto, ma stavolta il team di sviluppo ha lavorato attentamente per evitare che noia e monotonia possano prendere il sopravvento. Invece di una serie progressiva di stage, in Trials Evolution troveremo una quindicina di eventi distinti, che potremo affrontare più o meno liberamente. All'inizio, infatti, avremo acceso solo ad un numero limitato di stage, quello legati all'ottenimento delle "Driving License", che fungeranno da breve tutorial per riprendere confidenza con i comandi di gioco. Sbloccando medaglie di bronzo, argento e oro potremo accedere ai livelli più complessi, ma anche alle patenti di più alto grado, che a loro volta sbloccheranno gli stage di difficoltà elevata. La progressione tende quindi a seguire la curiosità non sequenziale del giocatore, che resta libero di esplorare i vari eventi tematici. Il meccanismo vuole a tutti i costi risultare assuefancente, e per farlo integra anche diversi premi per le migliori prestazioni. Riusciremo infatti a sbloccare molte nuove moto ed altrettanti completi stravaganti da far indossare al nostro rider.
    Ma anche una volta scesi in pista si scopre una vivacità più evidente nel track design. Anzitutto dal punto di vista scenografico. Gli ambienti meccanici del primo Trials HD vengono sostituiti da una vasta gamma di locazioni: lugubri castelli infestati, ampie radure verdeggianti in cui si ergono dei menhir simili a quelli di Stonehenge, ambientazioni portuali in cui districarsi fra i container che oscillano sulle navi ancorate, setting ripresi direttamente dalla scena di sbarco in "Salvate il soldato Ryan" e così via. All'interno delle piste è piacevole scoprire una telecamera più vivace, che ruota all'improvviso di novanta gradi per cambiare livello di parallasse seguendo la nostra moto sul tracciato (comunque bidimensionale). I livelli risultano per altro più "animati": non mancano esplosioni ed elementi architettonici che, sullo sfondo, schizzano da tutte le parti; per non parlare di carrelli elevatori e quant'altro che ci costringerano a delicate e precise manovre di bloccaggio della moto.

    Alcuni eventi fanno di questo ritrovato dinamismo il loro cardine: selezionando "Collateral Damage", ad esempio, avremo accesso ad una serie di stage veramente "catastrofici", in cui ci troveremo addirittura a correre su elementi instabili, o container che crolleranno al nostro passaggio. Il track design, in generale, appare decisamente rinfrescato dall'uso più incisivo di rampe, che ci costringono a salti quasi "platformici". Trials Evolution si lascia quindi scoprire pian piano, fra le discese vertiginose dell'evento Terminal Velocity e l'impostazione invece piu' classica di altri stage.
    Notevole anche la selezione "Mad Cyrcus", una serie di eventi assolutamente folli, che mostrano fra l'altro tutte le potenzialità dell'editor di gioco. Troviamo ad esempio un livello da affrontare a bordo di un UFO, che può essere fatto fluttuare liberamente in aria, o un clone di Super Monkey Ball, in cui dobbiamo controllare il rotolamento di una sfera che scivola su una struttura astratta. Ma ci sono anche stage più fuori di testa: in Icarus Effect dobbiamo prendere la rincorsa ed esplodere a mezz'aria, per poi sbattere delle rudimentali ali di legno legate alle braccia del pilota per schiantarci il più lontano possibile dalla linea di partenza. Per i più seriosi si trovano anche vere e proprie prove di abilità: stage in cui la leva del gas è bloccata, e la salvezza del pilota dipende dalla nostra abilità nel frenare al momento giusto, o altri in cui non possiamo controllare l'inclinazione del mezzo. In altri livelli ancora la riserva di carburante è limitata: meglio quindi evitare di dar gas in discesa, e sfruttare l'inerzia per tenere pieno il serbatoio. In certi casi bisogna ammettere che Trials Evolution sembra quasi aver "passato il limite". A conti fatti, trovarsi di fronte a pseudo-shooter e stage totalmente scollegati dall'esperienza principale ha un effetto spiazzante. Pensare che i giocatori possano condividere queste creazioni fin troppo eclettiche, e rodere così la coesione strutturale del titolo, ci lascia abbastanza perplessi. Non vorremmo che Trials Evolution facesse la fine di Little Big Planet 2, in cui le creazioni del pubblico restavano brillantissime per creatività ed inventiva, ma poco intriganti da giocare.
    Certo, fin da adesso sono gli stage classici che vanno considerati il fulcro dell'intera esperienza di gioco: un pilastro ben solido, a cui su aggiunge la presenza di diverse moto sbloccabili, ognuna con le sue caratteristiche di velocità, accelerazione e maneggevolezza. Insomma, anche senza i "colpi di testa" degli stage più improbabili, dal punto di vista della varietà e della quantità, Evolution ha poco da temere.

    Eppur si muove

    Il comparto grafico appare leggermente rivitalizzato, soprattutto per quel che riguarda il numero di oggetti visualizzato a schermo, che rende leggermente più interessante il colpo d'occhio. Per il resto non bisogna da aspettarsi miracoli, ne dal punto di vista della complessità poligonale, ne sul fronte degli effetti speciali e della texturizzazione. La qualità visiva e' insomma in linea con quella del primo capitolo: sicuramente efficace, ma senza raggiungere picchi di eccellenza. A spiccare, come già anticipato, è invece la gestione fisica del mezzo e degli impatti col terreno: da questo punto di vista pare davvero impossibile lamentarsi, dato che la moto, in accelerazione, in frenata, in salto ed in caduta si comporta in maniera davvero realistica.
    Indispensabile a mantenere alto il tasso d'adrenalina è invece il comparto sonoro, composto da campionature ambientali (e dei motori) tutto sommato accettabili unite ad una soundtrack davvero favolosa, fatta di traccie rock, punk e metal molto accattivanti ed in grado di mantenere sempre altissima la tensione.

    Trials Evolution Con Trials Evolution il team di sviluppo sembra aver colto nel segno. Tra un editor dei tracciati che promette faville, il multiplayer in locale e via etere e tutte le novità descritte in questo hands on, la produzione dovrebbe avere tutte le carte in regola per sfondare - in qualche caso persino esagerando ed uscendo con qualche rischio dai confini dei suoi stilemi. Pare trattarsi, in sostanza, di un “tutto quello che Trials HD doveva essere” condensato nell’ennesimo Live Arcade di successo. Proprio per questo consigliamo sia agli amanti dell’episodio precedente sia a chi non abbia mai avuto l’occasione di spulciarlo, di tenere d’occhio le pagine di Everyeye.it, per ogni informazione su uno dei prodotti caldi di questa primavera.

    Che voto dai a: Trials Evolution

    Media Voto Utenti
    Voti: 38
    7.9
    nd