Provato Turok

La caccia è aperta

Provato Turok
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Heroes Come Back

    Anno nuovo, vita nuova. Così recita un famosissimo adagio con il quale si tende ad augurare (ed augurarci) di trascorrere trecentosessantacinque giorni in grado di far mettere da parte tutte le poco gradevoli esperienze passate, pronunciato allo scadere del conto alla rovescia più famoso della storia dell’uomo. Volendo però tentare di trasporre il significato del succitato proverbio nel nostro amato mondo dei videogiochi, potremmo dire che l’augurio calzerebbe a pennello per tutti quei brand che (per un verso od un altro) sono caduti nel dimenticatoio a causa di una serie di scellerati sequel che non sono riusciti nell’intento di calcare la strada intrapresa dai loro capostipiti. Ed eccoci dunque qui, con il 2007 da poco alle spalle, ad augurare una nuova vita in questo 2008 ad uno degli eroi che, solo un decennio fa, entusiasmarono milioni di videogiocatori: diamo dunque il bentornato al solo ed unico Dinosaur Hunter del mondo virtuale, ossia il guerriero dimensionale al quale è stato dato l’appellativo di Turok.
    Questa volta però il nostro compito non sarà quello di ritrovare il leggendario artefatto denominato Chronoscepter, bensì dovremo più semplicemente ricondurre a buon partito tale Roland Caine, nostro maestro ahinoi passato al lato oscuro della forza.
    Lo scenario nel quale si dipaneranno le nostre avventure sarà quello di uno sperduto pianeta che il nostro ex mentore ha assunto a sua dimora e base per le operazioni criminali; questo misconosciuto sasso vagante nell’universo ci riserverà ben più di una sorpresa: a partire dalla fitta vegetazione (molto simile alla foresta amazzonica per quel che concerne la ricchezza e l’impenetrabilità della flora) per proseguire con i simpatici animaletti che vi abitano. Se pensavate infatti di dovervi confrontare solo ed unicamente con gli scagnozzi di Caine, preparatevi ad avere qualche incontro ravvicinato con alcuni fra i più terrificanti rettili che hanno abitato la nostra terra: i dinosauri!

    Nella jungla il nostro obiettivo sarà quello di sopravvivere

    Bando alle ciance dunque, l’ambiente ostile non ci permetterà di stare per molto tempo con le mani in mano: impugnate le nostre armi ci immergeremo nella vegetazione insieme ad i due compagni della Whiskey Company per poter adempiere alla nostra missione e portare sana e salva la nostra pellaccia a casa. La prima novità rispetto ai precedenti capitoli della serie è quella della presenza degli appena citati commilitoni che hanno deciso di intraprendere l’avventura con Turok: seguendo dunque il trend inaugurato dalla Ubisoft con i suoi vari Rainbow Six e Ghost Recon, anche nel titolo dei Propaganda potremo avere dalla nostra un fuoco amico in grado di guardarci le spalle in più di un’occasione, il tutto tramite la semplice pressione della croce direzionale del pad; gli ordini che impartiremo non raggiungeranno però la complessità vista nei menzionati titoli della serie Tom Clancy, non andando così a snaturare la fisionomia Arcade propria dei precedenti capitoli.
    Slade e Reese, questi i nomi dei nostri commilitoni, non saranno tuttavia i soli alleati sui quali potremo contare per il perseguimento dell’obiettivo, se infatti saremo abili potremo portare a nostro vantaggio nientemeno che l’intero ambiente di gioco, sia vegetale che (soprattutto) animale. Durante la recente presentazione del loro operato infatti, il team canadese ha posto l’accento sull’interazione che il giocatore avrà con l’ambiente circostante, possibilità questa che se ben sfruttata diventerebbe l’arma (non convenzionale) più importante messaci a disposizione. Solo spalancando bene gli occhi potremo quindi osservare le tracce lasciate da qualche pericoloso carnivoro in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti: alberi divelti, decorticati, fogliame in movimento e fruscii in sottofondo saranno gli indizi a nostra disposizione. I primordiali istinti di caccia degli ancestrali predatori saranno però utili per aizzare i lucertoloni contro l’esercito di furfanti messo su da Caine: perché dunque non fare imbestialire qualche Velociraptor distruggendo il suo bel nido oppure attirandolo (tramite un razzo segnaletico) verso un avamposto di malcapitati nemici? E ancora, perché non darsi ad una più che onorevole fuga nel fitto fogliame per volgere a nostro favore lo scontro contro qualche pericoloso Tirannosauro, tanto letale negli spazi aperti quanto impacciato e lento nei movimenti in spazi angusti?
    Per quel che concerne invece l’arsenale messoci a disposizione, bisogna sottolineare il design squisitamente sci-fi delle varie armi, ciascuna dotata di due tipologie di fuoco (primario e secondario): un fucile a pompa in grado di sparare i flare (razzi segnaletici utili per illuminare grotte ed anfratti), lanciagranate con mine di prossimità o bombe adesive, una minigun con la possibilità di diventare una torretta mitragliatrice saranno solo alcuni dei gingilli in nostro possesso. Ma non potremmo aver ricevuto l’appellativo di Turok senza essere dei maestri con le più antiche armi da caccia: arco e coltello. Questi due strumenti, se maneggiati con la dovuta perizia, diventeranno i nostri amici fidati e le armi più letali in grado di uccidere praticamente tutti gli avversari con un singolo colpo: arco e frecce sulla media lunga distanza, coltello per i bersagli ravvicinati: questi ultimi verranno eliminati dal nostro personaggio tramite una violenta serie di colpi, che ci ha ricordato (nella riproduzione a schermo) le combinazioni letali ammirate nel recente Assassin’s Creed.

    Guerriglia Online

    La seconda parte della dimostrazione di questo Turok next gen è stata invece incentrata sulla descrizione delle modalità multiplayer messe a punto dai ragazzi di Propaganda. Saranno quattro le tipologie di partite (deathmatch a squadre, cattura la bandiera, assalto ed un non meglio specificato wargames) nelle quali avremo la possibilità di affrontare sino ad un massimo di altri 15 giocatori sparsi per tutto il mondo. Nelle tre mappe visionate (si passa dai tunnel sotterranei e le vallate di Firestorm al vulcano in piena attività di Invasion, toccando la jungla e le caverne di Testing Grounds) la più interessante novità implementata dal team canadese è quella della presenza dei dinosauri come fattore di disturbo: a differenza infatti degli altri first person shooter, negli scontri multigiocatore che affronteremo in Turok dovremo fare i conti non solo con i nostri umani avversari, ma anche con i lucertoloni comandati dalla cpu.
    Praticamente nulla è stato invece mostrato in merito alla modalità cooperativa, nella quale fino a 4 giocatori potranno affrontare le vicende narrate nella modalità single player.

    Zanne e Artigli

    L’impressione generale sul lavoro intrapreso dal team canadese ci è sembrata generalmente buona. Tecnicamente Turok (che si avvale dell’oramai abusato Unreal Engine 3) si presenta agli occhi del giocatore con una veste grafica interessante, pur non dando mai la sensazione di trovarsi di fronte ad un titolo di punta del genere: i modelli poligonali che riproducono gli esseri umani sembrano essere realizzati più che discretamente, non raggiungendo tuttavia picchi eccezionali sia per caratterizzazione che per originalità, dando infatti la sensazione di aver preso più di un’ispirazione da altri canoni del genere (ci riferiamo nello specifico agli Space Marines di Warhammer ed ai soldati di Killzone). Lo stesso Turok non brilla per originalità, essendo caratterizzato da un look più simile a Rambo che all’originale personaggio scaturito dalla mente del disegnatore americano Gaylord DuBois. La situazione sembra invece migliorare spostando l’attenzione sulla riproduzione virtuale dei vari dinosauri i quali vantano una buonissima realizzazione sia dal punto di vista delle animazioni, che da quello delle texture (meritevole di citazione la possibilità di vedere comparire i segni della colluttazione sulla pelle dei rettili). Abbiamo notato una certa disparità di trattamento anche per quel che concerne la realizzazione degli ambienti di gioco: se infatti la jungla con la sua fitta vegetazione, i suoi alberi giganteschi e gli intrecci di liane fa la parte del leone, non sembrano aver avuto la stessa attenzione al dettaglio le varie architetture quali avamposti, capannoni e fortezze, che non riescono a nascondere una generale povertà di inventiva e l'ampio riuso degli stessi elementi.
    A completare il quadro tecnico abbiamo potuto constatare frame rate decisamente stabile (solo in alcuni sporadici casi abbiamo notato dei rallentamenti, siamo stati tuttavia tranquillizzati dai PR della software house in merito alla correzione di queste imperfezioni nella versione completa del gioco), alcuni effetti speciali di pregevole fattura (come il movimento del fogliame al passaggio degli esseri viventi o i vari effetti di luce e fiamma derivanti dalle esplosioni) ed un comparto sonoro valorizzato da pregevoli rumori di sottofondo come fruscii, ruggiti e tonfi; abbastanza anonimo ci è invece sembrato l’accompagnamento musicale.

    Turok “Buono, ma non al livello dei primi due capitoli della serie”, questo potrebbe essere in buona sostanza il nostro pensiero dopo aver visionato il lavoro messo a punto dal team Propaganda. Nonostante una buona realizzazione tecnica ed un gameplay che tutto sommato sembra essere frenetico e divertente, questo Turok next genereation non ci sembra riuscire nella difficile impresa di riportare la serie ai fasti dello shooter partorito dieci anni or sono dai ragazzi di Iguana. Aspettiamo comunque di poter provare una versione completa del gioco, oramai prossimo all’uscita su Xbox 360, Playstation 3 e Pc.

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