Provato Uncharted: Golden Abyss

Uncharted portatile

Provato Uncharted: Golden Abyss
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Disponibile per
  • PSVita
  • La nuova console portatile Sony "rischia" di partire alla grande, con una sfilza di potenziali killer application di prossima uscita sopra le quali capeggia arrogantemente Uncharted: The Golden Abyss, spin-off della serie uscita per la sorella maggiore, e arrivata ormai al terzo capitolo, mostrato anch'esso all'E3 di quest'anno. Graficamente impressionante e con un'intrigante storyline, Uncharted promette ore e ore di puro divertimento in terza persona. Poco dopo la conference Sony ci è stato possibile provare con mano il suddetto titolo, per cercare di capire a fondo in che modo le dinamiche dei controlli classici si alternano con i nuovissimi controlli touch screen (fronte e retro). Iniziamo col dire che tutto quello che c'è di buono nella serie per Playstation 3, verrà fedelmente riportato anche per PsVita, permettendovi di godere (su schermo ridotto) di sequenze con taglio cinematografico altamente spettacolari, quick time event, dialoghi serrati e irriverenti oltre che, come abbiamo già accennato, una trama avvincente. Ancora una volta vestirete i panni di Drake che, durante la ricerca di una leggendaria città fantasma nel nord America, finisce per scoprire una spedizione spagnola segreta di 400 anni prima. Questa rivelazione attirerà su di lui molte grane che porteranno ad un inevitabile scontro con un suo vecchio amico, Jason Dante.

    La demo (della durata esigua di 5 minuti) si apre nella più classica delle giungle notturne, con alcune antiche rovine che fanno da cornice e caratterizzano lo splendido paesaggio naturale. Non appena impugnata la console portatile, ci accorgiamo che il feeling è completamente differente dell'oramai superata PSP: la comodità è immediata e l'impugnatura rasenta la perfezione. Grazie ai due stick analogici rialzati, muovere Drake e contemporaneamente girare la telecamera per una visuale ottimale risulta semplicissimo. L'archeologo della Naughty Dog si muove abilmente, evitando i nemici e mettendo KO quelli più pericolosi. Attraverso una serie di comandi touch screen posti sulla parte destra dello schermo, Drake potrà compiere tutta una serie di azioni volte a semplificare e velocizzare l'azione di gioco, come ad esempio raccogliere un'arma, aprire il menù d'interfaccia o stordire un nemico distratto. Ma le possibilità di utilizzare il touch screen superiore non si fermano qui. Andando avanti nella demo infatti, necessiteremo di scalare una ripida parete e potremo affrontarla nel modo classico (attraverso il pad) oppure indicare con il movimento delle dita la direzione da intraprendere. In questo modo il protagonista scalerà agilmente il muro senza nostro ulteriore aiuto. Ovviamente questi controlli alternativi non sono obbligatori, né necessari, ma possono essere "mescolati" con quelli classici per offrire una varietà di gameplay senza precedenti. Purtroppo però, soprattutto nelle sezioni platform, i comandi touch risultano fastidiosi, frammentando il ritmo e la linearità del gioco inutilmente, oltre che complicare la vita al giocatore, che si ritrova a dover cambiare spesso posizione delle dita per compiere determinati movimenti.
    La demo si esauriva in uno spiazzale di una montagna dove, saltata la copertura del nostro beniamino, abbiamo dovuto ingaggiare uno scontro a fuoco impegnativo; anche qui i comandi classici sono stati impeccabili, donando un senso di "familiarità" positiva e permettendoci di godere appieno ciò che accadeva sullo schermo. L'intelligenza artificiale è praticamente la stessa di quella vista in Uncharted 2: i nemici vi cercheranno e non avranno pietà. Le coperture saranno quindi fondamentali, così come la vostra abilità nel non sprecare munizioni e nel cercare di avere un'ottima mira. Unica nota dolente sono per l'appunto i comandi touch screen, ma per fortuna non essendo obbligatori in nessun caso, possono essere facilmente evitati. E'un peccato pensare che alcuni programmatori pensino sia un lusso quello che su altre console è invece una necessità. Sull'iPhone ad esempio, ci si trova costretti giocoforza ad utilizzare il pad su schermo, modalità che piace a pochissimi, ma che risulta essere il solo modo per poter giocare decentemente. Invece su PsVita, che gode di un fantastico set di pulsanti e analogici, la Sony ha piazzato un touch screen che per essere pubblicizzato ed assimilato a dovere dall'utenza, sarà forzatamente incluso in qualsiasi gioco di prossima uscita, Uncharted compreso. Ma noi siamo testardi e facciamo finta di niente.

    Uncharted: Golden Abyss Il primo incontro con Golden Abyss dura troppo poco per permetterci di giudicare. L'impatto grafico è quello che più colpisce, rivendicando una superiorità tecnica che mette in serio imbarazzo la diretta concorrente. Tralasciando la presenza di controlli touch poco convincenti, la traduzione “in piccolo” delle avventure di Nathan funziona, ed il gameplay, finalmente supportato dal doppio analogico, si mostra capace di irretire. Tuttavia sappiamo che il successo di Uncharted dipende da molti fattori: una progressione varia, spettacolare, e accompagnata da una narrazione vivace, sostenuta da cut scene dal taglio registico impareggiabile. Per analizzare questi fattori dovremo aspettare ancora un po', ma voi restate sintonizzati per ogni informazione.

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