Provato Wanted: Weapons of Fate

Azione sotto copertura

Provato Wanted: Weapons of Fate
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Un assassino addestrato. Un Killer nato

    Nato dalla geniale mente di Mark Millar, Wanted è prima di tutto una graphic novel di grande impatto e di grande valore artistico. In questi anni è diventato anche un celebre blockbuster Hollywoodiano, che ha letteralmente sbancato i botteghini di mezzo mondo dividendo pubblico e critica. Ora Wanted diventa anche un videogames. Sviluppato dalla talentuosa Grin Studios Wanted: Weapons of Fate non è il classico Tie-in del lavoro cinematografico, anzi l’impianto narrativo di questo titolo sembra collocarsi cronologicamente dopo gli avvenimenti del film. Attraverso i vari capitoli della storia controlleremo alternativamente due personaggi: Wesley Gibson, il frustato ed alienato ragazzo da poco trasformato in uno spietato e temibile killer, e poi Cross, leggendario e navigato assassino. Per quanti non abbiano mai letto il fumetto o non abbiano mai visto il film non vogliamo rivelare nessun particolare sui personaggi e sulla trama alla base di Wanted. Per chi invece conosce la trama del film o del fumetto non c’è molto altro da aggiungere per presentare il plot narrativo.

    Azione sotto copertura

    Essenzialmente il gioco è uno sparatutto in terza persona, ricco di azione, bullet time e violenza gratuita. La visuale di gioco è quella tre quarti alle spalle del protagonista, in stile Resident Evil 4 (e relativo “spin off” africano...). Forse però, volendo azzardare paragoni, sarebbe più più giusto dire che il feeling che si respira in questo Tird Person Shooter è lo stesso di Gears of War. Proprio dal titolo Epic i ragazzi dei Grin Studios sembrano aver tratto ispirazione per sviluppare il gameplay: nel corso dell'azione si farà infatti un uso massiccio delle coperture. L’avanzamento tipico nel corso del livello consisterà nello scivolare velocemente da una copertura all’altra, sparare senza sporgersi e tentare di sorprendere l’avversario sfruttando la posizione poco visibile. Insomma, forse per rendere l'azione adrenalinica e movimentata, il team impone al protagonista un lavoro atletico non indifferente: i personaggi principali saranno sempre e costantemente intenti a scivolare, rotolare e correre verso mobili, oggetti e costruzioni che offrono un valido riparo dal fuoco nemico. Questa meccanica gioco favorisce molto la componente action, ci immerge in una dinamicità estrema che rende l'esperienza videoludica molto spettacolare e particolarmente convincente dal punto di vista della giocabilità, visti i gradevoli innesti che andiamo a presentare. I protagonisti hanno infatti a loro disposizione due speciali capacità, che potremo utilizzare in maniera strategica nel corso del livello per superare i punti più ostici e complicati. Entrambe le capacità possono essere utilizzate solo consumando adrenalina (che si ricarica uccidendo avversari): caricata l'apposita barra potremo sparare dei proiettili dalle traiettorie curve, che andranno a colpire i nemici anche se sono completamente celati dietro una copertura. Sparare un “proiettile curvo” è abbastanza semplice ed immediato: basterà premere l’apposito tasto e verrà visualizzata la traiettoria del proiettile; quando questa sarà illuminata di bianco e non più di rosso dovremo rilasciare il tasto per colpire il nemico. Consumando un quantitativo maggiore di adrenalina accumulata nel corso dei vari scontro a fuoco potremo usare lo spettacolare Assasin Time: si tratta del più classico “ralenti” , da attivare però mentre ci spostiamo da una copertura all’altra: il rallentamento temporale ci permetterà in questo caso di colpire mortalmente più nemici alla volta. Entrambe queste capacità sono davvero ben implementate nella formula di gioco e sono facili da usare sin dalle prime battute.
    L’utilizzo delle varie armi da fuoco è indubbiamente prerogativa portante dell’impianto videoludico del titolo. Eppure, potremo utilizzare le coperture non solo per sparare, ma anche per aggirare e cogliere di sorpresa il nemico: se riusciamo a portarci ad una distanza ravvicinate potremo eseguire un attacco corpo a corpo. Questi attacchi sono semplici da sferrare ma molto violenti e abbastanza appaganti dal punto di vista coreografico . Altra importante feature è quella di poter afferrare come ostaggi i nemici colti di orpresa alle spalle, altro buon elemento che aggiunge valore al gameplay. Inoltre non mancheranno nella versione definitiva del gioco gli ormai classici QTE, altro elemento che serve a vivacizzare il ritmo della progressione. Insomma diversi elementi ci spingono a definire il gameplay di Wanted ricco di spunti, vario e pronto a soddisfare appieno gli amanti del genere e i meno esperti. Contrariamente a quanto avviene nella maggior parte dei Tie-in, spesso caratterizzati da un giocabilità mediocre, Wanted: Weapons of fate diverte, stupisce e fa ben sperare. Che i continui richiami allo storico “pezzo da novanta” del genere, il redivivo Max Payne, abbiano in qualche modo trasmesso la stessa cruda efficacia del titolo Remedy?.

    L'analisi del comparto tecnico di Wanted è ancora prematura. Il titolo non è ancora giunto al completamento, ed il lavoro da fare sembra ancora molto, almeno se si vuole raggiungere un buon livello qualitativo. Al momento, infatti, il look di Wanted tradisce le aspettative e si mostra molto poco opportuno per la generazione di software attuale . Texture imbarazzanti, povere e piatte, illuminazione statica e scarsamente precisa, effetti particellari da rifare. Cosa più grave emersa durante la prova della demo è la presenza di diversi errori di sincronia verticale (V-Synch), che spezzano continuamente l’immagine, specialmente nel corso delle cut scene. Gli unici elementi grafici che sembrano raggiungere la sufficienza sono i modelli poligonali dei nostri protagonisti, abbastanza curati e tutto sommato accettabili, l’effetto bullet time reso abbastanza bene ed infine il sistema di telecamere che tutto sommato fa il suo dovere. Solo questi ultimi elementi appena citati sembrano entrare nei canoni e nelle potenzialità Next Gen. Anche i movimenti di protagonisti e nemici appaiono legnosi, poco fluidi e innaturali. Qualche animazione ben strutturata si vede quando si eseguono attacchi ravvicinati, che si concludono con un cruento schizzo di sangue sul monitor. L’IA avversaria è purtroppo davvero scarsa: i nemici sparano con poca precisione, non fanno nulla per accerchiare il protagonista, spesso si gettano nella mischia a viso aperto e principalmente sembrano quasi totalmente ignari della vostra posizione. Insomma svolgono alla perfezione il ruolo di bersagli in un poligono di tiro. Probabilmente tutto questo è dovuto alla mancata possibilità di selezionare un livello di difficoltà avanzato, e siamo sicuri che molti difetti in questo senso potranno essere eliminati selezionando un buon livello di sfida. Il comparto audio non è da meno e, a parte un buon doppiaggio, arricchito anche dalla presenza di diverse lingue parlate dai nemici e dai protagonisti, gli effetti sonori sono molto poveri e poco coinvolgenti.

    Wanted: Weapons of Fate Gli ultimi video rilasciati dalla software house mostrano, fortunatamente, un netto miglioramento nella qualità visiva di Wanted. Siamo ben fiduciosi dunque che la versione ormai prossima alla commercializzazione sia stata notevolmente migliorata e trasformata dal team Grin. Nel caso, cadrebbero le riserve sul comparto tecnico, che nella “Early Demo” pareva pesare notevolmente sulla qualità globale del prodotto, sminuendo gli ottimi spunti che ci riserva il gameplay. Le speranze di avere tra le mani un buon titolo sono tutte legate all’ipotesi di un netto miglioramento tecnico: se Wanted saprà dare all'occhio la sua parte, potrebbe rivelarsi un buon prodotto. E assieme a Quantum of Solace o Wheelman, rivalutare definitivamente l'immagine dei Tie-In.

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