Provato War Thunder: Ground Forces

Gaijin Entertainment dichiara guerra a Wargaming.net, lanciando il suo plotone di cingolati

Provato War Thunder: Ground Forces
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox Series X
  • E allora, che guerra sia. Il conflitto per la supremazia bellica nel settore dei free-to-play, che da mesi coinvolge Gaijin Entertanment e Wargaming.net, sembra essere finalmente entrato nel vivo lo scorso dicembre quando, insieme al già ottimo esordio di War Thunder su PS4, il team di sviluppo proveniente dalla Russia ha ufficialmente aperto la sessione di closed-beta del proprio War Thunder: Ground Forces. Il progetto di Gaijin, sicuramente tra i più ambiziosi, interessanti e promettenti dell'intera industria; prevede infatti di unire in modo organico (e senza alcun bisogno di rivolgersi a tre titoli differenti) i tre campi di battaglia sui quali, fanteria a parte, vengono da sempre decisi gli esiti di ogni conflitto reale. Se, per quanto riguarda la 'copertura aerea', Gaijin sa di poter contare su rinforzi più che agguerriti, è altrettanto vero che le sue ambizioni non potevano prescindere dall'ingresso in campo di mezzi corazzati che animassero anche le distese di terra sotto i suoi cieli e, in questo senso, la bellicosa vitalità degli avversari non si farà attendere.

    Evoluzione bellica

    Sin dai primissimi momenti successivi al lancio del client di gioco, è evidente l'intenzione di Gaijin di rendere Ground Forces il più intuitivo possibile nei confronti di un'utenza già abituata a War Thunder, così come la generale sensazione di trovarsi realmente all'interno di un unico universo, piuttosto che su un server condiviso da codici differenti. I menù che accompagneranno il giocatore nella scelta del proprio mezzo e quelli che permetteranno di settare i vari parametri delle partite sono, infatti, identici a quelli già visti in War Thunder, tanto nel design quanto nella loro facilità di lettura ed utilizzo. Scelto il proprio tank tra quelli attualmente disponibili all'interno della coalizione russa o tedesca, prima di scendere in battaglia notiamo come faccia il suo gradito ritorno la possibilità di selezionare ulteriori mezzi di riserva (utili per continuare immediatamente una partita in caso di distruzione del proprio cingolato), fino al riempimento di tutti gli appositi slot (successivamente acquistabili tramite la valuta di gioco): anche questa caratteristica già apprezzata in War Thunder.
    Entrati nel vivo dello scontro, la primissima impressione regalata da Ground Forces è quella di trovarsi di fronte ad una build che, nonostante le numerose e doverose premesse degli sviluppatori riguardo la sua natura estremamente 'work in progress', presenta già degli indubbi meriti. Prima fra tutti una fisica dei veicoli che, seppur lontana da una simulazione più pura e intransigente per ovvi motivi motivi di design, reagisce in modo più che soddisfacente agli stimoli di un terreno ricco di avvallamenti, fossi e dislivelli di ogni scala, fornendo, insieme ad una notevole estensione del proprio campo visivo, un colpo d'occhio generale solido e convincente. Esattamente come per i velivoli di War Thunder, anche il trattamento poligonale che Gaijin ha riservato ai propri mezzi cingolati sembra essere di primissimo ordine: il livello di dettaglio riscontrabile tanto durante l'azione quanto, e soprattutto, nelle pacifiche pause tra uno scontro e l'altro è infatti di assoluto livello; la fedeltà della componentistica dei vari tank, così come la loro modellazione, rispecchia in modo accurato tutte le controparti reali chiamate in causa dagli sviluppatori, garantendo anche a Ground Forces il notevole merito di elevarsi al di sopra degli standard di fedeltà visiva ai quali altri titoli dall'impostazione arcade ci hanno abituato lungo gli anni. Nonostante il non mastodontico numero di tank attualmente disponibile, è inoltre possibile notare una discreta varietà nelle tipologie di mezzi offerti: questi potranno infatti andare da carri specializzati nell'abbattimento dei velivoli avversari a rapidi cingolati adatti a missioni di scouting delle aree nemiche, per passare a vere e proprie corazzate semoventi, dalla manovrabilità simile a quella di un condominio di tre piani.

    A livello gestionale, le attuali possibilità di personalizzazione dei tank si estendono a tre gruppi di sviluppo principale: Protection, Mobility e Firepower; come facilmente intuibile dalla loro nomenclatura essi riguarderanno rispettivamente il miglioramento delle difese del proprio mezzo (tramite l'installazione di armature aggiuntive, a discapito del peso totale, e la scelta di vari tipi di camouflage), delle prestazioni di componenti meccaniche e motore (come freni, trasmissioni, sospensioni, cingoli e filtri motore) e della propria potenza di fuoco (grazie a modifiche al tipo di munizioni utilizzate, alla precisione di tiro e alla manovrabilità della propria torretta, ecc.). In questo ultima sezione in particolare fa il proprio ingresso anche la possibilità di sviluppare, solamente su carri leggeri o medi, la capacità di ricorrere al supporto di ulteriori batterie di artiglieria alleata, che andranno a colpire inesorabilmente tutti i nemici presenti all'interno dell'area da noi precedentemente designata. Questa nuova opzione, però, non deve trarre in inganno riguardo all'approccio che andrà utilizzato durante le partite: così come per le battaglie al di sopra delle nostre teste, infatti, lo sfruttamento della sola potenza di fuoco non sarà affatto sufficiente per portare gli scontri a proprio favore. Grazie ad una già citata brillante modellazione delle mappe, per conquistare la vittoria il giocatore dovrà necessariamente passare per una conoscenza di base minima dell'ambiente e delle sue coperture per poi, insieme ai propri compagni di squadra, agire di concerto verso l'eliminazione del team avversario. La coordinazione con le unità amiche si rende indispensabile anche alla luce del possibile ventaglio di mezzi che il giocatore potrà trovarsi di fronte in battaglia: anche il danneggiamento dei tank, infatti, pur basandosi sul medesimo sistema di 'aree danneggiabili' (dai diversi gradi di importanza in termini di resistenza globale del carro), tiene conto della tipologia di appartenenza del cingolato, rendendo necessario sfruttare le giuste contromisure in proprio possesso contro i bersagli più adatti.

    Va da se che, agendo come singole schegge impazzite, difficilmente ciò potrà avvenire, portando il giocatore incontro ad una serie di sconfitte repentine e frustranti. Sin dai suoi primi passi appare quindi chiaro come Ground Forces, perfettamente in linea con quanto già sperimentato in War Thunder, dia il meglio di se quando sfruttato insieme al proprio squadrone (sia esso 'di fiducia' o appena incontrato) nell'esecuzione di tattiche e strategie vincenti; forse, il dettaglio più significativo di questi piani è che ora, durante la loro elaborazione, vi troverete con il naso all'insù più spesso di quanto possiate immaginare, alla ricerca di contromosse efficaci anche verso l'artiglieria volante sopra di voi. E in guerra, videoludica o meno, certi dettagli fanno decisamente la differenza.

    War Thunder Gaijin Entertainment apre il proprio conflitto globale alle unità cingolate, e lo fa con una Beta in grado di dimostrare tutte le potenzialità di un progetto ambizioso quanto affascinante. Esattamente come per la sua 'componente aerea' le carte vincenti di Ground Forces sembrano risiedere nell'alta fedeltà con la quale i modelli poligonali dei tank omaggiano le proprie mastodontiche controparti reali, e in un modello di gioco intuitivo ma dalla profondità tattica in grado di raggiungere livelli di tutto rispetto, specialmente se scandagliata insieme ai propri compagni di team. Da sottolineare anche una già buonissima possibilità di personalizzazione dei propri gioiellini cingolati che, insieme alla naturale espansione del numero di mezzi disponibili che accompagnerà le future build di gioco, non mancherà di soddisfare anche tutti gli amanti di cifre e statistiche. Gaijin, insomma, sembra già avere per le mani una macchina bellica dall'altissimo potenziale, alla quale la futura aggiunta di uno scenario navale potrà solo conferire ancora più forza. Forse è ancora troppo presto per sbilanciarsi, ma le contromosse avversarie dovranno essere rapide ed efficaci, se non vorranno limitarsi ad una semplice bandiera bianca.

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