Provato X-Men Le Origini: Wolverine

In contemporanea con l'uscita del primo film dedicato al leader degli X-Men, arriva su console Wolverine Le Origini, tie-in che racconta la storia e le origini di Logan...

Provato X-Men Le Origini: Wolverine
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Disponibile per
  • PS2
  • DS
  • Xbox 360
  • Wii
  • PS3
  • Pc
  • Psp
  • E' piuttosto recente l'annuncio programmatico di Activision Blizzard, atto a spiegare ai non azionisti le evidenti potature in una line up che per questo 2009 si annuncia comunque rigogliosa. Un comunicato stampa che sa tanto di dichiarazione d'intenti: fuori i titoli non garantenti una cristallina massimizzazione dei profitti (bye bye Ghostbusters), dentro i franchise storici del marchio, pronti a fare comunella con i sempreverdi titoli su licenza.
    Poco male, comunque. Soprattutto se la bandiera del nuovo publisher - mastodonte viene sventolata dalla medesima qualità produttiva confessata in prima battuta da X Men Origins: Wolverine, action in terza persona tratto dall'omonimo e chiacchieratissimo spin-off della saga cinematografica, diretto da Gavin Hood.
    Sul fronte ludico, in cabina di regia vi è invece Raven Software, studio storico il cui consolidato curriculum (su tutti, Quake 4 e il prossimo Wolfenstein, frutti della passione atavica con id Software, nonché i recenti X Men Legends -old gen- e Marvel Ultimate Alliance) è fonte indiretta di un congruo numero di sospiri di sollievo, soprattutto per chi non poserebbe lo sguardo su un tie-in se non per fulminarlo.
    La storia del videogioco è lì per insegnare: il tie-in è nemico del videogiocatore. Ma come abbiamo già avuto modo di scrivere in passato, le cose e i valori produttivi cambiano. E in meglio. Il corso di riabilitazione dei prodotti su licenza è ufficialmente aperto. In cattedra: Activision Blizzard.
    Tirate pure fuori gli artigli, è ora di andare a lezione.
    Visionato in anteprima negli studi italiani del publisher, XMO: Wolverine si intreccerà giocoforza con il plot del film, profondendosi comunque in ampie digressioni narrative legate a doppio filo allo storico comic.
    Le intricate vicende del solitario mutante, dotato di poteri rigenerativi, agilità e istinti animaleschi e soprattutto di artigli e scheletro d'adamantio (retaggi del progetto Arma-X, che ha giocherellato anche con la sua memoria) rappresentano l'apogeo di un certo modo di scrivere fumetti. Il suo viaggio, fuori e dentro sé stesso, alla ricerca della verità o di uno dei suoi molteplici volti, ben si sposa alle dinamiche di un film ed, in questo caso, di un'opera ludica.
    In questo senso, il filmato d'apertura in CG è semplicemente sbalorditivo, per regia -degna del miglior Brett Ratner- e qualità artistica.
    Ma XMO: Wolverine non è solo gusto per l'esagerazione supereroistica. Il fulcro del gioco è il combattimento, che pare sicuramente più abbordabile rispetto alle dinamiche di un Devil May Cry qualsiasi o anche del prossimo Bayonetta, ma non per questo meno avvincente.
    Il tasto X è deputato agli attacchi normali -combo contestuali che cambiano in relazione alla posizione dell'avatar e del nemico-, Y controlla gli attacchi di intensità superiore, mentre a B sono assegnate le prese. Un approccio dunque basico che tuttavia scongiura il mero buttom smashing per via del timing necessario ad inanellare combo degne di note, correlate soprattutto alla velocità endemica del protagonista. Solo il prossimo hands on a cui prenderemo parte ci permetterà di stabilire quanto una meccanica così rarefatta possa realmente dare soddisfazioni sul lungo periodo. Ad ora, comunque, le premesse paiono ottime.
    Il senso del cruento, insito nella natura di Wolverine, non manca: una volta preso un nemico, è possibile sì scagliarlo contro le ambientazione o contro eventuali avversari residui, ma è ben più divertente eliminarlo squartandolo con inaudita ferocia (le tinte sono più rosa rispetto a quelle horror di Dead Space, ma poco ci manca), producendosi dunque in vere e proprie finishing move che strapperebbero sorrisi d'approvazione anche al mortalkombattiano Ed Boon.
    L'ultima movenza disponibile, almeno inizialmente, è il lunge, che consente al protagonista di spiccare balzi notevolissimi, utili per conficcare gli artigli anche nel petto del nemico più lontano.
    Purtroppo non possiamo pronunciarci in merito alla difficoltà di gioco, né all'IA dei nemici, tuttavia da quanto mostratoci da Activision la potenza di Wolverine sembrerebbe controbilanciata da un numero di contendenti armati piuttosto corposo, nonché da soluzioni di gameplay che fanno di tutto per stimolare il ricorso accorto delle proprie risorse. La sequenza ambientata in un tunnel, teatro di una folle e movimentata corsa su dei camion zeppi di guardie armate parecchio incattivite, è piuttosto emblematica: per salvare la pelle, oltre a saltare velocemente da un mezzo all'altro, Wolverine deve necessariamente sfruttare combo diversificate, pronte a sfruttare i tempi di ricarica delle armi, nonché parare con tempismo le raffiche di proiettili che piovono letteralmente da ogni dove.
    E ancora. Il sistema di combattimento soggiace a delle dinamiche di crescita: in pratica, uccidendo si impara. E si sale di livello, acquisendo nuove tecniche letali.
    Da GoW, inoltre, è stata mutuata la possibilità di utilizzare i corpi dei nemici come teneri scudi di carne, ed è presente la rilettura, in salsa wolveriniana, della ricarica attiva, denominata Quick Kill Mechanic. Una volta immobilizzato un nemico, comparirà una barra attraversata da un cursore che, se fermato con tempismo nel mezzo, si evolverà in una uccisione rapidissima quanto crudele.
    Le tecniche vedono la propria incidenza aumentare considerevolmente in modalità Rage, che automaticamente acuisce la furia combattiva del protagonista dopo una serie sequenziale di uccisioni.
    Da non sottovalutare l'elemento platform: da quanto abbiamo potuto vedere, le fasi interessate (con la visuale che si sposta per inquadrare lateralmente) paiono ben congeniate e perfettamente calate nel climax del gameplay, dando ossigeno alla struttura di gioco principale. Sfruttando le Feral ability (anche queste migliorabili) di Wolverine, inoltre, è possibile scovare punti di interesse nell'ambiente di gioco, come piattaforme, supporti scalabili o liane nascoste dalla scenografia, così come i punti deboli dei boss.

    Il profilo estetico pare davvero di prim'ordine. La cura riposta nelle costruzione poligonale dei personaggi è senza dubbio l'elemento caratterizzante della produzione: Wolverine, nello splendore di texture baciate dal normal mapping e da uno studio dovizioso delle proprietà cromatiche della pelle umana, pare semplicemente vivo. Ottime le espressioni facciali, ricostruite sulle movenze del viso di Hugh Jackman, mentre passibili di rifinitura appaiono le animazioni: il grosso di queste è di buona caratura, ma l'aggiunta di qualche frame per renderle meno legnose-scattanti e più fluide non ci dispiacerebbe. Perfetta la visuale in terza persona, che segue l'azione in maniera dinamica senza indulgere in incertezze di sorta.
    Le ambientazioni visionate (una giungla, l'interno di un tunnel ed una centrale idroelettrica) confessano una modellazione decente e uno studio architettonico minimale, che però vengono compensati da un generoso utilizzo di filtri e texture di ottima qualità, volte a garantire loro una profondità rilevante.
    Il fronte sonoro pare roboante al punto giusto: nota di merito per il doppiaggio del divo hollywoodiano. Purtroppo, non ci è dato sapere nulla riguardo alla localizzazione italiana.
    Per ciò che concerne la varietà situazionale del gioco, XMO: Wolverine abbraccia con disinvoltura le scene del film, accompagnandole con altre create ad hoc. Salti da elicotteri, fughe da masse enormi di acqua, scontri con boss di ogni tipo (anche nelle fasi platform, si pensi all'elicottero nella centrale idroelettrica) ci hanno piacevolmente colpito.
    Da segnalare, soprattutto, lo scontro con un robot di proporzioni esagerate, che sebbene esile nelle meccaniche, è parso artisticamente ineccepibile. Oltre che un biglietto da visita importante per il tipo di target a cui il titolo è rivolto.

    X-Men Origins : Wolverine XMO: Wolverine, in uscita insieme all’omonima pellicola il prossimo 1 Maggio, ha dalla sua delle ottime credenziali. Il personaggio è dotato di un fascino irresistibile, e le meccaniche sono pensate per abbracciare tanto i giocatori occasionali quanto gli amanti degli affettatutto stylish in terza persona. Come più volte ricordato nelle righe soprastanti, per un commento più accurato dovremo attendere un codice giocabile, e non solamente visionabile. Soprattutto per valutarne longevità, varietà e curva di difficoltà. Un trittico su cui in molti hanno inciampato. Comunque evolva il prodotto, la prima lezione sul nuovo corso dei tie-in di Activision Blizzard è stata indubbiamente un successo. E non è poco.

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