Horizon 2 Forbidden West raccontato in esclusiva: storia, personaggi, tribù

In esclusiva italiana abbiamo intervistato il narrative director e la senior writer di Guerrilla, per scoprire nuovi dettagli sulla storia di Horizon 2.

Horizon Forbidden West raccontato da Guerrilla
Speciale: PlayStation 5
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • PS4 Pro
  • PS5
  • La piaga rossa si diffonde inesorabilmente, corrompendo la terra, contaminando l'aria. La speranza di salvezza punta verso orizzonti lontani e sconosciuti, in quell'Ovest Proibito dove Aloy indomita cavalca, pronta a fronteggiare le nuove minacce di un sequel che ambisce a essere ancora più ampio e stratificato del primo Horizon. L'epicità del gioco di Guerrilla si manifesta a gran voce in uno story trailer di Horizon Forbidden West ritmato e spettacolare nel quale, oltre a rivedere volti noti come il machiavellico Sylens, facciamo anche la conoscenza di personaggi del tutto inediti: ci riferiamo alla vigorosa Regalla, combattiva leader della fazione ribelle dei Tenakth, e a Tilda, una donna tanto enigmatica quanto affascinante, interpretata da Carrie Anne Moss, che immaginiamo possa avere un ruolo di alto rilievo nell'ordito del racconto.

    Dopo averci mostrato il suggestivo filmato in anteprima, Guerrilla Games ci ha anche dato l'opportunità di intervistare in esclusiva italiana il narrative director Benjamin McCaw e la senior writer Annie Kitain, dalle cui parole abbiamo colto qualche dettaglio aggiuntivo su una componente narrativa che promette di rivelarsi travolgente.

    Aloy e l'Ovest Proibito

    Everyeye.it: Dopo gli eventi del primo capitolo Aloy non è più vista come una reietta, anzi è acclamata come un'eroina, una salvatrice. In che modo questo cambio d'atteggiamento nei suoi confronti da parte delle varie tribù ha un impatto sulla sua personalità?

    Benjamin McCaw: Uno degli aspetti più interessanti di esplorare la misteriosa frontiera dell'Ovest Proibito è che di fatto ci troveremo in una terra completamente nuova. Ci saranno nuovi ambienti, nuove minacce - come Regalla e le sue truppe, o come Sylens e le sue macchinazioni. Ma anche nuove tribù, nuovi personaggi, nuovi compagni di avventure.

    Questo fa sì che Aloy non sia necessariamente vista come una salvatrice, ma anzi si trovi nuovamente nella situazione di essere in qualche modo emarginata, una forestiera. Chiaramente il senso di responsabilità nei confronti del suo popolo si farà sentire, e Aloy farà di tutto per evolvere e adattarsi a questo nuovo ambiente. Ma non aspettatevi che arrivi nell'Ovest Proibito acclamata come una regina.

    Annie Kitain: In ogni caso in Forbidden West torneranno anche due tribù che già conosciamo, gli Osaram e i Carja. I membri di queste tribù saranno ovviamente a conoscenza delle gesta di Aloy, ma non necessariamente sarà tutto rose e fiori. Qualcuno potrebbe avere anche opinioni molto dure sulla protagonista.

    Everyeye.it: C'è uno specifico evento che mette in moto il racconto e innesca il viaggio verso l'Ovest Proibito di Aloy?

    Annie Kitain: Non voglio entrare troppo nel dettaglio, ma racconto un po' gli antefatti. Forbidden West si ambienta sei mesi dopo il primo capitolo. In questi sei mesi la Piaga Rossa comincia a serpeggiare per il mondo. Si tratta di un primo indizio del fallimento critico dell'operazione di terraformazione. Un altro indizio è rappresentato dai forti cambiamenti climatici, simboleggiati dalle tempeste feroci che si intravedono anche in alcuni spezzoni dei trailer.

    Se vogliamo Forbidden West è un gioco che parla anche di ecologia e di ambiente. In ogni caso, Aloy comincia a studiare la piaga fin da subito, e i suoi indizi la orientano verso Ovest. L'incipit del gioco spiegherà esattamente perché.

    Everyeye.it: L'Ovest Proibito sembra tutto un altro mondo in confronto a quello del primo Horizon. Quali sono le più evidenti differenze rispetto alla regione esplorata in Zero Dawn in termini di flora, fauna e atmosfere?

    Benjamin McCaw: Quando si parla di ambientazione, l'elemento principale su cui Horizon si concentra è sempre rappresentato dalle macchine. Diciamo solamente che spostandosi progressivamente verso Ovest, Aloy incontrerà macchine sempre più selvagge, indomite, persino distorte. È la conseguenza della "insubordinazione" del protocollo Efesto, responsabile appunto della creazione delle macchine.

    Un aspetto che abbiamo già toccato parzialmente nell'espansione del primo capitolo, ma che qui verrà esplorato con molta più attenzione. Ci saranno inoltre diversi biomi oltre a quelli che avete intravisto nel trailer, e sarà interessante scoprire come le tribù dell'Ovest di Horizon Forbidden West si sono adattati alla vita in questi biomi, sfruttandone le risorse.

    Annie Kitain: Due delle nuove tribù le abbiamo già presentate. Gli Utaru sono costretti a vivere in una zona completamente devastata dalla piaga. I Tenakth sono una fazione composta da tre clan e attraversata da aspri conflitti interni. C'è anche una terza tribù che avrete modo di scoprire.

    Le tribù e i nuovi nemici

    Everyeye.it: Durante la realizzazione delle nuove tribù di Forbidden West ci sono usanze e culture antiche da cui avete tratto ispirazione?

    Benjamin McCaw: Horizon è un lavoro di finzione, un racconto in un mondo post-post apocalittico che si focalizza su paesaggi di una bellezza incontaminata e sulla presenza di poderose macchine senzienti. Quando pensiamo alle tribù costruiamo la loro cultura sulla base di questi elementi, partendo da zero e senza necessariamente ricercare un'ispirazione nel nostro mondo o nella nostra storia. Crediamo che lo sviluppo di molte usanze e culture parta proprio da un elemento materiale, e l'elemento principale del nostro mondo è completamente fantastico: mi sto ovviamente riferendo ai materiali estratti dai robot.

    Questi materiali in qualche modo scolpiscono le usanze delle varie tribù, la loro estetica, ma anche le tecniche produttive. Quando utilizziamo materiali di altro tipo, come cuoio o pelli, integriamo qualche ispirazione dalla nostra storia, cercando di essere sempre molto rispettosi delle varie culture, ma non si tratta mai della parte dominante del nostro processo creativo.

    Everyeye.it: Nel nuovo trailer avete dato grande spazio a Regalla, la figura alla guida dei ribelli. La possiamo definire l'antagonista principale di Forbidden West? Potete dirci qualcosa di più relativamente alla sua personalità?

    Annie Kitain: Come giustamente dici Regalla è a capo della fazione ribelle, i Tenakth. Quello che posso dirvi in questo momento è che Regalla è una figura mossa dall'odio e dal risentimento per la tribù dei Carja.

    Sarà disposta a tutto pur di avere la sua vendetta, persino a vedere il mondo bruciare. Nel corso dell'avventura Aloy dovrà affrontarla più volte, e le minacce legate alla figura di Regalla si presenteranno in varie forme.

    Benjamin McCaw: Mi preme aggiungere che Regalla sarà interpretata da Angela Basset. Siamo veramente onorati e abbiamo davvero fatto di tutto per avere un'attrice della sua statura.

    Everyeye.it: E di Sylens, invece, cosa potete dirci?

    Annie Kitain: Sylens è sempre stato un personaggio misterioso, e continuerà ad esserlo anche in Forbidden West. Nel primo capitolo ha avuto anche un ruolo di guida per Aloy. Conducendola alla scoperta delle proprie origini. In questo secondo capitolo agirà per il proprio interesse, ed evidentemente una parte del suo piano prevede di concedere a Regalla il potere di controllare le macchine. Come questo possa essere usato da Aloy per sconfiggere la Piaga Rossa, starà a voi scoprirlo.

    La storia e i personaggi secondari

    Everyeye.it: Possiamo dire che nel primo Horizon ci fossero due linee narrative parallele: da una parte gli eventi del nuovo presente con cui Aloy doveva misurarsi, dall'altra la riscoperta del passato, e in particolare della tragedia che aveva portato all'estinzione dell'umanità come la conosciamo. Ora che il racconto di questa tragedia è già stato narrato, la sceneggiatura si focalizzerà quasi solo interamente sul presente?

    Benjamin McCaw: Prospettiva interessante...direi che quando pensiamo ad Horizon, inteso come brand, possiamo identificare quattro aspetti distintivi. Ad alcuni di essi ho già accennato nelle risposte precedenti: c'è una natura selvaggia e incontaminata, una fauna robotica imponente ed esteticamente molto d'impatto, una cacciatrice tribale, e le tribù stesse che hanno creato una nuova società.

    Questi sono i quattro pilastri del nostro brand, ma forse ne esiste anche un quinto. Probabilmente non un pilastro portante, ma comunque solido e riconoscibile. Mi riferisco al mistero di un passato antichissimo e tragico. Senza questo quinto elemento, forse, non potrebbe esistere un sequel che possa definirsi tale.

    Il mistero dell'antichità tornerà anche in Forbidden West, e vi possiamo assicurare che ci saranno nuove rivelazioni che riusciranno a sorprendere i giocatori. D'altro canto, è innegabile che il focus principale della sceneggiatura sia sul presente di Aloy, sulla sua evoluzione, sulla responsabilità che sente, sull'urgenza di salvare il suo popolo e il mondo intero dalla piaga rossa che lo infesta.

    Annie Kitain: Mi sento di aggiungere che nel primo capitolo Aloy non era focalizzata soltanto sul mistero di una civiltà ormai scomparsa e vissuta secoli prima, ma anche sul mistero della sua origine.

    Ora che la sua origine le è chiara, ovviamente, non avrebbe senso continuare ad indagarla, ma in qualche maniera questa consapevolezza avrà un peso narrativo. Aloy sentirà di dover onorare la sua madre biologica Elisabet Sobeck, e cercherà di vivere nel rispetto dei suoi valori.

    Everyeye.it: Il primo capitolo era davvero ricchissimo di personaggi secondari che Aloy incontrava lungo il suo cammino. Data la presenza sia di vecchie che di nuove conoscenze, immaginiamo che il cast di Forbidden West sia piuttosto ampio. Quanto si riveleranno fondamentali le missioni secondarie dedicate ai comprimari per la piena comprensione della lore di questo seguito?

    Benjamin McCaw: Quando il primo Horizon è arrivato sul mercato siamo rimasti impressionati dal feedback appassionato e partecipe del pubblico. Una reazione che ha superato persino le più rosee aspettative, visto che sapevamo di poter migliorare ancora molti aspetti del prodotto. Uno di questi aspetti era proprio legato alle quest secondarie e ai comprimari.

    Volevamo rendere le missioni più significative, le avventure opzionali più intense, il rapporto con i personaggi secondari più profondo. Abbiamo lavorato moltissimo affinché in Forbidden West questo potesse avvenire: le relazioni con i compagni saranno più approfondite ed emotivamente più potenti, le questline procederanno in maniera meno meccanica. Chiaramente ci sarà anche un percorso da seguire per arrivare alla fine dell'avventura in maniera più diretta, ma la parola chiave per tutte le attività opzionali sarà: "profondità".

    Everyeye.it: Data la grande importanza dei comprimari, sarà possibile magari scegliere da chi farsi accompagnare in determinate missioni?

    Benjamin McCaw: No, non sarà possibile, ma siamo sicuri che questo non renderà meno importanti queste figure. Per esempio, il tempo che deciderete di passare con determinati comprimari potrebbe avere un effetto, seppur minimo, sull'andamento del racconto.

    Sia chiaro: Forbidden West avrà un unico finale, molto forte e d'impatto, ma alcune sfumature potrebbero cambiare a seconda dei personaggi a cui avete dato spazio e attenzioni. In un paio di occasioni, inoltre, ci saranno delle scelte morali molto forti, che avranno conseguenze estremamente potenti.

    Everyeye.it: Sul piano della longevità della sola main quest, Zero Dawn e il suo sequel sono equiparabili?

    Benjamin McCaw: Non entrerei nello specifico sul fronte numerico, ma posso stimare che Forbidden West sia sostanzialmente comparabile con l'estensione del primo capitolo, forse leggermente più esteso ma non esageratamente più vasto.

    Everyeye.it: Potete dirci qualcosa in più sulla donna che compare alla fine del trailer?

    Annie Kitain: Ovviamente preferiamo che siano i giocatori a scoprirla, ma possiamo dire questo: si tratta di una donna misteriosa e dalle sfumature caratteriali molto sfaccettate e complesse, che ha una connessione speciale con il passato e il mondo prima della catastrofe.Siamo lieti di confermare che nel gioco sarà interpretata da Carrie Anne Moss e siamo rimasti impressionati dalla sua performance.

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