Splatoon 3 e la competizione: parla uno splattatore italiano professionista

Abbiamo intervistato Simone Chiocchetti, capitano del team PainTShock, uno dei team italiani più attivi sulla scena competitiva di Splatoon 3.

Splatoon 3 e la competizione: parla uno splattatore italiano professionista
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  • Incuriositi dalla sempre più vivace scena competitiva di Splatoon 3, recentemente ne abbiamo parlato con Simone "OttoBitto" Chiocchetti, capitano del team PainTShock, che ai nostri microfoni ha spiegato quanto siano importanti la sincronizzazione e la sinergia tra i membri della stessa squadra. Fra consigli e strategie volte a ottenere la vittoria nel coloratissimo sparatutto di Nintendo (di cui vi abbiamo parlato nel dettaglio nella recensione di Splatoon 3), di seguito riportiamo la nostra piacevole chiacchierata con l'atleta.

    La competizione in Splatoon 3

    Everyeye: Cosa vuol dire giocare a Splatoon a livello competitivo? Cosa bisogna fare per riuscire a raggiungere suddetto livello e dunque per avere la possibilità di vincere?

    OttoBitto: Per me, giocare a livello competitivo significa godersi appieno il gioco e sfruttarne il massimo potenziale, cosa però alquanto difficile da effettuare in solitaria, essendo Splatoon appositamente basato sulla collaborazione con i compagni. Infatti, giocare in competitivo credo significhi anzitutto avere la consapevolezza che questi ultimi siano lì per coprirti le spalle e, oltretutto, usare certi attacchi speciali soltanto nei momenti in cui è davvero necessario ricorrervi.

    È per questo preciso motivo che diventa imprenscindibile l'imbastitura di una squadra, la quale va poi organizzata scegliendo delle armi che lavorino bene fra loro e attuando delle autentiche strategie. Per quanto mi riguarda, sono sempre stato capitano della mia storica squadra, quindi ho sempre ricoperto un ruolo di punta, sia in ambito tattico che sul piano organizzativo.

    Giocare in competitivo significa strutturare la squadra e individuare le armi che possano meglio lavorare fra di loro, conoscere i propri compagni di squadra, sapere quali siano i loro punti di forza, nonché capire quale arma utilizza ogni singolo membro del team per sfruttarne al meglio le caratteristiche. Questo perché un'arma non particolarmente potente nel meta può diventare incredibilmente efficace, se abbinata a un'altra arma. Per questo motivo non bisogna focalizzarsi sui singoli giocatori, bensì trovare persone che sappiano lavorare bene insieme.

    Everyeye: Essendo coloratissimo, dinamico, nonché basato su tempi rapidi, Splatoon 3 non appare un titolo strategico, eppure la strategia è una delle chiavi di volta dell'intera esperienza. A questo proposito, potresti spiegarci come si struttura un team competitivo?

    OttoBitto: L'aspetto "esteriore" di Splatoon può sicuramente trarre in inganno, perché tutti quei colori possono spingere gli utenti a ritenerlo uno dei tanti casual game di Nintendo.

    Sposando alla perfezione la filosofia della Casa di Kyoto, Splatoon è un gioco adatto a tutti e infatti quando io ho iniziato a giocarvi non avevo mai provato uno sparatutto, né avevo mai preso parte a una partita online. Quello che di Splatoon molti non capiscono è che giocare da soli è un conto, un altro è farlo con una squadra a livelli piuttosto elevati.

    Un concetto di Splatoon che molta gente non capisce quando gli si avvicina per la prima volta è che anche qui esistono dei ruoli ben specifici, proprio come accade negli altri sparatutto. In questo caso, però, non vengono espressamente esplicitati. I ruoli sono fondamentalmente tre: lo slayer (attaccante), il supporter e poi l'anchor (difensore). Normalmente in una squadra ci sono un anchor, due slayer e un supporto, o magari due slayer e due supporter.

    Si può comunque sperimentare, non per nulla il bello di Splatoon è proprio la mancanza di uno schema fisso da seguire. Ad esempio, si possono creare delle combinazioni che puntano sul colore, motivo per cui una squadra può avere più supporter e meno slayer, oppure ancora giocare senza un anchor. È questo li bello: l'assenza di un modo prestabilito di giocare. Per quel che concerne invece l'abilità dei componenti della squadra, è importante che lo slayer abbia ad esempio una buona mira e che conosca bene le meccaniche di gioco. Chi riveste il ruolo del supporter deve compensare una minore abilità a livello meccanico con la strategia, colorare molto e usare tanti colpi speciali al momento opportuno.

    Proseguendo, l'anchor deve cercare di rimanere sempre in vita ed è un compito parecchio complicato, anche perché chi gioca in difesa deve necessariamente visualizzare tutta la mappa e segnalare i pericoli ai compagni. Pertanto, ogni singolo ruolo richiede una certa abilità. A livello comunicativo la cosa più importante non è tanto l'abilità dei giocatori, quanto la coordinazione.

    Everyeye: Mi sembra di capire che le logiche competitive di Splatoon 3 non siano molto diverse da quelle che contraddistinguono gli altri shooter online. Anzi, direi che questo applichi le medesime logiche, il che gli permette di essere un'allettante alternativa.

    OttoBitto: Come ho detto poco fa, io ho iniziato da zero con Splatoon. Essendo sempre stato un grande appassionato di Nintendo, avevo soltanto la Wii U e non potevo giocare gli sparatutto disponibili sulle altre piattaforme.

    In seguito ho iniziato a giocare anche su PC, dove ho provato diversi sparatutto e li ho analizzati. Quando mi sono buttato su Splatoon non l'ho fatto con gli occhi di un principiante, bensì con quelli di uno aveva altre esperienze alle spalle, e mi sono accorto che il prodotto mi appassionava più degli altri congeneri.

    Dal punto di vista tecnico, Splatoon richiede una mira meno accurata, tant'è che non viene premiato il colpo alla testa, presente invece in altri giochi. In compenso, Splatoon necessita il totale il controllo della mappa, in una maniera inesistente negli altri sparatutto. Una cosa che amo di Splatoon è che ci sono tante tipologie di armi, infatti il titolo vanta un arsenale immenso e fantasioso che comprende rulli, pennelli, katane, archi e ombrelli. Molte di queste armi non sono affatto presenti negli altri sparatutto.

    Everyeye: In merito all'accesso alla competizione di Splatoon, vorrei che ci riportassi le memorie di spicco e le emozioni provate durante i primi tornei.

    OttoBitto: Ciò che preferisco del competitivo sono proprio le emozioni personali, i ricordi delle prime competizioni svolte assieme ai miei compagni. Io ho iniziato a giocare su Splatoon 1. A quel tempo non si tenevano tornei fisici in Italia, ma soltanto online.

    Un ricordo bellissimo che conservo del primo Splatoon riguarda un torneo internazionale, durante il quale la mia squadra e io abbiamo sfidato il team più forte d'Europa, riuscendo anche a vincere una partita. Con l'uscita di Splatoon 2 tutto si è espanso e il mio team ha iniziato a ricevere supporto durante i tornei. In seguito c'è stata la Games Week, dove furono convocati i quattro più forti team italiani. È in quell'occasione che i membri della squadra si sono incontrati per la prima volta.

    Everyeye: Quali consigli daresti ai giocatori desiderosi di cimentarsi a livello competitivo? Quali sono le tue armi preferite nelle diverse modalità competitive di Splatoon?

    OttoBitto: Io sono un anchor, gioco in difesa, e adesso su Splatoon 3 la mia arma preferita è una sola: l'Idrante! Si tratta di un'arma a lunga gittata, che al netto di un lunghissimo tempo di ricarica spara una raffica che elimina in tre colpi. Devo ammettere che mi piacciono un po' tutte le armi a lunga gittata, che del resto si adattano perfettamente al mio ruolo.

    La tipologia più semplice da usare, che poi è anche la più forte, è quella delle armi a ripetizione (che comprende, tra gli altri, lo Splasher e il Marker da Assalto), poiché hanno dalla loro non solo il colore, ma anche la velocità di eliminazione.

    Ad ogni modo, queste non sono le uniche armi forti. Un'altra categoria buonissima è quella dei Secchiostri, tra i quali spicca il Secchiostro Centrifuga, ossia l'arma più usata nei tornei in questo momento. Se proprio dovessi scegliere le tre tipologie più forti, direi i fucili a ripetizione, i Secchiostri e i cecchini. Per un principiante, le armi a ripetizione sono particolarmente indicate perché, oltre a essere le più forti, colorano bene e questo è davvero utile quando ancora non si dispone di una buona mira. Per iniziare, consiglierei di focalizzarsi sul colorare.

    Everyeye: Hai una mappa preferita? E se sì, per quale motivo la preferisci alle altre?

    OttoBitto: La mia preferita è il Mercato Fruttato, una mappa contraddistinta da un mercato aperto al centro, che garantisce due corridoi: uno a sinistra e uno a destra, sfruttabili entrambi per raggirare il nemico.

    Vanta anche di un gazebo, situato in alto, utile al fine di controllare il centro della mappa.

    Everyeye: Ti andrebbe di dare ai nostri lettori qualche consiglio specifico per ciascuna della modalità che fanno parte delle Partite Anarchiche?

    OttoBitto: La Zona Splatter è una modalità tattica in cui vince chi adotta la miglior strategia. L'aspetto più importante è la coordinazione delle mosse speciali: se si è subita una tabula rasa non bisogna assolutamente andare avanti da soli, ma caricare tutte le speciali assieme al resto della squadra. Allo stesso modo, quando si controlla la zona non bisogna restare ad aspettare. È un errore che la gente commette spesso. Occorre avanzare, colorare la mappa il più possibile ed entrare nella base nemica, mettendo una certa pressione.

    Per quel che concerne la Torre mobile, direi di non rimanere sulla torre in più di uno, poiché non solo non serve, ma ci si mette anche in una situazione di pericolo. I checkpoint sono tre e se non li si riesce a superare vanno affrontati daccapo.

    Pertanto, quando si arriva su di essi, è preferibile prestare molta attenzione e usare le speciali, in modo tale che facciano da scudo. Dal momento che i personaggi tengono l'arma con la mano destra, suggerisco di sporgersi dalla parta destra di qualsiasi ostacolo, in questo modo si può sparare avendo metà corpo coperto. Al contrario, se ci si espone dalla sinistra il corpo è completamente esposto.

    Veniamo ora al Bazookarp. Adesso c'è un checkpoint per ogni mappa, il quale ha reso molto più competitiva questa modalità. È molto importante conquistare il checkpoint, in quanto una volta preso puoi agire come ti pare con l'obiettivo. Suggerisco di usare l'arma Rinfrigorente, poiché ha effetto anche sulla persona che porta il bazooka: gli aumenta la velocità e riduce il tempo di respawn.

    Infine, la Vongol gol è una modalità che richiede una maggiore coordinazione, infatti le persone che giocano da sole fanno molta fatica. In competitivo è ottima. In questa modalità è importante avere una buona sinergia con la squadra, perché altrimenti è difficile compiere delle belle azioni e ciò significa che bisogna tenere d'occhio il numero di vongole possedute da ognuno.

    Everyeye: A proposito delle modalità, qual è la tua preferita in assoluto?

    OttoBitto: "Direi la Torre Mobile. L'Idrante, ossia l'arma che uso principalmente, mi permette di sostare a lungo sulla torre, incutendo molta pressione. Tra l'altro ho il Gran Botto, una speciale formidabile. Ad ogni modo, penso che tutte le modalità siano ugualmente valide e divertenti.

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