Da Tatsunoko a Final Fantasy: l'evoluzione dello stile di Yoshitaka Amano

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Yoshitaka Amano, celebre artista e illustratore noto (anche) per il suo contributo alla serie Final Fantasy.

Da Tatsunoko a Final Fantasy: l'evoluzione dello stile di Yoshitaka Amano
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Benché Lucca Comics & Games venga inteso principalmente come un evento dedicato al mondo dei fumetti, dell'animazione e del gioco da tavolo, negli ultimi anni il videogioco è pian piano diventato uno dei principali protagonisti della manifestazione toscana, non a caso gli appuntamenti legati al medium si sono letteralmente decuplicati. A dimostrazione di ciò, durante l'ultima edizione la stampa italiana ha avuto l'imperdibile opportunità di incontrare il leggendario Yoshitaka Amano, un artista di fama mondiale che nel 1987 ha legato indissolubilmente il proprio nome alla serie Final Fantasy (per maggiori dettagli correte a rileggere lo speciale sull'artista che ha disegnato Final Fantasy).

Avendo partecipato al press café organizzato col maestro, che durante l'incontro ha parlato del proprio stile e delle sue fonti di ispirazione, vi proponiamo di seguito il nostro resoconto completo.

Le influenze occidentali e la nascita del suo stile

Nato a Shizuoka nel marzo del 1952, il maestro Amano ha raggiunto la notorietà al livello globale grazie alle illustrazioni realizzate per la serie di Final Fantasy a partire dalla seconda metà degli anni '80, ma la sua carriera ha avuto inizio due decenni prima, ossia quando cominciò a lavorare come animatore presso Tatsunoko Production (lo studio d'animazione dietro classici intramontabili quali le serie Time Bokan o Tekkaman). Un momento particolare della sua vita, che il sensei ricorda per la fatica e l'enorme carico di lavoro che era tenuto a svolgere in un lasso di tempo assai contenuto.

Durante l'incontro con la stampa italiana, Amano ha infatti raccontato che in quel periodo si ritrovava spesso a dover realizzare nell'arco di pochissimi giorni ben trenta minuti di sequenze animate in cui comparivano non solo i personaggi principali delle varie serie, come ad esempio Kyashan o Polimar, ma anche tante figure secondarie e persino degli ospiti provenienti da altre opere.

Incalzato sulle prime esperienze e soprattutto sulle influenze che hanno contribuito a formare il suo stile e il suo gusto estremamente raffinato, Amano ha immediatamente parlato della sua arcinota passione per i comics americani, che una volta in Giappone non erano facilmente reperibili come accade invece oggigiorno.

Yoshitaka Amano: "Ho iniziato a lavorare come character designer nel settore dell'animazione, ciononostante ho sempre tratto molta ispirazione dai personaggi DC Comics come Superman e Batman, poiché sebbene fossero immaginari poggiavano su background concreti e reali. Quando ero un ragazzino era molto difficile reperire i fumetti dei supereroi americani. Ricordo che andavo a Kanda (una piccola zona di Tokyo) perché lì riuscivo a trovare un po' di comics e sempre lì mi imbattei nelle opere di Neal Adams. I suoi lavori in particolare mi sono stati di grande ispirazione."

"Quando sono entrato nel settore dell'animazione volevo costruire un mio stile. Quando una persona inizia a svolgere un lavoro come quello, non può limitarsi a guardare il proprio operato. Proprio perché si è ancora all'inizio, occorre osservare anche altre persone per capire il modo in cui lavorano. Quindi non è stato un processo creativo interno, ma ho letteralmente cominciato a guardare gli altri. Essendo un creativo, diverso tempo dopo ho sentito l'importanza di sottoporre il mio stile a nuove sfide e sperimentare. È questo che ti fa crescere come artista. Per me è stato fondamentale affrontare nuove sfide e nuove idee a cui inizialmente non avevo neanche pensato, perché questo ha contribuito a formare il mio stile."

L'enorme contributo dato a Final Fantasy

Come già anticipato, il 1987 vide la nascita della prima fantasia finale di Hironobu Sakaguchi, e proprio il coinvolgimento di Yoshitaka Amano nel progetto Final Fantasy segnò un momento estremamente importante per la storia del medium. Se è vero che già in passato l'industria videoludica aveva coinvolto diversi artisti affermati nella realizzazione di copertine, l'arte del sensei Amano cercò invece di "raccontare" e addirittura espandere il mondo di Fantasy Fantasy, che attraverso la propria pixel art poteva comunicare un limitato quantitativo di informazioni. Durante il press café tenuto a Lucca la stampa italiana ha cercato di capire cosa abbia ispirato il maestro nella creazione di un immaginario tanto ricco, che non per nulla a quel tempo risultò unico nel suo genere.

Yoshitaka Amano: "Ero appena uscito dal mondo dell'animazione e avevo da poco iniziato a lavorare come illustratore per opere a tema fantasy e sci-fi. Il primo Final Fantasy è uscito soltanto nel 1987, ma tra il 1982 e il 1986 mi era già stato chiesto di disegnare qualcosa per un gioco che sarebbe appunto diventato Final Fantasy. Mi venne chiesto di realizzare un personaggio principale che non fosse il classico protagonista muscoloso e propenso unicamente a combattere. Doveva essere in grado di pensare e avere dei dubbi. Fino a quel momento in Giappone non c'erano stati tanti videogiochi ambientati in un mondo fantasy, ma dopo Final Fantasy quel tipo di ambientazione divenne abbastanza comune."

"Quando ho cominciato a immaginare questo mondo, mi sono innanzitutto domandato cosa fosse il fantasy. Per me che sono giapponese, la tradizione nipponica e la storia dei samurai non sono mitologia. Sono qualcosa di reale. Probabilmente dall'altra parte del mondo la storia del Giappone è vista come un racconto mitologico, ma per noi è semplicemente parte della nostra storia. Quindi mi sono chiesto cosa potrebbe essere considerato fantasy. Il mio punto di partenza sono state le varie mitologie occidentali, come quella greca e quella egizia. Mi sono basato sulla storia, il passato, le civiltà e le grandi città antiche dell'Occidente, che in Giappone abbiamo naturalmente visto da lontano."

Il processo creativo di Amano

Autore di opere che sembrano quasi danzare, Yoshitaka Amano ha realizzato innumerevoli lavori su commissione e dato forma a personaggi che altri character designer hanno successivamente adattato affinché potessero comparire in anime e videogiochi. Interrogato su questo complesso e tutt'altro che scontato processo creativo, il maestro ha infine parlato del proprio ruolo nell'intero procedimento.

Yoshitaka Amano: "Al tempo in cui lavoravo nel mondo dell'animazione mi è sempre piaciuto creare dei nuovi personaggi. Il mio compito è sempre stato quello di disegnarli su carta, dopodiché le mie illustrazioni passavano ai colleghi incaricati di adattarle al prodotto finale. So che le nuove tecnologie hanno apportato molti cambiamenti al processo creativo dietro la realizzazione di anime e videogiochi, ma al momento la cosa non mi riguarda. Il mio lavoro è quello di creare illustrazioni su carta. Non penso di dover essere coinvolto in tutto quello che avviene dopo, poiché non fa parte del mio ruolo."

"Negli anni '80 non c'era il 3D, era tutto in 2D. Più avanti arriveranno sicuramente delle tecnologie migliori, che potranno adattare in maniera ancora più efficace le mie opere. Però, come dicevo prima, non è quello il mio ruolo. Come artista, mi limito a mettere su carta la mia immaginazione. Chiaramente mi auguro sempre che i miei lavori vengano adattati nel miglior modo possibile, ma mi fido ciecamente di coloro che se ne occupano."