2Dark Provato

2Dark è il nuovo progetto di Frédérick Raynal, meglio conosciuto come il papà di Alone in the Dark: lo abbiamo provato.

2Dark Provato
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Il nome di Frédérick Raynal dovrebbe essere ben noto agli appassionati dell'orrore videoludico. Si tratta infatti della mente dietro al celebre Alone in the Dark, il gioco che nel 1992 diede vita al genere Survival Horror, diventando una grande fonte di ispirazione per moltissime opere a venire. Il talento francese non ha però mai potuto godere appieno del successo derivato dalla sua intuizione. Dopo aver lavorato al primo Alone in the Dark, infatti, Raynal lasciò Infogrames per fondare uno studio proprietario, battezzato Adeline Software International, dove lavorò con alterne fortune a Little Big Adventure e Time Commando. Nel frattempo Raynal stava assistendo al progressivo declino della serie che aveva creato: privo di quella scintilla di originalità e di quella carica innovativa con cui aveva scosso il mercato anni addietro, Alone in the Dark iniziava a subire le angherie di Capcom e Konami, che in quei gloriosi anni sparavano le loro cartucce migliori, realizzando le saghe di Resident Evil e Silent Hill.
    Quando Adeline Software International fu acquisita da SEGA, cambiando nome in No Cliché, Raynal iniziò a cimentarsi nello sviluppo di Agartha, un survival horror fortemente ispirato al primo Alone in the Dark e alle atmosfere innevate di D2. Il gioco sarebbe dovuto uscire per Dreamcast, ma SEGA ne interruppe lo sviluppo e, qualche anno più tardi, sciolse definitivamente No Cliché. Nel primo decennio degli anni duemila Frédérick Raynal collaborò con alcuni studi, tra cui Eidos e Ubisoft. Per l'azienda francese stava dirigendo lo sviluppo di Treasure Hunter Institute, un innovativo MMO free to play ispirato alla formula di gioco del geocaching, il quale però, purtroppo, fu in seguito anch'esso cancellato.
    Dopo la serie di fallimenti ed infruttuose collaborazioni, allora, il papà di Alone in the Dark dà vita, nel 2014, a Gloomy Wood, un piccolo team di sviluppo composto da veterani dell'industria. Nello stesso anno lancia una campagna di crowfunding per 2Dark: un progetto decisamente ambizioso, che riprende gli stilemi dei survival horror primigeni senza però disdegnare alcune contaminazioni da stealth game. Noi lo abbiamo provato in anteprima: scopriamo insieme se si tratta di un prodotto in grado di far tornare l'estro di Raynal finalmente sulla cresta dell'onda.

    Duplice rapimento a Gloomywood

    In 2Dark si vestono i panni dell'ex ispettore Smith, un uomo con un passato piuttosto tribolato, nonché segnato da un evento sanguinoso: in una notte d'estate, mentre si trova in campeggio con la sua famiglia, un misterioso assassino uccide sua moglie e rapisce i suoi due figli. Da quel momento, l'uomo vive miseramente in uno squallido appartamento di periferia, passando notti insonni alla ricerca di indizi che rivelino l'identità del rapitore. Il suo studio, nascosto dietro una finta parete, è tappezzato da foto che ritraggono alcuni sospettati: gli scarlatti fili di lana che collegano quei volti arcigni a fatti di cronaca nera sono una chiara testimonianza dell'ossessione di Smith, un chiodo fisso che non lo abbandona da sette anni.

    La sinistra città di Gloomywood, oscura, sporca e abitata da miserabili e mentecatti, è un luogo che nasconde atrocità immani. È così che in una delle tante buie notti cittadine, il frinire dei grilli e le sinuose volute di fumo delle sue sigarette Gloomy Strike spingono Smith a partire alla ricerca dei misteri che si celano dietro i rapimenti di bambini. L'ex detective si imbatterà così in personaggi senza morale, intenti a perseguire azioni inumane: una collezione di situazioni che 2Dark propone senza veli, con una brutalità che metterà a dura prova lo stomaco di ogni videogiocatore.
    Nonostante la nostra prova riguardi solo la prima parte del gioco, abbiamo avuto l'impressione che non ci sia una narrazione sufficientemente profonda e matura a supportare una violenza così viscerale, ma solo un fil rouge che ci accompagna senza guizzi di sorta. Per questo le atrocità proposte da 2Dark sembrano, a tratti, quasi come un ornamento barocco: colpiscono, suscitano l'immaginazione dell'utente, ma risultano troppo fini a se stesse, e non un mezzo per raccontare sottotrame avvincenti. Non si tratta di un vero problema ai fini della piena godibilità dell'avventura, eppure con una così fascinosa atmosfera noir, noi avremmo preferito che il team non si fosse placidamente adagiato sul classico splatter.

    Babysitter

    Sebbene quella da noi testata sia la versione beta, 2Dark presenta già da ora una struttura ludica piuttosto rifinita ed estremamente interessante. Non ci troviamo di fronte al classico survival horror, bensì ad un prodotto che incorpora tante caratteristiche da altri generi e le ripropone con un insolito punto di vista isometrico. C'è l'inventario in cui raccogliere oggetti (i quali possono essere combinati oppure utilizzati per risolvere dei puzzle), le risorse sono contate e si muore per colpa di trappole machiavelliche: queste caratteristiche sono, però, accompagnate da elementi un po' meno affini alla formula tipica dei survival.

    Smith può nascondersi nell'oscurità, in modo tale da celarsi agli sguardi indiscreti dei nemici. Deve inoltre prestare attenzione ai rumori prodotti, e può persino lanciare degli oggetti per attirare lontano da lui delle curiose sentinelle. Ma l'ex ispettore, innanzitutto, ha l'obbligo (ludico e morale) di portare in salvo tutti i bambini in ogni livello, e per farlo sarà costretto a muoversi con passi felpati ed evitare che i marmocchi vengano sorpresi e uccisi (sì, i pargoletti possono morire nelle maniere più atroci). Quest'ultimo è di sicuro l'elemento più caratteristico dell'intera produzione ed anche quello che vi richiederà più pazienza: i bambini sono lenti e lagnosi, possono essere facilmente scoperti e sono golosissimi di caramelle, utilizzabili all'occorrenza per attirarli in una determinata posizione. I fanciulli risponderanno anche ad alcuni ordini, come quello di seguirci o di rimanere fermi ed in silenzio: impartire questi comandi, tuttavia, produrrà un suono potenzialmente molto pericoloso.
    Come in un classico stealth game, infatti, bisognerà tenere d'occhio il cono visivo degli avversari ed evitare di emettere qualsiasi tipo di rumore all'interno dell'area in cui i nemici possono captarne l'eco. Se malauguratamente faremo scattare un allarme, la scelta migliore da prendere sarà quella di fuggire in un antro oscuro ed aspettare che la situazione si calmi. Ovviamente, questa strategia non funzionerà con i nemici muniti di una torcia né con i cani da guardia, i quali possono fiutarci anche in assenza di fonti luminose.
    Legittima, ma non consigliata, è la strada dello scontro diretto. Impugnare la calibro 45 e far piazza pulita di tutti gli sgherri che si frappongono tra noi ed il nostro obiettivo è una scelta che sminuisce alcune meccaniche di gioco, e che inoltre mostra tutte le criticità di un combat system piuttosto rozzo. Non sappiamo se nella versione finale gli sviluppatori riusciranno a sistemare le problematiche dell'approccio più "action", tuttavia noi abbiamo preferito di gran lunga sgattaiolare alle spalle degli ostili e toglierli di mezzo con un secco colpo alle spalle, senza ingaggiare nessun tipo di combattimento. Anche perché attendere nel buio ed osservare le routine dei personaggi ci dà l'opportunità di scoprire una serie di dettagli deliziosi: gli NPC chiacchierano, ci forniscono informazioni utili e reagiscono altresì a determinate situazioni contestuali (come il furto di un oggetto). In 2Dark vale quindi la pena sperimentare, trovare vie alternative per superare una situazione, senza per forza ricoprire i pavimenti di sangue e cadaveri.

    Peccato che non sempre l'intelligenza artificiale si comporti credibilmente: a volte i nemici si sono rivelati poco attenti, non rilevando la nostra presenza neanche a pochi passi, mentre in altri casi ci hanno sorpreso con manovre repentine e letali. È addirittura capitato che rimanessero incastrati o che non riuscissero a raggiungere il nostro nascondiglio per un qualche bug di programmazione: si tratta certo di episodi isolati e non particolarmente invalidanti, ma ci piacerebbe lo stesso vederli sparire del tutto una volta che il gioco sarà rilasciato in versione definitiva.

    Too Dark

    Per restituire la crudezza dei fatti narrati, Gloomy Wood ha adottato uno stile particolare e indubbiamente riuscito, seppur non sorprendente dal punto di vista tecnico. I personaggi sono realizzati in voxel (volumetric pixel), mentre le ambientazioni, in 2D, risultano sia molto dettagliate, sia modellate con un piglio creativo encomiabile. Tuttavia 2Dark acquisita grande fascino sopratutto in virtù della dicotomia tra luce ed ombra che permea le ambientazioni: esplorare un macabro maniero guidati dalla luce di una torcia o, ancora meglio, da quella fioca di un accendino (che combinato con le sigarette nell'inventario ci permetterà anche di salvare la partita) è un'esperienza affascinante ed inquietante allo stesso momento. Qualche volta ci è capitato di imbatterci in elementi meno particolareggiati e dai colori poco vividi: ci teniamo comunque a ribadire, in ogni caso, che quella da noi testata era una versione in beta, con ancora molti margini di miglioramento prima della release finale.

    2Dark 2Dark è un progetto da tenere d’occhio, e non solo perché alle sue spalle c’è l’illustre nome del padre di Alone in the Dark. L’interessante miscela tra survival horror e stealth game, con una libertà d’approccio "alla Dishonored", infatti, promette faville, e stupisce a più riprese grazie a soluzioni di gameplay davvero scaltre. Lo stile gradevolissimo e la violenza morbosa chiudono un quadro macabro ed inquietante. La lunga prova della beta ci ha restituito, insomma, buonissime impressioni, ma anche qualche piccolo dubbio. L’intelligenza artificiale è da rivedere, il combattimento risulta troppo legnoso ed il sistema di controllo via mouse e tastiera ci ha dato diversi problemi. Resta comunque ancora un po' di tempo per perfezionare al meglio ogni dettaglio e rilasciare così sulle scene un prodotto maggiormente rifinito. Dal canto nostro, crediamo fortemente che le vicende di Mr. Smith nell’oscura e malata Gloomywood si riveleranno una delle più grandi sorprese di questo 2017. Se siete appassionati dei survival horror, di stealth game o semplicemente di giochi dotati di un'ottima atmosfera, dovreste quindi cominciare a sbirciare di tanto in tanto il calendario delle uscite videoludiche: il 17 marzo non è poi così lontano.

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