Mentre Visual Concepts tiene le redini del wrestling secondo la WWE (qui la recensione di WWE 2K22), i ragazzi di Yuke's - che hanno gestito la serie per quasi vent'anni - sono invece al lavoro sul primo videogioco dedicato ai folli match della AEW, la federazione fondata da Tony Khan che ha saputo ritagliarsi sin da subito un posto speciale nei cuori dei fan del wrestling. Ebbene, alla GamesCom 2022 abbiamo avuto l'opportunità di provare AEW: Fight Forever e nel mentre abbiamo fatto due chiacchiere con gli sviluppatori per saperne di più sulla filosofia creativa alla base della produzione. Bando alle ciance, dunque: è tempo di salire sul ring.
Ritorno alle origini
Nel tempo il wrestling videoludico ha cominciato ad allontanarsi dalle esagerazioni più arcade tipiche dei titoli dell'era Nintendo 64 e PlayStation 1 per tendere sempre di più alla simulazione. I lottatori virtuali hanno iniziato a stancarsi come nella realtà, a eseguire movenze pesanti e realistiche, in barba alla velocità d'esecuzione e allo spettacolo immediato. Il team di Yuke's, che ha vissuto in prima persona questa evoluzione del gameplay, vuole invece compiere un tuffo nel passato con Fight Forever, per offrire ai giocatori il buon vecchio divertimento senza limitazioni.
Al fine di ottenere questo risultato, gli sviluppatori si stanno prendendo il loro tempo per accumulare feedback e applicare preziose rifiniture al combat system, così da avere delle alte chance di incontrare i gusti del pubblico quando per il gioco arriverà il momento di uscire dal backstage per fare un'entrata in grande stile. Ci è stato confermato inoltre che l'esperienza non prevede in alcun modo la presenza di microtransazioni: l'intenzione è quella di rispettare il tempo e il denaro investiti dagli appassionati.
A tal proposito, sappiate che la serie di All Elite Wrestling non vedrà l'uscita di nuove iterazioni a cadenza annuale. Al contrario, c'è la volontà di supportare questo primo gioco per diverso tempo, sia con nuovi lottatori, che con DLC d'altro genere, magari connessi a quella che sarà la ricca modalità Carriera promessa dagli addetti ai lavori.
Purtroppo su quest'ultima e la personalizzazione, legata non solo agli abiti ma anche ai set di mosse, alle animazioni delle entrate, ai team e le arene, non ci è stato dato modo di vedere nulla. In compenso sappiamo che il roster di wrestler contiene leggende come Chris Jericho, Adam Cole, Kenny Omega e, chiaramente, i mitici CM Punk e Paul Wight (che in molti conosceranno col nome di Big Show). Questi potranno servirsi di più di 40 armi, tra cui un bell'estintore tirato a lucido, e darsi battaglia in una moltitudine di match differenti, tra il Ladder, Casino Battle Royale (una specie di Royal Rumble), Unsanctioned Lights Out e perfino l'Exploding Barber Wire Death, che è un incontro estremo a base di filo spinato. Citiamo poi gli incontri Tag-Team, che offriranno la possibilità di eseguire folli mosse speciali attraverso comandi specifici e il Multiplayer Online, che ci auguriamo possa funzionare senza grandi intoppi di natura tecnica.
Nel vivo dello scontro
Prima di salire sul ring, sappiate che i lottatori che siamo riusciti a provare ci sono parsi discretamente modellati, seppur sulla base di una presentazione visiva che non cerca il realismo a tutti i costi. Purtroppo però al momento le entrate dei wrestler sono delle versioni ridotte di quelle reali e, detto con molta franchezza, non altrettanto efficaci sul fronte scenico.
Apprezzabili invece sono gli sforzi del team in materia di comparto sonoro, a partire dall'aver registrato le esultanze del pubblico durante i veri incontri della All Elite Wrestling. Visto che hanno scelto di non avvalersi del motion capturing, gli sviluppatori hanno ricreato a mano più di 300 animazioni e tra l'altro hanno lavorato a stretto contatto col grande Kenny Omega per assicurarsi di realizzare un'esperienza ludica in grado di colpire nel segno. Parliamo, per chi non lo sapesse, di un gamer consumato, come ben indicano i nomi di molte delle sue mosse più famose (Hadouken e One Winged Angel).
La lotta in Fight Forever poggia su di un combat system semplice da imparare ma difficile da padroneggiare, che prevede un tasto per ogni azione offensiva principale, pensiamo a calci, pugni e prese. Tra la possibilità di eseguire versioni più lente e potenti degli attacchi e quella di bloccare mosse leggere e prese - con tanto di reversal se ci si difende poco prima di ricevere un colpo - gli scontri si sono confermati dinamici e veloci, con un esito che resta incerto fino alla fine. Mandare a segno diverse mosse significa riempire la barra del momentum, che invece diminuisce se si cade in preda al contrattacco avversario. Quando si ottiene la signature move basta schernire il malcapitato con qualche iconico gesto per attivare la finisher, che a sua volta deve essere eseguita entro un tempo limitato. In altre parole, in alcuni momenti divertimento e tensione vanno di pari passo, a riprova del fatto che il team si stia muovendo sulla strada giusta per strutturare quello che resta il fulcro dell'esperienza ludica. Tra l'uso di armi e salti dai paletti, nella nostra breve prova le storture non sono mancate, a partire dalla scarsa efficacia dello scatto, caratterizzato da movenze a dir poco legnose.
Anche in materia di gestione delle collisioni, siamo incappati più volte in problematiche evidenti, coi nostri attacchi che scivolavano sull'avversario senza provocargli alcun danno.
A ciò dobbiamo aggiungere la netta disparità tra i colossi come Paul Wight e gli altri wrestler: effettuare prese sul primo, i cui colpi si sono confermati devastanti, è praticamente impossibile per lottatori heavy weight come Kenny Omega, che in sostanza può solo colpirlo con pugni, calci e armi (quando possibile). A nostro parere insomma quest'aspetto dovrebbe andare incontro a ulteriori bilanciamenti, così da non costringere i giocatori a dover scegliere necessariamente un gigante per contrastarne un altro.
In definitiva, AEW: Fight Forever, che farà il suo debutto solo quando i suoi creatori lo riterranno opportuno, sembra avere i numeri per regalare tanto divertimento ai patiti della federazione ma ha ancora molto da dimostrare, sia sul fronte ludico che prettamente contenutistico. Di conseguenza al momento è impossibile sbilanciarsi in un senso o nell'altro e per questo ci auguriamo di poter tornare a giocarlo in futuro, così da farci un'idea più chiara sulle sue reali ambizioni.
AEW Fight Forever: il caos regna sul ring
AEW Fight Forever è il primo videogioco dedicato alla All Elite Wrestling, una delle federazioni più in vista del panorama americano.
Mentre Visual Concepts tiene le redini del wrestling secondo la WWE (qui la recensione di WWE 2K22), i ragazzi di Yuke's - che hanno gestito la serie per quasi vent'anni - sono invece al lavoro sul primo videogioco dedicato ai folli match della AEW, la federazione fondata da Tony Khan che ha saputo ritagliarsi sin da subito un posto speciale nei cuori dei fan del wrestling. Ebbene, alla GamesCom 2022 abbiamo avuto l'opportunità di provare AEW: Fight Forever e nel mentre abbiamo fatto due chiacchiere con gli sviluppatori per saperne di più sulla filosofia creativa alla base della produzione. Bando alle ciance, dunque: è tempo di salire sul ring.
Ritorno alle origini
Nel tempo il wrestling videoludico ha cominciato ad allontanarsi dalle esagerazioni più arcade tipiche dei titoli dell'era Nintendo 64 e PlayStation 1 per tendere sempre di più alla simulazione. I lottatori virtuali hanno iniziato a stancarsi come nella realtà, a eseguire movenze pesanti e realistiche, in barba alla velocità d'esecuzione e allo spettacolo immediato. Il team di Yuke's, che ha vissuto in prima persona questa evoluzione del gameplay, vuole invece compiere un tuffo nel passato con Fight Forever, per offrire ai giocatori il buon vecchio divertimento senza limitazioni.
Al fine di ottenere questo risultato, gli sviluppatori si stanno prendendo il loro tempo per accumulare feedback e applicare preziose rifiniture al combat system, così da avere delle alte chance di incontrare i gusti del pubblico quando per il gioco arriverà il momento di uscire dal backstage per fare un'entrata in grande stile. Ci è stato confermato inoltre che l'esperienza non prevede in alcun modo la presenza di microtransazioni: l'intenzione è quella di rispettare il tempo e il denaro investiti dagli appassionati.
A tal proposito, sappiate che la serie di All Elite Wrestling non vedrà l'uscita di nuove iterazioni a cadenza annuale. Al contrario, c'è la volontà di supportare questo primo gioco per diverso tempo, sia con nuovi lottatori, che con DLC d'altro genere, magari connessi a quella che sarà la ricca modalità Carriera promessa dagli addetti ai lavori.
Purtroppo su quest'ultima e la personalizzazione, legata non solo agli abiti ma anche ai set di mosse, alle animazioni delle entrate, ai team e le arene, non ci è stato dato modo di vedere nulla. In compenso sappiamo che il roster di wrestler contiene leggende come Chris Jericho, Adam Cole, Kenny Omega e, chiaramente, i mitici CM Punk e Paul Wight (che in molti conosceranno col nome di Big Show). Questi potranno servirsi di più di 40 armi, tra cui un bell'estintore tirato a lucido, e darsi battaglia in una moltitudine di match differenti, tra il Ladder, Casino Battle Royale (una specie di Royal Rumble), Unsanctioned Lights Out e perfino l'Exploding Barber Wire Death, che è un incontro estremo a base di filo spinato. Citiamo poi gli incontri Tag-Team, che offriranno la possibilità di eseguire folli mosse speciali attraverso comandi specifici e il Multiplayer Online, che ci auguriamo possa funzionare senza grandi intoppi di natura tecnica.
Nel vivo dello scontro
Prima di salire sul ring, sappiate che i lottatori che siamo riusciti a provare ci sono parsi discretamente modellati, seppur sulla base di una presentazione visiva che non cerca il realismo a tutti i costi. Purtroppo però al momento le entrate dei wrestler sono delle versioni ridotte di quelle reali e, detto con molta franchezza, non altrettanto efficaci sul fronte scenico.
Apprezzabili invece sono gli sforzi del team in materia di comparto sonoro, a partire dall'aver registrato le esultanze del pubblico durante i veri incontri della All Elite Wrestling. Visto che hanno scelto di non avvalersi del motion capturing, gli sviluppatori hanno ricreato a mano più di 300 animazioni e tra l'altro hanno lavorato a stretto contatto col grande Kenny Omega per assicurarsi di realizzare un'esperienza ludica in grado di colpire nel segno. Parliamo, per chi non lo sapesse, di un gamer consumato, come ben indicano i nomi di molte delle sue mosse più famose (Hadouken e One Winged Angel).
La lotta in Fight Forever poggia su di un combat system semplice da imparare ma difficile da padroneggiare, che prevede un tasto per ogni azione offensiva principale, pensiamo a calci, pugni e prese. Tra la possibilità di eseguire versioni più lente e potenti degli attacchi e quella di bloccare mosse leggere e prese - con tanto di reversal se ci si difende poco prima di ricevere un colpo - gli scontri si sono confermati dinamici e veloci, con un esito che resta incerto fino alla fine. Mandare a segno diverse mosse significa riempire la barra del momentum, che invece diminuisce se si cade in preda al contrattacco avversario. Quando si ottiene la signature move basta schernire il malcapitato con qualche iconico gesto per attivare la finisher, che a sua volta deve essere eseguita entro un tempo limitato. In altre parole, in alcuni momenti divertimento e tensione vanno di pari passo, a riprova del fatto che il team si stia muovendo sulla strada giusta per strutturare quello che resta il fulcro dell'esperienza ludica. Tra l'uso di armi e salti dai paletti, nella nostra breve prova le storture non sono mancate, a partire dalla scarsa efficacia dello scatto, caratterizzato da movenze a dir poco legnose.
Anche in materia di gestione delle collisioni, siamo incappati più volte in problematiche evidenti, coi nostri attacchi che scivolavano sull'avversario senza provocargli alcun danno.
A ciò dobbiamo aggiungere la netta disparità tra i colossi come Paul Wight e gli altri wrestler: effettuare prese sul primo, i cui colpi si sono confermati devastanti, è praticamente impossibile per lottatori heavy weight come Kenny Omega, che in sostanza può solo colpirlo con pugni, calci e armi (quando possibile). A nostro parere insomma quest'aspetto dovrebbe andare incontro a ulteriori bilanciamenti, così da non costringere i giocatori a dover scegliere necessariamente un gigante per contrastarne un altro.
In definitiva, AEW: Fight Forever, che farà il suo debutto solo quando i suoi creatori lo riterranno opportuno, sembra avere i numeri per regalare tanto divertimento ai patiti della federazione ma ha ancora molto da dimostrare, sia sul fronte ludico che prettamente contenutistico. Di conseguenza al momento è impossibile sbilanciarsi in un senso o nell'altro e per questo ci auguriamo di poter tornare a giocarlo in futuro, così da farci un'idea più chiara sulle sue reali ambizioni.
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