Anno 1800: provato il nuovo strategico Ubisoft

Non solo The Settlers, il 2019 di Ubisoft vede anche il ritorno della serie Anno con Anno 1800: lo abbiamo provato.

Anno 1800: provato il nuovo strategico Ubisoft
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Disponibile per
  • Pc
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Fin dalle origini la serie Anno si è sempre proposta come una valida alternativa al celebre The Settlers, ma se la storia è stata piuttosto inclemente con il brand di Blue Byte, quello di Ubisoft ha continuato ad appagare i gusti del pubblico pur rimanendo legato ai suoi pilastri fondamentali. Gli ultimi Anno - sviluppati peraltro proprio dal team che creò The Settlers - si sono tuttavia allontanati dall'impostazione storica, raffigurando prima un mondo ormai prossimo con Anno 2070 e poi, con Anno 2205, un futuro ancora remoto, spostando il focus sull'esplorazione spaziale. L'ultima iterazione, in particolare, era apparsa debole per via della mancanza di una modalità sandbox che ne estendesse la rigiocabilità. Anno 1800, il nuovo capitolo che giungerà nel corso del 2019, punta quindi a riconquistare i cuori dei fan, di tutti quelli che hanno percepito come un tradimento le omissioni del titolo precedente. Ci sarà infatti una modalità sandbox e si tornerà, per la gioia di molti, in un'epoca storica: l'affascinante diciannovesimo secolo, un'era di rivoluzioni industriali, di sfruttamento e di assoluta povertà. Le intenzioni di Blue Byte son quindi quelle di ricreare il passaggio da un'economia per lo più agricola alla pesante industrializzazione, con l'utilizzo di macchine per i lavori più duri e la produzione di strumenti bellici sempre più letali. Al contempo, è posta una buona attenzione nel cercare di restituire - anche se in maniera edulcorata - il disagio della classe operaia, costretta a vivere in tuguri sovraffollati e a sopportare turni di lavoro massacranti.

    Hard Times

    Nel 1854, Charles Dickens pubblicava il suo romanzo "Tempi Difficili", in esso l'autore inglese dipingeva un quadro molto pessimistico dell'allora società vittoriana. Nella città fittizia di Coketown, un insediamento adibito all'estrazione del carbone perennemente ricoperto da una nebbia nerastra, i lavoratori vivevano e morivano in condizioni di miseria, una sorte che non risparmiava neanche i bambini. Dalle scuole ai salotti si celebravano i traguardi raggiunti dalla rivoluzione industriale, un boom tecnologico che non aveva pari nella storia ma che affamava le classi più povere creando insanabili divari sociali.

    Certo è che dedicare un city buider ad uno spaccato di storia così oscuro e complesso non è affatto semplice, soprattutto se l'intento è quello di ricostruire una visione d'insieme particolarmente coerente e realistica. Ma da Anno non dobbiamo aspettarci la durezza di un Frostpunk: nel gioco di Blue Byte, pur essendoci un gran numero di caratteristiche che citano la victorian age, il clima è reinterpretato in maniera più allegra e distaccata, ma non meno attenta ai dettagli. I personaggi sono generalmente buffi e caricaturali, mentre la grafica dal look cartoon smussa gli spigoli della drammaticità.

    Nell'impasto ludico, Anno 1800 tenta di offrire un'esperienza che si adatti a molti tipi di giocatore, o almeno questo è quanto emerso dalla nostra fugace prova con la versione demo, mancante di tanti elementi il cui peso andrà per forza valutato in differente sede. Le modalità a disposizione sono due, la story mode, con diversi livelli di difficoltà (Normale, Avanzato, Esperto e Personalizzato), e la modalità sandbox, anch'essa personalizzabile in parametri quali grandezza della mappa, densità degli avversari e così via.

    La nostra prova si è concentrata di più sulla storia, visto che la modalità sandbox era molto limitata e offriva contenuti molto risicati: in partenza è possibile stabilire se affrontare l'avventura in modalità guidata, e quindi disponendo di consigli costanti, o libera, ma in ogni caso la flessibilità della story mode è per forza di cose limitata. Blue Byte ha anche voluto investire qualche sforzo per dare alla narrazione un tocco più intimo e coinvolgente. Le vicende del protagonista si legano infatti ad una tragedia familiare: suo padre è morto e sua sorella gli chiede di ritornare a casa per presenziare al funerale e poi aiutarla a prendere le redini dell'azienda di famiglia. Ma lo zio dei due fratelli, un bieco industriale chiamato Edvard Goode, sfrutta l'occasione per acquisire notorietà e potere nella maniera più gretta possibile. Il primo insediamento da cui parte la campagna di Anno 1800 viene fondato su un isola poco distante da quella sotto il dominio di Edvard: in difficoltà finanziarie e senza manodopera vera e propria, i due fratelli iniziano la costruzione di un insediamento nel quale fondano una compagnia rivale con l'obiettivo di contrastare il loro malvagio zio e riappropriarsi delle ricchezze di famiglia.

    Bisogna aspettarsi da Anno 1800 una impostazione molto simile a quella degli altri capitoli: il mondo è diviso in isole separate dall'oceano, e su ognuna di esse è possibile fondare nuovi insediamenti e sfruttare le risorse a disposizione. Si ha poi la possibilità di controllare una nave ammiraglia e muoversi per la mappa, scoprendo nuove location o completando semplici fetch quest per ingraziarsi i proprietari di altre compagnie.

    Nella demo non era ancora stato implementato il sistema di reputazione, e ci viene quindi difficile parlare del sistema di favori e conseguenze per migliorare le relazioni tra i diversi personaggi ed il giocatore. Stesso discorso per il combattimento, che come da tradizione sarà marittimo, ma con il quale, per ora, non siamo ancora entrati in contatto. La prova si è insomma concentrata sui primi vagiti del city building: dall'edificazione di un centro urbano contadino alla sua espansione in una cittadina moderatamente industrializzata. Purtroppo, per poterci esprimere sulle fasi più avanzate ed interessanti del gioco, toccherà attendere la recensione.

    In ogni caso anche le prime battute di Anno 1800 ci danno occasione di esprimere molte considerazioni positive e una manciata di dubbi. Subito salta all'occhio l'immediatezza del sistema imbastito da Blue Byte, che con pochi clic ci permette di erigere un centro urbano con qualche casa e mercato. Non esistono infatti tempi di costruzione, ma l'utente deve avere l'accortezza di collegare tra loro i vari edifici con una strada. Anche qui, formare un impianto stradale efficiente è un'operazione da pochissimi clic, grazie a un algoritmo che rileva in automatico il percorso migliore e permette di creare delle curve con un lieve movimento del mouse. Nelle prime fasi è necessario costruire dei nuclei abitativi collegati a un mercato, cosicché la popolazione possa soddisfare alcuni bisogni primari, e subito dopo serve procacciarsi la materia prima per gli edifici, che nella prima "era" è rappresentata da travi di legno.

    Come ogni city builder, Anno chiede implicitamente all'utente di creare aree abitative autosufficienti (e quindi collegate a edifici che garantiscono beni di prima necessità) e aree di produzione, che solitamente richiedono molto spazio libero.

    Col passare del tempo si comincia ad acquisire un occhio più clinico e si riesce a sfruttare con maggior efficacia la struttura a griglia della mappa, ad esempio creando dei quartieri con una disposizione più efficiente delle strutture. Ma almeno all'inizio il gioco se la prende molto comoda prima di far notare all'utente che qualcosa non va, dandogli tempo di metabolizzare le meccaniche, di sperimentare e di fare errori. Continuando ad evadere i costanti messaggi d'attenzione, tuttavia, si incapperà inesorabilmente in gravi problemi alle finanze, carenza di materie prime, mancanza di lavoratori o perfino in rivolte e scioperi, da sedare con l'aiuto della polizia. La felicità della popolazione, tuttavia, non dipende solo dall'accesso di quest'ultima a beni primari (vestiti, cibo, bevande), ma anche alle condizioni di lavoro e al modo in cui governiamo le nostre città. Uno degli elementi che più ci hanno colpito nel corso della prova è relativo alla possibilità di controllare la stampa attraverso delle "veline": si possono nascondere notizie che rischierebbero di compromettere la felicità pubblica con degli slogan che distolgano i lavoratori dalla verità, in pieno stile vittoriano. Ogni tanto poi, in concomitanza della costruzione di edifici importanti, è possibile scattare una foto che verrà poi pubblicata sulla prima pagina del quotidiano locale. Un aggiunta poco influente in termini ludici, che però valorizza l'operato dei giocatori particolarmente attenti all'estetica della propria cittadina.

    Per accedere a strutture più avanzate Anno 1800 adopera un sistema di "tier" e "pietre miliari": al raggiungimento di un certo livello di popolazione vengono sbloccate nuove costruzioni. Passare da un tier all'altro consente invece di modificare profondamente l'assetto economico e sociale del proprio insediamento: ad esempio, dal tier 1 al tier 2 si passa da una società contadina ad una di lavoratori, con la possibilità ci costruire edifici in mattoni e di iniziare alcune attività minerarie e di lavorazione del ferro. Ovviamente le diverse tipologie di forza lavoro hanno bisogno di beni di prima necessità differenti. Con lo sblocco di nuove tecnologie, dunque, si complica sempre più la complessità gestionale della popolazione e la possibilità dell'insorgere di eventi infausti si innalza repentinamente. Non solo rivolte e scioperi, come già detto, ma anche veri e propri incendi, che possono avvampare se alcune abitazioni si trovano nei pressi di aree pesantemente industrializzate.

    Nella demo erano presenti solo tre dei totali cinque tier ed esclusivamente il primo capitolo della campagna: gli edifici e le tecnologie più avanzate, tuttavia, saranno nei tier 4 e 5, con la possibilità di utilizzare l'olio oppure le ferrovie. L'antipasto fornitoci da Ubisoft è stato comunque alquanto gradevole, eppure - fatta eccezione per qualche novità - non ci è parso che Anno 1800 si voglia presentare come un capitolo rivoluzionario.

    È piuttosto un episodio tradizionale che vuole rimediare ad alcuni passati errori, ma c'è comunque il rischio che, in assenza di elementi fortemente caratterizzanti nelle fasi più avanzate del gioco, il titolo di Blue Byte possa risultare troppo simile ai predecessori, anche in vista dell'arrivo del nuovo The Settlers. Gli unici veri e propri problemi che ci sentiamo di segnalare sono di natura tecnica: il gioco offre un colpo d'occhio piuttosto gradevole, sia delle campagne brulle che dei distretti industriali ammantati dalla caligine, ma le prestazioni sono molto altalenanti. Ci auguriamo che un ulteriore lavoro di ottimizzazione possa far fronte a questi problemi.

    Anno 1800 La prova di Anno 1800 è stata rapida ma positiva. Sebbene il gioco di Blue Byte non abbia dimostrato di possedere caratteristiche di rottura nei confronti della serie e del genere, le piccole modifiche alla formula ed una sempre presente attenzione ai dettagli ci fanno ben sperare per il futuro. Per di più la scelta del periodo storico è molto interessante, perché permette ai giocatori di avere a che fare con un mondo che va incontro a profondissimi cambiamenti tecnologici, che poi hanno dei riscontri anche sul tessuto sociale. Quest’ultimo elemento è tenuto in considerazione dagli sviluppatori, anche se deprivato della drammaticità che caratterizza alcuni romanzi-simbolo dell’età vittoriana. Tuttavia l’assenza di un elemento più drammatico e coinvolgente è perfettamente comprensibile in un gioco di questo calibro, che dimostra un’ottima cura per le meccaniche cardine del genere. Dunque, rimaniamo in attesa di una versione definitiva per verificare che tutte le buone premesse si concretizzino con successo.

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