Provato ARK: Survival Of The Fittest

Da una costola di Ark: Survival Evolved nasce questo spin-off competitivo, che mescola PvP e PvE per costruire una versione preistorica di The Hunger Games. Lo abbiamo provato in Accesso Anticipato.

Provato ARK: Survival Of The Fittest
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • È da circa un mese che ARK: Survival Of The Fittest è approdato su Steam in Accesso Anticipato, scaricabile gratuitamente dal momento che si tratta di un Free to Play. Il titolo in questione è uno spin-off di ARK: Survival Evolved e per definirlo possiamo creare un acronimo un po' fantasioso: MOSA, ovvero Multiplayer Online Survival Arena. Si gioca in server che ospitano fino a 72 giocatori, e lo scopo è rimanere vivi il più a lungo possibile in un'isola piena zeppa di insidie ed enormi bestioni preistorici. Abbiamo provato a lungo questa versione non ancora definitiva del gioco (ma già aggiornata diverse volte dagli sviluppatori), scoprendo un titolo divertente ma che non ci ha tolto tutti i dubbi. Nella speranza che le perplessità possano affievolirsi con il passare del tempo (e degli update), ricordiamo che il gioco arriverà a metà luglio anche su PlayStation 4, e potremmo quindi aspettarci una release finale su PC attorno alla stessa data.

    Crafting & Dinosaurs

    Dal momento che si tratta di un prodotto Free to Play, vi consigliamo di scaricare ARK: Survival Of The Fittest anche se non conoscete il suo "fratello maggiore" Survival Evolved. Dategli una chance soprattutto se adorate i dinosauri e siete amanti delle esperienze MMO di tipo PvE e PvP. In questo episodio secondario di ARK si hanno a disposizione due modalità gioco (classificata e non) e ognuna di queste si divide in quattro sottocategorie, a seconda di quanti giocatori è composto il nostro gruppo (qui chiamato opportunamente tribù). Si va infatti da partite in solitaria (senza quindi compagni al nostro fianco) della durata di 35 minuti e con un massimo di 25 giocatori nella mappa, fino a alla modalità con tribù composte da sei giocatori: in questo caso aumentano sia la durata massima (160 minuti), sia il numero di giocatori contemporaneamente connessi (12 tribù per un totale di 72 utenti). Il limite di tempo è una meccanica fondamentale, dal momento che mentre scorrono i secondi i confini della mappa si restringono, e di conseguenza diventa più facile (e inevitabile) scontrarsi con i nemici. Una trovata intelligente, che stimola il PvP selvaggio nei momenti finali del match, mentre quelli iniziali sono più concentrati sul PvE. Questo perché una parte fondamentale del gameplay riguarda la raccolta di risorse per craftare oggetti, vestiti e armi e costruire semplici strutture. Quando si inizia a giocare, dopo una prima fase passata nella lobby con altri giocatori per creare una tribù, si ha l'inventario praticamente vuoto e fin da subito inizia una corsa forsennata per raccogliere loot e risorse (stando sempre attenti agli altri giocatori che potrebbero comunque attaccarci fin da subito). Con le materie prime si cominciano a costruire i primi oggetti in legno, metallo e pietra. Non tutti i progetti per il crafting sono attivi immediatamente e questo perché all'inizio mancano le risorse necessarie e il livello di esperienza adatto. Anche salire di livello è quindi fondamentale in Survival of the Fittest, anche perché ci permette di potenziare alcune caratteristiche del nostro personaggio, per specializzarlo nella resistenza come fosse un "tank preistorico", o renderlo più veloce e agile, a seconda delle preferenze del giocatore.

    Dopo aver costruito protezioni e qualche arma decente (il consiglio è di iniziare almeno con un arco e una buona scorta di frecce), si possono iniziare a cacciare i dinosauri, ma soprattutto ammaestrarli e farli diventare nostri alleati (un po' come le bestie feroci di Far Cry Primal). Avere con sé un Velociraptor o uno Stegosauro, ai quali si possono impartire semplici ordini tramite una menu circolare, può infatti fare un'enorme differenza, ed esplorare l'isola alla ricerca di dinosauri da "collezionare" è già di per sé un'esperienza piacevole e divertente. Da questo punto di vista, le meccaniche di gioco recuperano certe caratteristiche di Survival Evolved, lasciando ai giocatori la possibilità di "assaggiare" parte di quel gameplay che ha reso l'ARK originale un successo stratosferico su Steam. Ovviamente qui il contesto è diverso: c'è un limite di tempo che sacrifica, sulla lunga distanza, la componente sandbox e la piacevolezza dell'esplorazione. Le meccaniche survival, poco a poco, cedono il passo ad un profilo ludico che è quello di un action in prima persona in cui bisogna vedersela con altri giocatori e, sinceramente, questa impostazione è davvero poco avvincente. Il combattimento viene reso problematico anche da un sistema di collisioni bisognoso di qualche aggiustamento, e dalla possibilità (piuttosto frequente) di vedersela con personaggi enormemente più forti, potenti e livellati rispetto al nostro.

    Trattandosi comunque di un titolo in Early Access c'è ancora tutto il tempo per sistemare questi problemi di bilanciamento, e di pensare ad un'ottimizzazione del motore grafico, che per ora lascia un po' a desiderare. Se infatti sono già stati sistemati i primi difetti del day one, che rendevano il gioco estremamente scattoso anche con PC di fascia medio-alta, rimangono inalterate sia una certa pesantezza di fondo per l'effettiva resa grafica del gioco, sia fenomeni di stuttering che con il PC in prova (GTX 970, 12 GB di RAM, Intel Core i7 970, SSD) non dovrebbero verificarsi. Al di là di questo il lavoro svolto per caratterizzare l'ambientazione convince, e la varietà di dinosauri sicuramente impressionante.

    ARK: Survival Of The Fittest Essendo un Free to Play, non costa davvero nulla scaricare da Steam ARK: Survival Of The Fittest e dargli una possibilità. Il titolo propone un mix tra PvE e PvP, recuperando le meccaniche di base dal "papà" Survival Evolved ma infilandole in un contesto simile per concezione a quello di The Hunger Games. Che sia una mossa per "disinnescare" sul nascere il possibile successo di The Culling? Di certo l'uscita di questo potenziale rivale deve aver messo un po' di fretta al team, che si è presentato con un titolo meno rifinito di quanto non fosse lecito aspettarsi. Rimangono infatti alcune incertezze a livello di ottimizzazione grafica, di gestione della difficoltà e per quel che riguarda il combattimento corpo a corpo. Con qualche aggiustatina, questo spin-off può funzionate bene, ovviamente se vi piace l'idea di un survival agonisticofunziona già piuttosto bene e il mix di combattimenti, crafting, ricerca di risorse e "collezione" di dinosauri si è rivelato vincente.

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