Baldo: tanti problemi su Nintendo Switch per il gioco di NAPS Team

La versione Nintendo Switch di Baldo è purtroppo afflitta da vari problemi tecnici che impediscono di avanzare nella quest principale.

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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Baldo era senza dubbio uno dei titoli indie più attesi per questo 2021. Sin dal suo annuncio, l'opera di Naps Team aveva saputo catturare l'attenzione dei giocatori grazie a uno stile grafico ispirato alle produzioni cinematografiche dello studio Ghibli, e a un gameplay che prometteva di ricalcare l'impostazione action adventure della serie The Legend of Zelda. Purtroppo, nonostante le buone premesse, qualcosa è andato storto nella realizzazione di Baldo e, sebbene il titolo presenti diversi spunti ludici interessanti, l'esperienza complessiva viene affossata da numerose problematiche tecniche che ne minano notevolmente la godibilità. La versione Switch, su cui è stata effettuata questa prova, è tutt'ora afflitta da diversi bug che rendono impossibile l'avanzamento nella quest principale: un fattore che impedisce di valutare il titolo in modo definitivo.

    Primo approccio

    L'avventura di Naps Team si apre gettando gli utenti nel pieno dell'azione. Dopo una brevissima cinematica di introduzione, che a malapena fornisce le coordinate per familiarizzare con il protagonista e il mondo di gioco, il giocatore viene gettato immediatamente nella mischia senza troppi convenevoli.

    Basta poco per rendersi conto che l'ispiratissimo stile grafico, graziato da un uso del cel-shading semplice ma funzionale, non è accompagnato da un gameplay altrettanto rifinito. Molte scelte di design risultano sin da subito datate e poco intuitive (dalla macchinosa gestione di menù e inventari alla difficile leggibilità della mappa), tanto che sembra quasi di trovarsi di fronte a un esponente del genere fedele ai grandi classici, ma indietro di almeno una generazione. Molti giocatori rimarranno sicuramente interdetti di fronte a un gameplay grezzo e poco accomodante, che non presenta molte delle comodità a cui ormai si è abituati. La decisione più spiazzante è senza dubbio quella di voler posizionare Baldo come un titolo dalla difficoltà elevata, alcuni potrebbero dire "hardcore", dove ogni disattenzione da parte del giocatore può tradursi in un game over. Una scelta coraggiosa, almeno sulla carta, che però finisce con l'accentuare ulteriormente gli spigoli di una produzione che avrebbe sicuramente giovato di più tempo e cura nello sviluppo.

    A riprova di questo, ogni morte è stata privata di qualsiasi effetto negativo: perdere tutti i cuori significa semplicemente dover ripartire dall'ultima zona o stanza visitata con l'energia ripristinata alle tre unità base e senza alcuna penalità. Se negli ultimi anni la morte del protagonista e il game over sono stati declinati nei modi più svariati in base alle esigenze del gameplay, in Baldo il fatidico "riprova" è più una seccatura che altro.

    Il primo Dungeon è in questo senso emblematico di tutta l'incertezza che aleggia intorno alla produzione. Abbiamo innanzitutto due elementi molto convincenti, a partire da quella che di nuovo sembra una scelta coraggiosa: far affrontare al giocatore il livello senza una spada, limitando quindi notevolmente le sue capacità offensive. Questo approccio stealth va a braccetto con un level design particolarmente ispirato, alla base di un vero e proprio "labirinto" che chiederà agli utenti un discreto senso dell'orientamento e anche una buona dose di ingegno per risolvere dei puzzle ambientali piuttosto complicati.

    Se quindi il Galeone di Baldo potrebbe essere il perfetto biglietto da visita per il titolo, in grado di far innamorare gli appassionati degli Zelda "vecchia scuola", è proprio la realizzazione tecnica a distruggere gran parte dell'immersività. I comandi poco reattivi e la pessima gestione delle hitbox, unite alla disarmante fragilità del protagonista (anche solo la caduta da un leggero dislivello può risultare fatale), fanno sì che ogni stanza si trasformi in un continuo quanto tedioso trial and error privo di qualsiasi grado di sfida reale. Un'mpostazione che raggiunge il suo apice con il primo boss: si tratta uno scontro diviso in tre fasi, ricco di pattern da studiare ma che nega qualsiasi tipo di soddisfazione al giocatore, costretto ad affidarsi più al caso che alle proprie abilità.

    Un cambiamento radicale

    Sebbene questi (spesso macroscopici) problemi accompagnino l'avventura lungo tutto il suo corso, c'è da dire che i giocatori più ostinati, quelli che che impareranno a convivere con la difficoltà artificiale della produzione, si ritroveranno ben presto di fronte a un cambio di ritmo notevole. Superate le prime missioni principali, il titolo si apre verso una struttura open world che in mette in luce l'anima esplorativa di Baldo, nettamente più affascinante delle fasi action.

    È qui che tutto l'amore per le produzioni Nintendo si concretizza in un mondo di gioco immenso, ricco di passaggi segreti, cave nascoste, punti di interesse e intricati dungeon. Tutte le aree della mappa sono ben diversificate tra di loro e, ancora una volta, la direzione artistica dà prova della sua forza incantando i giocatori con una sequela di paesaggi stereotipati ma davvero piacevoli. Al di là delle classiche zone deserte, delle cime innevate e delle paludi minacciose, sono i villaggi a incantare per la loro realizzazione. Il mondo di Baldo non fa nulla per nascondere le sue fonti di ispirazione: le continue citazioni al mondo di Zelda e agli iconici luoghi di Hyrule non potranno che fare la felicità dei fan Nintendo. Se da una parte l'impostazione open world potrebbe far pensare erroneamente a un forte debito nei confronti del recente Breath of the Wild (per approfondire ecco la recensione di The Legend of Zelda Breath of the Wild), le similitudini più marcate si limitano alla presenza di numerose Torri dei Gufi sparse per la mappa di gioco, che rivestono lo stesso ruolo dei Sacrari nell'avventura di Link.

    Si tratta di mini-dungeon che richiederanno di risolvere dei piccoli rompicapo in cambio di rune utili per potenziare la propria salute, o di oggetti necessari per le varie quest. Volendo paragonare la produzione di Naps Team alla saga ideata da Shigeru Miyamoto, è più facile trovare punti in comune con gli albori della serie su NES. In Baldo si rivive esattamente quella stessa sensazione di smarrimento e scoperta che ermergeva durante la prima avventura di Link, nella quale anche solo l'atto di guadagnare l'accesso a un dungeon poteva diventare un'impresa titanica che necessitava ore e ore di gioco per essere portata a termine.

    Quasi mai si ha la sensazione di sapere con chiarezza cosa fare: da una parte si tratta di una scelta consapevole degli sviluppatori, una direzione che contribuisce al fascino "rétro" dell'avventura, ma dall'altra è una conseguenza delle tante imperfezioni di game design che affliggono la produzione.

    Tra fascino ed errori

    Come anticipato, il vero tallone d'Achille di tutta l'esperienza è la presenza di problemi tecnici così gravi da comprometterne la giocabilità: a una settimana dal lancio, il gioco su Switch è ancora afflitto da bug debilitanti che ostacolano la progressione in maniera talvolta insormontabile. Non si tratta di chiudere un occhio davanti a qualche difetto grafico o glitch, ma di dover fronteggiare numerosi errori fatali che rischiano di compromettere l'inventario, l'ottenimento delle ricompense o peggio ancora gli stessi salvataggi: una situazione difficilmente giustificabile.

    Nonostante su altre piattaforme siano già arrivati i primi hotfix, è purtroppo doveroso precisare che la produzione avrebbe necessitato ancora di qualche mese di gestazione. È imperativo che Naps Team risolva al più presto gli errori più gravi, ed è anche auspicabile che i due sviluppatori ascoltino il feedback degli utenti per rifinire al meglio un gioco dal grande potenziale. Al netto degli errori è infatti giusto riconoscere Baldo per quello che è: un'opera incredibilmente ambiziosa che può esercitare un immenso fascino sui giocatori di vecchia data o sui grandi appassionati di action adventure. Non si tratta di un titolo per tutti, e tanti saranno allontanati da una struttura di gioco dispersiva e volutamente indecifrabile, che fa del continuo vagare senza una direzione precisa una delle chiavi di volta dell'esperienza. Nel tentativo di risolvere una quest vi ritroverete a girare per la mappa senza un chiaro indizio sul da farsi, per poi venire improvvisamente attirati da una caverna nascosta, un forziere apparentemente irraggiungibile o un altare che rimanda a una missione accettata in precedenza e poi dimenticata, o magari in qualcosa da appuntarsi perché potrebbe tornare utile in futuro. In un mondo così vasto e ricco di stimoli ci si perde con facilità, ma si è continuamente catturati da un world design che fa sì che ogni viaggio a vuoto sia in realtà una piccola conquista.

    Gli sviluppatori non si sono accontentati di confezionare un'opera semplicemente derivativa, ma sono molte le suggestioni e le novità che provano a staccare Baldo dalla tradizione a cui è saldamente ancorato. Apprezzabile il sistema di suggerimenti integrato all'interno della biblioteca, che permette al giocatore di ottenere dei vaghi indizi sulle quest in cambio di un esborso economico, così come la scelta ardita di introdurre un sistema di durabilità degli scudi e di non relegare l'ottenimento di cuori al completamento dei dungeon.

    Tutti elementi che, purtroppo, non riescono ad esprimere il loro massimo potenziale e che avrebbero meritato molta più cura e attenzione per essere integrati al meglio all'interno del gameplay. Nonostante gli anni di esperienza alle spalle, sembra chiaro che il team non sia riuscito a misurare al meglio le sue ambizioni, arrivando a compromettere l'esito del progetto. L'appetibilità dello stile grafico, unita alla popolarità del genere, ha creato un'aspettativa tale che il grande pubblico non potrà che rimanere interdetto di fronte a un prodotto tanto imperfetto, che purtroppo rischia di essere percepito come "amatoriale" piuttosto che "indipendente".

    Baldo A fronte di una trentina di ore di gioco, rimane al momento impossibile portare a termine la quest principale a causa di alcuni bug fatali. Quindi, pur avendo trascorso un buon numero di ore in compagnia di Baldo, questa recensione è da considerarsi come un parere non ancora definitivo. Con un mondo di gioco così vasto e interessante da esplorare il vero potenziale di Baldo potrebbe concretizzarsi nelle fasi avanzate dell'avventura, così come un accurato utilizzo di missioni secondarie e subquest all'interno di un endgame strutturato sapientemente potrebbe rappresentare un ottimo motivo per spingersi ben oltre il completamento dell'avventura. La speranza è che Naps Team riesca nel breve termine a confezionare una versione stabile e definitiva di Baldo, che potrà essere giudicata serenamente con tutti i suoi pregi e difetti.

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