Provato Bounty Train

Daedalic Entertainment e Corbie Games ci catapultano nell'America del 1860, in un'esperienza che concentra strategia in real-time, spirito gestionale e cultura a stelle e strisce in un lungo viaggio a bordo di una locomotiva a vapore d'epoca.

Provato Bounty Train
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  • Pc
  • Una locomotiva in fiamme scorre inarrestabile sopra le rotaie di un paesino devastato da un conflitto. Da una delle carrozze annerite dal fumo spunta la bocca di un cannone intenta a scaricare le proprie munizioni contro il nemico. In sottofondo, le note tristi di The Star-Spangled Banner -altre volte di Yankee Doodle- si confondono col ruggito di spari lontani. La schermata d'avvio di Bounty Train non lascia nulla ad intendere: anticipa anzi al giocatore che l'imminente viaggio che dovrà compiere, un continuo viavai tra le città del Nord America alla vigilia della guerra di secessione, sarà tutto tranne che quieto e indolore. Perché buttarsi in un'impresa così pericolosa, dunque? Tanto per cominciare, il nome di uno dei macchinisti di questo treno digitale è quello di Daedalic, il che dovrebbe in parte rassicurare gli assidui frequentatori del gaming per PC. Il team di sviluppo, Corbie Games, è invece genuinamente esordiente e, forte di un sostegno d'eccellenza come quello offerto dal publisher amburghese, ha quindi tutte le ragioni per voler mostrare i muscoli in un mercato quantitativamente sterminato come quello del digital delivery. Siamo scesi in ricognizione per voi alla prima fermata di questo lungo tragitto, quell'Accesso Anticipato di Steam che alcuni incuriosisce e a molti più fa ribrezzo al sol sentirne parlare.

    Per qualche dollaro in più

    Bounty Train segue da vicino le vicende di Walter Reed, pistolero giunto alla stazione di Portland dalla Gran Bretagna per raccogliere l'eredità del padre, morto in circostanze ancora poco chiare. Un'eredità che non si limita a un bel malloppo di dollaroni sonanti, ma che comprende altresì una piccola percentuale della quota maggioritaria sulla conduzione della National Pacific Railroad, compagnia di trasporti che papà gestiva con il socio Cornelius Tilber.

    La società è in procinto d'iniziare l'opera di collegamento tra West ed East Coast per mezzo della prima linea ferroviaria transcontinentale della storia, ma il sogno di Reed senior, una tratta veloce e al contempo economica, sembra essere minacciato dai piani del malvagio Cornelius. Egli infatti mira ad un considerevole prolungamento del percorso per ricevere certi benefici dal governo, con un conseguente dirottamento della linea attraverso le terre dei popoli indigeni. Per avere accesso all'eredità intera -gruzzoletto di soldi compreso- Walter dovrà salire a bordo di una DeWitt Clinton, storica locomotiva a vapore dell'Ottocento, per andare alla ricerca dei fratelli sparsi per il continente, con il pressante scopo di convincerli a unire le loro singole quote e infine, a maggioranza ricostituita, convincere gli investitori a rispettare la visione dei lavori del povero genitore defunto. Il viaggio inizia nel centro di Portland con un anticipo monetario donatoci dall'avvocato del babbo e poche righe di tutorial volte a introdurci al lato manageriale della produzione. Il tragitto giornaliero lungo la rete ferroviaria locale ci porterà a sostare più volte in tutte le piazze delle principali città nordamericane, di fatto piccoli hub tripartiti nei quali potremo organizzarci prima di affrontare la tappa successiva. Anzitutto, saranno questi gli spazi dove, cliccando col mouse sul palazzo del municipio, potremo accettare incarichi logistico-commerciali che, se completati con successo, ci frutteranno un bel po' di quattrini utili ad agevolare la nostra ricerca. I compiti consistono nell'acquistare una determinata quantità di oggetti e trasportarla fino a un'altra località che ne abbisogna, oppure nel caricare in carrozza la merce fornitaci dalla stessa City Hall e consegnarla a un altro specifico polo territoriale entro un certo numero giorni, pena l'addebito automatico di sostanziose penali. Nei centri cittadini potremo poi prendere accordi con alcuni viaggiatori solitari, i quali ci chiederanno di essere scarrozzati fino a una tal stazione in cambio di denaro, sempre non oltre le tempistiche stabilite prima della partenza. Bounty Train prevede un certo numero di varianti a questo genere di attività, ma è indubbio che l'attenzione al calendario virtuale ne rappresenti una costante imprescindibile. Il titolo si basa difatti su un rapido ciclo giornaliero che, a detta degli sviluppatori, dovrebbe abbracciare l'intero decennio '60-'70 del XIX secolo, e che porterà l'utente a confrontarsi con eventi reali di storia americana non soltanto sotto forma di semplice operazione pedagogica, ma soprattutto in termini di vere e proprie dinamiche di gioco. Ad esempio, lo scoppio della guerra civile avrà di certo ripercussioni sul prezzo di vendita delle munizioni, o ancora l'elezione o la morte di un presidente porterà inevitabilmente a cambiamenti politici ed economici radicali. La capacità del giocatore di sfruttare il momento si rivelerà fondamentale per il proprio tornaconto nel lungo periodo, ed è quindi indispensabile avere sempre ben presente il quadro generale degli avvenimenti, aiutati da un'interfaccia intuitiva e sempre ricca di dettagli e informazioni.

    E allora io quasi quasi prendo il treno

    Abbiamo scritto di spostamenti su rotaie, di scambi commerciali tra città, di tempo che scorre in base ai nostri movimenti. Ormai l'avrete capito: il vero protagonista, in Bounty Train, ha ruote, vagoni e si nutre di combustibile fossile. È la stessa locomotiva, peraltro, a trasformare il titolo da tycoon game come tanti a nutrito paiolo di meccaniche ben miscelate. Ciò diventa palese non appena dall'hub si decide di passare alla rappresentazione cartografica del continente e, di conseguenza, di spostarsi da una località alla successiva; dopo aver acquistato la licenza per sbloccare una certa tratta e caricato il nostro mezzo con un'adeguata quantità di carbone, il treno si metterà in moto automaticamente per seguire la rotta prescelta.Non di rado, però, l'itinerario sarà interrotto dal sopraggiungere di banditi, indiani oppure soldati delle Forze Unite o degli Stati Confederati, i quali ci chiederanno di pagare dazio per poter proseguire fino alla meta desiderata. Se la cassa ce lo consentirà, potremo scendere a patti con gli oppositori, ma, essendo le richieste spesso onerose, potrebbe convenire sacrificare un po' di reputazione nei confronti della tal fazione passando direttamente alle maniere forti. In questi casi il titolo getta il proprio gameplay in pasto al genere RTS, con l'inquadratura che riprende dall'alto la locomotiva in corsa nell'atto di subire un agguato da parte degli ostili. Le sfide che l'attuale build ci ha sottoposto si possono facilmente sintetizzare in due tipologie. La prima prevede che il convoglio si fermi a causa di un'ostruzione posta sui binari, al che dovremo guidare Walter e i suoi passeggeri in un'azione di resistenza per il tempo necessario a rimuovere l'intralcio o, in alternativa, a fare piazza pulita degli assalitori. La seconda, invece, si configura come un tipico assalto di derivazione cinematografica, con gli avversari che c'inseguiranno a cavallo mentre saremo intenti non solo a riempirli di revolverate, ma anche ad alimentare la nostra locomotrice, monitorando inoltre la velocità di chilometro in chilometro per non affaticare il motore oltremisura. In entrambi i casi, comunque, saremo chiamati a impartire ordini in tempo reale ai nostri avatar nello spazio di una scacchiera visibile direttamente sulla superficie del treno.

    Potremo per esempio intervenire indicando a ciascun personaggio se andare verso il forno per alimentarlo, estinguere eventuali incendi formatisi in seguito agli attacchi, rispondere al fuoco nemico o passare alle mani nel caso a qualche invasore venisse in mente di saltare a bordo del veicolo. Alla fine di ogni scontro qualche acciacco si farà inevitabilmente sentire, e bisognerà dunque fare un po' di sana manutenzione alla nostra roccaforte mobile, riparandone i vagoni e comperando nuove -e costose- componenti in grado di renderla più capiente, veloce e resistente. Peraltro, più il convoglio sarà "serpentiforme" più potremo ospitare non soltanto semplici civili, ma anche pistoleri, dinamitardi, infermiere e conducenti esperti che ci offriranno i propri servigi sotto compenso. Assumere nuovi e numerosi collaboratori è indispensabile per la salvaguardia della nostra peculiare dimora ed introduce inoltre nel gioco una componente RPG piuttosto ramificata, che ci consentirà di rafforzare il nostro team allorché giunto integro in città. Come in un qualsiasi gioco di ruolo si avrà l'opportunità di livellare e specializzare i singoli membri del party, accrescendone le skill, donando loro specifici perk attivi e passivi, e insomma garantendo ai propri assistiti una crescita graduale e, si spera, ponderata. In sostanza Bounty Train ci ha posto fin d'ora dinanzi a una sfida parecchio impegnativa, che saprà presumibilmente guadagnarsi i favori degli utenti più masochisti anche grazie a una modalità Hard che sfrutta un principio di morte permanente preso di forza dal genere roguelike. Una feature, a dirla tutta, che c'incuriosisce solo marginalmente, vista la frequenza con cui viene proposta -ormai con sempre maggiore stanchezza- in tante produzioni ordinarie, e data un'offerta di base già di per sé opulenta.

    Bounty Train Non lasciatevi ingannare dalle apparenze: Bounty Train è tutt’altro che un banale simulatore di treni in salsa yankee. Daedalic e Corbie Games stanno lavorando a un progetto ricco di sostanza, per certi versi audace nel voler inserire all’interno della propria formula così tanti elementi che tuttavia, mouse alla mano, sembrano convivere e compenetrarsi con insospettabile armonia. Il titolo pare avere la forza per accontentare un pubblico alquanto eterogeneo, che spazia facilmente dagli appassionati dei gestionali classici a chi non disdegna varianti estrose della strategia in tempo reale; non nasconde altresì una certa ambizione enciclopedica, pregno com’è di riferimenti alla storia americana, la quale, lungi dal restare in filigrana, s’insinua finanche nel cuore del gameplay. Al netto di una forma tecnica ancora grezza e una comprensibile -per adesso- mancanza di polishing, il prodotto merita attenzione fin da questa prima e sorprendentemente generosa fase d’Early Access, che, parola dei developer, durerà verosimilmente non oltre la fine dell’anno. L’Hype Train è in partenza, signori: prendete pure posto. Senza spingere, possibilmente.

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