Caliber: un nuovo sparatutto gratis free to play stile Socom
Abbiamo trascorso qualche ora sui server del free to play Caliber, uno sparatutto tattico in terza persona che molti paragonano al vecchio Socom di Sony.
Nei primi mesi del 2023 diverse produzioni free to play sono state cancellate. Tra server quasi vuoti e costi di sviluppo da sostenere, la scelta di porre fine a progetti di questo tipo, che peraltro devono farsi largo in un mercato sempre più affollato e complesso, non stupisce. Eppure, non mancano le eccezioni. Oltre all'interessante Farlight 84, che non si discosta molto dai classici battle royale, un altro prodotto che sta attirando l'attenzione dei giocatori è Caliber, uno sparatutto tattico con un'offerta contenutistica tutt'altro che trascurabile. Incuriositi dai riscontri positivi degli utenti su Steam, abbiamo deciso di provarlo e adesso siamo pronti a parlarvene.
Un'infinità di personaggi
Uno dei motivi per cui Caliber potrebbe essere riuscito a ritagliarsi una piccola fetta di pubblico è il suo essere distante dalla maggior parte dei free to play attualmente disponibili: non si tratta di un battle royale e il suo peculiare gameplay lo rende diverso tanto dagli shooter arcade quanto da quelli competitivi. Siamo infatti di fronte a uno sparatutto con telecamera alle spalle del protagonista, le cui dinamiche presentano una certa semplicità di fondo e un pizzico di realismo su specifiche componenti dell'esperienza, di cui dopo parleremo.
Una volta avviato il gioco veniamo immediatamente gettati nel campo di battaglia: dopo aver scelto una classe da sbloccare, si partecipa a una breve missione single player piena d'azione e arricchita da una serie di sequenze d'intermezzo, tra un conflitto a fuoco e l'altro. L'attività in questione non è che un veloce tutorial che serve all'utente per impratichirsi con le fondamenta della ricetta ludica, che si basa su pochissimi tasti.
Caliber non vuole in alcun modo rinnovare il genere e prevede semplici sparatorie, senza ulteriori meccaniche a complicare il tutto. Ne giova di certo l'immediatezza dell'esperienza, ma è anche vero che delle piccole aggiunte avrebbero garantito una maggior fluidità all'azione. Il titolo di 1C Game Studios non offre un sistema di coperture e non consente ai combattenti di sporgersi se accovacciati dietro a un riparo (chiaramente in fase di mira).
La mancanza di queste attenzioni rende gli scontri un po' macchinosi e costringe a uscire allo scoperto ogni volta che si vuole premere il grilletto. A tal proposito, mirare significa passare obbligatoriamente alla prima persona. Se da un lato ciò garantisce un maggior controllo sulla visuale, dall'altro è un po' limitante. Tra l'altro, nel corso dei match, non abbiamo sentito il reale bisogno di passare alla soggettiva, dato che quando ci si trova in prossimità del bersaglio è facile colpirlo facendo fuoco senza mirare. Questo perché le traiettorie dei proiettili hanno comportamenti abbastanza prevedibili. A corredare il tutto troviamo l'unico elemento di gameplay estraneo ai tradizionali Fps: l'abilità attiva del personaggio. Caliber eredita infatti dagli hero shooter la presenza di una miriade di soldati appartenenti a classi diverse e con equipaggiamento prestabilito (accessori esclusi), un'abilità speciale e statistiche uniche. Non vi mentiremo: nelle nostre prime ore di gioco pensavamo che una delle principali criticità di Caliber risiedesse proprio nel suo roster così vasto. Col passare del tempo però ci sono stati forniti in maniera del tutto gratuita gli strumenti per sbloccare tre personaggi da una ristretta selezione di quelli disponibili, e uno a nostra scelta fra tutti e 68 i combattenti. Ovviamente per ottenerli tutti servirà un bel po' di tempo in game, ma è difficile parlare di pay to win per quello che riguarda lo sblocco dei militari.
Ad esclusione della generosa quantità di crediti che si ottiene con il set di obiettivi legati al tutorial, abbiamo notato che le missioni giornaliere consentono di accumulare 30-40.000 monete e, visto che un personaggio ne costa dalle 100 alle 200.000, è possibile ottenerne più di uno a settimana. Meno agevole è invece la progressione degli operatori, che può essere velocizzata a suon di microtransazioni. I potenziamenti, che possono essere acquisiti anche con sudore della fronte, includono anche aumenti notevoli a stamina e salute che, considerando il time to kill abbastanza elevato, possono condizionare in modo evidente l'andamento degli scontri.
Modalità per tutti i gusti
Lo shooter firmato 1C Game Studios offre un discreto ventaglio di modalità che coinvolgono tutte e tre le tipologie di multiplayer: PvP, PvE e PvPvE. Tutte le partite si svolgono nelle stesse mappe, il cui design si adatta perfettamente sia alle sfide competitive che a quelle cooperative.
Per quello che riguarda il PvP, i match ruotano intorno al confronto fra due squadre da quattro giocatori ed è possibile scegliere se partecipare al più classico Team Deathmatch o ad uno scontro in più round in stile Counter Strike (qui la nostra anteprima su Counter Strike 2), in cui il respawn non è contemplato. Ovviamente è consentito accedere alla versione classificata di questa modalità, sebbene questa sia disponibile solo per chi raggiunge un livello avanzato, così da impedire ai giocatori di creare nuovi account in caso di ban o per infastidire gli utenti di basso rango (i cosiddetti smurf).
Nel corso della nostra prova si sono rivelate altrettanto interessanti le dimensioni cooperative, che siano esse quelle ad orde o incentrate su brevi missioni. Complice anche l'obbligo di avere un operatore per ognuna delle quattro classi, si vengono a creare situazioni in cui ciascuno dei giocatori diviene fondamentale per compiere azioni specifiche. Un chiaro esempio è la presenza del tiratore scelto, l'unico e solo a poter fronteggiare i cecchini posizionati sui tetti per via dello scarso potere d'arresto delle altre armi sulle lunghe distanze. Grazie anche al discreto numero di mappe offerte, la co-op di Caliber ci è parsa un'ottima alternativa al frenetico PvP, in cui per ovvie ragioni occorre essere molto più concentrati e cercare di non sbagliare mai un colpo.
Passando invece al comparto tecnico, il gioco non stupisce e ciò potrebbe essere dovuto alla volontà di rendere il prodotto adatto a girare sul maggior numero possibile di macchine. In generale, Caliber ci è parso superato sul fronte visivo, a causa di un livello di dettaglio complessivo che non ci ha stupito nemmeno quando abbiamo spinto al massimo le opzioni grafiche.
Citiamo anche un'interazione con gli scenari praticamente inesistente e rappresentata dalla sola possibilità di distruggere con le esplosioni alcuni muretti o pareti contrassegnate da un simbolo giallo. Al netto di una serie di imperfezioni, però, crediamo che la produzione possa essere un divertente passatempo per chi vuole trascorrere giusto qualche ora con gli amici oppure provare uno sparatutto diverso dai sempre più diffusi battle royale.
Caliber: un nuovo sparatutto gratis free to play stile Socom
Abbiamo trascorso qualche ora sui server del free to play Caliber, uno sparatutto tattico in terza persona che molti paragonano al vecchio Socom di Sony.
Nei primi mesi del 2023 diverse produzioni free to play sono state cancellate. Tra server quasi vuoti e costi di sviluppo da sostenere, la scelta di porre fine a progetti di questo tipo, che peraltro devono farsi largo in un mercato sempre più affollato e complesso, non stupisce. Eppure, non mancano le eccezioni. Oltre all'interessante Farlight 84, che non si discosta molto dai classici battle royale, un altro prodotto che sta attirando l'attenzione dei giocatori è Caliber, uno sparatutto tattico con un'offerta contenutistica tutt'altro che trascurabile. Incuriositi dai riscontri positivi degli utenti su Steam, abbiamo deciso di provarlo e adesso siamo pronti a parlarvene.
Un'infinità di personaggi
Uno dei motivi per cui Caliber potrebbe essere riuscito a ritagliarsi una piccola fetta di pubblico è il suo essere distante dalla maggior parte dei free to play attualmente disponibili: non si tratta di un battle royale e il suo peculiare gameplay lo rende diverso tanto dagli shooter arcade quanto da quelli competitivi. Siamo infatti di fronte a uno sparatutto con telecamera alle spalle del protagonista, le cui dinamiche presentano una certa semplicità di fondo e un pizzico di realismo su specifiche componenti dell'esperienza, di cui dopo parleremo.
Una volta avviato il gioco veniamo immediatamente gettati nel campo di battaglia: dopo aver scelto una classe da sbloccare, si partecipa a una breve missione single player piena d'azione e arricchita da una serie di sequenze d'intermezzo, tra un conflitto a fuoco e l'altro. L'attività in questione non è che un veloce tutorial che serve all'utente per impratichirsi con le fondamenta della ricetta ludica, che si basa su pochissimi tasti.
Caliber non vuole in alcun modo rinnovare il genere e prevede semplici sparatorie, senza ulteriori meccaniche a complicare il tutto. Ne giova di certo l'immediatezza dell'esperienza, ma è anche vero che delle piccole aggiunte avrebbero garantito una maggior fluidità all'azione. Il titolo di 1C Game Studios non offre un sistema di coperture e non consente ai combattenti di sporgersi se accovacciati dietro a un riparo (chiaramente in fase di mira).
La mancanza di queste attenzioni rende gli scontri un po' macchinosi e costringe a uscire allo scoperto ogni volta che si vuole premere il grilletto. A tal proposito, mirare significa passare obbligatoriamente alla prima persona. Se da un lato ciò garantisce un maggior controllo sulla visuale, dall'altro è un po' limitante. Tra l'altro, nel corso dei match, non abbiamo sentito il reale bisogno di passare alla soggettiva, dato che quando ci si trova in prossimità del bersaglio è facile colpirlo facendo fuoco senza mirare. Questo perché le traiettorie dei proiettili hanno comportamenti abbastanza prevedibili. A corredare il tutto troviamo l'unico elemento di gameplay estraneo ai tradizionali Fps: l'abilità attiva del personaggio. Caliber eredita infatti dagli hero shooter la presenza di una miriade di soldati appartenenti a classi diverse e con equipaggiamento prestabilito (accessori esclusi), un'abilità speciale e statistiche uniche. Non vi mentiremo: nelle nostre prime ore di gioco pensavamo che una delle principali criticità di Caliber risiedesse proprio nel suo roster così vasto. Col passare del tempo però ci sono stati forniti in maniera del tutto gratuita gli strumenti per sbloccare tre personaggi da una ristretta selezione di quelli disponibili, e uno a nostra scelta fra tutti e 68 i combattenti. Ovviamente per ottenerli tutti servirà un bel po' di tempo in game, ma è difficile parlare di pay to win per quello che riguarda lo sblocco dei militari.
Ad esclusione della generosa quantità di crediti che si ottiene con il set di obiettivi legati al tutorial, abbiamo notato che le missioni giornaliere consentono di accumulare 30-40.000 monete e, visto che un personaggio ne costa dalle 100 alle 200.000, è possibile ottenerne più di uno a settimana. Meno agevole è invece la progressione degli operatori, che può essere velocizzata a suon di microtransazioni. I potenziamenti, che possono essere acquisiti anche con sudore della fronte, includono anche aumenti notevoli a stamina e salute che, considerando il time to kill abbastanza elevato, possono condizionare in modo evidente l'andamento degli scontri.
Modalità per tutti i gusti
Lo shooter firmato 1C Game Studios offre un discreto ventaglio di modalità che coinvolgono tutte e tre le tipologie di multiplayer: PvP, PvE e PvPvE. Tutte le partite si svolgono nelle stesse mappe, il cui design si adatta perfettamente sia alle sfide competitive che a quelle cooperative.
Per quello che riguarda il PvP, i match ruotano intorno al confronto fra due squadre da quattro giocatori ed è possibile scegliere se partecipare al più classico Team Deathmatch o ad uno scontro in più round in stile Counter Strike (qui la nostra anteprima su Counter Strike 2), in cui il respawn non è contemplato. Ovviamente è consentito accedere alla versione classificata di questa modalità, sebbene questa sia disponibile solo per chi raggiunge un livello avanzato, così da impedire ai giocatori di creare nuovi account in caso di ban o per infastidire gli utenti di basso rango (i cosiddetti smurf).
Nel corso della nostra prova si sono rivelate altrettanto interessanti le dimensioni cooperative, che siano esse quelle ad orde o incentrate su brevi missioni. Complice anche l'obbligo di avere un operatore per ognuna delle quattro classi, si vengono a creare situazioni in cui ciascuno dei giocatori diviene fondamentale per compiere azioni specifiche. Un chiaro esempio è la presenza del tiratore scelto, l'unico e solo a poter fronteggiare i cecchini posizionati sui tetti per via dello scarso potere d'arresto delle altre armi sulle lunghe distanze. Grazie anche al discreto numero di mappe offerte, la co-op di Caliber ci è parsa un'ottima alternativa al frenetico PvP, in cui per ovvie ragioni occorre essere molto più concentrati e cercare di non sbagliare mai un colpo.
Passando invece al comparto tecnico, il gioco non stupisce e ciò potrebbe essere dovuto alla volontà di rendere il prodotto adatto a girare sul maggior numero possibile di macchine. In generale, Caliber ci è parso superato sul fronte visivo, a causa di un livello di dettaglio complessivo che non ci ha stupito nemmeno quando abbiamo spinto al massimo le opzioni grafiche.
Citiamo anche un'interazione con gli scenari praticamente inesistente e rappresentata dalla sola possibilità di distruggere con le esplosioni alcuni muretti o pareti contrassegnate da un simbolo giallo. Al netto di una serie di imperfezioni, però, crediamo che la produzione possa essere un divertente passatempo per chi vuole trascorrere giusto qualche ora con gli amici oppure provare uno sparatutto diverso dai sempre più diffusi battle royale.
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