Provato Call of Duty Black Ops 2: lo abbiamo provato alla GamesCom 2012

Presentato per la prima volta il Multiplayer dell'ultimo CoD firmato Treyarch

Provato Call of Duty Black Ops 2: lo abbiamo provato alla GamesCom 2012
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Wii U
  • Pc
  • La Gamescom non è neppure cominciata e Activison già fa la voce grossa. Raggiunta Colonia per l'evento videoludico europeo più importante dell'anno, noi di Everyeye.it veniamo subito intercettati dalla casa di Call of Duty per un evento serale a cui è impossibile mancare. Si tratta, a sorpresa, della presentazione ufficiale del comparto multiplayer di Black Ops 2: orfana dell'incredibile COD XP dello scorso anno, la serie ha bisogno di farsi vedere in altre occasioni, e sceglie quindi il palco dell'evento tedesco non solo per mettere in mostra le novità dell'online, ma anche per farci scendere direttamente sul campo di battaglia a saggiare con mano le potenzialità della nuova struttura.
    La lunga presentazione ed il corposo Playtest confermano ciò che ci aspettavamo: Black Ops 2 non può e non vuole cambiare il feeling generale dell'esperienza di gioco: rapida, veloce, competitiva. E sempre sostenuta da un sistema di progressione del personaggio che sblocca gradualmente Perks e gadget per la personalizzazione dell'arsenale. Ma qualche novità interessante non manca: un'impostazione più lineare ed efficace dei menù di gioco, il notevole aumento delle possibilità di customizzazione, e per finire la volontà di avvicinarsi al panorama dell'e-sport, seguendo una tendenza molto diffusa al momento nel panorama dei First Person Shooter.

    Tradizione o innovazione?

    Call of Duty, dai tempi del primo -storico- Modern Warfare, è sinonimo di perks, skill aggiuntive, componenti extra per le armi e killstreak. E' normale dunque che la presentazione si focalizzi inizialmente su questi aspetti, rivisitati quanto basta per incuriosire anche i fan di vecchia data. La prima delle novità riguarda proprio l'opzione per la creazione di una nuova classe, che come da tradizione verrà attivata dopo aver conquistato qualche grado. Inizialmente dovremo procedere con i loadout preimpostati dal team, scegliendo una classe fra le solite a disposizione: scout rapidi e difficili da individuare, mercenari versatili o tank adeguati agli assalti diretti. Una volta sbloccata la nuova "Create a Class", potremo invece sbizzarrirci a combinare dotazioni e abilità per costruire il soldato dei sogni, seguendo le regole di un sistema denominato "Pick 10". Come il nome lascia intendere, avremo a disposizione 10 elementi da scegliere, indipendentemente dalla loro natura: 2 perks, due armi (principali e secondaria) con i relativi potenziamenti, due tipologie di granate (Tactical e Lethal). Il nuovo sistema evidenzia subito una libertà più marcata nella composizione dei Loadout: possiamo ad esempio sacrificare le granate, nel caso non fossimo buoni lanciatori, per selezionare un perks in più, oppure scartare l'arma secondaria per montare un mirino extra su quella primaria. Il sistema funziona anche grazie alle Wildcards: dei bonus speciali che permettono di "forzare" il ruleset, aggiungendo nuovi slot per perks o gadget (ovviamente al costo di un decimo del nostro "potere d'acquisto").
    Pad alla mano, il "Create a Class" di Black Ops 2 sembra funzionare alla grande. Merito di una serie di menù sempre ordinatissimi e leggibili, che in pochi passaggi ci portano di fronte alla schermata che vogliamo. Consapevoli delle nostre debolezze nell'uso delle armi secondarie decidiamo di rinforzare quella principale con la doppia dotazione: proiettili più penetranti ed uno dei nuovi mirini a disposizione. Oltre al classico Red Dot, ad esempio, troviamo il Target Finder, che evidenzia ogni bersaglio in vista. Il Wave Scanner, invece, è utilissimo contro gli odiati camper: identifica i bersagli immobili in un lampo, costringendo il nemico ad una discreta mobilità. E la lotta alla guerra di trincea, troppo stazionaria e frustrante, è propugnata anche dai Perks che permettono di restare invisibili ai radar ma solamente quando si è in movimento. Insomma Treyarch sembra voler bandire i giocatori troppo affezionati allo loro killspot, proprio in previsione di un avvicinamento al panorama esport, di cui parleremo più avanti.

    Cercando fra le armi principali troviamo anche qualche novità: mitragliette che sparano i primi due colpi di ogni clip ad un rateo più serrato, perfette per chi ricarica dopo ogni kill e non vuoel perdere neppure un secondo. Oppure uno scudo anti-sommossa, che può essere piantato a terra per improvvisare una copertura e disturbare le linee di tiro dei nemici. Anche fra le granate tattiche ci sono novità: oltre alle classiche fumogene e flashbang, troviamo le Shock Charge. Rilasciano una scarica non letale, ma capace di immobilizzare per qualche istante anche folti gruppi di nemici, rendendoli bersagli inermi. Perfette anche come sistema d'allarme, dal momento che possono essere piantate come fossero Claymore, e attivate da un sensore di prossimità.
    Tutte queste novità si integrano bene nel contesto di gioco, e le possibilità di personalizzazione sono discretamente elevate. Impossibile valutare il bilanciamento complessivo dell'esperienza di gioco da un playthrough in cui veniamo sospinti soprattutto dagli stimoli della curiosità. Bisognerà vedere se Black Ops 2 supererà lo stress test di giocatori competitivi fino allo stremo, desiderosi di aggirare il sistema e creare la perfetta macchina da guerra.
    Il team ha comunque confermato quale sarà il sistema di progressione: 55 livelli e 10 gradi prestigio, che daranno accesso solo gradualmente alla incredibile dotazione bellica appena descritta. Ogni Level Up permetterà di sbloccare un singolo elemento a scelta del giocatore. Chi vuole "collezionare" tutti gli oggetti dovrà giocare e rigiocare, azzerando le proprie statistiche più di una volta. Gli altri utenti potranno invece sbloccare solo abilità e gadget che più gli sembrano utili: questo aspetto non dovrebbe accentuare il divario fra giocatori esperti e novizi, dal momento che le regole del Pick 10 permettono di costruire una dotazione bilanciata, ma certo incentiveranno i fan a restare sempre di più sui server di gioco.

    "Internet Famous"

    Altre novità si registrano sul fronte Killstreak, che finalmente si adattano ad un approccio agli scontri più vivace, trasformandosi in ScoreStreak. Per attivarle non servono più solamente le uccisioni (ma del resto questo limite l'aveva superato anche Modern Warfare 3): ci vogliono i punti accumulati, ottenuti anche catturando bandiere, disattivando bombe pronte ad esplodere o conquistando le zone nell'apposita modalità. Viene finalmente superata la confusione dell'ultimo COD, che mescolava deathstreak e tre diversi rami di progressione con regole ogni volta diverse. Qui possiamo semplicemente scegliere tre aiuti, che si rendono disponibili una volta raggiunta la soglia di punti prefissata (eventualmente anche tutti e tre in contemporanea). La selezione di circa venti bonus ci pare buona. Immancabili ricognizioni UAV e relativi "contrattacchi", bombardamenti a tappeto, e qualche novità. Ad esempio un piccolo mech bipede armato di torrette, che può essere lasciato sul campo di battaglia a mietere vittime oppure controllato direttamente dal giocatore, in nome di una più marcata interattività. Interessante anche il Drone Sentinella, che vi guarderà le spalle permettendovi di procedere senza troppi patemi. La Microwave Turret è però la vera star fra le new entry: appoggiata sul campo di battaglia, proietta un fascio di microonde che inabilita tutti gli avversari che incontra. La prima ipotesi di Crowd Control in un Call of Duty, che apre qualche risvolto strategico, permettendo di chiudere alcune "corsie preferenziali" nelle mappe.

    Scesi in campo, in ogni caso, il feeling di gioco è sempre quello di sempre. Call of Duty non lascia scampo alle incertezze, il respawn immediato catapulta i giocatori al centro di un'azione che non conosce sosta, ed il framerate sempre granitico richiede riflessi fulminei. Per entrare in partita basta poco, ma l'attenzione dev'essere massima se si vogliono ottenere risultati. Ed è proprio questa natura molto competitiva che ha spinto il team di sviluppo a muoversi nella direzione di un più marcato supporto ai pro gamers. L'avvicinamento al mondo dell'eSport passa non solo dalla revisione della struttura di cui fino adesso si è discusso, ma anche dall'introduzione di nuove modalità e opzioni. Il League Play, ad esempio, è una sorta di campionato persistente che colloca tutti i giocatori in varie divisioni, sulla base della loro abilità. Scalando le classifiche è possibile entrare nella cerchia dei Pro-Player, raggranellando fortuna e gloria sulla rete. Grazie al CODCast, infatti, tutte le nostre imprese possono essere trasmesse in streaming. Questo strumento permette di selezionare un commentatore, che può gestire una vera e propria trasmissione sportiva grazie ad un discreto dinamismo degli strumenti registici. Si può passare in un lampo alla visuale di ogni giocatore, oppure inquadrare la minimappa con la posizione dei giocatori, mentre gli spettatori possono bypassare la telecronaca per ascoltare direttamente le conversazioni delle squadre, studiandone tattiche e strategie. Il CODCast permetterà di trasmettere anche grazie ad un'applicazione iPad: il segnale è brutalmente compresso, ma sempre fluido. Ancora da definire tutti i dettagli dell'operazione.

    Mappe e Modalità

    Quattro le mappe a disposizione in questo Playtest. Due le avevamo già intraviste nel corso del reveal event. Aftermath si ambienta nelle rovine della downtown di Los Angeles, mentre Yemen è un angusto ingorgo di viuzze polverose sull'isola di Socotra. Cargo, che è stata utilizzata in precedenza come teatro per la modalità tattica della main quest, è uno spazio di carico nel porto di Singapore, perfetto per scontri serrati e poco adeguato agli appostamenti. Infine Turbine ci porta al centro di una Wind Farm, in cui i relitti al centro e le viuzze laterali che si inerpicano sulle colline promuovono una certa verticalità.
    Fra le nuove modalità, nella speranza che torni Kill Confirmed, citiamo HotSpot, una variante della Zona in cui tutto il team deve restare nell'area designata per segnare il punto. Questo e altri game mode possono essere giocati anche nell'inedita opzioni "Multi Team", con sei piccole squadriglie di giocatori a darsi battaglia per la supremazia. Purtroppo non è stato ancora possibile valutare come questa possibilità cambierà l'approccio tattico alle battaglie, ma si tratta sicuramente di un'aggiunta molto gradita.

    Call of Duty: Black Ops 2 Cambiare rimanendo sempre uguali a se stessi. Sembra essere questo il leitmotiv di una saga che nonostante le animosità degli “haters”continua a vendere numeri stratosferici e ad esaltare milioni di giocatori. Anche nel caso del Multiplayer di Black Ops 2 eccoci quindi di fronte ad una serie di modifiche strutturali, pensate per rimescolare le carte di un multiplayer inalterato per feeling, gameplay e ritmi. La strada è quella giusta per non scontentare i fan. Tantopiù che stavolta l'ottima organizzazione del sistema Pick 10 sembra perfetta per moltiplicare le possibilità tattiche superando alcune delle incertezze di un Modern Warfare 3 apprezzatissimo dagli aficionados ma forse un po' troppo soverchiante per il neofita. Le impressioni positive di questo primo playtest andranno confermate anche sulla lunga distanza, dimostrando che l'avvicinamento all'eSport non passa solamente dal CODCast, ma anche da un bilanciamento certosino di Perks e ScoreStreaks. Per il momento, Treyarch sembra essere sulla strada giusta, decisa ad assaltare il dominio di Infinity Ward e con tutte le carte in regola per farlo.

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