Call of Duty Warzone: alla scoperta del battle royale gratis di Activision

Con sei milioni di giocatori conquistati nel giro di 24 ore, Call of Duty Warzone si appresta a diventare un serio rivale di Fortnite e Apex Legends.

Call of Duty Warzone 4K
Speciale: Multi
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Emerso (quasi) a sorpresa sugli store digitali solo qualche giorno fa, Warzone si è già assicurato le attenzioni di un'ampia fetta degli amanti degli shooter online, raggiungendo i sei milioni di giocatori attivi nel giro di appena 24 ore, con contributo della formula free-to-play scelta per la produzione. A tal proposito, se vi siete lanciati nella mischia e avete bisogno di quale suggerimento, vi invitiamo a consultare la nostra guida a Call of Duty Warzone.

    Oltre all'indiscutibile fascino della gratuità, il titolo di Activision può contare su una serie di intuizioni intelligenti che contribuiscono all'efficacia di un modello ludico tanto divertente quanto accessibile, che dà vita a un'offerta con diverse note piacevolmente identitarie.

    Il nuovo Battle Royale di Call of Duty

    Se già con Blackout gli sviluppatori di Treyarch erano riusciti nell'impresa, non semplice, di costruire un'esperienza Battle Royale in grado di offrire il feeling tipico della serie di Activision, con Warzone Infinity Ward ha senza dubbio compiuto un ulteriore passo avanti verso una proposta che, pad alla mano, si presenta come un'estensione naturale del comparto multiplayer di Call of Duty Modern Warfare.

    Le regole base della modalità rimangono le stesse di sempre: dopo una serie - più o meno breve - di scambi balistici all'interno di una lobby giocabile, gli utenti sono chiamati a paracadutarsi verso un campo di battaglia che, di fatto, è una sorta di mosaico composto da scenari tratti dall'ultimo capitolo della saga e altri nuovi di pacca. Le dimensioni di Verdansk, l'ambientazione di Warzone, sono significativamente superiori rispetto a quelle di Blackout, in accordo con l'elevato numero dei combattenti coinvolti in ogni sessione, fino a 150 divisi in 50 squadre da tre.

    Sebbene la scelta di non proporre, almeno inizialmente, alternative a questo specifico assembramento possa risultare limitante, specialmente per i lupi solitari, gli sviluppatori hanno già assicurato l'arrivo di opzioni aggiuntive destinate ad assecondare le preferenze delle varie categorie di "fraggatori", con l'inserimento di squadre più ampie e opportunità riservate agli amanti del classico "tutti contro tutti".

    A prescindere dagli attuali limiti, compatibili con l'uscita in fase beta del prodotto, l'ingresso in battaglia sottolinea i meriti di un sistema di matchmaking ormai più che rodato, mentre le dimensione della squadra sembrano tutto sommato ben ponderate, in base alle peculiarità di un'esperienza caratterizzata da un approccio tendenzialmente più arcade rispetto ai canoni tipici del Battle Royale.

    Scartate in toto le meccaniche di gestione dell'inventario, presenti tanto in Blackout quanto nella gran parte degli esponenti del segmento, Warzone mette in campo un sistema di equipaggiamento più immediato, vicino alla tradizione multiplayer di Call of Duty.

    Le placche armatura, ad esempio, vengono raccolte automaticamente dal suolo e possono essere utilizzate (con la pressione di un tasto) per aggiungere un totale di 150 punti vita alla riserva dei giocatori (ognuna garantisce 50 punti bonus), mentre il sistema di cura non dipende più dall'uso di oggetti come bende o iniettori, ma ripropone la rigenerazione automatica presente in Modern Warfare e in molti altri capitoli della serie. Ogni giocatore può inoltre raccogliere sul campo ed equipaggiare un massimo di due armi, la cui rarità dipende dal numero di accessori montati, più una dotazione tattica (fumogeni, flashbang, ecc.) e una letale (granate, mine e quant'altro). Una semplicità che si traduce in un ecosistema ludico estremamente familiare per gli amanti di Call of Duty, che eredita in toto l'eccellente sistema di shooting di Modern Warfare nel quadro di un gameplay con un ottimo equilibrio tra dinamismo e tattica, che include anche un sistema di ping semplice e funzionale.

    Al netto dell'inevitabile fattore aleatorio, peraltro "ammorbidito" dalla presenza di una pistola semiautomatica nella dotazione base dei ogni combattente aviotrasportato, l'aspetto strategico viene sostenuto da un level design che concede ai giocatori un'ampia gamma di opportunità offensive e difensive, mentre la consueta dinamica di restringimento dell'area di gioco tende a scoraggiare naturalmente approcci eccessivamente stanziali. Muoversi verso l'area "sicura" (a piedi o utilizzando diverse categorie di veicoli) continua ad essere una necessità inevitabile, specialmente considerando che il gas letale che aleggia oltre i confini di queste zone si dimostra ben più mortifero rispetto a quello quello di Blackout.

    Gli utenti possono annullare temporaneamente (per una decina di secondi) i suoi effetti raccogliendo maschere antigas in giro per la mappa, ma si tratta di una soluzione transitoria, che può comunque offrire ai team un interessante incentivo per tattiche di guerra ad alto rischio, e dare il via a tesissime sparatorie nell'abbraccio tossico di questa inarrestabile ondata di morte chimica. Uno scenario potenzialmente letale che ci offre un ottimo pretesto per spendere qualche parola su uno degli aspetti più interessanti del costrutto ludico di Warzone, che si palesa proprio in seguito alla morte di un giocatore.

    Guerre carcerarie

    Se nella gran parte dei Battle Royale l'incontro con la mietitrice rappresenta il capolinea per le imprese guerresche dei partecipanti (che possono comunque essere rianimati una volta messi a terra), nel titolo di Activision permette di sottrarsi a questa amara sorte (una sola volta) sopravvivendo a un duello all'ultimo sangue nell'arena del Gulag. Scontri 1 vs 1 che premieranno il vincitore con un nuovo schieramento sul campo: una meccanica che non rompe in alcun modo gli equilibri del gioco, ma arricchisce il comparto ludico con un'ulteriore sfida che aggiunge una nota di carattere alla produzione di Infinity Ward.

    Anche in caso di sconfitta, però, non è detto che la vostra dipartita sia definitiva, visto che ai giocatori viene concessa la possibilità di rianimare i propri compagni spendendo notevoli quantità di denaro presso uno dei terminali d'acquisto disposti nelle varie location della mappa. Denaro che potrà essere acquisito durante l'esplorazione, aprendo casse o semplicemente raccogliendo i cumuli di valuta lasciati incustoditi negli edifici.

    Potrete utilizzare i vostri guadagni anche per comprare placche antiproiettile, maschere antigas o killstreak, queste ultime limitate a una manciata di opzioni (tra cui ricognizioni UAV negli immediati dintorni, bombardamenti di precisione, torrette scudo e attacchi a grappolo) selezionate per non offrire ai giocatori vantaggi eccessivi, con conseguenze potenzialmente dirompenti sul bilanciamento del gameplay.

    Un proposito che, in base alla nostra esperienza con il titolo, possiamo considerare pienamente rispettato, con la complicità di soglie d'acquisto ragionevolmente elevate e la scelta di permettere a ogni utente di equipaggiare un singolo killstreak alla volta. Una direttiva che, tra le altre cose, aggiunge un ulteriore substrato tattico alle dinamiche di squadra, incoraggiando i compagni in armi a selezionare queste abilità in maniera da costruire una strategia condivisa, ad esempio sfruttando le indicazioni dell'UAV per direzionare al meglio un attacco aereo. Gli assaltatori più abbienti potranno poi condividere in ogni momento i loro guadagni con la pressione di un paio di tasti, così come placche armatura o munizioni.

    In generale, si ha l'impressione che la nuova proposta Battle Royale di Activision sia il frutto di una lunga serie di scelte di design ben ragionate ed efficaci, che si traducono in un'esperienza adrenalinica ad alto tasso di divertimento. Considerazioni che possiamo tranquillamente estendere anche alle dinamiche dei loadout personalizzati (del tutto simili a quelli di Modern Warfare) che, a ritmi regolari, vengono lanciati sulla mappa all'interno di contenitori segnalati a tutti i partecipanti.

    Un'opportunità per potenziare il proprio arsenale che però può rapidamente trasformarsi in un'arma a doppio taglio, visto che altri contendenti potrebbero decidere di approfittare di questa tentazione condivisa per un'imboscata vecchio stile. Al momento Warzone offre anche una seconda modalità, che per certi versi può essere definita come una sorta di Battle Royale "light". In Bottino, infatti, il compito della nostra squadra sarà quello di accumulare denaro fino a raggiungere la cifra, decisamente ragguardevole, di un milione di dollari sonanti.

    Per farlo potremo sia attingere ai mucchi di valuta sparsi in giro, sia completare i contratti (missioni che richiedono di soddisfare specifiche condizioni) attivabili dopo aver raccolto i tablet disseminati sul campo. Dovremo poi tentare di consegnare i soldi guadagnati presso uno dei punti di raccolta presenti sulla mappa, cercando al contempo di non subire le angherie del fuoco nemico. Anche perché, in caso di decesso, il nostro uccisore potrà mettere le mani su una fetta abbondante dei nostri averi, avvicinando così il suo team alla vittoria. Un incasso con una pesante contropartita, visto che i terzetti più danarosi saranno sempre visibili sulla mappa e quindi diventeranno un bersaglio succulento per tutti gli altri avversari. La presenza di un sistema di spawning più tradizionale (dopo la morte basta attendere qualche secondo per tornare a combattere) rende questa modalità più appetibile sia per i giocatori occasionali, sia per tutti coloro che normalmente non apprezzano le particolari regole dei Battle Royale, e magari cercano in Warzone un'esperienza più vicina alla speciale Guerra Terrestre di Modern Warfare. Un compromesso che propone comunque una sfida avvincente e ben congegnata, capace di offrire un piacevole diversivo ai rigori della modalità principale.

    Realismo arcade

    Dal punto di vista strettamente tecnico, l'esperienza offerta da Warzone trae grande beneficio dagli indiscutibili passi avanti compiuti con l'ultimo capitolo della serie. L'engine di Infinity Ward colpisce i sensi con un qualità generale che, pur mostrando qualche ragionevole compromesso rispetto alla pregevolezza della campagna in singolo di Modern Warfare, offre un impatto scenico di grande effetto.

    L'ottima gestione dell'illuminazione globale valorizza una resa dei materiali eccellente, che contribuisce alla credibilità di bocche da fuoco e ambientazioni, non tutte ugualmente efficaci ma parte di un insieme che, nel complesso, convince appieno. Il tutto a fronte di un frame rate generalmente solido, con qualche fluttuazione che non arriva mai a compromettere la piacevolezza del gameplay. Si avverte qualche piccola incertezza sul fronte del frame pacing ma, di nuovo, il risultato generale è notevole.

    Un discorso che ci sentiamo di estendere anche a un comparto sonoro avvolgente, che sfoggia un'effettistica in grado di fornire ai giocatori un supporto concreto durante l'azione. Il direzionamento di passi e colpi, e perfino il rumore distintivo di una piastra armatura infranta, offrono a ritmo continuo indizi sensoriali sullo stato del campo di battaglia, da sfruttare attentamente nella pianificazione delle proprie mosse.

    Al netto di qualche occasionale passo falso, anche il netcode fa il suo lavoro egregiamente, senza imporre battute d'arresto artificiali alla godibilità dell'esperienza anche quando alle prese con utenti provenienti da altre ecosistemi ludici (il titolo supporta, in maniera opzionale, il cross play tra PC, PS4 e Xbox One). A completare il quadro c'è un sistema di microtransazioni che permette di acquistare esclusivamente oggetti estetici, senza adulterare in alcun modo il peso del fattore abilità. L'ultimo nato in casa Activision ha quindi il potenziale per assicurarsi uno posto di rilievo in un panorama sempre più affollato di produzioni multiplayer free-to-play.

    Qualora Warzone si rivelasse un successo, e gli ingredienti ci sono tutti, viene da chiedersi come il publisher lo includerà nelle proprie strategie per la prossima generazione, nonché l'impatto che il titolo eserciterà sull'avvicendamento della serie regolare. Se da una parte è molto probabile che il nuovo Battle Royale farà la sua comparsa anche su PS5 e Series X, risulta ancora difficile capire come queste produzioni secondarie saranno gestite in rapporto alla successione annuale dei vari sub-brand, anche in termini di supporto continuo. Quale che sia il futuro della saga fps, comunque, non possiamo che consigliarvi di dare a Warzone una possibilità.

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