Company of Heroes 3: un mondo in guerra, la prova del multiplayer

Abbiamo avuto la possibilità di testare a lungo la versione preliminare del comparto multiplayer di Company of Heroes 3 per PC.

Company of Heroes 3: un mondo in guerra, la prova del multiplayer
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  • Lo scorso luglio, con un annuncio che ha colto tutti di sorpresa, Relic Entertainment e SEGA hanno svelato il terzo capitolo della serie bellica Company of Heroes (per saperne di più vi invitiamo a leggere la nostra anteprima di Company of Heroes 3). Nel corso di un lungo livestream il team di sviluppo ha presentato al mondo alcune delle feature che debutteranno nella versione definitiva, la quale è attualmente prevista per un generico "tardo 2022". Insomma, manca ancora un bel po' di tempo prima di poter devastare il suolo italiano con le nostre truppe.

    Eppure i ragazzi di Relic, invitando tutti a iscriversi al programma chiamato COH-Development, hanno anche anticipato l'avvio della pre-alpha pubblica del titolo. Noi abbiamo potuto trascorrerci un bel po' di tempo, prima della chiusura dei server, e ci siamo trovati di fronte a una build già piuttosto rodata nella sua struttura fondante. D'altronde, uno dei punti di forza della serie è sempre stato il comparto multigiocatore e di sicuro in Company of Heroes 3 non sarà da meno.

    Scacco matto sul suolo italico

    L'assaggio del multiplayer concesso dai ragazzi di Relic Entertainment ci ha permesso di testare due modalità di gioco: da un lato la classica Schermaglia, contro l'IA; dall'altro il PvP contro altri giocatori.

    In entrambi i casi, di primo acchito, il nuovo episodio del franchise ci ha riportati indietro nel tempo, all'epoca di Company Of Heroes 2 (recuperate la nostra recensione di Company of Heroes 2). Si inizia con un QG già operativo e una squadra di genieri o fucilieri, utili per esplorare le immediate vicinanze e conquistare i primi checkpoint strategici con cui aumentare la scorta delle risorse necessarie per il reclutamento, e perfezionare la ricerca dei potenziamenti e la costruzione delle unità corazzate. Le risorse si suddividono poi in tre diversi parametri: manpower, ammo, fuel: in Company of Heroes 3 ogni unità, edificio o intervento di supporto ha bisogno, come di consueto, di un ammontare progressivamente superiore di materiale per poter essere prodotto o lanciato. La "catena del valore" che può condurre alla vittoria appare dunque piuttosto chiara anche ai neofiti: più hotspot controlliamo, più velocemente le risorse accumuliamo. In questo modo è possibile imprimere una decisa accelerata alla produzione di unità con cui travolgere il nemico.

    Più facile a dirsi che a farsi: chiunque abbia un po' di dimestichezza con i precedenti episodi della serie sa bene quanto la delicata fase dell'early game sia fondamentale e in grado di spostare gli equilibri per indirizzare il match verso risultati non sempre positivi. In Company of Heroes 3 questa dinamica non fa eccezione, anche se ci sono delle differenze sostanziali che, con nostra sorpresa, permettono a questo terzo capitolo di spiccare in confronto ai predecessori. Prima fra tutte la gestione delle risorse e l'inedito focus sulle unità di fanteria.

    Forse in ossequio al contesto bellico rappresentato abbiamo infatti notato che le unità di fanteria divengono improvvisamente il fulcro attorno a cui ruota l'intera strategia bellica, non solo per la cattura dei punti strategici ma anche per la loro difesa. Grazie alle innumerevoli possibilità offerte dal territorio italiano, caratterizzato da una morfologia perfetta per arroccare la propria difesa su luoghi sopraelevati, dietro muri, case o altri elementi ambientali, gli scontri a fuoco che coinvolgono le unità appiedate divengono lenti e decisamente più tattici rispetto al passato.

    La vita di ogni uomo ai nostri comandi sembra pesare più del solito, e c'è una ragione molto pratica: il carburante, ovvero la risorsa che permette la produzione di veicoli e dell'artiglieria, è molto più difficile e lento da guadagnare. Ciò significa che per avere un vantaggio strategico in tale ramo della produzione bellica bisogna difendere strenuamente e in maniera intelligente ogni checkpoint. Non solo: la certosina allocazione delle risorse può avere un impatto devastante sull'equilibrio dell'esercito e sul prosieguo dello scontro.

    Corazzati e unità motorizzate divengono dunque anch'esse risorse strategiche estremamente potenti e preziose su cui ragionare. Questo significa che mantenere un carro armato pienamente operativo richiede non solo un'attenta esplorazione del territorio da parte di unità più sacrificabili ma anche una buona dose di acume tattico da parte del giocatore.

    Una singola manovra sbagliata - ad esempio prestando il fianco o il retro meno protetto del mezzo ai colpi nemici - può costare caro e farvi assistere impotenti all'esplosione di un singolo, costosissimo corazzato. Per fortuna l'inedita funzione della "pausa tattica" permette di prendersi il giusto tempo per tenere sotto controllo il campo di battaglia e attuare eventuali contromosse. Insomma, sotto il profilo puramente tattico-strategico Company of Heroes 3 sembra aver alzato l'asticella qualitativa, puntando a porsi diversi passi avanti rispetto al predecessore.

    Le forze in campo

    Durante le nostre incursioni sul suolo italiano, abbiamo potuto testare due fazioni: le forze statunitensi e la Wehrmacht. Ovviamente sappiamo già che, quando il titolo arriverà sugli scaffali fisici e digitali, gli eserciti disponibili aumenteranno. Mistero, invece, per quanto riguarda gli italiani.

    Da quanto sappiamo, il team di sviluppo sembra aver previsto la presenza di due opposte fazioni. Da un lato i partigiani che, nella campagna single player, supporteranno gli Alleati nel processo di liberazione; dall'altro reparti dell'ormai inconsistente regio esercito, rimasti fedeli al regime. Nulla invece sappiamo su un'eventuale presenza "stand-alone" degli italiani nella modalità multiplayer. Tornando alla nostra prova, abbiamo potuto constatare con grande soddisfazione che ogni forza in campo appare perfettamente caratterizzata e coerentemente calata nel contesto bellico. Ogni fazione ha i propri punti di forza ma, soprattutto, un percorso di sviluppo unico. Le truppe tedesche, ad esempio, più focalizzate sulla difesa possono essere richiamate al QG per ricevere una preparazione superiore, assumendo le vesti di unità d'élite.

    Le truppe statunitensi, al contrario, molto più agili e votate all'offesa vengono addestrate direttamente su specifici ruoli, mentre il potenziamento viene riservato soprattutto ai mezzi corazzati. Ogni schieramento in campo, poi, guadagna periodicamente dei "punti comando", i quali possono essere spesi per sbloccare un mini skill tree (chiamato Battlegroup, un'evoluzione sostanziale delle Dottrine) che consente di specializzare ulteriormente il proprio esercito e ricevere altri bonus all'azione.

    Giusto per fare un esempio, i giocatori che assumeranno il comando dell'esercito statunitense, potranno scegliere tra una specializzazione tesa al potenziamento del supporto aereo e una, invece, dedicata ai reparti meccanizzati, in grado di aumentare la velocità di produzione dei mezzi corazzati, la loro resistenza ai colpi e così via.

    La grafica della guerra

    La pre-alpha build ci ha permesso anche di godere di una realizzazione tecnica e stilistica di assoluto pregio. Il campo di battaglia, in Company of Heroes, non è mai stato così "vivo" e dinamico, ricco di effetti particellari e devastazione totale.

    Gli edifici vengono progressivamente ridotti a cumuli di macerie fumanti, i detriti creano nuove opportunità strategiche e il terreno di scontro si modifica in continuazione a seconda dell'intensità degli scontri. I carri armati messi fuori combattimento non vengono solo avvolti dalle fiamme esplodendo subito dopo, ma possono subire diversi tipi di danni, rappresentati visivamente in maniera piuttosto precisa e possono diventare ottime coperture per la fanteria dopo essere stati distrutti dal nemico.

    La dinamica inedita del "breach", funziona molto bene e dona un senso di ulteriore vivacità tattica allo scontro. Ordinare alla fanteria di fare irruzione in un edificio e osservarla stanare l'unità nemica che vi si è annidata non ha prezzo. Uno stile unico, impreziosito da un sound design a dir poco sorprendente: preciso, coerente, unico e caratteristico per ogni arma e unità. Davvero non male, per una build ancora lontana dal rappresentare la qualità del prodotto finale.

    Company of Heroes 3 Il terzo capitolo del franchise di Company of Heroes è atteso nel corso del 2022. Ciò significa che il lavoro dei ragazzi di Relic Entertainment è tutt’altro che definito. Sappiamo davvero poco del gioco, eppure la pre-alpha build ci ha permesso di avere un primissimo assaggio del comparto multiplayer. Per quanto abbiamo potuto vedere e provare durante le scorse settimane, Company of Heroes 3 appare come un titolo sempre più ambizioso. Confermiamo la nostra affermazione dello scorso luglio: se le premesse verranno mantenute, il nuovo capitolo del franchise non solo sarà diversi passi avanti rispetto al predecessore, ma potrà addirittura ridefinire i canoni del genere RTS.

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