Crash Team Racing Nitro Fueled: una derapata lunga vent'anni

Abbiamo trascorso un'ora in compagnia del remake di Crash Team Racing, riscoprendo tutto il gusto del principale rivale di Mario Kart.

Crash Team Racing Nitro Fueled
Anteprima: PlayStation 4 Pro
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Disponibile per
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Se esiste un videogame identificabile come il simbolo del divertimento multiplayer in piena epoca PSX, quello è quasi certamente Crash Team Racing. Un titolo nato sull'onda del trascinante successo di Crash Bandicoot, vera e propria mascotte di casa Sony in quel periodo, pensato per essere in tutto e per tutto la risposta marchiata PlayStation all'apprezzatissima formula arcade di Mario Kart. Attenzione però: a dispetto dell'evidente ispirazione al grande classico Nintendo, bollare Crash Team Racing come un mero emulo significherebbe fare un imperdonabile torto all'eccellente lavoro svolto nel 1999 da Naughty Dog (già, quella Naughty Dog, appena prima di affiliarsi a Sony e a diversi anni di distanza dal diventare lo studio di Uncharted e The Last of Us...), poiché se da un lato è innegabile che senza l'avvento di Mario Kart Crash non si sarebbe mai avventurato dalle parti dei veicoli a quattro ruote, dall'altro è doveroso attribuire i meriti che spettano a un competitor capace di confrontarsi testa a testa con un avversario pressoché invincibile. A distanza di vent'anni, l'indimenticabile racing game si prepara a scendere di nuovo in pista con un remake sottotitolato Nitro Fueled, in arrivo sui nostri circuiti virtuali il prossimo 21 giugno.

    Bentrovato, signore del Multitap!

    Prima ancora dell'ovvio aggiornamento dal punto di vista grafico, l'elemento a saltare maggiormente all'occhio nel riprendere in mano il volante per vestire gli squillanti panni di Crash, del Dr. Neo Cortex e del resto della sgangherata combriccola di piloti (dodici nella demo che ho avuto modo di provare, inclusi quattro boss che comprendevano anche il mio prediletto, ovvero Komodo Joe) è proprio la non trascurabile distanza nel feeling di guida rispetto ai canoni a cui ci ha abituato l'inossidabile Mario Kart. I vent'anni che sono trascorsi dai tempi in cui Crash Team Racing obbligava legioni di possessori di PSX a munirsi di un Multitap - vale a dire l'accessorio che consentiva di connettere altri tre controller alla console, in modo da poter gareggiare in quattro contemporaneamente godendosi il gioco al 100% - mi avevano personalmente fatto dimenticare quanto il titolo Naughty Dog avesse una sua personalità, un suo modello di guida e una manovrabilità deliberatamente diversa dall'autorevole rivale marchiato Grande N.

    L'impatto iniziale è onestamente spiazzante: la tentazione di guidare come se si fosse in compagnia di Wario, Yoshi e Bowser è fortissima, e occorre qualche corsa per riprendere la mano tornando ad abituarsi ai ritmi, alle dinamiche e alla malcelata bastardaggine di un gioco che oggi come allora dimostra di avere un carattere ben preciso.

    L'intelligenza artificiale sembra essere tutt'altro che arrendevole: sarà la ruggine dei vent'anni di pausa, ma gli avversari gestiti dalla CPU si sono dimostrati più agguerriti del previsto.

    Intendiamoci, non che Crash Team Racing Nitro-Fueled non sia un racing game assolutamente immediato: al contrario, bastano pochi istanti per tornare a sentire il brivido tutto arcade di gare tiratissime in cui può davvero accadere di tutto, e ci vuole ancor meno per accorgersi, pad alla mano, della fine fattura del gameplay e del clamoroso fattore "l'ultima e poi smetto" in grado in men che non si dica di creare dipendenza. Eppure, forse anche per il considerevole tempo trascorso dalle ultime sgommate a caccia di frutti Wumpa, serve un filo di rodaggio per tornare come si deve in carreggiata.

    Esemplificativa in questo senso è la fondamentale meccanica di boost impiegata per guadagnare fino a tre turbo consecutivi durante le derapate: la gestione della stessa è ben diversa dal modo in cui si eseguirebbe in Mario Kart - bisogna tenere premuto il tasto R1, attendere il riempimento di un'apposita barra rossa fino alla comparsa di sbuffi di fumo nero e quindi premere al momento giusto L1, possibilmente senza mollare R1 in maniera tale da non interrompere la powerslide - e la pratica diventa obbligatoria per riuscire a padroneggiare un sistema che fa effettivamente la differenza. Senza contare finezze come il salto da eseguire mentre si è sulla sommità di una rampa (che consente di godere di uno sprint extra una volta ritornati a terra con tutte e quattro le ruote) o le varie scorciatoie sparse qua e là lungo i complessi tracciati. Già a proposito delle piste: la demo presentava quattro diversi circuiti, di cui due presi dal Crash Team Racing originale e due da Crash Nitro Kart (il sequel pubblicato nel 2003 su PlayStation 2, Gamecube e Xbox). Piramide Papu è la classica corsa nella giungla, tra antiche rovine dal sapore esotico, spettacolari cascate e fiaccole a illuminare la via.

    Il tutto condito da continui saliscendi, curve a gomito e odiose piante carnivore pronte a divorare i piloti meno accorti: senza dubbio la mia preferita del lotto. Pista Cloaca è il posto giusto per prendere dimestichezza con le derapate: gli ampi canaloni delle fogne consentono infatti di sgommare spesso e volentieri, ma è bene fare attenzione ai giganteschi barili tossici bascolanti che possono schiacciare i malcapitati.

    Wumpa Meccanica, la fabbrica da cui si estrae il succo dei preziosi frutti Wumpa, è un complesso industriale fatto ingranaggi colossali e strani meccanismi: le curve sono quasi sempre a 90°, in moltissimi passaggi è possibile cadere di sotto e non mancano, per i piloti davvero temerari, percorsi alternativi in grado di far risparmiare secondi decisivi. Chiudeva l'hands-on la futuristica Viale Elettrone, un sontuoso trionfo di luci al neon che non si allontana troppo dalle sensazioni della mitica Rainbow Road, fra funambolici salti da mozzare il fiato, bivi e pericolose barriere elettrificate.

    Raccogliendo i frutti Wumpa si potenziano le armi: un ulteriore asso nella manica per rendere ancora più pepata una contesa già in bilico.

    Se il gameplay mi è parso insomma solidissimo, divertente e appagante esattamente come lo ricordavo, la mia memoria aveva almeno in parte rimosso una certa crudeltà di fondo nel design delle piste, con parecchi punti senza barriere, tante curve a gomito e in generale tracciati gustosamente irti di insidie. Un'impostazione che, unita all'IA alquanto battagliera, rende Crash Team Racing Nitro-Fueled un racing arcade meno accomodante del previsto.

    Al di là dei ricordi più o meno appannati la grande novità di questo remake riguarda però il comparto visivo, con un lavoro di ricostruzione totale degli asset grafici.

    L'impegno di Beenox in questo senso c'è e si vede, e il risultato appare senza dubbio convincente: Nitro-Fueled si presenta in tutto e per tutto come un videogame aggiornato agli standard del 2019, con un adeguato livello di dettaglio poligonale, gli effetti giusti al posto giusto e un impatto globale più che soddisfacente. A non far gridare al miracolo sono forse soltanto il framerate, purtroppo ancorato a 30fps sulle console base, e un'estetica di fondo che legittimamente segue l'ispirazione anni '90 del franchise (con una direzione artistica fedele al passato ma proprio per questo invecchiata non certo a meraviglia). È presto per stabilire se e quanto questi difetti potrebbero pesare in fase di recensione, e per saperne di più dovrete aspettare un'analisi più approfondita in vista del lancio, fissato per il prossimo 21 giugno su PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch. Le prime indicazioni restano comunque incoraggianti, e tra maschere Aku Aku e bombe che rotolano qua e là il ritorno di CTR promette di essere esplosivo.

    Crash Team Racing Nitro Fueled Un'ora scarsa in compagnia di Crash Team Racing Nitro-Fueled è bastata per scatenare una tempesta di flashback di gloriosi pomeriggi spesi tra sorpassi, missili a ricerca e scatole TNT sbattute con violenza sul muso: oggi come ieri la formula sembra funzionare alla grande, divertendo e appassionando con un approccio arcade tecnico, piacevolmente diverso da quello di Mario Kart. Che, con una veste grafica nuova di zecca, alcune piste prese dal seguito e un supporto al gioco online fino a otto giocatori possa essere arrivata una nuova era per l'indiscusso signore del Multitap? Lo scopriremo molto presto: nel frattempo, preparatevi a scaldare i motori.

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