CrossfireX: in guerra nella Closed Beta per Xbox One

Abbiamo passato ore a disinnescare cariche di C4 e correre sotto il fuoco nemico nella Closed Beta di CrossfireX.

CrossfireX: in guerra nella Closed Beta per Xbox One
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  • Xbox One
  • Xbox One X
  • Xbox Series X
  • Il panorama degli shooter multiplayer è in continua evoluzione, e se oggi guardiamo con curiosità a Valorant, senza dimenticare opere ormai iconiche come Rainbow Six Siege e Overwatch, in passato ci sono state anche altre produzioni che hanno saputo catalizzare l'attenzione del pubblico internazionale. Ne è un caso Crossfire, FPS free to play diventato presto uno dei titoli più giocati dal pubblico asiatico e annoverato nella classifica delle produzioni più fruite al mondo. Il colosso Tencent, a distanza di cinque anni dal predecessore, si prepara a colonizzare anche il mercato occidentale, e per farlo sceglie una strategia peculiare: invece di "Crossfire 2", il nome del gioco è stato cambiato in "Crossfire X", per simboleggiare un nuovo corso pronto ad accogliere inedite schiere di utenti; oltre questa mossa comunicativa, è interessante il coinvolgimento di Remedy nello sviluppo di una trama per la campagna, mentre l'immancabile modalità battle royale troverà spazio dell'offerta ludica del gioco.

    Con tutte queste carte da giocare, il team di sviluppo Smilegate aveva un'ultima mossa da compiere: far testare all'utenza la bontà del gameplay di Crossfire X. Nel momento in cui scriviamo, la closed beta che abbiamo testato ha lasciato spazio a un'open beta accessibile da tutti, e oggi siamo qui per raccontarvi le nostre impressioni sulla prossima esclusiva Xbox.

    Onora il passato

    Una volta iniziata la beta, il primo elemento a colpirci è la divisione tra "classic" e "modern", in cui abbiamo potuto testare tre diverse modalità di match. Il primo menu comprendeva due mappe, associate ad altrettante tipologie di partite appartenenti al primo Crossfire: in Black Widow per esempio si può affrontare l'ormai noto "search and destroy", ossia lo scontro in cui gli attaccanti, oltre che abbattendo tutti i difensori, possono ottenere la vittoria piazzando una carica di C4 (a meno che l'esplosivo non venga disinnescato).

    Già da Black Widow è possibile riscontrare il medesimo gameplay che ha fatto la fortuna di Crossfire nel mercato asiatico, caratterizzato dall'assenza di un sistema di mira "zoomata" (in gergo, l'aim down sight) e anche di un tasto adibito allo scatto; esattamente come in Valorant, per citare un caso più recente, la rapidità del proprio alter ego è influenzata dall'arma equipaggiata, pertanto passare dal coltello al fucile primario diventa un imperativo per spostarsi con celerità da una linea d'attacco all'altra.

    Una volta selezionato uno dei cinque loadout disponibili (personalizzabili dal menu principale), è tempo di saggiare il gunplay, che pare premiare l'abilità dei cecchini e i fucili automatici standard, come l'M16. Il time to kill infatti è piuttosto basso, e bastano pochi colpi ben piazzati per decidere le sorti di uno scontro. Sebbene sia stato inserito un apposito segnale per indicare quando le pallottole centrano il bersaglio, il feedback restituito dalle armi non ci ha convinto pienamente, anche se il team di sviluppo sembra sulla strada giusta per offrire un gunplay più che discreto. I nostri dubbi risiedono anche nel bilanciamento delle armi, dal momento che il rinculo sembra svantaggiare determinati fucili (come il kalashnikov). Resterà quindi da valutare la bontà dell'armamentario una volta che Crossfire X arriverà nella sua versione completa.

    Proseguendo nella nostra disamina, la seconda mappa ambientata nei laboratori offre invece una reinterpretazione della modalità Spectre: l'obiettivo è il medesimo di Black Widow, ma la squadra attaccante è equipaggiata unicamente con armi melee e tute hi-tech che riflettono la luce. Ne consegue che, restando immobili, si è completamente invisibili ai nemici, il che comporta una serie di strategie ben diverse da perseguire. Purtroppo nelle nostre partite non ci è stato possibile comunicare con i nostri compagni di squadra, e non di rado abbiamo notato giocatori imboccare la via del sangue invece di scegliere tattiche più elaborate.

    Il problema più grande, però, a nostro avviso riguarda il matchmaking: ogni squadra è infatti composta da otto partecipanti, ma spesso la partita è stata avviata senza aver raggiunto il numero massimo di giocatori. Non un grande problema, se non fosse che il sistema punta in primo luogo a completare le fila di una squadra e considera "valido" un match dopo aver raccolto dodici utenti, suddivisi però in maniera squilibrata.

    Questo fattore rischia di rovinare notevolmente l'esperienza, dato che affrontare il doppio dei nemici è uno svantaggio non da poco. Ci auguriamo che si tratti di un problema sorto per la poca utenza presente nella closed beta, e che il matchmaking venga comunque rifinito per suddividere meglio i partecipanti.

    Vivi il presente

    Dopo aver ripassato le fondamenta di Crossfire nella sezione classic, è giunto quindi il momento di comprendere quali siano i tratti caratteristici della controparte moderna. In questo caso ci siamo ritrovati in un "cattura la zona" di tipo standard, rimpolpato dal solito numero di partecipanti (otto per squadra), ma con regole e gameplay differenti.

    Innanzitutto, dei tre punti presenti, solo due vengono resi disponibili da subito, per evitare che le squadre si frammentino troppo; inoltre, una volta che la terza zona è raggiungibile, le altre non lo sono più. Questo grazie a una trovata di design interessante, dato che la battaglia nella prima fase si consuma in un hotel pronto a collassare, mentre lo showdown finale si sposta all'esterno (con tanto di fuga rocambolesca tramite una zipline). L'obiettivo per ottenere la vittoria è quello di raggiungere 150 uccisioni, con dei boost ai punti in base alle zone sotto controllo, e questo fattore porta il match a durare di più rispetto alle altre tipologie presenti nella closed beta.

    A stupirci però è stato proprio il gameplay, più vicino a quello degli sparatutto più moderni, data la possibilità di usufruire dei mirini equipaggiati sull'arma. Rendere disponibile l'aim down sight solo in determinate modalità è una scelta senz'altro curiosa, e potrebbe essere efficace per incontrare i gusti di tutte le fasce d'utenza, sia quella affezionata al precedente episodio, sia ai novizi.

    Altro aspetto interessante è la funzione di perks passivi attivabili: una volta raggiunta la condizione necessaria per lo sblocco, è possibile selezionare dei bonus legati alla velocità di movimento, ricarica e mira, al rateo di fuoco, agli HP e perfino alla difesa, con l'aggiunta di scudo antisommossa per entrare in battaglia pesantemente corazzati. Il totale di tratti da poter equipaggiare è quattro su un pool di otto, e risultano utili a variare l'esperienza durante la partita; è comunque possibile cambiare loadout tra una morte e l'altra, a differenza dei match classic in cui la dipartita è definitiva fino al round successivo.

    Dobbiamo dire che questo carattere sfaccettato potrebbe essere un ottimo punto a favore per Crossfire X, senza dimenticare il contributo di Remedy sul fronte della campagna (purtroppo assente nella closed beta). In attesa di scoprire l'intera offerta del gioco, i presupposti sono quelli di uno shooter vario e adatto a diversi tipi d'utente. A convincerci meno è soprattutto il matchmaking, che speriamo venga rifinito per la release finale del gioco. Cionondimeno, parliamo di una produzione free to play dal carattere universale, ma che non rinuncia a proporre un gunplay fortemente skill based. Crossfire X, in definitiva, potrebbe dimostrarsi una piacevole sorpresa, in grado di dire la sua all'interno di un mercato già piuttosto saturo di congeneri.

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