Crusader Kings 3: una dinastia al potere, anche su console

Abbiamo potuto testare la versione console di Crusader Kings III, l'ultima incarnazione della popolare serie Grand Strategy di Paradox. Come se la cava?

Crusader Kings 3: una dinastia al potere, anche su console
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Disponibile per
  • Pc
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Il genere strategico, nelle sue varie declinazioni, non ha mai goduto di grande popolarità su console, principalmente a causa dell'oggettiva difficoltà di adattare il sistema di controllo alle caratteristiche di un pad. Certo, i tentativi - anche molto coraggiosi - non sono mancati nel corso della storia videoludica, alcuni dei quali hanno portato ad uscite accolte favorevolmente sia dal pubblico che dalla critica.

    Tra queste spicca senza dubbio Stellaris (vi invitiamo a recuperare la recensione di Stellaris), titolo che la stessa Paradox ha fortemente voluto tradurre da PC a console. Ora, rotto il ghiaccio e scacciata la diffidenza per gli hardware da salotto, il developer/publisher svedese ha deciso di fare un passo ulteriore: cercare di portare su console un altro dei loro franchise di punta: Crusader Kings.

    Noi l'abbiamo provato per qualche ora, saggiando alcune delle - ottime - caratteristiche che vedremo nel prodotto finale.

    Quando il potere è una questione...di sangue

    Prima di addentrarci nell'approfondimento del franchise dinastico targato Paradox, è bene procedere per gradi.Per tutti coloro che non fossero avvezzi alle definizioni o agli acronimi, con Grand Strategy e 4X si identificano due particolari sottoinsiemi (spesso associati) della strategia che, solitamente, non si concentrano sulla micro-gestione, bensì guardano al "tutto" proponendo un'esperienza ludica di ampio respiro, che fonda la propria ragion d'essere nella "macro gestione" e abbraccia diplomazia, economia, conquista e controllo tentacolare su vasta scala. Non a caso le quattro "X" stanno proprio per i termini anglofoni: explore, expand, exploit, exterminate.

    Le differenze tra le due tipologie di giochi in realtà sono minime, tanto che spesso sono citati come appartenenti ad un unico genere indistinto. Eppure, a ben guardare, qualcosa di diverso c'è. Nei Grand Strategy, ad esempio, la parte dedicata all'esplorazione e alla conquista non è poi così sviluppata, né risulta fondamentale per soddisfare per forza i requisiti di vittoria dello scenario. La serie Crusader Kings, in questo senso, rientra dunque più nella categoria dei Grand Strategy e nasce come "costola" di un'altra fortunatissima serie che ha fatto sognare milioni di appassionati della strategia digitale: Europa Universalis (a tal proposito potete leggere la nostra recensione di Europa Universalis 4). Rispetto a quest'ultima, in cui il giocatore assume il controllo di un'intera nazione - o popolo -, in Crusader King tale potere di spoglia dell'onniscienza per farsi...umano.

    Riprendendo la stessa definizione data da Paradox, Crusader Kings è un "Grand Strategy dinastico". Ciò significa che il giocatore non va semplicemente a esercitare il controllo su tutti i propri domini attraverso un'evoluzione lunga centinaia di anni, al pari di un deus ex machina immortale e insensibile al tempo, bensì si cala nelle vicende più terrene di una singola dinastia. Un personaggio alla volta.

    Il fulcro dell'esperienza ludica proposta da Crusader Kings si fa insomma più intima: il giocatore, partendo dal capostipite, può condurre la propria casata nel corso di diverse generazioni, plasmandone letteralmente la storia attraverso alcuni scenari che coprono un periodo che inizia dalla metà dell'Alto Medioevo (867 d.C.), oppure dalla data dell'invasione di Guglielmo di Normandia detto il Conquistatore (1066 d.C.).

    Ovviamente, oltre a questi scenari, vicende e personaggi preimpostati, il titolo permette di scegliere una qualsiasi altra personalità del mondo allora conosciuto, dalle Colonne d'Ercole all'Africa, dal profondo Nord al lontano Est; dalla più piccola tribù delle steppe mongole sino ai grandi vassalli assoggettati ai reggenti del trono di Francia.

    Un milione di modi per morire...e rovinare la dinastia

    Come dicevamo in Crusader Kings il giocatore assume le regali vesti di un solo personaggio per volta. Un mortale, con tutti i limiti e la finitezza che tale condizione presenta. Il nostro alter ego, infatti, può morire prematuramente per qualsiasi inezia e causare l'estinzione del casato.

    Noi lo sappiamo bene, dato che nel corso della nostra prima incursione nella versione console del medioevo targato Paradox abbiamo provocato l'improvvisa dipartita del nostro regnante con un pellegrinaggio in Terrasanta (a posteriori, oggettivamente evitabile) e fatto uccidere il primogenito (ed erede legittimo al trono) in una banale rissa di palazzo.

    Quindi, per poter garantire non solo la sopravvivenza della dinastia ma condurla verso la grandezza, è necessario immergersi nel "racconto" che si desidera creare per la propria dinastia, quasi immedesimarsi nel proprio alter ego, e avere a cuore le vicende del casato cui appartiene. In questo senso il titolo funge praticamente come uno sconfinato database di elementi narrativi messo a disposizione del giocatore, il quale può decidere che tipo di regnante essere e quale eredità tramandare di generazione in generazione.

    Ad esempio è possibile calcare pesantemente la mano sulla paura e il terrore attraverso un governo dispotico, oppure ispirare i sudditi con una pietas di latina memoria. Si possono concedere titoli a chi può far comodo, oppure avanzare pretese su un altro trono.

    Si può procedere d'istinto ed essere ricordati come dei guerrafondai, o agire nell'ombra e intessere una fitta rete di rapporti personali basati su amicizie clientelari, sugli omicidi, sui matrimoni d'interesse o, ancora, sulle evoluzioni amorose extraconiugali. Persino altre variabili come i tratti genetici della famiglia o il modo in cui vengono educati i futuri eredi possono far sì che la Storia sia più o meno propensa ad accogliere la casata tra le proprie pagine.

    Impossibile, ovviamente tenere tutto sotto controllo e far sì che fili sempre tutto liscio, data anche la presenza di centinaia di eventi del tutto casuali che possono interferire con i piani del giocatore. Ciò che egli può fare, con le sue azioni, è quello di "indirizzare" il racconto con prudenza tenendo in debito conto infinite variabili, come vi abbiamo raccontato in occasione della recensione della versione PC di Crusader King 3.

    Le novità della versione console

    Paradox e Lab42, insomma, puntano a trasportare questa stessa, identica esperienza ludica su console casalinghe. Stessa mole contenutistica, stessa quantità strabordante di informazioni visibili, identica complessità. Ogni voce, ogni parametro, ogni definizione, porta a un testo (più o meno lungo) da leggere e interpretare per impostare la giusta strategia, e in Crusader Kings questo è un aspetto non solo molto presente, ma ancor più accentuato rispetto ad altri titoli appartenenti al medesimo framework.

    In questo senso, comunque, il passaggio da un hardware all'altro non ha assolutamente stravolto il layout tradizionale. Non l'ha sfrondato né alleggerito per renderlo digeribile al pubblico da salotto, insomma, ma l'ha razionalizzato e reso più leggibile (meno stancante per gli occhi), adattandolo alle mutate dimensioni dello schermo.

    La novità di maggior rilievo, ovviamente, è rappresentata dall'inedito sistema di controllo, racchiuso nella manciata di tasti del gamepad. La mappatura dei comandi è stata studiata da zero per poter garantire una navigazione più semplice, che non faccia eccessivamente rimpiangere l'immediatezza della combinazione mouse e tastiera.

    Un'operazione che - a parer nostro - sembra essere riuscita, perché il team responsabile dello sviluppo non si è limitato a riproporre lo stesso identico prodotto aggiungendo solo un cursore digitale (spesso impreciso e frustrante da controllare) da muovere con la levetta analogica, bensì ha ridisegnato l'intero sistema guardando al comfort per l'utente, facendo largo (e intelligente) uso di ogni singolo tasto del pad.

    Il team ha sussunto in due semplici comandi i due macro menu radiali che conducono il giocatore ad avere sotto controllo la maggior parte delle informazioni relative al proprio personaggio (come i tratti, la cultura, l'educazione e lo stile di vita) e della mappa del mondo.

    Il titolo, in uscita a fine marzo, utilizzerà anche tutta la potenza computazionale dei nuovi hardware, cosa che assicurerà un'esperienza di gioco praticamente senza interruzioni e tempi di caricamento. Noi l'abbiamo potuto testare su Xbox Series X e vi confermiamo che, tolto l'avvio dello scenario (comunque caratterizzato da un tempo d'attesa irrisorio), le partite sono filate via lisce e senza alcun intoppo.

    Crusader Kings III Crusader Kings III si appresta a valicare i confini dei nostri PC per approdare sulle console casalinghe di nuova generazione. Atteso su PlayStation 5 e Xbox Series X/S per il prossimo 29 Marzo, il cosiddetto Grand Strategy dinastico riproporrà intatta (tanto sotto il profilo quantitativo che qualitativo) la medesima esperienza ludica - difficile, stratificata, intransigente ed estremamente complessa - già vista (a proposito, i possessori dell’abbonamento Game Pass lo possono scaricare su PC), ovviamente con tutte le revisioni del caso. Tra queste non possiamo non segnalare l’inedito sistema di controllo studiato partendo da zero, ad esempio, per poter garantire al giocatore una navigazione più semplice, razionale e immediata, nonché il reperimento di ogni tipo di informazione nel più breve tempo possibile. La razionalizzazione dell’hud principale e dei menu di gioco, e il loro riadattamento per le mutate dimensioni dello schermo. Infine, la possibilità di creare brevi sessioni multiplayer private in cui invitare gli amici e trascorrere una serata. Tali campagne personalizzate, infatti, al contrario di quelle tradizionali, sono studiate appositamente per esaurirsi in una singola sessione. La versione console cercherà dunque di conquistare un pubblico ben diverso rispetto allo zoccolo duro e super affezionato degli strateghi da scrivania. Noi, avendo toccato con mano il lavoro svolto dal team di sviluppo siamo piuttosto fiduciosi riguardo al suo appeal.

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